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Autore: Bad Bionda Bana    13/08/2015    1 recensioni
Taei, una normale ragazza interessata di giornalismo, porta sulle sue spalle il peso di un passato difficile e doloroso. Spinta dal dovere di scoprire la verità sul suo passato, si ritroverà a fare i conti con un segreto ancora più grande.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Dannata sveglia, lasciami dormire.- mi rigiro dall'altra parte del letto, e non faccio nemmeno in tempo a sistemarmi per bene sotto le coperte che subito sgrano gli occhi. Di fretta prendo il telefono che ancora suona e guardo l'ora -Ma è tardissimo!- cerco di scendere dal letto ma le coperte sembrano volermi tenere con loro e cado rovinosamente sul pavimento. Più veloce che posso mi lavo e mi vesto, esco di casa e con grande piacere vedo che il tempo non è dei peggiori e che posso prendere la moto. Come arrivo in ufficio una ventata gelida di occhiatacce mi fa venire i brividi, tutti mi stanno guardando male, a parte quei pochi che erano usciti con me la sera prima, loro se la ridono beati.
-Taei.- la voce di Kibum mi fa raggelare il sangue in un istante.
-Si, signor Kim?- mi giro lentamente accennando un sorriso.
-Nel mio ufficio.- e  pregando in qualsiasi lingua esistente lo seguo nel suo ufficio -Non voglio farti la ramanzina, sia chiaro, puoi anche rilassarti.- mi fa un piccolo sorriso e io tiro un sospiro di sollievo -Voglio solo darti un piccolo consiglio. Tu hai moltissimo potenziale come giornalista, e io non sono l'unico ad averlo capito, però io starei attento a questi piccoli incidenti. Rischi di essere vista come la presuntuosa dai tuoi colleghi, e l'ultima cosa che voglio è che si crei tensione, ok?-
-Certo signore, non accadrà più.- scuoto la testa per poi fare una smorfia di dolore.
-Tutto ok, Taei?- chiede Kibum allarmato.
-Si si, è solo che dalla fretta questa mattina sono caduta dal letto sbattendo la testa.- mi porto la mano sul punto dolorante sentendo un piccolo rigonfiamento.
-Vai a prenderti del ghiaccio. Non vorrei che svenissi durante il lavoro.- conclude congedandosi -Oh, e ho già messo tutto sulla tua scrivania.-
Esco tenendomi la mano sulla testa e mi dirigo alla mia postazione poggiando il casco e la giacca.
-Qualcosa non va?- mi chiede Minho alzando gli occhi dal suo computer.
-A casa ho battuto la testa.- faccio di nuovo una piccola smorfia -Non è che sai dove si trovi l'infermeria o del semplice ghiaccio?-
-Certo.- si alza dalla sua scrivania -Ti accompagno.- mi sorride avvicinandosi.
-Ma no, non disturbarti.- scuoto di nuovo la testa sentendo una fitta.
-Scherzi, poi magari svieni per il corridoio o ti senti male. Tanto non mi costa nulla, anzi, mi faccio una passeggiata.- mi spinge ridendo. Sentendo qualche leggera fitta mi lascio guidare da Minho verso l'infermeria, una semplice stanzina con un lettino e uno scaffale pieno di medicinali -Siediti.- mi indica il lettino e faccio come mie viene detto. Vedo Minho armeggiare con alcuni oggetti e aprire tutti i cassetti possibili finché da uno non estrae un pacchetto bianco, gli da un pugno abbastanza forte e si gira verso di me -Dove ti fa male la testa?-
-Tranquillo, posso fare benissimo da sola.- mi sporgo per prendere il ghiaccio e sento una fitta un p' più forte delle altre, così d'istinto mi porto la mano nel punto dolorante. Minho mi toglie la mano e ci mette delicatamente sopra il ghiaccio -Mi fai sentire una bambina in questo modo.- dico facendo una piccola smorfia e distogliendo lo sguardo.
-La piccola Taei che si è fatta la bua.- ridacchia pizzicandomi un fianco, io salto appena soffrendo il solletico e alzo lo sguardo notando quanto i nostri visi fossero un po' troppo vicini per i miei gusti.
-Grazie per il ghiaccio, ma penso sia arrivato il momento di tornare al lavoro.- dico prendendo il ghiaccio e scendendo prima che Minho possa dire qualcosa. Me ne ritorno alla mia scrivania e vedendo la pila di carte su di essa alzo gli occhi al cielo, ho zero voglia di compilare e controllare tutte quelle scartoffie, ma purtroppo è parte del mio lavoro.
