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Autore: Steffa    29/01/2009    8 recensioni
E Merlin intanto dormiva, sognava e dormiva.
Vedeva luoghi, persone, fatti.
Vedeva il passato e chissà, forse anche il futuro.
Udiva voci, discorsi, risate, preghiere e speranze.
Sognò finchè non si stufò, preferendo tornare alla realtà, decisamente meno caotica, o per lo meno più divertente.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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A Secret To Protect


Galeotto fu il libro....



I raggi del sole filtravano obliquamente dalla finestrella della stanza adibita a rastrelleria, come se fossero un delicato velo di colore arancione che ricopriva ogni oggetto che andava a sfiorare, una sorta di saluto prima del calare della sera.
Probabilmente al di fuori di quelle quattro mura, un fresco venticello allietava i bottegai che terminavano la loro giornata lavorativa, intenti a ritornare nelle proprie abitazioni per una cena calda.
Merlin, invece, si sentiva soffocare, mentre sudato trascinava due degli scudi del principe verso un tavolo, dovendoli in seguito lucidare a specchio.
Era per motivi del genere che amava la magia, più per avere la spalla come nuova che per altro, altrimenti non sarebbe mai riuscito a trasportare tutto quel peso e non avrebbe mai rischiato di venire scoperto nel bel mezzo di un incantesimo lungo i corridoi del castello.
Già, perchè si era dovuto trascinare quei due scudi per tutto quanto il maniero, avendoli trovati dopo un'estenuante ricerca in un angolo del giardino.
Lo aveva anche sfiorato la malsana idea che quell'asino reale di Arthur li avesse nascosti di proposito, giusto per farlo dannare un poco, come se tutti i compiti che gli aveva assegnato non fossero abbastanza.
Borbottò qualche impropero a mezza voce, andando a chiudere per bene la cigolante porta della rastrelleria, lanciando prima una rapida occhiata ai lati del corridoio per constatare che la via libera rimanesse tale.
Con un'espressione soddisfatta in volto, illuminata da un sorriso, andò a sedere direttamente sul tavolo non del tutto ingombro, le gambe penzoloni, afferrando poi un libro che si era portato appresso per ingannare il tempo.
Aprì il volume rilegato in pelle, mentre con fare distaccato mormorò qualche parola antica ed all'istante un paio di stracci si mossero assieme agli scudi, che si ritrovarono a mezz'aria mentre venivano lucidati da mani invisibili.
"Ah, questa è vita..." mormorò il giovane con un sospiro di sollievo, cominciando a leggere qualche riga del romanzo.
Il tempo passò velocemente, tra il frusciare degli stracci sulla superficie degli scudi e quello della carta delle pagine del libro che aveva catturato del tutto l'attenzione di Merlin.
Era un racconto avvincente, cavalieri, dame in pericolo, maghi buoni e cattivi, amori segreti, stava letteralmente divorando la storia pagina per pagina, a tal punto assorto nella lettura, da non rendersi conto dello scurirsi del cielo, in fondo i candelabri alle pareti gli permettevano una buona illuminazione.
Furono dei passi lungo il corridoio a destare in parte, inconsciamente, l'attenzione del giovane mago, eppure non staccava ancora lo sguardo dalla pagina, il cavaliere stava per confessare il proprio amore alla dama del suo cuore e se ciò fosse avvenuto, avrebbero dovuto lottare contro il padre di lei e l'intera corte, certamente non avrebbe lasciato la lettura proprio in quel punto.
Il cigolio della porta che veniva sospinta, però, lo colse del tutto impreparato, mentre lanciava uno sguardo in tralice agli scudi che bellamente svolazzavano a mezz'aria come tempo prima, perfettamente lucidi e splendenti.
Un momento prima che una testa bionda s'affacciasse all'uscio, Merlin interruppe l'icantesimo, facendo schiantare le protezioni sul terreno in un fragoroso e fastidioso rumore di metallo, che rimbombò all'interno della stanza per qualche istante, mentre la porta veniva aperta del tutto, lasciando spazio ad un adirato Arthur.
"Merlin, che diavolo fai?" gli urlò contro indispettito.
Il giovane mago abbandonò il libro che ancora stringeva tra le mani, sul tavolo, balzando giù dalla sua postazione e boccheggiando un paio di volte nel tentativo di trovare una risposta sensata.
"Io... Io... Ho provato a... A trasportare gli scudi, ma... Pesavano troppo." buttò lì la confessione fasulla, sperando con tutto se stesso che quell'asino gli credesse.
Il principe incrociò le braccia al petto, squadrandolo sospettoso, corrucciando un poco le labbra come in un'espressione imbronciata.
"Sei un idiota, lo sai vero?" gli domandò retorico, richiudendo la porta alle sue spalle e compiendo poi un paio di passi nella sua direzione.
Osservò quindi attentamente il suo valletto, la fronte lucida di un sottile strato di sudore, probabilmente per la calura delle quattro mura, i capelli scompigliati come al solito, le labbra rosse semi dischiuse nel respiro che faceva alzare ed abbassare quasi impercettibilmente il suo petto, gli occhi come due pozze d'acqua profonda e limpida nel contempo.
