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Autore: Tony Stark    12/08/2015    2 recensioni
Solo tre anni sono passati da quand Chris Redfield è stato fermato, ma una società che sembra apparsa dal nulla lo risveglia dal suo sonno. La battaglia ricomincia...
[[Attenzione!! Per capire questo racconto dovrete aver già letto You are Infected 2: Il ritorno dell'Incubo]]
Genere: Angst, Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Chris Redfield, Claire Redfield, Nuovo Personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You are Infected Series'
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You are Infected 3: La fine di un Incubo

Capitolo 11: Uno sguardo al London Eye (Inghilterra, Londra)

“Son nata grazie ad un fiume e son stata
sede dell'impero più grande. E la sua potenza
ancora si sente, il mio cuore ticchetta preciso
senza mai sbagliar nota.”
 
- Livello Underground 8, Alloggio personale del Drago, Quartier Generale dei Τεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, Pressi di New York
 
Chris non riusciva a capire se era sua sorella ad essere l’idiota o lui che era così certo che lei l’avrebbe salvato… Di questo passo avrebbe fatto prima a liberarsi personalmente di tutti gli agenti di Victor. Forse oltre ad incentivarla a cercarlo grazie a quegli audio messaggi che Claire credeva fossero stati registrati da Chris umano, avrebbe dovuto dargli qualche indizio.
 
Forse un po’ più di qualche, o lei nemmeno capirebbe” pensò. L’unica cosa positiva al momento era che Victor gli aveva fatto rimuovere i soppressori emozionali, li riteneva inutili adesso che era sicuro della sua fedeltà ai Figli del Drago.
 
Almeno ora non potevano sapere se era pericoloso o meno.
 
-Hangar sotterraneo, Quartier Generale dei Τεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, Pressi di New York
 
<< Secondo te quel Tyrant era un alleato o un nemico? >> gli chiese Jonas, come se credesse che Ricky avesse sul serio quella risposta
 
<< Ti sembro uno che può sapere cosa passa per la testa di un Tyrant, Lurklay? >> rispose Ricky, cercando in tutti i modi di cambiare soggetto nella loro discussione, era da almeno un’ora che Jonas continuava a parlare di quel Tonraq.
 
Victor li aveva mandati nel hangar per tentare di riordinare il caos di casse di armi e munizioni che si era creato lì, oppure l’elicottero non sarebbe più riuscito ad atterrare. Era vero che avevano un armeria, ma avevano più parti di fucili e pistole di quelle che poteva contenere l’armeria.
 
<< Beh, sai com’è sembri sapere sempre cosa mi passa per la testa >> gli disse Jonas, mentre prendeva una cassa particolarmente pesante e la spostava nell’area in cui impilavano le casse da almeno un’ora.
 
<< Solo perché tu non pensi mai, Jonas >> ribatté, scherzosamente, Ricky.  Il Tyrant si fermò e prese un’espressione falsamente offesa.
 
<< Sì, certo… disse quello che ha tentato di montare il castello di un fucile in una Beretta >> rispose il Tyrant.
 
<< E’…E’ stato solo una volta! >> esclamò il ragazzo, poi abbassò la voce << E poi ero davvero convinto che quel pezzo andasse lì >>
 
<< Ti sento, Simmons, udito da Tyrant ricordi? >>
 
<< Va bene, va bene… Ora però finiamo di impilare queste casse >> si arrese Simmons e lui e Jonas ripresero a cercare di dare un posto a tutte quelle casse.
 
-Raccoon City
 
Erano passate settimane dall’ultima volta in cui aveva dormito decentemente, Claire Redfield pareva l’ombra di se stessa. Era ossessionata dal suo progetto di salvare Chris.
 
Sembrava che la possibilità di riavere suo fratello la stesse uccidendo più di quella di doverlo uccidere poiché non c’era più nulla di umano in lui.
 
La sua ossessione la stava distruggendo solo perché lei voleva salvare suo fratello prima che il mostro lo soffocasse di nuovo, prima di perderlo un'altra volta… Perché se l’avesse perso adesso avrebbe dovuto ucciderlo di certo, per salvare il mondo… Per salvare le persone che vi abitavano, anche se per lei senza il suo fratellone, la vita non aveva alcun senso.
 
