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Autore: Immortal Lady    11/08/2015    1 recensioni
Tre i precedenti quindi tre saranno i successori, incarnazioni umane degli dei immortali, portatori dei loro poteri e antichi fardelli.
In principio i Viziati erano tre gemelli maschi, ora solo un blando legame familiare lega i possibili successori, ma hanno conservato come retaggio alcune caratteristiche che secoli prima distinguevano anche i gemelli .
Erano immagini speculari, i capelli color cenere, i lineamenti affilati e la carnagione troppo chiara per poterla definire appartenente ad un essere vivente. Gli occhi erano specchi di un gelido grigio, che mostravano l'assenza di qualsiasi emozione del proprietario. Solo e soltanto quando i tre erano occupati a compiere il loro lavoro di giudici i loro sguardi mostravano la vera essenza celata.
Iwkolor il primo, Jakolses il secondo e infine Vezixarc il terzo. Nomi aspri, duri e non fatti per essere ricordati per la loro bellezza ma per il potere che solo tali individui possedevano nel loro regno.
***
AVVERTENZA DI SERVIZIO il bollino arancione è dovuto alle descrizioni crude nelle battaglie, per il linguaggio e forse in futuro, in un futuro lontano lontano anche per ehm... altre ragioni da non si insomma escludere. ^////^
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Nuovo personaggio, Urahara Kisuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Secondo passo


Pov Akarui

 

Osservo l'hollow appena uscito dal portale, assomiglia vagamente ad un verme ma é provvisto di tante zampe e due "braccia" a forma di chela di granchio.

 

" Passano gli anni ma non cambio idea sul loro aspetto, disgustosi erano disgustosi sono rimasti "

 

Nascondo il viso nel colletto alto della giacca, per poi alzare il cappuccio e calzarlo sulla testa. L'hollow intanto si guarda attorno alla ricerca di prede facili a portata di mano, o chela, con cui cibarsi. Essendo troppo lontana e in una zona poco ampia da farlo fuori con un colpo solo data la quantità di edifici che ostruivano la vista e i movimenti, sono costretta a mettermi con un sospiro sconsolato lo skateboard sotto braccio e a saltare sul cornicione del palazzo più vicino al mostro.

 

" Chissà che faccia farebbero i passanti se notassero una persona appollaiata come un piccione  "

 

Non faccio in tempo neanche a sorridere per l’immagine che mi si era formata nella testa che un urlo agghiacciante fa tremare i vetri nuovamente, compreso quello dietro alle mie spalle, stringo i denti infastidita e mi ancoro saldamente al cemento sotto i miei piedi. Quando l’hollow finalmente finisce il fiato prendo lo slancio, aiutandomi con i lati della finestra, e mi butto nel vuoto atterrando con precisione su un lampione di fronte al muso della bestia. Il bruco geneticamente modificato abbassa la maschera verso di me e mi osserva in silenzio dalle fessure oscure della maschera, non rimango stupita nel riconoscere il desiderio folle di cibarsi nella pupilla giallo vomito.

 

-  Caschi male mostriciattolo se credi di poter fare i tuoi porci comodi a 100 metri da me -

 

L’aria inizia a tremare di nuovo ma questa volta é colpa del campo elettrico che propago, riflesso della mia voglia di ridurlo in polvere.

 

- Soprattutto se sono reduce di una giornata persa in aereo, quindi fammi un piacere enorme bestiolina -

 

Schivo schifata un artiglio/chela/braccio che va a diveltere un angolo di un edificio, driblo un altro arto non identificato che lascia un segno alla Wolverine su un palazzo .

 

- Muori, Rakurai !-

 

Alzo un braccio e sparo un fulmine che va a colpire la maschera proprio nel mezzo della fronte dove in un essere umano dovrebbero esserci le sopracciglia. L'impatto fa subito crepare il materiale bianco, poi quando una seconda scarica lo ricolpisce nello stesso punto la maschera rotta si apre fino a diventare una voragine che spruzza sangue all’esterno. Osservo con indifferenza l'hollow disintegrarsi in tante piccole particelle azzurre che si perdono nell'aria.

