Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: etc    13/08/2015    4 recensioni
Allora, hai capito chi sono?
Non ho età. Pochi conoscono il mio nome. Sono la notte dopo il giorno.
Io non esisto.
Forse stai diventando pazzo.
Esatto, è il mio lavoro.
Genere: Dark, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Come mi chiamo?
Non ha importanza.
So che il mio nome non ti interessa. Ti spaventa, lo temi.
Eppure l'hai ripetuto così tante volte…
Non te lo ricordi? Ti ho tenuto compagnia nei momenti più difficili. Hai sussurrato il mio nome, supplicante. Mi hai chiamata e mi hai confidato tutti i tuoi segreti più intimi. Poi hai pianto, hai gridato, mi hai allontanata, mi hai insultata. Ma io ho sorriso e ho aspettato. E dopo poco sei tornato a cercarmi, strisciando, chiedendo perdono. E ti ho accolto guardando compiaciuta il relitto che eri diventato.
Sono la tua droga, la tua dipendenza, il tuo sollievo.
Sono una foto sbiadita del tuo mondo di ricordi, sempre più lontano.
Il silenzio nella tua testa in mezzo a una folla di persone vocianti.
Mi intrufolo negli angoli vuoti della tua mente, sono il primo pensiero che ti avvolge la mattina appena sveglio e l'ultimo con cui ti addormenti la sera. Sono il silenzio più assordante tra quelli che infestano la tua mente.

Ora ricordi? Avanti, lo sai. Sai come mi chiamo. Mi hai conosciuta da vicino. Mi hai incontrata spesso. Hai visto molte volte la donna seduta su un letto d'ospedale, che camminava sul ciglio di una strada, che teneva in mano un coltello affilato o una siringa vuota. Ero io, e aspettavo che qualcuno si avvicinasse. E tu non sei mai arrivato in tempo per fermarmi. Dopotutto, nessuno può farlo. Ma ho lasciato che gridassi e ti sentissi in colpa, crescendo a ogni tuo urlo di dolore. Più ti tormentavi … e più io progredivo. Mi abbeveravo a ogni tua lacrima versata.

Ma non è stato sempre così.
Ci sono stati momenti in cui ho creduto che non sarei riuscita a fronteggiarti.
Ho sentito quando è nata tua figlia, l'ho sentito come una pugnalata al cuore.
Mi sono piegata dal dolore ogni volta che te la spassavi con il tuo amico di una vita.
Tremavo ogni volta che ti affezionavi a qualcuno.
Ma poi ti ho tolto il tuo amico, ho preso anche tua figlia, e ho fatto in modo che ogni persona intorno a te sparisse. E con il tempo, li hai dimenticati.

Allora? Hai capito chi sono?
Non ho età. Pochi conoscono il mio nome. Sono la notte dopo il giorno.
Io non esisto.
Forse stai diventando pazzo. Esatto, è il mio lavoro.

Chi sono? Come mi chiamo?
E tu chi sei, e come ti chiami?
Non sai più neanche questo. Nel cercare la mia identità, hai perduto la tua.

Mi sei sfuggito tante volte, lo ammetto. Non sei mai caduto nei miei tranelli, mai. Non ti sei mai arreso, nonostante tutto. Hai ignorato i miei sussurri, non ti sei fatto tentare.
Ma non hai potuto salvare gli altri, e non te lo sei mai perdonato. 
È questo che ti ha condotto sempre più verso di me. Hai perso tutto, non hai più parlato. Hai dimenticato i nomi delle persone che amavi.
E io sono tornata, forte come non mai.

Ora sono qui, insieme a te, a tenerti compagnia e ad accarezzarti come fossi mio figlio, la tua testa sul mio grembo, a calmare i tuoi tremori, ad asciugare le lacrime che versi non appena ti passo una mano tra i capelli o delicatamente ti accarezzo una guancia.

Io sono la Morte e vengo a prenderti.
Senza fretta. La mia qualità più grande è quella di saper aspettare.
Ma con fermezza. Sono qui per portarti via e non tornerò a mani vuote. Non adesso che sono così vicina. Per anni sei stato il mio obiettivo, per anni ti ho inseguito.

Adesso alzati, va' nel tuo studio e prendi la pistola. Bene, ora torna qui.
Bravo. Amo vederi tremare così, che brivido nelle mie ossa.
Ora puntati quella pistola alla tempia e premi il grilletto. Coraggio, ci sei quasi.
Non aver paura. È questione di un attimo.
Ti starò accanto, come ho fatto sempre.


In casa c'è silenzio. È buio, il vento entra da uno spiffero e muove le tende.
Io cammino lentamente, a grandi passi, ma leggera e silenziosa come un'ombra.
Anche con me all'interno, la villa è più vuota che mai.
La mia presenza è la mancanza più forte che si possa sentire.

Mi siedo, soddisfatta. Sono stata brava anche stavolta.
È stato facile. Ci vuole poco per avvelenare la mente di una persona, per suggestionarla, per trasformarla in un'ombra.
Il mondo è pieno di persone così.
La gente vive senza amore, senza ricordi, senza sorrisi.
Tra mille persone, non si scorge anima viva.
E il mio lavoro diventa ogni giorno più facile.

Il mio sogno è di trovarmi finalmente in un mondo in cui la gente vive senza sentimenti. 
È così rassicurante sapere che per mille idioti che parlano contro l'odio, ne basta uno pronto a commettere un omicidio, per riaccendere tutto, come il gas.
Una piccola scintilla di crudeltà che potrebbe trasformarsi presto in un incendio di apatia.

E se accadrà… chi riuscirà a fermarmi?
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: etc