-Luogo sconosciuto
 
Tonraq era riuscito a rintracciare il quartier generale dei Figli del Drago. E avrebbe permesso loro solo un altro attacco prima di avvisare la G.A.A.B. della loro posizione.
 
Lui sarebbe stato l’unico essere perfetto in questo mondo una volta eliminato Chris Redfield. E lui doveva essere l’unico essere perfetto, non ammetteva che altri usurpassero il suo posto.
 
- Livello Underground 1, Laboratorio, Quartier Generale dei Τεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, Pressi di New York
 
Aveva dovuto rimuovere i soppressori emozionali del Drago, nonostante la trovasse una mossa avventata. Presto quel Tyrant si sarebbe rivoltato contro di loro. Greg aveva visto negli occhi di quella creatura, di quel Tyrant, una crudeltà senza pari ma anche un’intelligenza d’egual livello, era sicuro che Chris avesse manipolato Victor per convincerlo che non aveva più bisogno di quei cosi per seguire i suoi ordini.
 
Quel maledetto Tyrant e pensare che quando Victor gli aveva parlato del Redfield, elogiando ogni suo pregio, lui era tremendamente felice di poter conoscere una B.O.W. tanto perfetta e intelligente. Victor però nel parlargliene aveva volutamente tralasciato ogni difetto del Tyrant, fra cui crudeltà, sadismo e odio incondizionato verso tutto ciò che respira e che ha un cuore che batte.
 
Greg aveva fatto ricerche su Chris Redfield, su chi era prima di diventare un Tyrant. E, beh, c’era da dire che era rimasto scioccato dalla differenza. Del Redfield che aveva letto non era rimasto nulla in quella creatura, se non l’aspetto.
 
Il ricercatore pensò che, nonostante tutto, gli sarebbe piaciuto conoscere quel Chris Redfield. Quell’uomo che aveva sfidato l’impossibile, che aveva sfidato la Umbrella quando era al pieno delle sue forze. Un ragazzo diventato uomo troppo in fretta e che, nel suo essere un semplice uomo, era un vero eroe.
 
Il Chris Redfield che conosceva era un mostro un Tyrant orribile, che non aveva alcuna traccia di umanità nell’anima- sempre che ne avesse ancora una- e che ostentava un falso controllo di sé stesso, si vedeva che egli non tentava nemmeno di resistere alla sua fame di carne umana.
 
-Londra
 
Chris era finalmente arrivato a destinazione e ora non gli rimaneva che aspettare, il segnale. Chris aveva l’impressione che questa sarebbe stata una delle ultime volte che combatteva per quei pazzi.
 
Ed era certo che il suo istinto non sbagliasse. Il Tyrant ghignò.
 
Nel frattempo nel quartier generale londinese tutto proseguiva come in una normale giornata nonostante la lieve agitazione causata dall’enigma dei Figli del Drago… La filiale di Racoon City, ora quartier generale principale, aveva assicurato che col panico non avrebbero risolto nulla e quindi, oltre all’armarsi preventivamente, era meglio non fomentare ulteriormente la sicurezza di quei bioterroristi folli, dimostrandogli che la G.A.A.B. aveva “paura” di loro.
 
Michael Lonely, esperto in comunicazioni, quel giorno era però terribilmente distratto dal suo lavoro da quella oscura figura nera che era ferma in una delle stradine ai lati dell’edificio. L’aveva scorto per sbaglio dalla finestra che si trovava davanti alla sua scrivania, aveva guardato per un attimo per guardare per qualche istante il cielo, e il suo sguardo era caduto su una losca figura nera, ferma in mezzo a quella stradina… In cui solitamente non passava nessuno… Poiché conduceva nella casupola per il controllo dei “generatori” sotterranei del quartier generale.
 
Anche se in realtà, quella minuscola struttura aveva delle bocchette di aereazione per i laboratori sotterranei della G.A.A.B, che aveva sfruttato un altro vecchio laboratorio Umbrella, restaurandolo e rimodernando attrezzature e macchinari, nonché il personale e la piantina della struttura.
 