 

- Stupidi esseri -

 

Tiro fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni, tolgo la copertura isolante che lo proteggeva dal mio tocco elettrico e lo sblocco, digito la chiamata rapida velocemente per il nuovo numero di Nenshō, appoggio la parte posteriore dello skateboard a terra col cellulare attaccato all’orecchio. Quando finalmente la chiamata viene accettata vengo stordita da una melodia di flauti decisamente di origine giapponese-cinese e le risate di mio fratello che senza dubbio ha bevuto troppo…

 

“OHHHHHIIIII !!!!”

 

Allontano il telefono all’orecchio a metà del suo urlo, massaggio l’appendice sensibile e fulmino incazzata l’apparecchio.

 

- Era davvero una mezza calzetta quell'hollow se già hai terminato, oppure mi stai chiamando dall'aldilà e... -

 

Prima che possa continuare i suoi discorsi privi di senso da vero ubriaco lo feci tacere per la gioia del mio cervello che stava iniziando a pulsare, segno di un imminente emicrania.

 

- Le tue brillanti teorie risparmiamele per quando avrò la possibilità di zittirti di persona -

 

- Orsù che crudele dimostrazione di affetto é mai questa ? -

 

Mi spiaccico la mano sulla faccia, adesso fa anche l’offeso.

 

- É l'unica che otterrai oggi, comunque ti avevo chiamato per avvertiti che ho intenzione di girarmi un po la nuova città ... probabilmente arriverò questa sera ... a dopo -

 

Prima che possa premere il bottone per riagganciare la telefonata sento varie imprecazioni, maledizioni e riferimenti alla mia scarsa voglia di lavorare. Mi guardo in giro dopo aver saggiamente spento il cellulare e riposto in tasca ( nella sua custodia isolante ) contemplo brevemente il paesaggio di distruzione che mi circonda, alcuni edifici erano stati seriamente menomati dal passaggio dell'hollow. Un cimitero di affilate schegge di vetro ricopre la strada, l'aria era pregna di polvere dovuta alla caduta di alcuni pezzi di cemento e poco rimane della precedente via alberata, ciò mi fa emettere un sospiro carico di stanchezza.

 

" Sarà meglio che sparisca prima che qualche shinigami venga a lamentarsi "

 

Salgo sullo skateboard iniziando a farlo scivolare tra i detriti prima di sparire in un lampo che mi porta a scivolare placidamente sul suolo asfaltato di una viuzza alla periferia di Karakura, ben lontana dal tetro panorama precedente.  

 

" Che pessimo benvenuto che mi é toccato questa volta "

 

Schivo per miracolo una bottiglia di vetro a terra, mi fermo e mi giro a guardarla prima seccata poi apatica abbassando il cappuccio che avevo ancora calcato sulla testa. Scendo dalla tavola e la appoggio contro un muretto poi mi avvicino alla bottiglia, la metto di nuovo in piedi e raccatto i fiori bianchi che erano caduti a terra mettendoli nel contenitore anche se vi era rimasta poca acqua dentro. Alla mia sinistra intanto era in atto una rissa tra quattro ragazzi, uno mi dava le spalle e gli altri tre lo stavano guardando con una certa nota di terrore. Il ragazzo che mi dava le spalle, e che vantava dei sgargianti capelli arancioni prese a parlare, o meglio a interrogare i pochi elementi ancora in piedi, e li noto che a terra c’erano già due corpi svenuti.

 

- Voi tutti bastardi, GUARDATE QUELLO !! -

 

Senza voltarsi indicò nella mia direzione, per un attimo mi sentì presa in causa ma venni smentita poco dopo visto che pareva riferirsi solo a quelli di fronte a lui e non sembrava aver notato la mia presenza in quella via, ma facendola notare ai tre omuncoli sopravvissuti che alternavano lo sguardo dalla bottiglia, a me poi al pel di carota che riprese a parlare.

- Prima domanda: che diavolo é quello ? Si tu li in mezzo -

 

L’interpellato prese ad agitarsi indicandosi tremando e balbettando.

