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Autore: clif    12/08/2015    3 recensioni
Un nuovo anno sta per cominciare ad Hogwarts, ma neanche questa volta sarà una passeggiata per i gemelli Potter…
Un antico e pericoloso mistero sta per tornare alla luce… di nuovo…
Questa volta sarà ancora più difficile per il giovane Harry Potter…
Un mostro che attacca tutti i mezzosangue presenti nella scuola, elfi impiccioni, bolidi assassini e macchine volanti.
Dovrà affrontare tutto questo, e dovrà farlo con un aiuto in meno.
La fiducia della persona che Harry ama di più, verrà messa in dubbio.
Possibile che dietro a tutto quello che succederà durante l’anno ci sia proprio "lei"?
Sequel della storia “Harry e Heather Potter_ la pietra filosofale”
Ambientazione: 2001-2002
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry e Heather Potter'
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-Adesso sono veramente stufo!- Ruggì Harry. Non potevano andare avanti così. Era da più di un mese che sua sorella ignorava il problema.

-Ti vuoi dare una calmata? Ti stai scaldando per un non nulla- Gli rispose lei, con tutta tranquillità. Era intenta a finire i compiti che le aveva dato il professore di pozioni, Severus Piton, e non aveva alzato la testa neanche per un momento.

-Te lo giuro, Heather. La prossima volta, me lo cucino quel tuo stupido rettile- Sibilò Harry, in direzione del pitone della sorella. Samuel. Era ormai la terza volta che succedeva, e soltanto nell’ultima settimana. Il pitone aveva tentato di mangiare Edvige, la civetta bianca del fratello.

Una volta ci era andato parecchio vicino. Se Harry fosse intervenuto anche solo un secondo dopo, non ne sarebbe rimasta neanche una piccola piuma.
-Dovresti stare più attenta a quel pitone. È incredibile che gli zii mi obblighino a tenere Edvige in gabbia, mentre a te permettono di far scorrazzare quel coso liberamente per tutta la stanza- Disse, ancora parecchio arrabbiato. Decise poi di calmarsi, o almeno tentare.

-Sappi una cosa, Heather. La prossima volta che succederà una cosa del genere, non ti farò più usare Edvige per mandare la posta… sono stato chiaro?- Domandò, cercando di mettere una nota dura nella voce. A quel punto Heather alzò, per la prima volta, la testa dai libri e lo guardò attentamente.


-Questo sarebbe un ricatto, per te? Ti devo ricordare che non abbiamo ricevuto neanche una lettera da quando sono iniziate le vacanze?- Gli chiese, con aria tagliente. A quelle parole, la stanza cadde in un imbarazzante silenzio.

Nessuno dei due aveva ricevuto un messaggio da uno dei suoi amici. Harry era rimasto parecchio deluso: si aspettava che Hermione e Ron lo avrebbero tempestato di lettere, ma così non era stato. Aveva aspettato per settimane di vedere dalla finestra un gufo, ma inutilmente.

Anche Heather era rimasta un po’ seccata, anche se non lo avrebbe ammesso, neanche sotto tortura. Al ritorno da scuola, sull’espresso di Hogwarts, aveva scambiato con le altre ragazze Serpeverde (Pansy Parkinson, Daphne Greengrass, Millicent Bulstrode e Caroline Prince) il proprio indirizzo, in modo che si sarebbero potute sentire durante l’estate. In realtà Heather non era molto eccitata all’idea di scrivere loro, ma era rimasta un po’ offesa dal  fatto che le altre non lo avessero fatto.

Passi pure Pansy, Daphne e Millicent che, come lei, non sprecavano molto del loro tempo su certe sciocchezze, ma da Caroline si aspettava almeno una lettera a settimana, era parecchio seccata dalla cosa. Ed anche, anche se non lo avrebbe mai ammesso, un po’ offesa.