Erano stati aggiunti alcuni livelli e alcuni laboratori e camere di stasi e blocchi sicuri e isolabili in caso di Biohazard. Sicuramente erano meglio preparati della Umbrella, nonostante sembrassero voler imitare le loro ricerche e in alcuni casi completare vecchi progetti lasciati da parte dalla Umbrella.
 
Tornando a quella losca figura, Michael, si era insospettito immediatamente… Non era un ricercatore, non indossava gli abiti adatti e, se lo fosse stato, era tremendamente in ritardo. Eppure non era agitato, e non si era per nulla prodigato a raggiungere l’ingresso dei laboratori… Era rimasto lì fermo.
 
L’addetto alle comunicazioni non aveva, però, avvisato nessuno perché aveva il terrore di essere solo eccessivamente paranoico e che forse quel tizio, chiunque fosse, stava solo cercando un riparo dall’insolita calura soffocante, che aveva invaso Londra, mentre aspettava qualcuno.
 
John Edward Weasley, agente operativo, era in quell’istante stranamente agitato come se avesse sentito che qualcosa stava per andare male, tremendamente male e che lui e tutta la sua squadra vi sarebbero finiti in mezzo. Se c’era una cosa che il Weasley aveva imparato sul suo istinto e che non aveva mai sbagliato e ora si stava dirigendo con calma, senza preoccupare nessuno tanto meno la sua squadra, verso l’armeria.
 
D’improvviso ogni luce artificiale si spense, lasciando l’intero edificio illuminato solo dai pigri raggi di un sole quasi nascosto fra le nuvole. Eppure le ombre erano più estese e scure di quanto una luce tanto placida dovrebbe creare… come se l’oscurità stessa volesse godersi il massacro che di lì a poco si sarebbe compiuto.
 
Un lieve rumore di passi resi volutamente pesanti e udibili si espanse nell’aria, mentre una risatina maligna accompagnava quel rumore. Se il Tyrant voleva avvisarli della sua presenza c’era riuscito in pieno.
 
Eppure nonostante ciò nessuno riusciva a vederlo, non poteva essere diventato invisibile.
 
Johnny McCoy, agente operativo nella squadra di John Weasley, sentì qualcosa muoversi alle sue spalle, ma quando si voltò fece appena in tempo a vedere uno sfocato lampo nero allontanarsi da lui.
 
E finalmente il Redfield dopo aver giocato un po’ con la paura degli agenti decise di farsi vedere.
 
Si fermò in mezzo alla hall con un malefico ghigno sul viso, mentre i suoi tentacoli gli accarezzavano le braccia.
 
Gli agenti puntarono le loro armi contro il Tyrant fermo al centro della hall, lui li fissava ghignante senza accennare nemmeno ad un movimento. La tensione che si stava creando in quegli istanti di completa immobilità era quasi palpabile. Poi il Tyrant parlò, con quel suo tono perpetuamente sarcastico e divertito:
 
<< Dovreste smettere di essere tanto preoccupati! Non vi fa bene per nulla… E poi-alzò di poco il suo tono già fin troppo alto- rovina il sapore della vostra carne, la rende troppo amara. Quindi perché non vi lasciate ammazzare? >>
 
Chiunque fosse stato Chris Redfield prima di diventare quel mostro, non importava. Quella cosa non pareva essere mai stata veramente umana.
 
Johnny aprì il fuoco, la scarica di colpi mirata al Tyrant che la evitò con semplicità.
 
-Racoon City
 
Un blackout colpì l’intera città lasciando ogni edificio senza corrente, compreso la filiale di Racoon City della G.A.A.B….
 
E il laboratorio, il cui generatore d’emergenza non pareva volerne sapere di entrare in funzione. La piattaforma di carico che fungeva da accesso al laboratorio si bloccò a metà strada del pozzo. All’interno del vagone fermo al centro della piattaforma si trovavano: William Birkin e Rebecca Chambers.
 