"Se mi dici che sei rimasto sino ad ora a lucidare quegli scudi, non ti crederò." continuò quindi il biondo, inarcando un sopracciglio con fare scettico.
Era quasi tutta la giornata che non l'aveva più tra i piedi a gironzolare nel risistemare le stanze e raccattare le sue vesti dagli angoli più disparati e la cosa non gli stava per nulla bene.
"E invece è così, forse perchè qualcuno ha lasciato questi stupidi ammassi ferrosi in un angolo remoto del giardino." rispose sarcastico il moro, incrociando le braccia al petto a sua volta ed imrbonciandosi vistosamente.
Dopo tutta la fatica della giornata, non sapeva far altro che trovare da ridire, invece di esser per una volta soddisfatto dei suoi servigi.
"Stai insinuando che io abbia lasciato volontariamente là gli scudi?" domandò di rimando il principe.
"No, sto solo dicendo che ho impiegato secoli a trovarli e che quindi sono rimasto impegnato sino ad ora." mentì in parte il moro, scostando lo sguardo di poco poichè sapeva che se avesse fissato Arthur negli occhi, non sarebbe stato in grado di mentire, anche se in fondo era per il suo bene.
"Certo, quindi quel libro si stava leggendo da solo." ironizzò ancora l'altro, indicando il volume ancora aperto sul tavolo e compiendo poi uno scatto per afferrarlo prima che il giovane mago potesse impedirglielo.
"Dunque, dunque, vediamo con che cosa si allieta il mio valletto invece di compiere il suo dovere..." borbottò quindi, leggendo qualche riga della pagina che si trovava di fronte.
"Ma se vi ho detto che ho lucidato gli scudi..." si lamentò il moro, arricciando un poco il naso in una smorfia, osservando poi l'espressione del principe che leggeva dal suo libro.
Da parte sua, Arthur, trovò subito interessanti le poche parole che aveva letto, non avrebbe mai immaginato che quel tonto d'un servo si dilettasse in simili letture, quindi, ignorando le ultime parole di Merlin, s'accostò al tavolo, poggiandosi lieve e continuando a leggere.
"Non avrei mai immaginato..." mormorò il biondo, mentre un sorriso sghembo gli si disegnava in volto, quel solito sorrisetto che non poteva presagire nulla di buono per Merlin, anche senza le capacita precognitive di un veggente.
"Ehi, Merlin, vieni un po' qui." lo chiamò il biondo e nonostante il tono fosse tranquillo, l'altro sapeva che non poteva esser altro che un ordine, se non si fosse avvicinato, lo avrebbe certamente ripetuto con più convinzione.
Con pochi passi svogliati, s'accostò al principe, inclinando un poco il capo verso una spalla nel studiarne l'espressione, come per tentare di capire che cosa gli passasse per la mente.
Con un gesto della mano, Arthur gli fece cenno d'avvicinarsi ancora e di guardare una pagina del libro, forse per fargli leggere un passaggio particolare o chissà per che altro.
Con un lieve sospiro, il mago obbedì, spalla a spalla con il principe, si chinò di poco per poter leggere la riga indicata dall'indice dell'altro.
Al movimento del moro, il sorriso sul volto di Arthur s'accentuò, soddisfatto, mentre ispirava un poco più profondamente nel sentire l'odore di erbe che sempre accompagnava il suo valletto e che lo caratterizzava da chiunque altro.
Si rammaricò solamente di non poter vedere il mutamento d'espressione di Merlin mano a mano che proseguiva nella lettura, certamente non si aspettava un simile risvolto nella trama della storia che stava leggendo.
Il giovane mago, infatti, si tirò su di scatto, mentre le gote gli si coloravano d'un delicato color rosato e gli occhi nervosi si spostavano in continuazione da un punto all'altro della stanza, evitando d'incontrare quelli celesti del principe ed anche di soffermarsi troppo a lungo su un oggetto o su un muro.
"Beh, che ti prende ora? Non credevo ti piacessero letture di questo genere..." lo incalzò allora Arthur, sghignazzando soddisfatto e punzecchiandolo al fianco con un gomito.
"Io... Io non sapevo che avrebbero fatto... Quello..." borbottò imbarazzato in risposta, arrossendo ulteriormente.
"Oh, suvvia, non essere così pudico... Dopotutto sono un cavaliere ed una dama, è la natura che fa il suo corso." rincarò la dose, muovendosi lentamente per accostarsi ancora di più al moretto, gesto che passò inosservato a quello, impegnato com'era a mantenere la calma e a non divenire rosso come un pomodoro maturo. "Sai... Mi sono sempre chiesto come saresti stato, vestito con una delle vesti di Morgana..."
Furono un bisbiglio quelle parole, sussurrate all'orecchio del mago, che sobbalzò sorpreso per la vicinanza dell'altro e per il significato di ciò che nascondevano.
Aveva colto alla perfezione l'allussione del principe e tentò di deglutire a vuoto un paio di volte, prima di riuscire a rispondere.
"Mi state scambiando per una delle vostre cortigiane?" domandò nervoso, mentre il respiro del biondo s'infrangeva nel suo orecchio, facendogli partire dei brividi che gli percorrevano tutta la schiena.
"No, direi che tu sei più... Intrigante." rispose prontamente il principe, accostando infine le labbra al lobo dell'orecchio del giovane, carezzandolo leggermente prima di morderlo lievemente, facendo seguire anche un tocco con la lingua.
