Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: verbascum    11/08/2015    3 recensioni
Cosa sarebbe successo a Sansa Stark se Joffrey non avesse avuto occasione di rompere il suo giuramento e l'avesse sposata prima della battaglia delle acque nere, e quindi, prima della proposta matrimoniale dei Tyrell?
Chi avrebbe protetto una fanciulla tanto fragile una volta nelle grinfie del giovane re, se non la persona più inaspettata e apparentemente crudele e sadica tanto quanto il suo padrone?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Non-con
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Sandor Clegane protese la sua mano verso di lei, per aiutarla ad alzarsi. 
Sansa, stranamente, non era sorpresa della sua gentilezza: non era la prima volta che le evitava ulteriori sofferenze, per cui si fidò, capì che non le avrebbe fatto del male anche se non ne poteva essere certa. Afferrò la sua mano e si rimise in piedi.
Solo quando si rese conto dello sguardo del mastino fisso su di lei, si ricordò di essere completamente nuda, diventò rossa dalla vergogna e di scattò cercò con le mani di coprirsi. 
Si accorse che sul suo volto era apparso un sorriso, si voltò e andò alla ricerca di una veste, qualcosa da indossare velocemente e che fosse in grado di coprire il necessario. Mentre cercava, sentiva il suo sguardo pesare su di lei.
Indossò il primo pezzo di stoffa che trovò, e che appartenesse a lei. Era una sottoveste, che usava di solito per andare a dormire. Corta, scollata, ma faceva il suo dovere.
Ora che era  abbastanza coperta poteva provare a indossare un vestito come si deve con maggior calma, ma senza l'aiuto delle sue ancelle non sarebbe riuscita neanche ad allacciarsi il corpetto, e se le avesse chiamate, avrebbero sicuramente riferito tutto ciò che stava accadendo in quella stanza, a Varys, o alla regina Cersei, non aveva importanza, erano spie, e quello bastava a non fidarsi di loro. Per cui si arrese all'idea di rimanere in veste da notte di fronte a lui.Sandor era immobile, tranquillo e impegnato a  fissarla mentre l'attesa la rendeva sempre più nervosa e irrequieta.
Non poteva fidarsi nemmeno di lui, non sapeva che intenzioni aveva, era pur sempre il cane di Joffrey e forse quello che le stava donando era solo l'illusione che ci fosse davvero qualcuno  che non volesse umiliarla o farla soffrire, forse era addirittura più sadico di Joffrey, da farle credere di essere al sicuro, e poi tradirla per pugnalarla alle spalle.
Lì ad Approdo Del Re non poteva fidarsi di nessuno, mentivano tutti, e tutti mentivano meglio di lei. Così come proprio la persona che aveva di fronte  gli aveva detto. 
Sarà stato un avvertimento? 

«Il princ...il re, ti ha dato un ordine. Fa presto, per favore, così che finisca il prima possibile.»
Sansa si avvicinò lentamente e una volta trovatasi a due passi da lui, chiuse gli occhi e strinse forte i pugni, aspettandosi il peggio. Attese per un po', ma non arrivò nulla. Aprì gli occhi e si ritrovò di fronte un viso che quasi le sembrava diverso da quello che aveva visto poco prima. Sansa si chiese cosa lo rendesse così diverso dal solito, lo guardò attentamente e notò il suo sguardo posato su di lei, da cui traspariva una nota di tristezza e malinconia, lei riuscì solo ad abbassare il volto, confusa.
«Ti avrei lasciato a Ser Meryn se avessi saputo del tuo masochismo. A quanto pare l'uccelletto non smette mai di sorprendermi.»
Sansa, inevitabilmente, si offese. Ma questa volta dimenticò di essere ad Approdo Del Re, dove aveva perso ogni diritto e le era stato imposto di sopportare e sottomettersi ad ogni sopruso, e invece di chinare il capo e stare in silenzio, alzò lo sguardo verso di lui, arrabbiata e irritata, alzò il tono della voce.
«Non ti permetto di parlare in questo modo alla tua regina! Sarai anche al comando di mio marito ma adesso io sono sua moglie e devi portarmi lo stesso rispetto che porti a lui!»
In quel breve attimo aveva completamente perso l'insicurezza, la fragilità e la debolezza che ormai dopo tanto tempo erano entrate a far parte di lei.
Sostenne lo sguardo con quell'uomo che era abbastanza forte da spezzare la sua vita in un attimo, forse per il suo bene, era meglio non farlo arrabbiare in quel preciso momento e si pentì immediatamente della sua reazione. Calò lentamente il capo, l'insicurezza stava facendo ritorno.
Sandor rimase inflessibile, di fronte ai cambiamenti d'umore di Sansa, un po' confuso, e anche un po' divertito, nonostante tutto, quella ragazzina non smetteva davvero mai di sorprenderlo.


«Forse questa è l'occasione giusta per darmi ciò che mi era stato promesso.»
La canzone. 
Sansa si sarebbe aspettata qualsiasi cosa, a questo punto, ma non di mettersi a cantare per l'uomo che avrebbe dovuto picchiarla a sangue per ordine di suo marito.
Il modo in cui continuava a fissarla di certo non la metteva a suo agio, ma cercò ugualmente di non essere sgarbata.
«...io, ho dimenticato quasi tutte le canzoni che conoscevo, non me ne viene in mente nessuna.» 
Disse timidamente. Iniziò ad avere seriamente paura di ciò che sarebbe potuto succedere, fece qualche passo indietro, ma il mastino la prese per il polso fermandola, e lentamente, la tirò verso di sè,  proprio come aveva fatto la notte prima. Questa volta la presa era meno potente, ma aveva comunque troppa forza per poter essere delicato quanto una ragazza.
Lei fissò la mano che gli aveva messo al polso, e subito dopo incontrò lo sguardo di lui, intenso e insistente.
Il mastino allungò la mano sinistra verso il suo volto, le accarezzò una guancia: Sansa rimase talmente sorpresa che impulsivamente cercò di tirarsi indietro, ma poco dopo si calmò e si lasciò andare tra le sue mani. Sapeva che l'avrebbe baciata, e non sapeva se di questo ne era felice o meno. Come suo solito, chiuse gli occhi e attese.
«Proprio non ci riesci a guardarmi, vero uccelletto? »
Sandor allentò la presa, la lasciò andare.Tirò indietro la testa, e scoppiò in una fragorosa risata. 
«Chissà, magari quando oltre la barriera farà caldo ed io non sarò più così brutto, una canzoncina me la canterai.»
Dal suo tono di voce si sentiva quanto fosse deluso, e rassegnato al suo destino.
Il mastino si voltò, le diede le spalle, e si incamminò fino alla porta. Finché non sentì il tocco delicato della mano di Sansa: questa volta, fu lei a trattenerlo.
«Aspetta!»
Sansa gli si gettò tra le braccia, e lentamente, posò le sue labbra sulle sue.


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Due capitoli in una giornata! Eh si, dopo essermi accorta che il secondo capitolo era davvero breve e privo di contenuti non-noiosi, i sensi di colpa mi hanno indotto a scrivere un terzo. Spero sia apprezzato da qualcuno! Mi piace scrivere ma sì, anche a me importa del parere degli altri. Se qualcuno lo ha letto e ha qualche commento da fare, come sempre, sarò felicissima di leggerli.
Per cui, vi saluto, al prossimo capitolo! 

 
   
 
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