Sentirono un rumore provenire dal tetto del vagone, come se qualcosa vi si fosse caduto sopra. Prima che un terribile ruggito risuonasse nell’aria, William rabbrividì riconoscendo quel rumore, quel grido profondo e animalesco. Il grido di una creatura G che a giudicare dal arrochirsi progressivo di quel ruggito prolungato-che pareva infinito- stava mutando, forse la sua seconda o terza mutazione.
 
Per il momento, rifletté Birkin tentando di rimanere logico e freddo (come non era mai stato nemmeno nelle sue ricerche), finché la piattaforma era immobile la creatura era bloccata con loro e quindi non avrebbero rischiato un infezione da G-Virus a livello cittadino.
 
Rebecca armata di una semplice 9mm si stava per dirigere all’esterno quando Birkin la bloccò.
 
<< E più sicuro qui, Agente Chambers. Se uscisse all’esterno la creatura G potrebbe infettarla e con un arma di quel calibro non infastidirebbe nemmeno l’essere. >> disse tentando di mantenere anche il suo tono freddo e tranquillo, nonostante egli fosse più che agitato e spaventato.
 
Un improvvisa artigliata squarciò uno dei lati del vagone, per fortuna però non ferì nessuno. La creatura ruggì di nuovo
 
<< Mi dispiace, Dottor Birkin, ma sono proprio costretta ad intervenire >> esclamò l’agente. Senza aspettare alcuna risposta da William, Rebecca corse all’esterno del vagone.
 
-Quartier Generale londinese della G.A.A.B., Londra
 
Dopo che Johnny aveva sparato contro il Tyrant, la creatura aveva cominciato ad attaccarli.
 
Un attacco seguiva immediatamente l’altro, impedendo agli agenti di reagire in modo adeguato. John Weasley riuscì a colpire più volte il Tyrant, nonostante questo non sembrasse rallentarlo.
 
Una cosa che sembrava strana all’agente era che il Tyrant aveva: sì, attaccato, ma non aveva ucciso nessuno e quando stava per farlo si fermava d’improvviso cambiando obiettivo.
 
Forse Chris, l’umano, stava riprendendo il controllo… Riuscendo ad impedire al Tyrant di uccidere.
Forse questo attacco non sarebbe finito in un massacro come gli altri.
 
Forse sarebbero riusciti a fermare il Tyrant e salvare Chris Redfield.
 
Chris sorrise, o per meglio dire ghignò, puntando i suoi occhi rossi verso John Weasley e fissandolo come se avesse sentito i suoi pensieri.
 
Michael “Mickey” Brown, agente operativo, si diresse verso il Tyrant, con una granata antiuomo da innescare. Anche se non poteva farlo, non poteva usare una tale arma in uno spazio ristretto come la hall o le schegge metalliche sarebbero potute risultare fatali o dannose per molti di loro.
 
Quando la suddetta granata esplose, gli agenti erano riusciti a mettersi al sicuro… mentre Michael era stato colpito dall’esplosione dell’ordigno.
 
<< Adesso, è il momento di combattere sul serio >> sibilò il Tyrant, scattando contro gli agenti.
 
-Piattaforma di carico, Laboratorio di Birkin, Racoon City
 
Rebecca era appena uscita dal vagone e non vide nulla attorno a sé, nessuna creatura che potesse aver causato tutto quel danno e che avesse emesso quel terribile ruggito.
 
Si guardò ancora intorno, scendendo le scalette del vagone, la 9mm stretta in pugno.
 
Non c’era niente. Niente di niente.
 
Girò intorno al vagone per controllare il lato opposto a quello che riusciva a vedere... e non appena si voltò udì un ruggito. Il fautore di quel verso orribile era sul tetto del vagone. Era una creatura alta almeno un metro e novanta con due enormi braccia e due braccia più piccole che spuntavano nel mezzo del tronco, un’apertura irta di denti aguzzi e rossi si apriva sul torace, l’intero corpo della creatura aveva una colorazione rossastra.
 
