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Autore: benmirw    12/08/2015    0 recensioni
"Quella che sorride, guardando i tre pilastri della propria vita, mentre si aggiusta le ciocche corte e rosse dietro le orecchie, sono io. Lynn. Semplicemente Lynn. E sono qui per rendere omaggio a loro, alla mia vita e alla vita. Per dire grazie o semplicemente per ringraziare."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi il sole e caldo, ma io sono fredda dentro. Oltrepasso il cancello. E' seduta, come il solito, a gambe incrociate sul muretto della scuola. Ha una sigaretta tra le dita ed un sorriso che parte da un orecchio e arriva all'altro. Ha i suoi soliti anfibi bordeaux ai piedi e il solito paio di jeans larghi, il mio maglione verde le sta davvero bene e non penso che lo vorrò indietro. I capelli castani sono sciolti e gli occhi verdi più vivaci che mai. Una volta mi confessò che la parte che preferisce della giornata è la mattina, la mattina presto. Perché l'aria fresca ti riempie i polmoni. "E' la calma dopo la tempesta" dice, la tempesta è la notte, ovvio. Lei è una parte di me, lei è la mia migliore amica Gin. Io la chiamo Gin perché, oltre ad essere il diminutivo del suo nome, Ginevra, la prima volta che la incontrai fu al falò, il mio primo falò. E, ragazzi, mi ubriacai come una spugna, bevvi solo Gin liscio, dalle undici di sera alle cinque del mattino. Lei mi ha aiutato a smaltire la sbornia e mi ha coperto con i miei. Quella figura alla sua destra è Jake, il mio migliore amico. Jake è la persona più intelligente che io abbia mai conosciuto. Non è bravo a scuola quanto me. Ma ho sempre pensato, e da quando conosco lui ancor di più, che l'intelligenza non si misura coi voti. L'essere astuti, l'essere scaltri, sapersi adattare, secondo me questa è intelligenza. Jake è una persona pacifica ed è l'opposto di Michael che è in piedi ed ha gli occhi azzurri socchiusi. I capelli biondicci sono corti, le sopracciglia sono sottili ed il solito cipiglio da ragazzo complicato è sul suo viso. Se c'è una cosa che so bene di Mich è che non solo sembra un ragazzo complicato, lo è anche. Sua madre lo ha lasciato da bambino ed il padre ha deciso di farsi una nuova famiglia a Londra abbandonando il figlio alla nonna materna. Gin mi guarda, mi saluta, mi sorride e mi getta le braccia al collo evitando di bruciarmi con la sigaretta ancora accesa. Gli occhi scuri di James ridono e Michael mi poggia un braccio sulla spalla e si appoggia. Quella che sorride, guardando i tre pilastri della propria vita, mentre si aggiusta le ciocche corte e rosse dietro le orecchie, sono io. Lynn. Semplicemente Lynn. E sono qui per rendere omaggio a loro, alla mia vita e alla vita. Per dire grazie o semplicemente per ringraziare.

