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Autore: Dihe    12/08/2015    4 recensioni
[Dalla serie del 2012]
Frances, una ragazza un po’ scorbutica e taciturna, appassionata di musica e fotografia e i cui genitori lavorano all’estero cinque giorni su sette, si ritroverà immersa in un’avventura da cui dipendono le sorti del mondo come lo conosciamo. Riuscirà Frances, accompagnata da quattro insoliti ninja, un saggio maestro e due suoi compagni di scuola, ad aiutare a cambiare le tragiche previsioni nel destino del mondo?
Dal 1° capitolo:
“Mentre la ragazza camminava a sguardo basso, notò qualcosa che solitamente non c’era. Alzò un cipiglio perplesso sulla struttura cilindrica e sussultò sommessamente, dalle finestrelle della sala di controllo provenivano baluginii violacei che proiettavano ombre oblunghe e deformi sul cemento del marciapiede. Strano, pensò, di solito non ci andava nessuno, sapeva che il gasometro veniva controllato a distanza con l’utilizzo di alcuni software. Si avvicinò titubante e si arrampicò su un cassonetto per la raccolta della carta nel tentativo di vedere attraverso le finestre annerite dalla polvere...”
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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cover

7. Sensibile

Frances boccheggiò in preda al panico. Tentava di socchiudere gli occhi, ma le palpebre ricadevano pesantemente ad oscurarle la vista mentre i polmoni venivano compressi rendendole impossibile respirare. Avvertiva le gambe insensibili penzolare nel vuoto, e la gravita oscillare su di lei, facendosi a tratti insostenibile e a tratti indistinta. Voci si accartocciavano gracchiando, ferendole le orecchie in uno stridere aggrovigliato ed incomprensibile. Sarebbe morta, lo sapeva. Alzò con fatica un braccio pulsante di spasmi a tastarsi il petto, eppure non riusciva a sentire nulla, se non la sua carne e la stoffa stropicciata dei vestiti. Abbandonò il braccio lungo il fianco, alzando il volto e spalancando la bocca, riuscendo a malapena ad aprire gli occhi su un cielo compatto ed indistinto, che scivolava velocemente su se stesso.

 

«-es? Frances?»diecimila parole!!!!!

    La ragazza si riscosse. La fronte madida di sudore luccicò sotto le lampade al neon, la schiena s’incurvò leggermente in avanti sulle gambe incrociate. Respirò avidamente. Stava bene. Era viva.

    ...Ma allora perché avvertiva quel senso di ansia, di oppressione di quando qualcosa presto andrà male?

    «Frances, stai bene?» ripeté Mara, l’insegnante di modern, osservandola con gli occhi chiari ed enormi sul viso diafano e affilato dagli zigomi sporgenti.

    Le ciglia di Frances sfarfallarono fulmineamente, «Sì, scusami. Mi sono incantata per un attimo»

    «Sei pallida» insisté la donna.

    «Sto bene, sul serio. Ho solo avuto una sensazione...» assicurò la quindicenne, con un movimento vago della mano.

    Restarono in silenzio fino a che Anna non chiese se dovessero fare anche i grand jeté en tournant, con la disapprovazione generale. «Che c’è? Chiedevo!» esclamò quella. Infatti, lo ricordò a Mara, che mise la musica. Frances si tirò in piedi aggrappandosi ad una delle sbarre da muro, e si sistemò nell’angolo dietro le compagne.

    Era bello sudare. Avvertire i muscoli bruciare e pulsare sotto la pelle madida, il petto alzarsi ed abbassarsi furiosamente, ogni profondo respiro vorticare nei polmoni. E per un po’ Frances non si concentrò su altro, solo sulla sua fatica, e la rara sicurezza di esserci e di essere viva. Non assorbì la musica come faceva di solito, quando diventava un essere indistinto e fragile e denso si fumo impalpabile. La voce di Florence mentre cantava Ship To Wreck voleva farla piangere, perché le ricordava di come ci si sentisse ad essere sul punto di rovinare tutto ciò che più ci sta caro. Ma Frances non volle ascoltarla, quel giorno, e non chiuse gli occhi per cacciare le lacrime a fine lezione, ma si avvicinò ansante all’insegnante. Era una donna bella, Mara, magra e ossuta, dai tratti sibillini e la pelle sottile come carta, lunghi capelli d’ebano dalle punte più chiare dritti come spaghetti e le labbra sottili e ben disegnate. Suo padre sosteneva che fosse inquietante, ma Frances non pensava di aver mai visto una donna più bella, una donna più forte da aver sostenuto sue matrimoni distrutti e due figli in grembo, una donna più vera.

    «Mara, posso parlarti un attimo?»

    E la cosa più bella era che capiva, sul serio.

    «Dimmi tesoro.»