La creatura balzò dal tetto metallico e atterrò vicino a lei, ruggendo di nuovo e tentando di colpirla con un’artigliata. Rebecca riuscì ad evitare il colpo e sparò contro l’occhio apertosi nel braccio del mostro che lanciò un breve e profondo grido di dolore.
 
La creatura continuava a rigenerarsi e le ferite causate dai colpi sparivano in qualche istante, finché d’improvviso la creatura collassò su se stessa, crollando contro il pavimento metallico.
 
In quel mentre il generatore ausiliario entrò in funzione e la piattaforma cominciò nuovamente a scendere.
 
Quando la piattaforma arrivò a destinazione, la creatura G non si era ancora risvegliata dal coma indotto dal virus per la mutazione e William Birkin la fece trasferire nella zona addetta allo smaltimento delle sostanze infettive, raccomandandogli di occuparsi in primo della creatura e poi di riprendere con la normale routine lavorativa.
 
-Racoon City
 
Il blackout aveva letteralmente tagliato fuori la filiale di Racoon della G.A.A.B. che non riusciva in alcun modo a contattare le altre filiali.
 
-Quartier Generale londinese della G.A.A.B., Londra
 
Un quarto degli agenti operativi presenti nell’edificio era stato ucciso dal Tyrant, i restanti che erano ancora abbastanza per provare a contenere la furia di Chris, puntavano le loro armi contro la creatura.
 
Il Tyrant aveva cominciato a sembrare, beh, strano rispetto al suo modo di comportarsi quand’era arrivato. La sua sicurezza era come scomparsa, i suoi occhi non trasmettevano nulla erano vuoti come quelli di un morto e i suoi attacchi si erano fatti meno precisi, pareva che fossero più che altro causati da un qualche istinto di sopravvivenza che non da una mente che aveva organizzato un qualche piano.
Sembrava che il Tyrant avesse perso il controllo di se stesso, che fosse divenuto una semplice creatura e che non fosse più l’astuto nemico che la G.A.A.B. aveva combattuto tre anni prima. O che ancora prima era stato combattuto dalla S.T.A.R.S.
 
Era come se la cosa che impediva al virus di detenere il controllo sulla mente del Tyrant fosse improvvisamente scomparsa.
 
Gli agenti allora si adattarono al nuovo scenario prospettatosi loro, adottando la classica strategia di combattimento utilizzata contro i Tyrant-di qualunque modello o stadio di mutazione fossero-.  Si divisero in tre piccoli gruppi e circondarono il Tyrant per tre lati, pronti sia ad attaccare che a ripiegare semmai la creatura fosse scattata contro di loro.
 
Il Supreme Tyrant, che oramai non pareva più tanto supremo, guardò tutto, il disporsi delle squadre attorno a lui eppure non pareva capire cosa stesse succedendo effettivamente. I suoi pensieri erano come attutiti come il rumore di un bicchiere contro un tappeto, il quale nonostante si frantumi non emette alcun rumore.
 
John Weasley diresse l’operazione contro il Tyrant, poiché questo era anche il suo lavoro… Lui e la sua squadra erano stati addestrati nell’eliminazione dei Tyrant, sapevano già cosa fare.
 
Con un gesto fece segno ai tre gruppi di agenti formatisi di sparare contro la B.O.W., il Redfield non schivò i colpi com’era solito fare, ma si fece colpire così come buona parte dei Tyrant lasciavano fare, nemmeno un sibilo provenne dal Tyrant che in quell’istante aveva un’espressione feroce sul viso, un’espressione che nella sua ferocia, però, non incuteva lo stesso timore dell’espressione divertita che spesso aveva il Tyrant. Perché quell’espressione, rendeva chiunque partecipe della perversione di quella creatura un tempo umana, invece quest’espressione di ferocia che gli segnava il viso adesso lo rendeva alla stregua delle altre B.O.W.
 
Qualunque cosa fosse successa al Tyrant, comunque, aiutava gli agenti nel loro compito di fermare la minaccia.
 