 

- U-un omaggio p-per la ragazza che è morta qui recentemente… -

 

- ASSOLUTAMENTE CORRETTO -

 

Un sospiro strozzato mi fa voltare verso il palo della luce di fronte a me. Una figura semi trasparente di una bambina vi si stava nascondendo dietro osservando impaurita la scena violenta, alternando gli occhi scuri innocenti prima verso la battaglia poi verso la mia figura.

 

- Grazie onee-chan per averlo raccolto -

 

La osservo per bene in silenzio e vedo lei fare altrettanto.

 

- Onee-chan scusa ? -

 

Succhiudo gli occhi spostandoli verso lo scontro, pel di carota dopo aver mollato un calcio in faccia a quello che aveva risposto se la prende con i restanti.

 

- Dimmi bambina -

 

- … Sei un angelo ? M-mi porterai in paradiso con te vero ? -

 

Torno a guardarla con un vago sorriso di scusa e gli occhi bassi sulla bottiglia.

 

- No bambina non sono un angelo e non ti porterò via, ma penso che arriverà presto qualcuno per te -

 

- Oh...io… -

 

Espirai silenziosa prima di appoggiarle sul capo una mano, o almeno tentando di non attraversarle la testa nel tentativo di darle un po di conforto.

 

“ Odio quando devo dare qualcosa che non sono neanche in grado di comprendere, figuriamoci esprimere ”

 

- Arriverà davvero qualcuno per te non preoccuparti ma ti metto in guardia, non tutti quelli che verranno a cercarti hanno buone intenzioni e se ti trovano tu scappa, scappa come il vento -

 

Con il sorriso ormai svanito mi alzo, ormai i molestatori sono fuggiti come codardi e il ragazzo che gli aveva dato una lezione si sarebbe avvicinato in fretta.

 

“ Meglio non avere troppi incontri ravvicinati oggi ”

 

- Te ne vai via onee-chan ? -

 

- Si é ora ormai, addio bambina -

 

Recupero lo skatebord senza però salirci sopra per poi girare l’angolo con l’addio della bambina che mi accompagna.      

 

***

 

Pov Ichigo

 

- FARÒ IN MODO CHE LE PERSONE LASCINO FIORI ANCHE PER VOI ! -

 

Urlo inferocito verso quei due stupidi bastardi che hanno fatto cadere la bottiglia, terrorizzati e sul punto di pisciarsi addosso dalla paura corrono via urlando e trascinando i compagni svenuti, emettono un ultimo urlo con voce acuta.

 

- CI DISPIACE TANTO ! -

 

In breve i loro passi rumorosi si allontanano fino a non essere più udubili, serio lascio andare uno sbuffo a braccia in crociate.

 

- Li ho spaventati per bene, non torneranno più qui -

 

Mi volto verso lo spirito della bambina che stava osservando l’angolo della strada con espressione triste, ma quando si volta china il capo con un sorriso.

 

- Ti porterò dei nuovi fiori domani -

 

- Grazie per averli mandati via, ora posso riposare in pace onii-chan -

 

Con passo silenzioso mi avvicino alla bambina pronto a rimetter a posto ciò che i teppisti avevano fatto cadere senza riguardo, ma mi accorsi che era già tornata nel suo stato originale, aggrotto di più le sopracciglia chiedendomi come e esprimendo la domanda anche a parole sfiorandole la mano.

 

- Come è tornata a posto questa ? Lo hai fatto te ? -

 

La piccola figura scuote il capo sorridendo calma.

 

- No non sono stata io, è stato un angelo a farlo -

 

- Un angelo ? E dove sarebbe non lo vedo -

 

- Ha detto che doveva andare via e ha girato l’angolo -

 

Mi affaccio interrogativo oltre il famoso angolo e non vedo anima viva o morta visibile, sospiro di nuovo confuso ma scrollo le spalle non badandoci troppo. La bambina prima di diventare completamente trasparente mi ringrazia nuovamente.

 

- Di niente, sbrigati ad andare in paradiso -

 

Saluto e mi avvio verso casa.

