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Autore: Sara_2001    13/08/2015    0 recensioni
Anabel Price detta Bel, occhi azzurri come l’oceano, capelli color nocciola, un fisico perfetto. Lei è sempre stata una ragazza solare ma una scoperta del padre le ruba quel sorriso che brilla sempre sulla sua faccia, tutti gli voltano le spalle, nessuno più la capisce, né la madre né i fratelli solo lui riesce a farla sorridere anche quando lei non ne ha voglia, solo lui riesce a consolarla con un abbraccio, lui, Tom Parker: occhi verdi, capelli neri e un fisico da paura è il playboy della scuola, anche lui ha un passato difficile alle spalle e insieme ad Anabel riesce a superarlo e finalmente a essere felice. Ma sarà così facile? oppure ci saranno ancora tanti ostacoli da superare? E soprattutto ce la faranno a superarli?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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~~“Ti sei divertita?” chiede Charlie quando arrivo davanti casa mia “certo, mai divertita così prima d’ora” cerco di sorridere ma non è facile, voglio dire mi ha appena chiesto se mi sono divertita a sentire la nascita dell’universo. Si avvicina e mi lascia un casto bacio sulle labbra, cerco di approfondirlo ma lui si stacca. È sempre lo stesso l’unico bacio riesce a dare è a stampo… sto cominciando a stufarmi “ci vediamo domani Bel” si volta e se ne va. Grrr che nervi, voglio dire sono la sua ragazza mica il suo cane. Sbuffo e entro in casa “sono tornata” dico con tono scocciato, “com’è andata?” chiede mia madre uscendo dalla cucina “bene” dico con un’alzata di spalle “vado in camera”. Entro in camera mia prendo un libro e mi butto sul letto. Ma cosa mi passava per la testa quando mi sono messa con Charlie? Io credevo che era un ragazzo d’oro – non che non lo sia- però sembra un bambino e io non voglio fare la mamma a nessuno. Sospiro frustata prendo il telefono e lo fisso, prima quando mi serviva un consiglio ne parlavo sempre con Kate ma adesso rimasta da sola, tutti mi hanno voltato le spalle per colpa di mio padre, che stronzi. La porta della mia stanza viene aperta bruscamente e un bambino di dieci anni entra e si siede sul mio letto “Bel, ti vuole la mamma” “ok” poso il libro e il telefono sul letto e scendo al piano di sotto. “mamma, Alex mi ha detto che mi cercavi… dimmi” “domani vieni tuo fratello Sean” “ah” Sean era l’unico che non sapeva di mio padre, non volevamo dargli la notizia di papà “quindi dobbiamo essere noi a dirglielo?” chiedo mentre mi tocco la punta di una ciocca dei miei capelli “credo di si” “ok”. Mi volto ma mia madre mi richiama “Bel” “si mamma” “ti voglio bene” detto questo mi abbraccia, “anch’io ti voglio bene e questo lo supereremo insieme” dico mettendo il viso nell’incavo del suo collo… ho voglia di piangere. Sciogliamo lentamente l’abbraccio ci sorridiamo “Bel il tuo telefono” grida mio fratello dal piano di sopra “arrivo” corro di sopra in camera mia e prendo il telefono in mano, numero sconosciuto “Alex vai” lui fa una fa una faccia delusa “vai” lo rimprovero, lui alza gli occhi al cielo e poi esce chiudendosi la porta dietro. Finalmente
“Pronto?”
“ehy Price”
“chi sei?”

“come non mi riconosci?”
“dovrei?”
“certo sono l’affascinante Parker”
a quelle parole scoppio a ridere
“ti sei appena definito affascinante?”
“certo e anche, bellissimo, carismatico, simpatico, rubacuori…”
“presuntuoso, donnaiolo, stronzo”
aggiungo
“come vuoi ma sei l’unica ragazza che la pensa così… comunque perché mi hai scritto quelle cose?”
“quali cose?”
“che ti piacerebbe molto uscire con me”
“non ti ho mai scritto cose del genere”
“come no? esattamente cinque minuti fa”
“cosa? Ma se io stavo parlando con mia madre… senti Tom se è uno scherzo non è affatto divertente”
“ma non è uno scherzo… io ti ho inviato un messaggio che ti diceva di ricordarti il progetto che domani abbiamo l’interrogazione e poi mi è arrivato un tuo messaggio”
“tu mi hai mandato un messaggio?”
“siii, scusa ma oggi hai problemi di comprensione Price?”

“scusa ma come fai ad avere il mio numero?”
“L’ho chiesto in giro”
“più precisamente?”
“a Kate, comunque se muori proprio dalla voglia d’uscire con me ti vengo a prendere subito”
“lo vuoi capire che io non ti ho scrittooo”
“siii inveceeee”

“io non sono stata”
“allora chi? Il fantasma che vive nel tuo armadio?”