Un ringhio risuonò nel aria dopo che il Tyrant venne colpito per l’ennesima volta, quegli occhi rossi ancora vuoti fissi verso John Weasley che non ne fu per nulla impressionato (ormai era abituato a dei Tyrant che lo fissavano a quel modo). La B.O.W. scattò verso di loro, ebbero il tempo di allontanarsi dalla creatura anche se di poco, prima che questa cominciasse a sferrare sferzate con i suoi tentacoli.
 
Il Redfield vedeva tutto come se una luce rossa illuminasse ogni cosa, non riusciva a pensare ad altro che non fosse “attacca!”, lui assecondava quel pensiero perché null’altro gli sembrava importante. Nemmeno la vocina che nella sua testa gli gridava quanto quello che stava facendo era inutile… Che avrebbe fatto meglio a controllarsi e a distruggere la G.A.A.B.
 
Il Tyrant non si fermava, mentre li attaccava anche se combatteva solo con l’istinto era dannatamene difficile tenergli testa ora che era infuriato.
 
Il rosso che inondava ogni cosa sbiadì fino a sparire… E Chris si fermò, riprendendo il controllo su se stesso era come se la rabbia gli avesse fatto da appiglio in quel mare di nebbia che era diventata la sua mente.
 
Quell’espressione di furia animale scomparve dal viso del Tyrant, che divenne ancora più freddo nel suo continuare a fingere di non avere alcun espressione. Mentre un nuovo piano si delineava nella sua mente nuovamente lucida.
 
Gli agenti non ebbero nemmeno il tempo di chiedersi cosa stesse succedendo che il Tyrant parve letteralmente perdere conoscenza.
 
<< Cosa diavolo è successo? >> chiese uno degli agenti, Rick Watson.
 
<< E’ morto? >> chiese un altro.
 
I minuti che passarono in seguito parvero quasi ore nella lentezza con cui passarono, nessuno ebbe il coraggio di avvicinarsi al Tyrant svenuto per paura che si svegliasse d’improvviso e lo uccidesse.
 
-Racoon City
 
Finalmente il blackout che aveva oscurato l’intera città finì, e le strade tornarono ad illuminarsi così come li edifici rischiarando nuovamente il nero cielo della notte, una fredda brezza soffiava sia nella grande foresta che nella città.
 
La bellissima “Città della notte” come era stata soprannominata, risplendeva nel buio tetro che inghiottiva la foresta che riusciva però a diventare di una bellezza fatata quando le prime luci dell’alba la illuminavano, inondando ogni cosa con i suoi rosei colori.
 
Le fronde intrecciate impedivano ai raggi lunari di illuminare ciò che si trovava al di sotto di quelle foglie.
 
Nel mentre a ciò negli uffici della G.A.A.B. un messaggio veniva loro inviato da una fonte sconosciuta e il messaggio recitava una semplice frase:
 
“Avete perso Londra…
-C.R. “
 
-Qualche ora prima del messaggio, Q.G. londinese della G.A.A.B., Londra
 
Il Tyrant s’era svegliato d’improvviso e aveva cominciato ad ucciderli tutti, con una velocità tale che gli agenti prima di morire non si resero conto nemmeno di ciò che era capitato avevano avuto appena il tempo di gridare quando avevano sentito gli artigli di Chris tagliargli la gola con un gesto tremendamente veloce. Prima di crollare contro il pavimento ad agitarsi scompostamente mentre il sangue zampillava dalla ferita copioso, mentre le loro urla si spegnevano in lamenti via via sempre più incoerenti e liquidi.
 
Mentre il rosso che aveva offuscato la vista del Tyrant quando aveva perso il controllo tornava a presentarsi, stavolta in un modo più simile ad una semplice nebbia rossastra che gli annebbiava la vista che non come una prepotente luce rossa che tingeva tutto del colore del sangue.
 
-Cinque ore dopo il messaggio, Q.G. londinese della G.A.A.B., Londra
 
La squadra inviata sul luogo apparteneva alla sub filiale portoghese della G.A.A.B., l’unica rimasta in piedi dopo l’attacco avvenuto in Spagna da parte di un altro gruppo di bioterroristi.
 
