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Autore: lemonguess    12/08/2015    4 recensioni
Perché lo sguardo di Mikoto Uchiha – Uzumaki, nipote di Sasuke e Naruto, per fortuna non è ereditario.
Forse.
[Sasuke!NonnoBrontolone – Naruto!NonnoArzillo il cui nuovo credo è: l'età non conta]
_______________________
Non c'è nessun pairing particolare, leggibile da chiunque.
[Irrimediabilmente legata a:
"La perfezione degli Uchiha, secondo il karma e la genetica"]
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
- Questa storia fa parte della serie 'Rivalità Genetica'
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Benvenuti nel mondo illusorio di lemonguess, quello dove ce il canon tra le righe e Sasuke e Naruto sono due meravigliosi nonnini alle prese con i nipoti e le leggi mal funzionanti della genetica.
Giuro, dopo questa me ne torno alle mie SasuNaru, per un po'.
Ovviamente è legata a La perfezione degli Uchiha, secondo il karma e la genetica. 🍀
Aspettatevi fra qualche tempo l'ultima fatica della trilogia: Gli incredibili ninja anzianotti, dove tirerò fuori il secondo nipotino: Haku, il nome è già tutto un programma.
Spero riesca a strapparvi qualche risata...
Potrebbero esserci errori sparsi, perdonate, ma sono quasi le due!