-Lascia stare, tieni la gabbia del tuo uccellaccio in lato, lontano dalla portata di Samuel, così non ci saranno problemi- Liquidò la faccenda con queste semplici parole. Harry fece per aggiungere altro, rosso di rabbia ed indignazione, ma la sorella si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta.

-Vado a farmi una doccia… meglio sbrigarsi prima che arrivi quel mezzo maiale di Dudley, e occupi tutto il bagno per 3 ore- Detto questo uscì, lasciando la stanza nel più completo silenzio. Harry tirò un sospiro.

Rimase per 15 minuti in silenzio ed immobile, poi guardò la civetta. Forse il suo consiglio non era poi così sbagliato. Prese la gabbia di Edvige e la mise sopra l’armadio: li sopra, quel serpente, non l’avrebbe potuta raggiungere.

Osservò per un attimo i movimenti del grosso rettile: non sembrava, per il momento, interessato alla sua civetta bianca. Meglio così. Si diresse anche lui verso la porta. Voleva sgranocchiare qualche piccolo snack, prima dell’arrivo degli zii, ma inavvertitamente intruppò alla scrivania dove la sorella, fino a pochi minuti prima, stava studiando.

Alcuni dei suoi libri caddero a terra. Mentre era intento a raccoglierli, Harry pensò che sarebbe stato meglio cominciare i compiti per le vacanze. Il professor Piton lo odiava, non avrebbe perso occasione per punirlo. Aveva quasi finito di raccogliere il tutto, quando notò un libro con la copertina nera.

Non avevano un libro simile tra quelli di scuola. Lo afferrò un attimo e lo guardò: era di media-piccola grandezza, non troppo spesso e con una copertina in pelle nera, le pagine erano ingiallite dal tempo. Fece per aprirlo,  ma qualcuno glielo strappo con forza dalle mani. Heather, appena tornata dalla doccia, lo aveva visto con il suo libro in mano e, con una rapidità incredibile, se l’era ripreso.

-Chi ti ha detto che puoi prendere le mie cose?- Domandò con un tono di voce incredibilmente simile al sibilo di una serpe. Harry rimase un attimo spiazzato di fronte alla reazione della sorella, le sembrava un po’ esagerata, in fondo non stava facendo nulla di male. Decise comunque di non insistere.

-Scusami, lo stavo solo raccogliendo. Ti era caduto mentre uscivi per andare in bagno- Piccolo bugia. Non aveva intenzione di aprire anche un altro dibattito, quando era arrabbiata, Heather sarebbe stata capace anche di credere che gli avesse fatto cadere le cose di proposito. La sorella, con uno sbuffo, prese tutte le sue cose e le infilò nel baule.

-Facciamo così: io farò in modo che Samuel non si avvicini più al tuo pollo bianco, e tu non curioserai più tra le mie cose. Siamo d’accordo?- Harry annuì, sempre più convinto che la reazione di Heather fosse esagerata, ma troppo preoccupato per la sua incolumità per dirglielo in faccia. Quando la Potter si arrabbiava, era sempre meglio non stuzzicarla. La ragazza fece per aggiungere qualcosa, ma fu interrotta da un vocione proveniente dal piano terra.

-Ragazzi! Scendete subito!- la voce era inconfondibile. Era quel tricheco dello zio Vernon. Da quando i loro genitori erano morti (loro avevano soltanto un anno) erano stati affidati ai parenti della madre: la zia Petunia, era la sorella della madre, lo zio Vernon, il marito di lei, e il loro adorato Dudley, il cugino ciccione.

Loro, a differenza dei gemelli, erano dei semplici babbani. Ossia erano delle persone senza poteri magici. E trattavano i due nipoti con cattiveria, perché li trovavano strani e pericolosi… specialmente dall’anno precedente, quando erano partiti per la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

-Andiamo a vedere cosa vuole- Disse sconsolata Heather, ma con un piccolo ghigno sul volto. Harry tirò interiormente un sospiro di sollievo: si era già scordata della loro discussione sul libro.
  
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