    La quindicenne non sapeva da dove cominciare, si grattò una guancia, «Beh, in questi ultimi giorni ho fatto conoscenza con quattro ragazzi... E una ragazza... E, un giorno che andavo a casa dei ragazzi ho raccontato a tutti di Rick. Cioè, non stavo molto bene quei giorni, così avevo preso quei calmanti che mi ha detto il dottore... E, boh, ora non so proprio perché l’ho detto loro. Il punto è che sono le uniche persone con cui ho parlato al di fuori della mia famiglia da quando ho iniziato il liceo, ma ora non me la sento più di vederli...»

    Mara sembrò pensarci su, annuendo, «Ti senti in imbarazzo?»

    «Sì, e loro si preoccupano per me ma io non voglio perché ci conosciamo da poco. Vorrei solo seppellirmi, ora.»

    «Beh, se si preoccupano vuol dire che ci tengono a te. Magari devi lasciarti un po’ di tempo, ma secondo me non dovresti tagliare ogni contatto con loro. Col tempo capiranno.»

    Frances abbassò lo sguardo annuendo piano e mordendosi le labbra.

    «Ma dimmi» l’insegnante trattenne a stento un sorrisino malizioso «c’è mica qualcuno di loro che ti piace?»

    La ragazza avvampò «No! No, no. No, insomma, no, non credo, no. Forse, probabilmente no.»

    Mara arricciò le labbra screpolate, «Peccato, è la mia parte preferita sentire le vostre storie sentimentali...»

    Il telefono di Frances vibrò per terra accanto alla bottiglietta d’acqua ormai vuota. La quindicenne lo sbloccò perplessa, sotto lo sguardo attento della donna.

 

Numero sconosciuto - Raffaello Hamato

Buongiorno principessa, sei ancora viva? Ad April sta venendo un esaurimento nervoso, sai?

 

Frances sbarrò gli occhi. Come faceva ad essere irritante anche nei messaggi? Com’è che aveva il suo numero? Voltò lo schermo del telefono verso Mara, «No, ma io devo tenermeli cari questi, scusa?» esclamò sardonica.

    La donna esaminò lo schermo, sorrise e lo prese delicatamente dalle mani di Frances, rispondendo al messaggio.

 

Frances Canvernon so se le ho già dato un cognome, nel caso non me lo ricordo più °_°*

Cos’è, ti manco?

 

    «Ahh, che scrivi Mara!!!!» strillò la ragazza, in preda al panico.

    «Shh, lascia fare a me» la rassicurò l’insegnante, ridacchiando.

    La ragazza si fece disperata «Ma quello mi sta pure antipatico!»

    «Chi detesta compra.»

    «Mara!!»

 

Numero sconosciutoRaffaello Hamato

Non ti fai sentire per giorni e fai anche la preziosa?

 

Frances Canver

Danza. E i miei problemi.

 

Numero sconosciutoRaffaello Hamato

..Potevi almeno avvisare.

 

Frances Canver

Alcune cose non si possono dire a voce

 

     Raph osservò il telefono sconcertato. Non sapeva che rispondere.

 

Raffaello Hamato

Sai com’è, di solito tendi a cacciarti nei casini, non si poteva sapere...

 

Numero sconosciutoFrances Canver

..Beh, grazie della fiducia

 

    «Tendi a cacciarti nei guai Frances? Non mi sembravi il tipo»

    La ragazza ridacchiò, «Non do a vedere molte cose...»

    «Beh, come ti ho detto tempo fa io so che sei una che se vuole mangia la faccia alle persone. Ma non credevo che lo facessi sul serio» rise Mara.

 

Numero sconosciutoRaffaello Hamato

Va be’, la prossima volta cerca di farti sentire, però

 

Frances Canver

Vedrò...

 

    «April, mi ha risposto. A me sembra non stia poi così male...» commentò Raph, trattenendo un sorrisetto.

    La rossa si sporse sullo schermo del suo T-Phone – Tarta-Phone – con sguardo apprensivo, «Non so, avresti dovuto sentirla l’altro giorno... quando mi ha parlato al telefono sembrava davvero distrutta...»

    «Magari è perché ci ha raccontato del suo amico» osservò Leo, spegnendo la televisione.

    «Probabilmente... secondo me non dovremmo parlarne quando la rivedremo»

    «Se la rivedremo»

    «Non portare sfortuna Raffaello!»

 

    Mara riconsegnò il telefono a Frances «Mah, a me sto Raffaello non sembra così male. Si è preoccupato in fondo»

    Frances abbassò lo sguardo sullo schermo, dandosi tempo per rispondere, «...Magari hai ragione te...»

 

Frances Canver

Grazie, comunque.

 


Angolo Autrice

Lo so, biblico ritardo ç_ç!!!! Perdonatemi, ma avevo un blocco, ho riscritto il cap tre volte e nemmeno questa mi convince appieno, ma è meglio di quelli che avevo provato prima... Sì, fa abbastanza pena ma non dateci peso °_°* comunque siamo arrivati a diecimila parole in questo cap! *applausi vari*

Mi scuso ancora per il ritardo, cercherò di pubblicare il prossimo più in fretta e risponderò alle recensioni – cosa che non ho fatto in questo mese, sorry T.T!

   
 
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