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Autore: Yssis    11/08/2015    3 recensioni
|Happy birthday, Juddy! | Shuuto, amateli. | Parigi ottocentesca!AU | 1000 parole circa~
“ (…) c’è solo una cosa che cambia il mondo, le idee degli uomini. Tuttavia, Endou, il tuo concetto di arte rivoluzionaria non è altro che inadeguata utopia, sfuggente miraggio poetico. Nulla riuscirà a scardinare l’alto prestigio della conservatrice arte accademica di cui io sono il portavoce, con le mie recensioni permetto solo alle opere giudicate valide dalla Accademia delle Belle Arti di acquisire più o meno valore. ”
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel/Shuuya, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Parigi, 1886. E’ uno di quei giorni settembrini, soleggiati ma freschi, che ti spinge a vagare per le strade senza un particolare motivo. E’ uno di quei giorni che ti fa vibrare dentro un’energia euforica ed incomprensibile. E’ uno di quei giorni che ti fa compiere qualche pazzia.
Ho incontrato i suoi occhi a Parigi, 1885, in uno di quei giorni. Attendo il momento in cui potrò incontrarli di nuovo.

“-A furia di recensire positivamente questo sistema corrotto ed assurdo, pure tu, Kidou, non ti rendi più conto che l’arte attuale, quella che continui a difendere strenuamente, è sfinita e svilente. A questo mondo esiste un’arte ben più fresca e viva, figlia del talento e non delle scuole!-
-Mamoru, non ti smentisci mai… Devi capire che nel mondo della pittura parigino regnano il potere e il tradizionalismo. In esso non c’è posto per la tua agognata “nuova arte”, per quanto fresca ed entusiasmante sia.-
-Sì che c’è! E’ nella testa e nel cuore di coloro che amano davvero dipingere... Che considerano l’arte il loro scopo di vita, il loro mostrarsi al mondo per quello che sono, non per quello che l’Accademia stabilisce! Sono sicuro che, in fondo al cuore, anche tu apprezzi sinceramente l’arte quindi concedimi tempo, lasciami fare, ti prometto che la nuova arte nascerà e sarà uno spettacolo grandioso.-
-…-
-Kidou, so che ora tu non riesci ad accettare le mie parole. Ma un giorno vedrai la nuova arte, ti ci troverai faccia a faccia e allora capirai cosa intendo. Adieu, monsieur.“

Esco dalla Galerie Passage (*) particolarmente indispettito, questa sera. Come noto critico d’arte ho onorato della mia presenza una nascente galleria d’arte nei pressi della capitale, il colloquio tenuto con il direttore tuttavia mi ha scosso profondamente. Ho conosciuto Endou ai tempi delle scuole medie, poi si è trasferito e da allora abbiamo perso i contatti… Non mi sarei mai aspettato di incontrarlo proprio come responsabile di una galleria d’arte. – la sua voce, la sua voce è indubbiamente la cosa che mi ha più destabilizzato.
Ha sempre avuto, anche da ragazzo, spiccate capacità oratorie: non posso tuttavia lasciarmi incantare dalle sue belle parole e dai suoi occhi carichi e vibranti. – c’era dentro un’energia così brillante da incutere paura. Sono davvero io, Endou, quello che si illude? I miei occhi davvero non sanno brillare così?
“A questo mondo esiste un’arte ben più fresca e viva, figlia del talento e non delle scuole!”
Mi stringo al bavero della giacca ed imbocco a passi lesti un viale: si è alzato il vento. Le foglie ocra e brune al mio passaggio svolazzano lievi, le rondini in cielo compiono la loro danza per salutare il sole che s’appresta a scomparire sotto i tetti delle case, all’orizzonte.

Un mezzo sorriso mi si dipinge sul volto: “Tutte realtà cicliche, come le stagioni, eppure fisse, immutabili: c’è solo una cosa che cambia il mondo, le idee degli uomini. Tuttavia, Endou, il tuo concetto di arte rivoluzionaria non è altro che inadeguata utopia, sfuggente miraggio poetico. Nulla riuscirà a scardinare l’alto prestigio della conservatrice arte accademica di cui io sono il portavoce, con le mie recensioni permetto solo alle opere giudicate valide dalla Accademia delle Belle Arti di acquisire più o meno valore.”
Il brusio delle strade attigue si diffonde nell’aria come un canto improvvisato, un cane al guinzaglio mi passa accanto scodinzolando e un uomo, seduto di lato contro il tronco di un albero, mi osserva.
Parigi, 1885: per la prima volta, in questo luogo e in questo momento, mi chiedo senza tanti giri di parole, con la meravigliosa curiosità di un fanciullo, cosa sia l’arte. Di punto in bianco, senza un perché motivabile:

