Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: EdoCotta    12/08/2015    1 recensioni
un giovane psicologo è finalmente riuscito ad aprire il suo studio,gli affari non vanno male,di gente matta ce n'è sempre,di gente disperata pure...ma c'è un problema,un problema abbastanza strano
Genere: Malinconico, Poesia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

“Professor Mariotti” gli piaceva la targa sulla porta del suo studio,lo faceva sentire importante. Era finalmente riuscito ad aprire il suo studio da psicologo,gli affari non andavano male,di gente matta ce n’è tanta,di gente disperata ce n’è sempre,e chi si stupisce d’altronde…

L’ultimo cliente era andato via da poco ,soffriva di un incubo ricorrente:sognava di essere divorato da un topo…di gente strana ce n’è…

Gli affari non andavano male,c’era solo un problema:tutti gli incubi,tutte le ossessioni,le paure,i disagi,le pazzie dei pazienti si accumulavano,aveva aperto lo studio da poco,ma ormai non sapeva più dove metterle…

Ne aveva riempito lo sgabuzzino di ‘ste belle cose,quando ci aveva messo l’incubo del topo s’era accorto che non ce ne stavano davvero più.

Era lì seduto a guardare il tramonto

“come fa la gente a impazzire con questo cielo?” poi guardò giù: la città,le macchine incolonnate,i semafori,i grattacieli ,i cartelloni pubblicitari,i palazzi,gli uffici…

“ah già…”

Doveva assolutamente disfarsi di quegli incubi:incominciavano a dare fastidio agli altri condomini,ed anche a lui a dir la verità:era un po’ di notti che non dormiva bene e si svegliava di soprassalto nel cuore della notte in preda a brutti sogni.

Aveva deciso,li avrebbe sotterrati in campagna.

Si alzò,andò in cucina,prese una bottiglia di vino e si riempì a metà un bicchiere,lo bevve,ne riempì uno intero,lo bevve,ne riempì uno a tre quarti,lo bevve. Era da un po’ che riusciva a bere il vino solo così,ma non il caffè,da due giorni dopo l’apertura dello studio circa…non era strano.

Andò a letto,aveva sonno,si sdraiò,cacciò un urlo,riusciva ad addormentarsi solo cosi…da tre giorni circa dopo l’apertura dello studio…non era strano.

 

Era mattino,si alzò ,aveva dormito male anche quella notte:incubi.

Pioveva,non gli piaceva la pioggia,anzi no,gli piaceva…comunque chi se lo sarebbe aspettato dopo quel tramonto?

Si fece il caffè,ne bevve una mezza tazzina,poi una intera…riusciva a bere il caffè solo cosi da un po’,ma non il vino…era una cosa normale.

Era ora,prese un sacco della spazzatura e andò davanti allo sgabuzzino,tirò un sospiro, girò la chiave,aprì la porta e prima che potessero reagire cacciò dentro al sacco tutti quei zavagli e lo chiuse.

Si sentì poco bene:era troppo vicino a quei bastardi. Si fece coraggio,li prese e uscì di casa;chiamò l’ascensore,entrò,c ‘era un uomo in giacca e cravatta

“giorno”

“buongiorno”.

Durante la discesa gli sembrò che lo guardasse male

“che c’è ,EH?!”

“niente guardi…”

“STO BUTTANDO VIA LA SPAZZATURA OK!?”

Arrivarono a terra,l’impiegato uscì di corsa.

Andò alla sua macchina,si guardò attorno:aveva la sensazione di essere osservato,come quel suo paziente di qualche giorno prima,entrò, la mise in moto e partì.

Pioveva a dirotto la pioggia gli piaceva, no non gli piaceva, no gli faceva paura ,no, forse ,non se lo ricordava più ,i targicristalli andavano su e giù velocissimi,gli mettevano ansia,sorpassò una macchina,gli cacciò un urlo,sbattè le mani sul volante. Gli sembrava che i palazzi,le case,i grattacieli gli si chiudessero addosso,i semafori lo fissavano,cosa volevano mai? Le persone in realtà erano dei cadaveri,lui lo sapeva.

Arrivò in periferia e poi in aperta campagna.

Gli alberi erano mostri,la striscia in mezzo alla strada era un serpente,i moscerini bucavano il vetro come proiettili uno gli graffiò la guancia,piovevano chiodi e martelli,il rombo della macchina era il rutto di un orco,lo assordava,gli incubi dentro il sacco si dimenavano,i cartelli segnaletici gli facevano gli sgambetti,sorpassò un'altra macchina,spingeva il motore al massimo,le case si stavano muovendo,cantavano,il cambio era diventato un cactus,non poteva toccarlo,le gomme erano quadrate,dei draghi lo sorvolavano,la camicia stava cercando di strangolarlo,le scarpe gli stavano stritolando i piedi,urlava terrorizzato si dimenava,un mostro uscì dal sacco e lo azzannò,era un topo gigante,si dimenava,cercava di toglierselo,urlava disperato,uscì di strada si schiantò contro il piede di un gigante,morì.

Quando i soccorsi arrivarono trovarono una macchina distrutta contro un albero,dentro un uomo morto e un sacco pieno di spazzatura.

 

A qualcuno era parso di vedere sgattaiolare fuori dal sacco qualcosa…

forse un topo…   

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: EdoCotta