“ah ah che divertente… aspetta”
“guarda che stavo scherzando non c’è nessun fantasma nel tuo armadio che vive tra i tuoi sexy vestiti”
“1) chi ti dice che i miei vestiti sono sexy? 2) so chi ti ha mandato il messaggio”
“1) so che i tuoi vestiti sono sexy perché li metti tutti i giorni genia 2) chi se non te?”
“mio fratello… quando lo prendo ci faccio il polpettone”
“uuuuh… ricordami di non farti mai arrabbiare”
“si,si ci vediamo domani a scuola ora devo spedire un bambino di dieci anni in Australia”

Riattacco “ALEXXXXX” urlo mentre esco come una furia dalla mia stanza, lo vedo correre di sotto e nascondersi dietro mia madre “Bel  che cosa ti urli?” dice mia madre allarmata “il mio dolce fratellino a mandato un messaggio ad un ragazzo dicendogli che voglio uscire con lui” dico fulminando con lo sguardo il ‘povero’ bambino indifeso “Alex veramente hai fatto questo?” dice la donna voltandosi verso il figlio che annuisce leggermente, intimorito di cosa potrebbe fargli la sottoscritta “Alex non si fa, non farlo mai più ok?” lui annuisce nuovamente e rimane sempre intimorito dietro mia madre. Sbuffo e me ne rivado in camera mia. Salvo il numero di Tom e poi vado su whatsapp che è pieno di notifiche sul gruppo della classe, lo apro e vedo tutti ‘ahahaha’ che si ridono? Salgo sempre più su finchè non arrivo al messaggio più remoto è di Trent – ho il suo numero perché me l’ha dato Kate-  “il padre della Price se la tira con un uomo” a quelle parole gli occhi mi bruciano scendo e tutti i componenti della classe ridono, compresa Kate. Una lacrima riga il mio volto ma l’asciugo subito, esco dal gruppo e vado sul contatto di Tom, come foto di profilo ha messo una sua foto mentre è appoggiato alla sua moto con un jeans nero attillato e una camicia bianca che lascia vedere leggermente il suo corpo con i primi due bottini aperti una mano poggiata sulla sua spalla che tiene una giacca e l’altra passa per il suo ciuffo nero mentre i suoi occhi verdi brillano. Mi mordo il labbro, cazzo è proprio un fico da paura. Anabel ma cosa pensi? Ritorna in te su… scuoto la testa e torno indietro per leggere il suo stato “i veri uomini non vengono mai fottuti e l’amore ti fotte quindi i veri uomini non si innamorano mai” che  stato è mai questo? Mah. Esco dal contatto e cerco quello di mio padre, quando lo trovo la foto di profilo è cambiata, prima ce n’era una con me lui e i miei fratelli, ora al suo posto c’è una foto di lui e di un altro uomo, le mani cominciano a tremare, clicco sul contatto e il suo stato è “i love you Luke” ecco vomito. Sto per buttare a terra il telefono per la rabbia che provo in questo momento ma mi limito a metterlo in stay-bay  e mi butto a peso morto sul letto chiudendo gli occhi con forza.
 […]
La sveglia suona. Vaffanculo alla sveglia che ha un suono così fastidioso e a quello stupido che me l’ha venduta. Sbuffo e mi alzo vado in bagno mi lavo, mi preparo e poi scendo al piano di sotto, faccio colazione, mi lavo i denti e poi esco.
