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Autore: singout97    12/08/2015    1 recensioni
Dal testo:
" E quelle note le scivolarono addosso, lasciandola nuda e bagnata di pesantezza e nostalgia. Si vedeva camminare, camminare su quei tasti bianchi e neri, tutti uguali eppure tutti così dannatamente diversi. Si vedeva ballare da un bemolle all’altro, nell’oscurità, presa da una sicurezza incerta, con le gambe tremanti e le braccia inquiete."
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Into the Dark

Camminavano verso di lei, lentamente. Si facevano sempre più vicine, mentre le scorreva sul foglio bianco. Sempre un respiro avanti a lei. Le dita non si rincorrevano, prendevano il loro tempo per seguire il tempo. Non riusciva a correre, a scappare da quello che sapeva le sarebbe accaduto. Non avrebbe avuto senso. Lei non aveva un posto dove rifugiarsi, un posto senza suoni, senza paura. E quelle note le scivolarono addosso, lasciandola nuda e bagnata di pesantezza e nostalgia. Si vedeva camminare, camminare su quei tasti bianchi e neri, tutti uguali eppure tutti così dannatamente diversi. Si vedeva ballare da un bemolle all’altro, nell’oscurità, presa da una sicurezza incerta, con le gambe tremanti e le braccia inquiete. Era ancora seduta lì, il suo corpo trattenuto dalla carne, mentre il cuore tentava di liberarsi dalla sua prigione. Non capiva di respirare, cercava di non far rumore, di non inquinare quelle emozioni così strazianti, così pungenti. Le note entravano dentro di lei, piano, facendosi strada attraverso lo stomaco, il petto. Si scontravano, creavano un tumulto che la faceva sbalzare da un sentimento all’ altro, in preda all’ indecisione. Di cristallo, si sentì fragile e rotta, sabbia soffiata. Nessuno l’avrebbe raccolta, sarebbe volata via, fuggevole, dalle mani. Non riusciva a tornare nel suo corpo, mentre  quegli accordi gli si riversavano addosso, pungenti come aghi, entrarono, le rubarono l’aria. Lo riempivano di urla, non lasciavano posto per lei. Sentiva la sua anima senza voce soffocare lentamente, sommersa da suoni e silenzi pesanti. Seppelliva la sua voce giù, sempre più in profondità, mentre la musica prendeva il suo posto e gridava ciò che nessuno poteva sentire. Nemmeno lei la sentiva ormai, ballerina silenziosa su specchi neri e scivolosi. Capì la stanchezza di quelle lacrime che non volevano più uscire, di quel corpo ormai fragile sbattuto sul pianoforte. I suoi pensieri si sgretolavano uno dopo l’altro, corrosi dalla forza di quei sentimenti. Non sarebbe mai finito, no, l’avrebbe tormentata anche dopo l’ultima nota. Perché nella sua testa, non c’era più silenzio. 
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Salve a tutti, questa storia ha bisogno di una piccola spiegazione penso... l'ho scritta mentre ascoltavo il brano per pianoforte "Into the Dark" di Sebastian Larsson, che consiglio caldamente a tutti, e mi ha ispirato questa scena e questi pensieri, spero che vi piaccia.
S.O.97
  
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