Faccia da Uchiha




Se non fosse anche sua nipote Sasuke non si risparmierebbe dall'esprimere apertamente il concetto che la piccola Mikoto Uchiha – Uzumaki, – sempre e ancora – biondissima con gli occhi azzurri, non solo è stata colpita dalla sfortuna per aver ereditato tutti i tratti caratteristi degli Uzumaki, ma purtroppo sembra aver acquisito anche la classica faccia da Usuratonkachi.
Seduto scompostamente accanto a Sasuke, su una panchina del parco dove la piccola Mikoto ha preteso di essere accompagnata, Naruto non è della stessa idea.
Anzi, proprio l'opposto.
Da quando sono arrivati e sono stati parcheggiati e abbandonati su una panchina dalla loro unica nipote che si è dimenticata di loro non appena ha intravisto l'altalena vuota, Naruto non fa altro che blaterare ad un ritmo continuo e senza sosta su quanto Mikoto sia forte e bella come il sole, solo perché assomiglia incredibilmente a lui e Boruto.
Da qualsiasi lato si giri la questione, il fine è sempre quello: dimostrare a Sasuke che il merito è tutto suo.
Sasuke fa schioccare la lingua contro il palato e arriccia il naso in modo sdegnato.
Preferisce evitare qualsiasi tipo di battibecco, non solo perché evidente che non possiede appigli per controbattere all'ego smisurato di Naruto e confutare l'evidenza bionda, azzurra e arancione, ma anche per eludere la reazione fredda e letale di Sarada nel caso venisse a scoprire che hanno intrapreso uno scontro mortale di fronte agli occhi innocenti della primogenita, decisamente chiacchierona.
«Sarebbe meglio andare» annuncia atono Sasuke, con la voce bassa e rauca, a causa di quel rimasuglio di bronchite che lo ha colpito qualche settimana prima.
«No, rimaniamo ancora un po', si sta divertendo» risponde Naruto, agitando la mano in chiaro segno di attesa, divertito anche lui da come Mikoto sia salita con convinzione sullo scivolo con aria fiera, stretta nella sua tutina arancione e si atteggi a leader di un gruppo di bambini, vantandosi con orgoglio di essere la nipote del Settimo e la figlia del futuro Ottavo Hokage, dimenticandosi nel monologo di celebrazione di menzionare Sasuke.
«Preferisci che sia Sarada a divertirsi con te?»
Al solo menzionare Sarada, Naruto fa una smorfia e un brivido risale lungo la schiena: da adolescente nessuno lo risparmiava dai pugni di Sakura, adesso nel periodo da lui soprannominato la seconda giovinezza, perché l'età non conta, diventato ormai anche il suo nuovo credo, nessuno lo salva dallo sguardo tagliente di Sarada e dallo sbattere con forza le porte dell'ufficio che condividono per via dell'apprendistato da Hokage.
Naruto pensa che in fondo non è mica colpa sua se Mikoto si sbrodola tutti i giorni con il ramen costringendo Sarada a fare qualche lavatrice in più, non intuendo minimamente che la causa non sia tra gli indumenti sporchi, ma proprio nel viziarla con il ramen.
Sasuke continua a guardarlo e Naruto traduce il suo sguardo impenetrabile come un chiaro disinteresse su ogni cosa che non sia andare via dal parco.
Naruto sospira, fa un balzo per alzarsi dalla panchina, ma anche se si atteggia a giovane nonno energico, lo scricchiolio delle ossa è ben udibile anche da Sasuke, ormai distante qualche metro.
«Mikoto, andiamo a fare merenda!» grida a gran voce mentre raggiunge Mikoto intenta a salire di nuovo sullo scivolo, stavolta avendo legato le maniche della felpa al collo per imitare il mantello da Hokage.
«No! Lasciami giocare.»
«Torniamo quando vuoi.»
A Naruto basta sorridere e promettere che ritorneranno di nuovo al parco il giorno dopo per convincere Mikoto a scendere dagli scalini e lasciarsi prendere per mano.
Mikoto sta per poggiare i piedi al suono, quando si blocca e torna a stringersi con forza ad uno dei pioli della scala.
«Solo se facciamo merenda con il ramen!»
Naruto sbuffa e gonfia le guance, perché capisce anche lui i bisogni primari della nipotina. «Mikoto, lo sai... oggi è il turno dei pomodori!»
La bambina scuote la testa, diventando rigida, intenzionata a non muoversi di là.
«Dai Mikoto! Dobbiamo anche accontentare i capricci di Nonno - Teme, non vuoi che scappi dal villaggio, vero?» Naruto cerca di convincerla, di solito fare leva sulla fuga dell'altro ombroso nonno, funziona sempre, per svariati motivi.
Infatti, Naruto cerca di corromperla ancora, spiegando la conseguenza per lei più ovvia nel caso Sasuke lasciasse di nuovo il villaggio: «Se poi devo andare a cercarlo, chi ti porterebbe da Teuchi?»
«Andiamo» Naruto la incoraggia, stringendole con più forza la mano.
Mikoto si lascia trascinare mogia e triste per qualche passo, salutando ad occhi bassi alcuni dei suoi nuovi amici, poi sbatte improvvisamente i piedi e cerca di liberarsi dalla presa.
«No, non voglio!» protesta alzando la voce. Naruto rafforza la presa sulla sua mano continuando a camminare, ma Mikoto per aiutarsi usa l'altra mano, appoggiandola sul polso del nonno che improvvisamente si blocca, fulminato. Letteralmente fulminato.
Naruto boccheggia sorpreso per l'improvviso dolore.
«Mikoto! Questo è il braccio buono!»
Mikoto guarda la sua mano spaventata e poi sente gli occhi pizzicare quando osserva la smorfia di dolore sul viso Naruto, impegnato a massaggiarsi il braccio. Confusa dalla situazione, Mikoto scappa, in direzione di Sasuke.
«Sas'ke! Fermala!»
Sasuke annuisce, non nascondendo la soddisfazione che quel chidori inconsapevole abbia colpito Naruto, senza contare l'orgoglio nel constatare che sua nipote abbia finalmente manifestato una somiglianza anche con lui.
Per fermare la corsa di Mikoto, a Sasuke basta alzarsi in piedi e posizionarsi in mezzo al percorso.
Lei si ferma a qualche metro di distanza, sentendosi un po' colpevole e un po' titubante nei confronti di Sasuke, visto che è sempre serio, non sorride quasi mai e il suo sguardo le incute timore; si avvicina con lentezza, nascondendo la mano dietro la schiena ed evitando di guardarlo negli occhi.
«Non volevo fargli male» pigola dispiaciuta.
Sasuke si abbassa alla sua altezza e le mette una mano sopra i capelli. «Non c'è nessun problema.»
«Non volevo!» continua ancora Mikoto sconsolata; Sasuke allora si lascia andare ad un gesto di conforto, poggiandole la mano sulla guancia.
«Mikoto» mormora Uchiha serio, guardandola negli occhi, rimasti sempre azzurri, nella vana speranza che dopo la piacevole sorpresa, anche i suoi occhi, in un improvviso slancio di fortuna, cambiassero colore. «Pensi di riuscire a rifarlo di nuovo?»
Mikoto annuisce convinta, intuendo dallo sguardo fiero e dal mezzo sorriso di Sasuke che quel che ha fatto non è così male, aggiunge un sussurro porgendogli la mano.
«Certo! Vuoi provare Nonno Teme?»
Sasuke scuote leggermente la testa e aggrotta le sopracciglia al sentirsi chiamare Nonno Teme. «Sarebbe meglio continuare a provare su Naruto.»
«Se lo faccio mi compri il ramen.»
Mikoto cambia sguardo, i suoi occhi si fanno fissi, immobili e le labbra sono una linea rigida, quasi impercettibile. Il significato di quell'espressione Sasuke lo conosce benissimo: o si fa come dico io o niente.
«Dipende da dove lo colpisci» Sasuke sarà anche fiero del primo sguardo da Uchiha di Mikoto, però non può cedere così miseramente, anche se la giornata sta assumendo dei risvolti inaspettati, per lui e la sua età.
«Ma non gli faccio male?» chiede dubbiosa, un po' preoccupata Mikoto, vedendo Naruto avvicinarsi a loro.
Sasuke si lascia scappare un ghigno. «Se glielo fai alla gamba, quando mi sfiderà ad arrivare per primo da Ichiraku, sono sicuro che non sentirà niente.»
Sasuke ha già due sconfitte alle spalle, adesso che ha trovato il modo, non lascerà ancora vincere Naruto.
«Andiamo da Ichiraku» dice Sasuke, aspettando che Naruto lo sfidi.
«Allora Teme, preparati a perdere. Se arrivi ultimo come sempre, paghi tu!»
Naruto prende per mano Mikoto e comincia a muoversi più velocemente, imboccando una scorciatoia per uscire in fretta dal parco.
Sasuke fa un sorriso sghembo a Mikoto, mentre quest'ultima lo saluta con la mano e gli dimostra chiaramente, come dallo sguardo felice da Usurantokachi riesca a stravolgere la sua espressione nella tipica faccia da complice e da Uchiha.
  
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