Metto in moto la mia mini bianca e nera e sfreccio a scuola. Quando a rivo al mio passaggio tutti sghignazzano, probabilmente per il messaggio idiota di Trent, faccio finta di niente e cammino a testa alta, passo davanti al gruppetto di Tom e mi avvicino, vedo Trent di spalle intento a fumare insieme ai suoi amici mentre è circondato da delle oche che sono le stesse della mia classe compresa la new entry, Kate. Gli picchietto con un dito su una spalla lui si gira e quando mi vede scoppia a ridere e tutto il fumo che aveva in bocca mi va in faccia facendomelo respirare. Con tutta la forza che ho in corpo  gli sgancio uno schiaffo talmente forte da fargli rimanere il segno della manato sulla guancia destra. “che ti prende?” chiede “che mi prende? Si può sapere cosa ti ho fatto di male?” gli urlo e tutti gli sguardi sono puntati su di noi, ma chi se ne frega tanto ormai sono diventata lo zimbello di tutta la scuola “perché?” chiede, ma allora è idiota per davvero “perché quello che a te fa ridere a me fa piangere ok?” gli urlo in faccio “ehy Bel tutto bene?” duce una voce alle mie spalle, mi volto e vedo il viso di Charlie “secondo te va tutto bene?” dico bruscamente e poi mi rigiro da Trent “non è colpa se tuo padre è quello che è” i miei occhi diventano lucidi e il mio sguardo infuocato mentre Tom da una gomitata al suo amico incitandolo a piantarla “basta Trent” gli dice piano ma io riesco a sentirlo lo stesso; “perché la devo smettere Tom? È lei che è venuta qui, io dico solo la verità” “tu provati a metterti nei miei panni, prova  a vedere se è bello che tutti ti prendano in giro per una scelta che ha fatto tuo padre e tu non puoi farci niente… e lo sai cosa sei? Solo un grandissimo coglione” detto questo mi volto ma lui mi trattiene per un braccio “nessuno parla mi parla così” “ma io non sono nessuno, io sono Anabel Price e non permetto di farmi mettere i piedi in testa soprattutto da uno scimmione come te” vedendo che non mi lasci gli do un gomitata allo stomaco e me ne vado seguita da Charlie che mi dice di fermarmi ma non lo faccio finchè non raggiungo l’armadietto “Bel credo che tu abbia esagerato” dice il mio ragazzo, che dovrebbe essere dalla mia parte “scusa ma tu da che parte stai? Secondo te ho esagerato? Bene allora provaci tu a vivere la mia vita e poi mi dici” “lo so che non è facile però non devi fare così” “Charlie Vaffanculo tu e il tuo cervello che è andato in pappa” prendo i libri dall’armadietto e poi sbatto l’anta dirigendomi a grandi passi verso la mia aula.
[…]
La ricreazione , prima la passavo con le mie amiche a scherzare invece  adesso mi ritrovo tutta sola a passeggiare per il cortile della scuola con la musica nelle orecchie. Due mani mi tolgo gli auricolari, alzo di scatto lo sguardo e vedi gli occhi verdi di Tom “perché me l’hai tolte?” chiedo furiosa “perché ti voglio chiedere scusa per Trent” “le scuse me le deve fare lui non te” “si però…” “Tom non preoccuparti va tutto bene” dico riprendendo gli auricolari ma mentre me ne stavo andando lui mi trattiene “aspetta, oggi ti aspetto vicino al cancello” “cosa?” “per la nostra uscita… da amici” “io pensavo che scherzassi” “no ero serio, all’uscita vicino al cancello” detto questo sparisce. Ok. Mando un messaggio a mamma che dice che oggi rientro più tardi perché esco con un amico e poi continuo la mia passeggiata.
[…]
Finalmente la scuola è finita e mi avvicino al cancello aspettando Tom.  “Buuuh” urla qualcuno alle mie spalle “aaaaaaaaah” urlo voltandomi vedendo Tom piegarsi in due dalle risate “Parker sei morto” “ok scusa” dice ricomponendosi. “bene andiamo” “andiamo dove?” chiedo “se vieni con me lo vedrai” sospiro e lo seguo. “dai Sali sul mio destriero” dice indicando una moto nera “scherzi? Io ho la macchina qui” “dai dopo la vieni a prendere ora andiamo” “io non salgo sulle moto” “perché no?” “perché… ho paura” “non sei mai salita su una moto?” “no” “beh allora questa sarà la prima, su dai” questa volta mi porge il casco, lo afferro e lo metto, se solo mia madre sa che io sono salita su una moto mi trucida come minimo. Mia aiuta a salire e poi prende le mie mani tra le sue e se le stringe in vita. Sotto le mie mani sento un corpo palestrato. Cazzo. Cazzo. Cazzo. Posso morire ora. Poggio la testa sulla sua schiena e inspiro il suo profumo: Vaniglia, deodorante da uomo e tabacco, una fragranza stravagante ma buonissima. Anabel riprendi conoscenza sei fidanzata… con un’idiota, ma sei fidanzata. Parte a razzo e per poco non muoio all’istante, il vento scompiglia i miei capelli e credo che quando toglierò il casco sembrerà che in testa ho un nido di uccelli e non capelli.
Arriviamo non so dove e la prima cosa che faccio quando tolgo il casco è quella di legare i miei lunghi capelli castani in una coda alta.
Mi guardo intorno e vedo la pista di pattinaggio, no, non ho assolutamente intenzione di farmi prendere in giro da lui “Tom io non so pattinare” “ti insegno io, dai vieni” dice cominciando ad entrare. Odio quando non mi da ascolto.
Lo seguo all’interno e lui già ha conquistato la commessa, bene. “Price il tuo numero?” mi chiede quando lo affianco “39” “ok e un 39 per lei” prendiamo quegli aggeggi e poi ci dirigiamo verso una panca per metterli “te lo dico se mi rompo qualcosa sei morto Parker” lo minaccio puntandogli il dito contro” “non preoccuparti… ti fidi di me?” “no” “beh lo dovrai fare”.
