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Autore: ReaRyuugu    12/08/2015    1 recensioni
23 prompt. Cose dette, sussurrate, lasciate sfuggire, o mai dette del tutto. 23 situazioni differenti, applicate a coppie, amici, amanti, o singoli personaggi. 23 modi di costringermi a tornare a scrivere un po’ ogni giorno.
Coppie affrontate: ImaHana {1#, 2#, 8#, 9#, 18#}, TakaMido {3#, 17#, 20#}, AoKaga {4#}, HaiKise {5#, 12#}, AoKise {6#}, MuraAka {7#, 21#}, AoKagaKuro {11#}, SilverGold {13#}, KagaKuro & AoKuro {14#}, KiyoHyuu {#15}, HimuNiji {16#}, MitoKoga {19#}, KiyoHyuuRiko {22#}, AoMomo {23#}
Character-centric: Mibuchi Reo {#10).
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Genere: Commedia

Tipo di coppia: Vvvagamente shonen-ai

Personaggi: Hanamiya Makoto, Imayoshi Shouichi

Rating: Verde

Parole: 800+

Note: Torno sul mio fido cavallo di battaglia, la mia amata ImaHana, seppur con una ff che di “ship” ha ben poco.

… però adoro metterli in situazioni del genere, uffa.

Scritta il: 5/07/2015

 

18# • Things you said when you were scared

 

 

- Ti sei perso o cosa, idiota? -

Non è certo il buio a spaventare Hanamiya Makoto, e nemmeno quelle sfilacciose ragnatele finte che pendono dal soffitto e che non ingannerebbero neppure un moccioso. Anzi, a dirla tutta trova il setting di quella ‘casa infestata’ poco credibile e decisamente patetico: passa oltre ai “mostri” che sbucano da ogni angolo come se non esistessero proprio, guardandosi intorno con silenziosa circospezione.

Un altro vicolo cieco, un altro angolo fatto solo di specchi deformanti. Non sono neanche i riflessi distorti a mettergli suggestione, o le registrazioni scricchiolanti che sente provenire da quello che con un po’ di attenzione riesce ad individuare come un chiarissimo amplificatore; l’unico motivo della tensione che gli sta facendo venire la pelle d’oca è il fatto che là dentro, prima, ci sono entrati in due.

Lui, e quel quattrocchi del cazzo.

 

- Non fare l’antipatico, siamo al luna park e non andiamo alla casa infestata? Che, hai paura? -

- No che non ho paura, come potrei quando frequento direttamente qualcuno mette il “tu” in “disturbante”? -

- Allora il problema non si pone, no? Andiamo, andiamo ~! -

 

E, naturalmente, la prima cosa che quello ha fatto è stato sparire alla prima svolta.

Stringe i pugni, ancora nascosti nelle tasche della felpa. Come già detto, non sono gli elementi in sé di quell’atmosfera mal costruita a farlo tendere come una corda di violino; è la consapevolezza che lui è la fuori, pronto ad attaccare. E così, ogni strascicare registrato diventa un possibile indizio del suo avvicinarsi; ogni spiffero d’aria diventa il suo respiro che gli alita sul collo; ogni ombra, ogni riflesso, diventa il suo spettro minaccioso che incombe su di lui. Che poi, anche se fosse, cosa potrebbe fargli?

È totalmente irrazionale e più forte di lui, ma sebbene ormai stiano innegabilmente insieme (ammetterlo è sempre più inquietante di qualsiasi fobia inutile) non ha mai smesso di provare quel terrore di fondo nei suoi confronti. Perché?! Cosa potrebbe fargli quel mostro di tanto terribile?! Strangolarlo, accoltellarlo, spaccargli la testa? Sono tutte cose che gli farebbe più volentieri lui!

Deglutisce a vuoto, avanzando oltre una stanza di sole pareti riflettenti. Vedere il proprio stesso riflesso, anche se distorto, quasi lo rassicura: è il modo migliore per avere la completa certezza di essere solo, senza nessuno ad attentare alla sua sanità fisica e mentale.

Ma basta una fugace ombra fuori posto, e tutti i suoi sensi si allertano come folli. Un singulto strozzato esce dalla sua gola secca, le palpebre si sgranano, le pupille cercano furiosamente in ogni angolo l’origine di quella suggestione.

- Se sei tu smettila, sei patetico. - la voce si incrina leggermente sull’ultima parola, ma spera che non se ne sia accorto - Esco senza di te, chiaro? -

Silenzio. Nessuna risposta, nessun movimento. Adocchia vagamente un cartello “EXIT” in breve lontananza, e senza più esitare si dirige verso quella luce di salvezza: una volta fuori non potrà fargli più nulla, anzi, nel migliore dei casi sarà lui a perdersi in una casa infestata vuota!

Ma ogni barlume di speranza si spegne appena sente il vibrare minaccioso di un passo proprio dietro di sé. Un brivido di terrore si fa strada lungo la sua spina dorsale, e il gelo della paura a malapena lo fa voltare quel poco che basta per sbirciare oltre la propria spalla.

Una sagoma emerge dall’ombra, e due lenti rettangolari sono l’unica cosa che luccica in quella manifestazione di pura oscurità malefica.

 

- Dove credi di andare, Hanamiyaaaaaa?! -

 

Un grido incontrollato si fa strada su per la gola secca, dilaniandola mentre le gambe si muovono da sole verso quella che sembra l’unica possibilità di uscire vivo da quell’inferno. Sente già il sapore della libertà, la freschezza dell’aria sulla pelle…

… il dolore lancinante del proprio muso che si sfracella contro qualcosa… ?

Indietreggia barcollando, sentendo la coscienza farsi leggera e fluttuante. Eh… ora capisce perché all’ingresso gli hanno detto di camminare piano e tenere le mani avanti, pensa, mentre il cervello gli si spegne per qualche secondo.

 

 

- Smettila di ridere. Sono serio, smettila di ridere o ti ammazzo. -

Parole al vento, visto che sente ancora quel bastardo sogghignare come uno stronzo.

Sente, perché quello giustamente si è messo al di fuori dal suo campo visivo. Tenendo la testa alzata e le dita strette sul setto nasale per impedirsi di morire dissanguato, d’altronde, non può permettersi di guardarsi intorno più di tanto.

E non è che gli abbia chiesto scusa, assolutamente. Da dopo quei dieci secondi di blackout totale in poi, tutto quello che ha raggiunto le sue orecchie è stato il suono insopportabile della sua risata.

Lo trova così divertente? È sempre stato quello il suo obiettivo della serata, o cosa? Volta gli occhi da una parte, vedendo finalmente la sua brutta faccia tornare a far parte delle sue percezioni.

- Dai, mi voglio far perdonare, vado a prenderti qualcmpphff—… -

Oh, poco furbo da parte sua mettersi proprio dalla parte della mano ancora libera. Il pugno è un po’ debole, visto che con la sinistra non è la sua mano dominante, ma il rumore del naso di Imayoshi che scricchiola sotto le sue nocche quasi lo distrae dall’umiliazione e dal dolore.

 

- Gentilissimo da parte tua ma no, preferisco fare pari, pezzo di merda. -

   
 
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