Gin ha preso un sei stentato e mi sta parlando dello spinello ben arrotolato che ha fatto ieri Michael, lui sorride sfacciatamente mentre cammina per i corridoi. -Lo giuro, Lynn, era fatto da Dio.- continua a dirmi, euforica. Le sorrido. So poco sugli spinelli. Quanto ne sa Jake, io e lui non fumiamo. Lui qualche sigaretta ogni tanto, io semplicemente odio il fumo. Un po' perché mio fratello aveva tre anni quando è morto di tumore ai polmoni, un po' perché amavo mio fratello. Adesso sono io la più piccola di casa, Kevin è mio fratello, ma ve ne parlerò dopo. -Ho preso tre e mezzo, ragazzi- Jake si siede accanto a me mostrandomi il foglio. Ci sono troppi segni rossi. Rido mentre gli carezzo la schiena. -Vali più di un tre e mezzo in matematica.- gli sorrido. Gin lo deride, e Jake le lancia una patatina. Lei la schiva e ride. Michael mi guarda alzando le sopracciglia come per dirmi "siamo alle solite". -Io le so fare quelle cose, Lynn.- gli credo. Gli sorrido. Jake pensa troppo. Questo è il suo problema, è una ciminiera di pensieri e ha le idee sempre chiare ma ci ragiona comunque e sempre, perché, dice lui, bisogna sempre arrivare alla risposta giusta. E se tu gli chiedi quale risposta sta cercando, lui scrolla le spalle. "La sto cercando, piccola Lynn," mi risponde. "appena l'avrò, te la dirò." Il problema è che le risposte, che siano giuste o sbagliate, vere o false, non bastano per colmare i miei perché. Ma come dice mia madre, si va. Ed io vado.
I weekend sono giorni normali nella mia famiglia, Kevin torna a Manchester ma sta chino sul tavolo del salone a studiare e con le cuffie nelle orecchie. Mia madre cucina, stira, legge. Mio padre guarda partite interminabili ed io semplicemente li guardo e non li riconosco più. Quando sono tornata da scuola, oggi, Kevin mi ha salutato con un abbraccio più vivo del solito. Ho sentito quasi nelle ossa il suo tremolante calore. Io ho le ossa ghiacciate ed il cuore di pietra ma a mia madre sta bene così, di lei, che è una psicologa, mi posso fidare. A volte mi sembra che dica un sacco di boiate e che non pensi quando parla. Io non sto bene, e nulla è okay a casa nostra. Secondo Freud si, dice lei, io le ricordo che allora Freud è proprio un idiota e lei mi manda in camera a riflettere su ciò che ho detto. "Baggianate, Lylien" dice. Non urla, mia madre non urla mai. E' così schifosamente pacata e lo sono anch'io, diamine. Gin lo dice sempre che sono troppo placida. "Vorrei vederti dopo un brutto trip" dice e Mich ride. Io no, non vorrei mai vedermi dopo un brutto trip. Gin, Mich e Jake sanno tutto. Io non so nulla. Mi chiamo Lynn, semplicemente Lynn, e vorrei ringraziare i quattro pilastri più importanti della mia vita, e vorrei far capire a tutti voi che, signori miei, la vita non si butta al cesso con la carta igienica.

-Che studi?- scrolla le spalle mi sorride, però. E' un passo avanti. Kevin era un raggio di sole prima della morte di mio fratello, un raggio caldo che mi riscaldava le ossa. Ma le mie ossa erano calde. Kevin ha sempre amato lo sport ma adesso sembra gracile e senza forza. Studia ad Oxford solo perché anche papà ha studiato lì. Io non so cosa voglio fare dopo il liceo. Lui sembra di sapere tutto nonostante abbia perso la solita scintilla. Lui e mio fratello erano molto legati. Diceva di volerlo aiutare con le ragazze, col baseball e altre cazzate. Cazzate, tutte. Come la mia vita. No, non è vero. Ci sono, eccomi. Odio i weekend. Penso troppo e Mich è a Londra e Gin sta da sua nonna e Jake studia. Ma restano i miei pilastri i miei tre grandi pilastri e voglio ringraziarli. Riprendiamo.
Gin dice sempre che le parole hanno un potere immenso, che nessuno può controllare il loro potere. Io penso che le parole siano vuote. Vuote come tutto. "Richiamano sempre qualcosa alla mente, piccola Lynn" mi dice. Questo non lo metto in dubbio di certo. Ma una volta che il vento le porta via, le parole non hanno più quell'immenso potere di cui Gin parla. Michael dice che sono i fatti a far male, a far male al cuore, alla testa, alla sanità mentale. Ed io mi schiero dalla sua parte. Jake dice che bisogna sempre implicare un 'dipende'. Dipende dalla prospettiva, dipende dalla portata delle parole, dipende dalla persona che le dice..Dipende dalla persona che le dice. Mi chiedo come faccia Jake ad avere tutte queste belle risposte alle sue domande, io non le ho. "Si trovano nella tua testa, piccola Lynn, devi cercarle" mi dice spesso. A volte penso che probabilmente sono così fredda da aver congelato le mie risposte. E' possibile? Ho bisogno di calore e di un sole più caldo di quello primaverile.

-Sta sera ci vieni alla festa?-
  
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