Genere: Commedia
Tipo di coppia: Shonen-ai
Personaggi: Takao
Kazunari, Midorima Shintaro
Rating: Giallo?
Parole: 400+
Note: Ergo, “come trasformare un prompt angst nell’esatto opposto e vivere felici”
Scritta il: 3/07/2015
17# • Things you
said that I wish you hadn’t
In quel momento, Kazunari Takao si rese conto del
vero significato dell’espressione “un secondo che dura più di un’eternità”. Era
come se il tempo si fosse fermato, dando occasione ad
ogni sua percezione di farsi più viva che ma.
Sentiva il sangue gelarsi
nelle vene, e una piccola goccia di sudore scivolargli lungo la tempia. La
presa sulle bacchette si era affievolita, e il piccolo ticchettio che produssero scivolando sul tavolo fu l’unica cosa che
raggiunse le sue orecchie. Per il resto, c’era solo silenzio.
Tutta l’attenzione era
rivolta a lui, come fosse il protagonista di chissà quale spettacolo.
Generalmente avrebbe adorato una situazione del genere: amava essere il
protagonista, avere gli sguardi degli altri su di sé e mettersi in mostra sotto
le luci di chissà quale immaginario riflettore, ma ora
come ora l’unica cosa che desiderava era una botola che magari si aprisse
proprio sotto la sua sedia.
Doveva imparare a pensare
prima di parlare, Shin-chan glielo diceva sempre
— e doveva immaginare che ci sarebbe stata almeno una volta su un milione
in cui un consiglio del genere doveva essere la prima cosa a risuonargli in
testa. Perché non ci aveva proprio pensato, gli era venuto spontaneo dire
quelle tre o quattro parole!
D’accordo che ormai i suoi
genitori sapevano che frequentava il loro unico figlio maschio non
esattamente solo come un amico. D’accordo che, per quanto un po’ rigidamente,
avevano comunque accettato la cosa, al punto da invitarlo a volte a rimanere a
cena da loro così come era successo quella sera.
… ma
questo non voleva dire che fosse automaticamente autorizzato a farsi cogliere
dalla demenza!
“Fai più piano.” l’aveva
ammonito Midorima, alludendo ovviamente alla fame
vorace che lo stava portando a spazzolare le portate davanti al suo naso come
se l’ultima volta in cui il cibo aveva toccato il suo palato fosse risalita a qualche millennio prima. Ed era talmente assorbito
dall’atto di mangiare, così estraniato dal resto del mondo, che aveva risposto
come avrebbe fatto in qualsiasi altra situazione.
“Non è quello che mi hai
detto l’altra notte!”
Sbem.
Silenzio.
Il signor Midorima alzò le sopracciglia dietro gli spessi occhiali da
vista, e la signora Midorima spalancò leggermente le
labbra, come attaccata dalla peggiore offesa. E Shin-chan?
Shin-chan
era diventato di tutti i colori. Era passato dal bianco candido, al rosso
scarlatto al nero pece. E già lo sentiva, quel lamento che da leggero diventava
sempre più forte, quel “Takaaaaaaaoooooooooo…”
che aumentava di volume come una sorta di borbottare minaccioso di tuoni prima della tempesta.
- … magari… vado in bagno,
eh? - esclamò, tirandosi su dalla sedia. Almeno lì sapeva che c’era una
finestra… chissà se sarebbe riuscito a scappare per sottrarsi all’ira funesta
di Shin-chan?