 

***

 

Pov Akarui

 

“Col mio reiatsu addosso quella bambina dovrebbe essere più al sicuro di prima ora, nessuno si avvicinerebbe ad un anima che odora di predatore, anche se poco”

 

Cammino senza fretta nel centro di Karakura, osservando ciò che le vetrine esponevano con scarso interesse finchè il mio naso non venne sopraffatto da una ventata di miele, annusai languida l’aria e segui il profumo fino ad una pasticceria nascosta in una via laterale. Dalla porta socchiusa usciva un tale odore di dolci che il mio stomaco si mise a brontolare in modo indecente. Dopo aver lasciato lo skatebord in un angolo riparato e poco visibile entro e di colpo mi tremano le ginocchia per il piacere che tale vista mi da. Su ogni scaffale era esposto una moltitudine di dolci da far pensare che un pezzo dell’eden sia caduto sulla terra, mille zuccherini raccolti in botti di vetro, biscotti di ogni forma colore e dimensione, bastoncini di zucchero duro, lecca-lecca dalle dimensioni che variavano da quelle normali a quelle adatte alla bocca di un dinosauro, e DIO SANTO le torte, non facevi in tempo a soffermarti sui particolari di una che un altra ti attraeva. Riuscii a malapena a tenere la voce ferma quando parlai.

 

- Ho trovato Mielandia -

 

- No non Mielandia cara ma la mia pasticceria, non la ho chiamata Paradiso per niente -  

 

Mi volto verso la voce, una corpulenta donna con vivaci capelli rossi tenuti raccolti in uno chignon alto, gli occhi neri dalla forma allungata quasi sparivano per colpa delle guance paffute rosse come fragole mature, ma la stazza non impedi alla donna di muoversi verso di me con la grazia di chi sa di essere nel proprio regno.

 

- Oh io… mi scusi mi è scappato, quando sono entrata è stato come entrare in un ambiente magico -

 

Dandosi energiche pacche sulla pancia la pasticcera si mise a ridere, per poi annuire gaia.

 

- Mi sento onorata del tuo complimento cara, prego guardati pure in giro dimmi pure se hai bisogno -

 

Annuisco allucinata dal posto e dalle sensazioni, inizio a vagare in giro senza osare toccare quelle creazioni stupende, pareva quasi un delitto sfiorarle e inammissibile mangiarle anche se dovevano essere di una bontà infinita. Mi sposto verso il bancone dedicato alle ciambelle che mise in difficoltà le mie ghiandole salivarie, recuperai in fretta un vassoio e una pinza iniziando a farci una discreta montagnetta di tutte le tipologie presenti di quel dolce di cui avevo una serissima dipendenza, recupero anche un paio di bomboloni ripieni di crema e una fetta abbondante di una torta Sacher con tre strati di cioccolato fondente e ricoperta di un altro cioccolato. Con calma porto tutto alla cassa dove la donna stava decorando una confezione di biscotti fischiettando, poso il vassoio e subito lo sguardo della signora si calamita sul suo contenuto facendolo spalancare.

 

- Wow che ordine cara, sicura di riuscire a portartelo in giro ? -

 

- Non si preoccupi ho qualcuno che mi verrà a recuperare a breve -

 

La signora mosse la mano come a scacciare una mosca.

 

- Chiamami Charlot e dammi del tu non sono così vecchia -

 

Annuii, dopotutto non mi cambiava la vita.

 

- Ti dispiace se faccio una telefonata un attimo ? -

 

- On no cara fai pure, io inizio a impacchettarti questi, li vuoi decorati ? -

 

- No non serve grazie -

 

Recupero il telefono dalla tasca e lo riaccendo tempo qualche secondo che prenda la linea e si impalla per tutti gli sms e le chiamate senza risposta.

 

“ Oh ”

 

Faccio partire la chiamata in risposta all’ultima persa, non avvicinando il telefono all’orecchio, la precauzione mi ha permesso di avere ancora entrambe le orecchie funzionanti. Con gli occhi fisso sull’orologio del negozio conto cinque minuti filati di urlacci, rimproveri e altre urla tutto senza riprendere fiato che non ho intenzione di ripetere, quando il mio adorato fratellone decide che l’aria non è una cosa cattiva per i suoi polmoni decido di rispondere alle sue mille parole con una domanda.