Il gesto fu talmente inaspettato per Merlin, che sussultò, preso di sorpresa e non potè far altro che emettere un lieve squittio che gli sfuggì dalla gola, se per lo spavento o per il piacere, impossibile dirlo, eppure il giovane mago sentiva un nodo allo stomaco che mano a mano andava a sciogliersi, disperdendo un pacato calore che pareva volerlo cullare.
Arthur intanto aveva abbandonato nuovamente il volume sul tavolo affianco a lui, dedicandosi poi al collo niveo del moro, scostando con una mano la bandana che sempre lo copriva, decisamente fastidiosa in quell'istante.
Lasciò sulla pelle una rovente scia di baci umidi e strisce di saliva con la lingua, mordicchiandolo di tanto in tanto, lasciando segni rossi e ricevendo in risposta a quelle attenzioni dei sospiri trattenuti, mentre il respiro dell'altro diveniva un poco più velocizzato.
Merlin non sapeva che cosa stesse succedendo, probabilmente avrebbe dovuto scostarsi bruscamente dal biondo, guardandolo scandalizzato per poi lasciare la stanza e far finta di nulla, invece se ne restava immobile, in balia di quelle labbra bollenti, di quelle mani che s'erano posate sui suoi fianchi per stringerlo al corpo dell'altro.
Fu istintivo il gesto di allacciare le braccia al collo del principe, tirando indietro la testa per lasciare maggior spazio alle sue attenzioni, la mente spersa in chissà quale meandro, incapace di controllare le reazioni del suo corpo.
Arthur strinse ancora di più il gracile corpo del moretto contro il proprio, cingendogli completamente la vita e risalendo poi lentamente con le labbra il profilo del collo e della mandibola, finchè non giunse all'angolo delle labbra, che leccò con studiata lentezza e leggerezza, come per chiedere il permesso d'entrare.
A quella richiesta, Merlin non potè che concedere la propria approvazione, schiudendo le labbra per lasciar passare la lingua bollente del biondo che s'intrufolò curiosa e sensuale, esplorando il palato e poi coinvolgendo quella del moro in una tenera lotta.
I primi approcci furono timidi ed insicuri da parte del giovane mago, quindi, sotto la guida esperta e sicura del principe, cedette sempre più alle sensazioni che stava provando, assecondando i movimenti della sua lingua, tramutando quel dolce sfiorarsi in un bacio passionale che sembrava volerli divorare entrambi.
Era decisamente troppo e la sua mente forse se ne rese conto, solamente, però, quando con un movimento deciso del bacino il biondo lo fece sfiorare con quello di Merlin, che emise un lamento di piacere, il quale rimase intrappolato tra le loro labbra.
Ma che diavolo stava accadendo?
Lui e il principe?
No, decisamente era qualcosa di sbagliato, quelle sensazioni erano sbagliate, quel calore era sbagliato, tutto quanto lo era.
Un unico grande errore che avrebbe potuto pagare caro.
Strinse le palpebre per qualche istante, riaprendo poi di scatto gli occhi, slacciando la presa attorno al collo del biondo, per poggiargli le mani sul petto e far leva per allontanarlo.
Vi riuscì dopo un tentativo fallito, spostando poi il capo di lato per evitare che le labbra fameliche di Arthur si riappropiassero delle sue.
Merlin boccheggiò senza saper cosa dire, cosa fare, semplicemente riprese fiato, mentre decine di pensieri gli percorrevano la mente: se Uther fosse venuto a conoscenza di una situazione del genere, lo avrebbe spedito alla ghigliottina senza esitazioni, ne era certo.
"Merlin." la voce calda e sensuale, resa un poco roca dal tono basso e pieno di desiderio di Arthur lo riscosse da possibili fini che gli sarebbero costate quelle attenzioni.
Scosse il capo, incapace di comprendere realmente cosa era accaduto, lo aveva veramente scambiato per una delle cortigiane con le quali si divertiva a passare qualche notte di passione, era stato uno sbaglio dettato da un desiderio passeggero, ne era certo.
Quella certezza però gli causò un forte dolore all'altezza del cuore.
Continuò a scuotere il capo, sempre con più convinzione, spingendo ancora di più Arthur lontano da sé, liberandosi la via per sgusciare dalle sue braccia.
Si mosse nervosamente verso la porta, fermandosi solamente per recuperare gli scudi e sistemarli negli appositi spazi al lato del muro, come se compiere un gesto abituale, avrebbe potuto cancellare quella marea di sentimenti che lo stavano sommergendo.
Fatto ciò, aprì senza indugio l'uscio, e lasciò la stanza, mormorando un flebile "E' tutto sbagliato.", prima di allontanarsi in corsa lungo il corridoio.
Da parte sua, Arthur non potè far altro che restarsene immobile, gli occhi sbarrati e la bocca leggermente aperta per la sorpresa, nonchè un certo fastidio al di sotto della cintura, dove i pantaloni erano divenuti un po' troppo stretti, ma a quanto pareva, quel fastidio non sarebbe stato soddisfatto.
Sbattè ancora un paio di volte le palbebre, come aspettandosi che da un momento all'altro, quello stupido valletto rientrasse dalla porta per continuare quella loro "discussione", invece non accadde nulla del genere.
Si passò una mano tra i capelli biondi con un pesante sospiro, scuotendo un poco il capo.
Se l'era cavata per quella volta, ma la prossima non l'avrebbe passata liscia, quello era poco ma sicuro.

