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Autore: vampire queen483    29/01/2009    0 recensioni
due amiche, un sogno, quel sogno che diventa realtà. in una fredda notte invernale arianna e agnese vedono realizzarsi ciò in cui hanno sempre sperato, inizia così per loro una nuova vita, piena di eventi divertenti, momenti felici e tristi fatalità... buona lettura!!!!
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Two friends. Crescere insieme senza perdere la propria identità, donarsi per possedere in forma allargata, fondersi in un tutto unico e tuttavia continuare ad esistere ciascuno per proprio conto: questo è il segreto del vincolo dell'amicizia. ~ Siegfried Kracauer Capitolo 1: - quella notte – -“se avessi un euro per tutte le volte che cado adesso sarei miliardaria”- disse arianna che era rimasta seduta a guardarsi le mani graffiate, -“tu dovresti fare un assicurazione sulla vita...con te non si può mai sapere!”- le rispose agnese aiutandola a rialzarsi. Le due camminavano per le strette vie di lugnano, il piccolo paesino immerso nel verde che tanto amavano. Arianna era una ragazza solare, amava la vita, amava divertirsi e amava la musica e leggere i libri, tanti libri e adorava la sua migliore. Avevano una grande passione in comune, i vampiri. Credevano nella loro esistenza, ma non speravano di poterne mai incontrare uno. -“allora stasera usciamo vero? Almeno il sabato!”- disse ari, -“certo, andiamo al bar! L’unico posto in cui c’è un pò di gente!”- le rispose agnese sconsolata, -“ok allora chiamiamo anche nicoletta!”- rispose ari elettrizzata, -“ok allora a dopo!”- le disse agnese salutandola, -“ok...a dopo!”- Ari camera e accese lo stereo, le note dei queen invasero la stanza e ari si perse nel suo mondo dei sogni, abitato da bellissimi vampiri che bevevano sangue in bicchieri di cristallo e si lanciavano in balli sontuosi, con delle movenze così leggere e delicato che pareva non toccassero il suolo. -“ari svegliati!”- le disse la delicata voce della mamma elena, -“ehm si cosa? Che succede?”- disse ari alzandosi di scatto, -“niente ti eri addormentata!”- le rispose lei poggiandole una mano sulla spalla, -“dai scendiamo che è ora di cena!”- disse la madre e ari la seguì. -“allora che fai stasera?”- chiese francesco, suo padre, -“esco con agnese, nicoletta e gli altri!”- disse rispondendo a suo padre, -“ok, però non fare tardi!”- -“certo papy, allora ci vediamo più tardi!”- disse ari finendo di cenare e poi uscendo. Agnese l’aspettava in piazza, davanti all’ antica chiesa medievale, che si innalzava maestosa, quasi volesse toccare il cielo, era bello guardarla, e chiedersi come poteva apparire nei secoli, -“sei in ritardo!”- puntualizzò agnese, -“si di 30 secondi!”- disse ari sarcastica, -“nico ci aspetta al bar quindi muoviamoci!”- rispose agnese, -“mmm, stasera siamo acide, lorenzo non esce?”- chiese ari per scherzare, -“che centra adesso quello stupido, secondo me ti piace!”- e ovviamente agnese non aveva capito lo scherzo, così ari si limitò a scuotere desolata la testa. Arrivarono al bar ci saranno state una quarantina di persone, al massimo 50, e per quel posto era un vero record, -“ehi belle! Siete arrivate!”- esclamò nicoletta, felice di vederle, -“eh già! Chi non muore si rivede!”- disse agnese ironicamente, mentre ari si limitò ad un semplice ciao. Entrarono nel locale, un posto tranquillo, con le pareti di un rosa chiaro che non facevano contrasto con il verde marmo del bancone dietro al quale mariangela e stefano miscelavano i liquori delle bottiglie alle loro spalle per dissetare i giovani e allegri clienti del posto, insomma un tipico bar di paese, dove tutti conoscono tutti. Sweet child of mine dei guns ‘n roses faceva da sottofondo e si sentiva appena sotto il chiacchiericcio dei presenti. Le tre ragazze si sedettero ad un tavolo, ari prese una capiroska, agnese un mojito e nicoletta della vodka al melone. Parlarono del più e del meno senza dare molta importanza alla persone che le circondavano e senza nemmeno accorgersi dei due strani individui che le stavano fissavano. Mezzanotte, i rintocchi delle campane scandivano l’orario del coprifuoco. Quanto era bella l’estate, quando la sera si rientrava anche alle 2:00 e delle volte si faceva direttamente l’alba, ma purtroppo l’inverno cancella tutto, e a mezzanotte si doveva stare a casa. -“allora ciao, ci vediamo domani pomeriggio!”- disse nicoletta mentre entrava in casa, e salutando le sue due carissime amiche, -“ciao buonanotte!”- le risposero loro prima che chiudesse delicatamente la porta senza far rumore, così da non svegliare i genitori. Arianna e agnese si incamminarono verso le loro abitazioni, erano una a pochi passi dall’altra, e non distavano nemmeno 200 metri dal bar. Si sentivano osservate però, infatti voltandosi videro uno di quei due tipi del bar che le seguiva, aumentarono il passo e svoltarono l’angolo, ma appena girato si trovarono davanti l’altro tipo, erano in trappola. C’era poca luce in quel vicolo, e la paura gli annebbiava la ragione, ma era difficile non capire cosa avevano davanti, soprattutto per due persone che passavano il loro tempo a sognare di incontrarli. Davanti a loro c’erano due esseri bellissimi, la pelle era candida come la neve, i loro lineamenti delicati e perfetti, i capelli erano lunghi, lucidi e neri come la notte e il loro odore appena percettibile era profumato come una foresta di abeti, ma la cosa più bella e allo stesso tempo terrificante erano i loro occhi, rossi come un rubino e profondi come il mare, e loro si sentivano attratte da loro, come se fossero state sedotte con un solo sguardo. I due si avvicinarono a loro, -“non abbiate paura, siamo venuti a darvi c’ho che avete sempre desiderato!”- disse uno di loro, poi posarono le loro gelide labbra sul collo delle due amiche che erano paralizzate, e affondarono i loro acuminati denti nella tenera carne, succhiando la linfa vitale che pulsava dai loro cuori alle loro vene, iniettandogli il veleno che sgorgava dai loro canini. Si staccarono appena in tempo, qualche istante in più e le avrebbero dissanguate. Improvvisamente le due ragazze sentirono il fuoco nelle loro vene, e se non fosse stato per le mani di quei due esseri che sigillavano le loro bocche, avrebbero svegliato tutto il paese con le loro grida. Continua...
  
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