Nel primo pomeriggio vedo che tutti iniziano a prepararsi per andarsene, e la cosa mi lascia un po' perplessa.
-Taei, non hai ancora finito?- sento Kibum alle mie spalle -Puoi finire domani, è ora di tornare a casa.-
-Ma non capisco, perché di già?- sistemo i fogli nei loro contenitori e spengo il computer.
-Questo è un paesino piccolo, non succedono molte cose, e ciò che succede nelle grandi città non interessa poi tanto, a meno che non sia politica.- mi spiega sorridendo -Il giornale esce una volta ogni due o tre settimane, così non ci uccidiamo di lavoro spartendolo nell'arco dei giorni e finendo relativamente presto.- mi passa la giacca e dopo che sono uscita Kibum chiude lo stabile, gli faccio un piccolo inchino per poi indossare il casco e salire in sella alla mia moto. Questo andava solo che a mio vantaggio, così non mi sarei dovuta ridurre a fare le mie ricerche durante la notte, l'ultima esperienza non era stata il massimo. Vista l'occasione, mi fermo in biblioteca. Devo ancora escogitare un piano per avere i registri dei proprietari della casa al limitare del bosco dal comune, quindi per il momento posso concentrarmi sulla storia del paese.
Quando ero all'università mi rifugiavo sempre in biblioteca a studiare, riuscivo a trovare tutto il materiale che mi serviva e potevo evitarmi le continue lamentele della mia coinquilina su quanto fosse un pessimo ragazzo il suo fidanzato, ero uno stress assurdo. Ho anche lavorato per un periodo nella biblioteca della facoltà, qualsiasi libro cercassero, io glielo trovavo in un attimo.
Mi dirigo subito verso gli scaffali con i libri storici e in un attimo trovo proprio il libro che fa per me. Mi guardo intorno per vedere se c'è una scaletta o anche solo uno sgabellino sopra il quale salire per poterlo prendere, purtroppo è abbastanza in alto e solo alzandomi sulle punte non riesco a raggiungerlo, ma tento un piccolo sforzo comunque sperando di non far cadere tutti gli altri libri, ma nulla. Non faccio in tempo a girarmi per chiamare la bibliotecaria che sento qualcuno alle mie spalle e vedo un braccio magro sporgersi a prendere il libro senza alcuno sforzo.
-Grazie mille.- sussurro per non disturbare chi sta leggendo o studiando, e mi giro per guardare in faccia colui che sto ringraziando rimanendo piacevolmente sorpresa. Alto, capelli chiari, occhi scuri, un ragazzo magro ma con un bel fisico.
-Prego.- risponde sorridendo -Posso chiedere come mai una bella ragazza come te stava cercando di prendere questo volume sulla storia di questo piccolo paesino?- mi porge il libro.
-Sto lavorando su una ricerca personale, una riscoperta delle mie origini.- ridacchio prendendo il libro e spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Ma che sto facendo? Non è certo il momento e il luogo per flirtare questo.
-Delle tue origini? Sei nata qua?- il ragazzo mi guarda da capo a piedi mettendomi leggermente in soggezione -Sinceramente non l'avrei mai detto, non sei come le altre ragazze del posto, anzi, a vederti sembri la classica ragazza cresciuta nella capitale.- mi guarda interrogativo.
-Infatti io sono cresciuta nella capitale, ma sono nata qui.- sorrido alzando le spalle -Quando ero piccola la mia famiglia ha subito un tragico incidente e i miei genitori hanno deciso di trasferirsi a Seoul. Ho sempre avuto un po' di nostalgia per la mia vecchia casa, così una volta laureata mi sono ritrasferita qua.-
-Hey, che ne dici se continuassimo il discorso nel bar che c'è qui a fianco, fanno un'acqua naturale che è la fine del mondo.- rido a quella che era una battuta più che pietosa solo per fargli piacere, non sono mai stata una ragazza che si lasciava conquistare da certe battutine, ma devo riconoscergli lo sforzo e poi mi ha aiutato con il libro da vero gentiluomo. Annuisco e dopo aver registrato il libro per prenderlo in prestito lo seguo al bar -Devo dedurre che quella sia la tua moto visto che hai un casco in mano.-
-Hai fatto centro, quella è la mia bellissima e preziosissima moto.- rispondo fiera della mia due ruote. Ci sediamo e ordiniamo qualcosa da bere -Penso sappia più tu di me che il mio collega al lavoro, eppure io non so ancora nemmeno il tuo nome.-
-Mi chiamo Taemin, Lee Taemin.-
-Piacere Taemin, io sono Min Taei. I nostri nomi si assomigliano molto, non trovi?- ridacchio.

  
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