Inciampò diverse volte durante la sua corsa, senza sapere minimamente quale fosse la sua meta, semplicemente si lasciava trasportare dalle sue stesse gambe tremolanti, una mano stretta nella maglia all'altezza del cuore, come se quel gesto avesse potuto far rallentare quel battito impazzito che lo stava consumando letteralmente.
Si fermò solamente quando riconobbe il pesante portone che rinchiudeva al di là le scale che conducevano ai sotterranei del castello e più precisamente, alla grotta del drago, se si fosse seguita la giusta strada.
Senza riflettere oltre, si fiondò a rotta di collo lungo gli scalini, afferrando la prima torcia che aveva trovato, per evitare per lo meno dei ruzzoloni che gli sarebbero costati l'osso del collo.
Con il fiato corto ed il petto che s'alzava ed abbassava velocemente, raggiunse lo sperone di roccia che s'affacciava nella caverna, del drago non v'era traccia apparente.
"Ehi!" urlò per richiamarlo, lanciando sguardi rapidi a destra ed a sinistra.
Una risata, roca e profonda, gli rimbombò sin nelle viscere, mentre il tintinnio delle catene accompagnava il frusciare delle ali nell'aria ed in un attimo, l'enorme bestia s'appolloiò su uno spuntone di roccia, abbassando il muso per osservarlo, quella che non poteva che essere una scintilla di divertimento negli occhi.
"Qualcosa non va, Merlin?" domandò ironico.
Il giovane mago digrignò i denti sull'orlo di una crisi di nervi, frustando l'aria con un gesto secco della mano.
"Come se tu non lo sapessi!" rispose nervoso.
"Oh, è successo alla fine..." commentò allora il drago, assumendo un tono sapiente e profondo, decisamente una presa in giro ai danni del giovane.
"Come sarebbe a dire? Tu sapevi che sarebbe successo? E che cosa significavano allora le due facce di una maledetta medaglia, il destino e tutto il resto?" lo incalzò ancora il moro.
Un'altra risata riscosse le pareti della caverna.
"Le due facce della stessa medaglia si completano a vicenda, separate non hanno alcun senso, unite possono tutto." affermò il drago muovendo un poco il capo.
"Vuol dire che dovrei rischiare di farmi tagliare la testa per il destino?" continuò ad interrogarlo.
"Nessuno ti costringe, anche se il destino ha già scelto la tua strada, ciò che provi proviene soltanto da te." continuò la bestia, ignorando quasi del tutto la domanda che gli era stata posta.
Il moro non seppe più che cos'altro dire, s'era trovato spiazzato di fronte a quelle parole, perchè in fondo lui qualcosa l'aveva provato al contatto con quelle labbra.
Non ebbe modo di riflettere più a lungo, poichè il drago spiegò le ali con uno schiocco rumoroso, ridacchiando ancora divertito.
"Fai la scelta più giusta, giovane Merlin." lo ammonì un momento prima di spiccare il volo.
"No, aspetta, voglio delle risposte!" tentò di fermarlo il giovane.
"Non sono io quello a cui devi porre le domande." ribattè quello, poi più nulla.
Merlin si ritrovò solo, la mente sempre più colma di pensieri.
Si chiese se non fosse stato meglio continuare a vagare nel mondo dei sogni per l'eternità, piuttosto che ritrovarsi in situazioni simili.