 

- Non è che potresti venirmi a prendere ? -

 

Tanti ansimi dopo mi in risposta un grugnito.

 

- Dimmi dove cazzo sei che ti vengo a recuperare -

 

Mi faccio dire velocemente la via da Charlot che dopo l’iniziale sorpresa non fa molto caso al resto del discorso di mio fratello, anche se ovviamente lo ha sentito dato il tono che ha persino reso incandescente il telefono tra le mie mani. Riferisco la via e mi chiude con uno sbuffo incazzato la chiamata in faccia, ricolloco il cellulare nella tasca del giubbotto recuperando poi il portafoglio a forma di ciambella glassata, vinto ad una macchinetta, sollevo gli occhi dal mio tesoro di metallo incontrando lo sguardo della proprietaria che sorride amichevole.

 

- Quanto in tutto ? -

 

- Seimila e duecento yen -

 

Annuisco e tiro fuori i soldi, prendo la busta immensa con un entrambe le braccia e mi volto, vengo subitaneamente richiamata e fermata dalla corporatura di Charlot.

 

- Tieni questi li offre la casa, spero verrai a farmi di nuovo visita -

 

Incastrando con maestria tra i pacchetti vi era un sacchetto di media grandezza trasparente, i piccoli cup cake visibili contenuti erano di un rosso intenso.

 

- Oh grazie, sicuramente tornerò in questo Paradiso -  

 

- Ci conto cara, non so se hai visto il volantino fuori dal negozio -

 

- No… ehm non ho fatto proprio caso a niente quando mi sono trovata qua davanti -

 

Ammetto sinceramente che se un hollow mi avesse attaccata probabilmente non me ne sarei neanche resa conto.

 

“ Beh almeno sarei morta ad un passo dal paradiso, sempre più vicina di quanto potrei sperare di avvicinarmi a quello vero ”

 

Penso con ironia per poi accorgermi che la signora stava sorridendo felice, anzi orgogliosa, aveva pure gonfiato un po il petto diventando l’esatta copia di un gallo con quei capelli rossi e le guance della medesima tonalità.

 

- Oh oh quanti complimenti finirò per diventare vanitosa, ma cara il foglio che ho appeso fuori è un annuncio, sto cercando delle ragazze che mi possano aiutare nel negozio il pomeriggio quando mi arriva una fiumata di gente -

 

- Ci penserò grazie -

 

- Prego, se non sono troppo sfacciata come ti chiami ? Ho come l’impressione che ci rivedremo spesso -

 

- Akarui Raifusutairu -

 

- Proprio un bel nome, posso chiamarti Rui-chan ? -

 

Scrollai le spalle con indifferenza, stava tentando un approccio con la persona meno propensa del mondo in quel momento.

 

- Se ti fa piacere -

 

Faccio un veloce cenno di saluto prima di prendere la porta.

 

***

 

Pov Charlot

 

Guardo stranita la fuga rapida della ragazza, quando scompare alla mia vista ( non prima di aver recuperato qualcosa da dietro il vaso delle ginestre che decorano il mio negozio ) sbuffo contrariata mettendo le mani sui fianchi.

 

“ Che strana ragazza, molto cordiale ma è stato come parlare con un qualcosa di inanimato per un certo momento, ma non mi sembrava una cattiva ragazza ”

 

Circondata dal silenzio mi rimetto dietro al bancone a fare nuovi pacchetti.

 

“ Che gelo che è calato ”

 

***

 

Pov Akarui

 

Mo arrampico su un muretto poco lontano dalla pasticceria, appoggio con delicatezza i dolci alla mia destra e la tavola alla mia sinistra. Tiro fuori dall’immenso sacchetto di carta il pacco più grande e lo scarto con delicatezza facendo liberare, a opera compiuta, l’odore intenso di zucchero e cioccolato che ricoprono le ciambelle recupero un fazzoletto pulito dalla tasca per poi avvolgerlo attorno alla prima meraviglia, la carta non mi impedisce di sentirne la morbidezza con le dita e dopo averne morso un pezzo ne ho la totale conferma. Emetto un verso languido chiudendo gli occhi in estasi, le gambe si dondolano placide accompagnate dal vento che scompiglia un poco anche i miei capelli.