Raggiunta la base quello che li accolse fu il silenzio più assoluto e totale, e il sangue che macchiava ogni punto dal pavimento alle pareti della hall. Ma non c’erano cadaveri.
 
Quella sala era vuota, se non per i fucili che erano sparsi per la stanza, il cupo nero del metallo reso quasi scintillante dal sangue che vi era sopra.
 
Al piano superiore tutto era pulito ed in ordine ad esclusione di un paio di minuscole macchioline di sangue, che segnavano un percorso verso il piano superiore, piano in cui nuovamente non trovarono nulla.
 
Solo nell’ultimo piano trovarono qualcosa, i corpi degli agenti e del direttore così come dei vari addetti giacevano decapitati contro il pavimento, le loro teste senza occhi e con le bocche spalancate in grida mai espresse erano poggiate a due a due sulle scrivanie. Ogni corpo presentava un danno diverso, un modo diverso di essere fatto a pezzi e poi gli agenti notarono qualcuno nel mezzo di quella morte.
 
Qualcuno che era raggomitolato in un angolo, che tremava e piangeva silenziosamente, con le mani strette fra i capelli e mormorava qualcosa, accanto a lui un registratore.
 
Ma agli agenti importò di più quell’uomo che non il registratore.
 
Non appena si avvicinarono udirono chiaramente ciò che diceva
 
<< Era lui… Era lui… Era lui, l’uomo in nero >> mormorò prima di stringere di più la presa sui suoi stessi capelli, le lacrime che colavano cristalline e numerose dai suoi occhi spalancati a fissare il pavimento.
 
<< Era lui… Era lui… I suoi occhi rossi… Era lui >> continuò. Un agente attirò l’attenzione di Lonely che sollevò di poco la testa e cominciò a fissarli, allucinato come se non sapesse se ciò che vedeva era reale o meno.
 
<< Era lui… I suoi occhi rossi… Ha ucciso tutti >>, le sue mani lasciarono finalmente la presa, mentre il suo sguardo pareva finalmente focalizzarsi sugli agenti portoghesi
 
<< I suoi occhi rossi… mi-mi è entrato nella testa, sibilava… Era lui… Era il diavolo >> dopo queste parole cominciò a farfugliare qualcosa in modo confuso, incomprensibile era come se parlasse con qualcosa che solo lui poteva vedere e che poteva capirlo. Probabilmente ciò che il Tyrant aveva fatto era stato così crudele che il trauma causato aveva causato, in Michael Lonely, un crollo psicotico.
 
-Racoon City
 
Michael Lonely era stato dimesso dalla G.A.A.B., la sua situazione era, al momento, un ostacolo al suo lavoro.
 
L’uomo era stato trasferito in una struttura di cura psichiatrica che lo avrebbe aiutato a superare il trauma, Claire stessa come facente funzione di direttore generale aveva firmato tutti i documenti necessari col dovuto consenso della famiglia dell’uomo, in modo che venisse trasferito nella struttura migliore.
 
Inoltre al povero Michael, gli agenti avevano riferito di aver trovato un registratore che era stato inviato, ancora inascoltato, alla filiale di Racoon City.
 
I primi a sentirli sarebbero stati proprio loro.
 
Claire prese il registratore e fece partire la registrazione:
 
C-Claire?
 
Claire… Claire salvami. Io non… Lui vuole che io…Noi ti uccidiamo.
 
Claire… Claire… Sorellina mia… Salvami ti prego. Non voglio che lui… Il mostro… Mi costringa ad uccidere di nuovo. “La registrazione si interrompe per qualche istante, tutto ciò che si ode è il ronzio statico e un rumore sommesso simile ad un pianto, poi la voce di Chris torna prepotente, il tono è indiscutibilmente diverso, è più quello dei mostro che non quello del suo fratellone.
 