Angolino dell'autrice
Eccomi di ritorno con il nuovo capitolo!
Chiedo prima di tutto scusa a chi segue se impiego un po' di tempo tra un aggiornamento e l'altro, ma tra la scuola (e la prossimità della maturità) ed il fatto di non poter sempre utilizzare il pc, mi trovo a corto di momenti per poter trascrivere su tastiera i capitoli che sono già belli pronti su carta... -.-
Ma passiamo alle cose serie... *ghigna malefica*
Adoro quando il lucertolone (il drago, non pensate male... u.u') XD fa dannare Merlin con i suoi enigmi, quindi non ho potuto far altro che metterlo...
Beh, come si nota dal titolo del capitolo, ho copiato spudoratamente una citazione di Dante "Galeotto fu il libro e chi lo scrisse", riferendosi alla storia di Lancillotto e Ginevra, letta da Paolo e Francesca, motivo per il quale si sono innamorati e sono finiti all'inferno eccetera eccetera...
Per chi vuole informazioni, una piccola paginetta di Wikipedia che spiega il tutto semplicemente: Galeotto fu il libro
Non ho saputo resistere alla tentazione di riutilizzare tale scusa per avvicinare i due piccioncini, ma siccome sarebbe stato alquando difficile far leggere loro la storia d'amore tra Ginevra e Lancillotto (ovvio, ancora non era successo... u.u) ho deciso di non descrivere nei particolari il romanzo (sospetto anche che a quei tempi non ne esistessero molti... Boh... O.o Perdonate l'ignoranza... -.-).
In questo capitolo si son letti più che altro i pensieri di Merlin, nel prossimo si potrà capire invece il punto di vista di Arthur e del perchè del suo gesto avventato (vorrai dire del perchè mi è saltato praticamente addosso... -.- nd Merlin) (Si, appunto quello! XD nd me)
In ogni caso, spero di non aver fatto un capitolo troppo storto... XD
Passiamo però alle recensioni che mi diverto si più! ^^