 

“ Oserei pensare di essere in pace ”

 

Ingoio il boccone dopo averlo assaporato pienamente e prendo un altro morso avida di quel sapore, di quella dolcezza che anche se mi uccidesse non me la prenderei. Prima dell’arrivo della macchina riesco a papparmi altre tre ciambelle e a chiudere il contenitore, con dedizione tento di pulirmi il viso dai residui appiccicosi quando una portiera sbatte capisco che qualcuno è arrivato e quel qualcuno mi stupisce per un attimo ma non mi ferma. La figura si ferma proprio di fronte a me con le braccia incrociate e un viso poco allegro.

 

- Ci hai fatti preoccupare ? -

 

- Non era mia intenzione -

 

- Se pensassi che intenzioni come il rimanere sola, in una città sconosciuta, col telefono spento non fossero appartenute a te avrei preso la risposta come un insulto… ma ti conosco e questo brutto vizio di isolarti non lo hai ancora perso -

 

Osservo muta la piega esausta delle labbra di Ayame, sposto gli occhi verso l’alto e noto il sole quasi del tutto sparito dietro gli edifici, poco mancava perché calasse la notte.

 

- Ogni volta che ti perdiamo di vista sparisci per delle ore, non sappiamo se sei viva o morta o peggio ferita, ma noi non potremmo venirti ad aiutare perché spegni sempre quel cazzo di telefono -

 

Con poca grazia Ayame si trascina stanca e si appoggia al muretto, senza aspettarsi una risposta imita Akarui alzando gli occhi la cielo, entrambe in silenzio religioso furono spettatrici del calare del sole e della comparsa della luna, era lattea e dava bella mostra di se in cielo circondata da un infinità di stelle, fu quasi casuale la frase che uscì dalle mie labbra.

 

- Viene nascosta dal sole ogni giorno, ma alla fine torna sempre -

 

- Ti riferisci alla luna o parli di te ? -

 

- Abbiamo delle caratteristiche in comune -

 

Ayame abbassò gli occhi, per poi far ciondolare leggera la testa a destra e a sinistra come in trans.

 

- La luna dici… ho sempre pensato avessi più caratteristiche in comune con un gatto randagio, sparisci, ricompari solo quando hai fame per poi scomparire di nuovo -

 

Abbasso gli occhi sui palmi delle mie mani, la pelle appariva più chiara di quanto già non fosse normalmente sotto quella luce chiara.

 

- Torniamo da Nenshō, sono sicura che a momenti ci verrà a cercare -

 

Poggiando i palmi sulla pietra del muretto e mi do lo slancio per scendere, recupero tutti i miei averi e li appoggio sulle ginocchia dopo essermi seduta davanti accanto al posto del guidatore, occupato da Ayame ovviamente.

 

- Che cosa c’é in quelle scatole ? -

 

Chiede quest’ultima dandogli una veloce occhiata prima di riportare l’attenzione sulla strada.

 

- La cena -

 

- Oh… Io e Nenshō abbiamo mangiato molto oggi pomeriggio, non avevamo intenzione di cenare -

 

La cosa mi fa arricciare gli angoli delle labbra, cosa che non sfugge alla guidatrice, alzo le spalle con finto dispiacere.

 

- Peggio per voi -

 

Il resto del viaggio lo passiamo in silenzio e quando finalmente arriviamo a destinazione, dopo aver oltrepassato un alto cancello in ferro battuto che si aprì automaticamente

,mi prendo un momento per analizzare la nuova casa, dopotutto avrei dovuto viverci. Aveva un cortile abbastanza ampio,in un angolo sotto un albero alto dalle ampie fronde vi era un laghetto mezzo nascosto, circondato dall’erba verde con delle pietre che collegavano la zona laghetto con il portico d’entrata, la casa costruita su due piani e si estendeva in orizzontale in pieno stile Giappone antico. Ayame mentre io mi guardavo attorno era scesa dalla macchina, poco prima parcheggiata nel garage, prese sotto il mio sguardo serio lo skateboard l’avvertimento era chiaro anche senza esprimerlo a voce alta.