Cos’è l’arte?
Due occhi mi fissano, pietre nere scagliate nel più turchese degli specchi d’acqua.
E’ seduto contro un albero, con il busto leggermente chinato in avanti, sul grembo tiene una tavola di legno su cui sono appoggiati alcuni fogli bianchi: in mano ha un carboncino.
Cos’è l’arte?
La pelle è ambrata, i capelli lunghi e biondi, spesse ciocche gli cadono ai lati del volto mentre altre sono raccolte in una coda bassa. Indossa una giacca rossa con un alto colletto con quale ripara il collo dalla brezza serale, sotto porta una maglia scura. Labbra sottili e socchiuse, occhi affilati e neri neri: sembrano ambasciatori delle notti più oscure, non trasmettono calore alcuno. Sfuggenti e abbrunati, forse, dal carboncino con il quale disegna.
Cos’è l’arte?
Al dito non porta la fede e la sua espressione è sporca di una tristezza concentratissima… Sembra essersi dato qualche pennellata di voluttà e pena negli occhi, forse per sbaglio, chissà. Forse non desiderava che il suo sguardo come un turbine di nero fuoco venisse, alfine, così ridotto.
Guardandolo, mi ritrovo a pensare che l’idea che l’arte accademica sia così potente mi tranquillizza. Per quante recensioni critiche possa aver fatto, per quanti sogni possa aver spezzato con una sola frase, con una sola parola – mediocre-, mi sento al sicuro. Perché, così facendo, io posso sopravvivere.
Cos’è l’arte?
Eppure… Eppure anche questo giovane e sconosciuto cittadino –artista, “artista” che parola improvvisa risuona nella mente- esiste, ora, qui, solo grazie a quel carboncino ed a quel foglio bianco. Senza di essi, lui non sarebbe.
Cerco i suoi occhi, ma il biondo sta fissando dietro di me, attraverso me, al di là di me, un mondo a cui non posso avere accesso: sono pietre nere scagliate troppo in là, verso un orizzonte che non percepisco.

L’arte è vita. L’arte è elevazione.
L’arte è sopravvivenza. L’arte è fuga.
L’arte è morte. L’arte è oblio.


Allora, semplicemente, procedo. Porto avanti i miei passi, sorpassando un giovane artista che non avrà mai il consenso dell’Accademia. L’arte attuale promette stabilità e sicurezza… I suoi occhi invece hanno dentro una forza incredibile, che ha del meraviglioso e che tuttavia m’intimorisce.
“Un giorno vedrai la nuova arte, ti ci troverai faccia a faccia e allora capirai cosa intendo.”
Sbuffo, infilando una mano nella tasca della giacca: “Endou, sei sempre stato un grande sognatore, ma devi rassegnarti. L’arte non è per tutti. – qualunque cosa sia…”

Dimmi, artista, qual’ è la differenza fra me e te?

Semmai il mondo dell’arte dovesse cambiare, tornerò qui.
Ti troverò ancora disegnare con il carboncino e ti porrò le mie domande.
Risponderai, allora? Ricambierai il mio sguardo? Mi farai sbirciare l’orizzonte?”

(*): fittizia galleria d’arte parigina

Angolo degli artisti (?)

Bonjour <3
-un saluto francese era d’obbligo, ihih
Bene, mi sembra di star pubblicando abbastanza in questo periodo… Sono molto ispirata bugia la gente mi obbliga a scrivere owo In realtà è una via di mezzo: diciamo pure che ho un sacco di idee ma mi serve alle volte un po’ di incoraggiamento ^^

Questa fanfic è tutta per _Juddy_, la mia fatina del cuore: tanti auguri, cara <3
So che di recente va matta per le Shuuto – pfff, è sempre andata matta per le Shuuto, ma in questo periodo è proprio ammattita, quasi non la riconosco scherzo amoraH – Per darci un tocco particolare mi sono ispirata ad un manga uscito quest’estate che ci ha fatto fangirleggiare in modo spropositato, “Addio, Stregone”: spero che il mix che ne è uscito fuori sia stato apprezzato da tutti!
Mi sono abbastanza attenuta al manga sia per quello che riguarda i dialoghi fra i personaggi sia per gli ambienti parigini: è stato senza dubbio un lavoro stimolante, sappiatemi dire se vi è piaciuto oppure no!
Au revoir,

Sissy

  
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