§ Toru85 §
Bwhahaha... Si, ho fatto agire Arthur!!! XD Non sono riuscita a tenerli lontani per troppo tempo, ma il bello deve ancora venire.... Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!! ^^

§ bacinaru §
Waaaa... Sono felice di essere riuscita a farti capire ciò che provavano quei due tontoloni!! ^^
Sono davvero felice che ti piaccia il mio modo di scrivere e gongolo contenta nei tuoi complimenti (Che egocentrica... -.- nd Merlin) (Zitto, complessato mago da quattro soldi... >_> nd me)
Dimmi che ne pensi di questo capitolo!!! XD

§ Taila §
Sono contenta che ti sia piaciuto come ho gestito i sentimenti di Arthur, siceramente è un bel po' complessato quel ragazzo, anche se tra lui e Merlin, non so chi sia il peggiore... XD
Beh, a quanto pare Merlin l'ha di nuovo scampata come nulla fosse, senza farsi scoprire, in fondo Arthur aveva altro a cui pensare.... XD
Ma d'ora in poi la situazione si movimenterà decisamente e non ci sarà da annoiarsi! ^^
Grazie per l'apprezzamento! ^^

§ _BellaBlack_ §
Ciao Tesoro!! *abbraccia* Nu, non picchiarti per il ritardo, me non si arrabbia, tranquilla! XD
Mmmm, sai che ti dico? Secondo me Arthur è proprio scemo di suo....
Porella Nimueh, ci ha provato con la sua magia, ma è il massimo che è riuscita a fare... XD
Apprezzo anche la tua censura sul commento dell'attore... *incomincia a sbavare all'idea*
Ehm.... *si ricompone*
Ahah, cercherò di non essere troppo sadica con questi due, anche perchè gli occhioni teneri di Merlin mi mettono troppa tenerezza per scatenare tutta la mia malignità! XD
In fondo un assaggino l'ho dato in questo capitolo, no? Ti è piaciuto?
Fammi sapere!!! *_* Ti voglio bene!!! ^^

Oh, e i preferiti continuano ad aumentare!! XD Che bello!!
Ringrazio quindi: AleLuna78, bacinaru, bury_chan, chocolate_starfish, gaya91, gre, sihu, Taila, Thief Alchemist, Toru85, Valentine e victoriaanguisette

Concludo dicendo come sempre che commenti, critiche e consigli sono sempre i benvenuti! ^^
Alla prossima!!
Kiss
  
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