 

- Te lo porto io questo in casa -

 

“ Un graffio, una testa mozzata ”

 

I miei occhi la seguirono per un poco, ma poi mi affrettai a recuperare la busta non prima ovviamente di recuperare una cosetta che tengo nascosta dietro la schiena. Ayame già davanti alla porta sul punto di suonare il campanello per farsi aprire la porta, essa si spalanca con tanta forza che quasi si sdradica dalla sede. Nenshō era l’incarnazione stessa dell’ira e li in mezzo al cono di luce che si proiettava dall’interno dell’abitazione pareva persino più alto del suo metro e novanta, Ayame si defilò in fretta passando sotto il suo braccio con nonchalance e l’avrei seguita con immenso piacere se solo gli occhi di mio fratello non mi stessero piantando ogni secondo di più nelle mattonelle del portico peggio di un martello pneumatico. Stringo la presa sulla busta senza mollare la presa sui suoi occhi, anche se mi dava un discreto fastidio essere fissata con tale veemenza. Con una smorfia mi punta il dito contro accusatorio aprendo la bocca per rifilarmi l’ennesima ramanzina della giornata, con rapidità gli infilo ciò che avevo poco prima recuperato dal sacchetto in bocca, cioè un bombolone ripieno di crema.

 

- Occupa la bocca in questo modo, ti farà stare più tranquillo -

 

Lui costretto ne morde un pezzo per poi toglierselo di bocca, tempo di masticarlo che spalanca gli occhi allucinato fissando il dolce ora nelle sue mani, gli scivolo accanto con discrezione e mi dirigo verso la cucina visibile in fondo la corridoio. Appoggio il carico che mi portavo dietro sulla penisola immensa di legno scuro che occupa il centro del locale, osservo impressionata come è stata arredata in modo eccellente e con un gusto sottile che solo la mia cognata Ayame ha la fortuna di possedere, svuoto il contenuto della famigerata busta e apro la confezione delle ciambelle, ne avvolgo una con un tovagliolo recuperato di volata. Mentre mi sto gustando la mia cena entra Ayame trascinando uno sbavante Nenshō nel locale.

 

“ In effetti ho sentito sbattere la porta poco fa e delle urla ”

 

Nenshō viene lasciato sullo sgabello girevole accanto al mio, faccio scivolare sotto il suo naso il contenitore dei bomboloni che apro con un dito, la camera risuona del brontolio proveniente dallo stomaco del mio sbavante fratellone.

 

- Dove… dove mai hai trovato questo ben di dio ?! -

 

- In giro -

 

Rispondo con indifferenza continuando il mio pasto, Ayane dall’altra parte della penisola rispetto a noi alterna lo sguardo sulle nostre figure con malcelato disappunto, alzo un sopracciglio con la bocca piena dell’ultimo pezzo di ciambella gli faccio scivolare davanti l’ultimo pacchetto ancora chiuso e rispondo all’occhiata interrogativa facendogli cenno di aprirlo. L'espressione stupita nata quando segue ciò che gli ho detto si trasforma ben presto in qualcosa di predatorio sul volto di Ayame.

 

“ E con questo mi sono salvata, sono un genio ”

 

In un angolo oscuro…circondata da scatole di ciambelle

 

Effomi fua ! *tiro giù* Gomen, ehm ma sono troppo buone.

Ma passando al capitolo nuovo capitolo e nuovi “incontri” piacevoli e non, hollow, Ichigo Kurosaki ( anche se quello non è stato un vero incontro ), la pasticceria Paradiso e la nuova casa.

Capitolo carico di novità che spero vi piacciano e che mi commenterete, se lo vorrete in una recesioncina, se dovesse arrivarvi a casa con indirizzo anonimo delle ciambelle sappiate che non sono stata io…

*Angelico sorriso da stregatto*

Il prossimo capitolo al 18. Saluti e ossequi.

 

Immortal Lady  

 
   
 
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