Ciao, mia cara sorellina… mi sei mancata tantissimo sai? * Il Tyrant comincia a ridacchiare*
 
Oh, c’è qualcuno che dovrei presentarti…*si sente un gemito sommesso e un tonfo come se qualcuno fosse stato buttato a terra* Michael di “ciao” ai tuoi colleghi della G.A.A.B.
-A-Aiutatemi… vi prego
 
Tsk, Michael questo si sembra un ciao? Io ti ho chiesto di salutarli… E’ così difficile da capire, stupido agente?!*Si sente un altro rumore, come se qualcosa venisse strappato, il Tyrant ricomincia a parlare riprendendo un tono falsamente dolce* Allora mio caro Michael, facciamo così… Mi hai chiesto di non fare a pezzi i tuoi colleghi, anche se sono morti, e io non l’ho fatto. Quindi per ogni volta che non mi ascolterai i strapperò la testa ad uno di loro va bene?
 
-S-sì
 
*Si sente qualcuno che sembra battere entusiasticamente le mani prima che il Tyrant torni a parlare con un tono spaventosamente gioviale* Benissimo! Allora vieni qui Mike, no… non alzarti voglio che strisci fino ai miei piedi come il verme che sei… E poi, hm vediamo… sì, sì ci sono devi inginocchiarti al mio cospetto.
 
*Per qualche istante non si sente più nulla, prima che il Tyrant riprenda a parlare* Tu sei il mio piccolo schiavetto, non è così agente Lonely?
 
*Non si sente alcuna risposta, i sentono dei passi e il rumore di carni lacerate e di ossa rotte* Allora stavamo dicendo, tu sei il mio piccolo schiavetto, non è così agente Lonely?
 
-S-sì, farò tutto quello che vuoi
 
Così mi piaci Mike. Ma non l’hai detto correttamente. Devi dire “Sì, mio signore. Farò tutto ciò che vuoi” … E se tu decidessi che questo è troppo umiliante per mantenere l’integrità dei corpi dei tuoi colleghi morti, sappi che se non dirai ciò che ti ho appena detto, il prossimo a cui strapperò la testa sarai tu… Oh ma non prima di aver giocato un po’ con te… Ho un paio di idee che non ho potuto usare con i tuoi colleghi, ma sono certo che tu sarai felice di essere il mio giocattolino umano, non è così? Quindi ripeti quello che ti ho detto
 
-Sì, mi-mio signore. Farò tut-to ciò che vuoi...” Claire interruppe la registrazione non volendo udire ciò che quel mostro aveva fatto in seguito. Aveva capito che li sprazzi di lucidità di Chris erano fin troppo brevi ma non credeva che il mostro sarebbe arrivato a registrare una tortura simile… Ecco perché quel poveretto era ridotto in quel modo.
 
Le ferite sul suo corpo erano poche, quasi nulle. Con tutta la probabilità il Tyrant si era divertito di più torturandolo in quel modo che altro.
 
 
 
 
 
 
La fine era sempre più vicina, l’era del Drago forse sarebbe giunta. O forse la ragazza dai capelli rossi si sarebbe resa conto dell’inganno del demone col viso di suo fratello.
 
Solo il tempo potrà dirci quale fine il destino ha prospettato a questa strana vicenda.
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’Autore
 
Credo di aver aggiornato abbastanza presto, rispetto al mio solito. Volevo avvisarvi che mancano due capitoli al capitolo che chiuderà definitivamente la trilogia di YAI. Anche se ho intenzione di cimentarmi in varie storielle a più capitoli che narrano della storia di alcuni personaggi lasciati in sospeso, durante i tre YAI. O le storie dei personaggi della saga che sono stati modificati per esigenze di trama.

Ringrazio: Mattalara, per il suo essere una recesitrice sempre presente nonché una persona davvero simpatica che mi ha aiutato più volte nelle nostre chat e Valeria, la mia migliore e più grande amica per avermi sempre sostenuto e per avermi convinto sempre a continuare YAI quando nei miei momenti più tristi avevo deciso di abbandonarlo.
 
Grazie anche ai lettori silenti… E mi rendo conto che sembrano più le note dell’ultimo capitolo che non le note per uno dei tanti… sorry °///°
 
A proposto il mio Chris come vi sembra?
 
P.S. Lara: Spero che a Londra tu ti stia divertendo :D
 
-Anthony Edward Stark
   
 
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