“Ok ora che sei sul ghiaccio devi imparare a pattinare” “non mi dire, non l’avevo mica capito… bravo Tom fai progressi” dico mentre sono occupata a reggermi alla barriera che delimita la pista di pattinaggio “dammi le mani” una la stacco e gliela porgo, lui prontamente l’afferra. A quel tocco sento mille brividi che mi percorro la schiena. Quando la sua mano stringe la mia gli do anche l’altra “bene ora devi scivolare, dai vieni” dice mentre lui pattina all’indietro, chiudo gli occhi per paura di cadere ma invece sono ancora in piedi, il movimento mi viene naturale. “ora prova a farlo da sola” “cosa?” “dai ci sono io qui, ti prometto che non ti faccio cadere” lentamente fa separare le sue mani e si allontana da me “su vieni” faccio come mi dice ma nel tentativo perdo l’equilibrio e cado in vanti e lui nel tentativo di afferrarmi cade insieme a me. Scoppiamo a ridere come idioti “per fortuna che non mi facevi cadere” dico tra una risata e l’altra “sei tu che mi hai trascinato giù”.
[…]
“ti va un gelato?” chiede Tom quando usciamo “ok” “ti sei divertita?” “si, grazie mi ci voleva proprio” “beh è a questo che servono gli amici” “quanti amiche femmine hai avuto?” “solo te” “mi devo ritenere fortunata?” “si perché con questi jeans ti salterei addosso anche subito” gli sorrido falsamente e poi ritorno a guardare davanti a me.
Entriamo in gelateria e prendiamo il gelato sedendoci ad un tavolo “l’interrogazione di oggi è andata bene” dico e lui annuisce “comunque alla fine ti sei imparata un po’ a pattinare” “si e sono state più le volte che sono caduta che stata in piedi” “hai ancora tanta strada da fare” “per me può bastare così” “nah… ti farò diventare una campionessa” scoppio a ridere “non mi interessa diventare una campionessa” “si ma poi non abbiamo più scuse per uscire… come amici sia chiaro”.
[…]
Mi riporta di nuovo davanti al cancello della scuola “ci vediamo domani Price” “a domani Parker” gli porgo il casco,lo saluto con un ‘ciao’ e poi lui sparisce lasciandosi dietro un po’ di fumo provocato dalla sua moto. Mi dirigo verso la mia auto e ci salgo sopra. L’unico che non mi ha abbandonata è Tom, o meglio mi si è avvicinato visto che prima eravamo solo degli sconosciuti anche se siamo stano nella stessa classe per cinque anni.
Metto in moto e mi dirigo a casa, il mio umore è cambiato, stamattina ero arrabbiata e triste e ora allegra da canticchiare le canzoni che trasmette la radio.
Parcheggio la mia auto e quando scendo vedo una macchina mai vista prima parcheggiata nel guardino accanto a quella di mia madre. Sarà una sua amica.
Sto per aprire la porta ma qualcuno mi precede. Il volto di mio fratello Sean mi appare davanti “Sean” dico sorridendo “Bel” dice lui con un tono spento. Vedo che nei suoi occhi nocciola non brillano più, sono spenti “che succede?” chiedo “ho saputo di papà” “ah” “già, scusa entra, stavo uscendo per prendere una boccata d’aria” detto questo mi supera e esce. Sospiro, ed ecco che il mio umore dalle stelle arriva alle stalle, sbuffo e entro in casa chiudendomi la porta alle mie spalle, mi tolgo la giacca e la appendo all’appendiabiti e  poi urlo “sono tornataaa” nessuna risposta. Ok scommetto che Alex è di sopra a giocare mentre mamma sta piangendo.  Questa situazione è troppo difficile e mi chiedo fino a quando resisterò anch’io. “mamma, lo so che è difficile ma per favore fallo per me” dico con un tono di voce abbastanza alto, entro in cucina ma lei non c’è.  Prendo una mela la mordo e ricomincio a cercarla “mamma dove sei?” “Bel…” dice mia madre entrando in cucina, finalmente “mamma dove ti eri cacciata?” “scusa ero di la in salotto… ci sono visite” “oh e chi è venuto?” “vieni” mi prende un braccio e mi invita a seguirla. Quando entro in sala vedo mio padre e un uomo seduti sul divano, il mio sguardo va sulle loro mani e sono intrecciate. La mela che ho in mano cade a terra e il pezzo che ho mozzicato rimane lo ingoio  a fatica mentre la mia bocca si apre e i miei occhi cominciano a pizzicare. Non avrei mai immaginato che mio padre chi avrebbe fatto conoscere il suo compagno così presto.

Angolo Autrice:
Salve di nuovo questo è il secondo capitolo e spero che vi piaccia, se è così fatemelo sapere un bacio, alla prossima.
-Sara

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