Film > The Amazing Spider-Man
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Autore: fedetojen    13/08/2015    2 recensioni
"E' facile sentirsi pieni di speranza in una bella giornata come oggi, ma davanti a noi ci saranno anche giorni bui. Giorni in cui ci sentiremo soli, è allora che serve la speranza. Non importa quanto in fondo sarà seppellita, o quanto perduti vi sentirete, dovete promettermi che mai rinuncerete alla speranza. Mantenete la vita, dobbiamo essere più forti delle nostre sofferenze. L'augurio che vi faccio è di diventare voi stessi speranza. La gente ha bisogno di questo e anche se falliamo non c'è modo migliore di vivere. Guardando oggi intorno a noi, tutte le persone qui che ci hanno aiutato a diventare ciò che siamo, so che apparentemente ci stiamo dicendo addio ma porteremo un pezzo di tutti in ogni cosa che faremo in futuro. Per ricordarci sempre chi siamo e cosa vogliamo davvero."
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Parker
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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E se davvero Spider-Man esistesse?

4.Ricordi dolorosi
 
 
Susan, subito si staccò da Peter, più che imbarazzata.
Si girò, per non guardarlo negli occhi, ormai era rossa come un peperone. Però lui la prese per il polso e la fece girare.

“Cosa…?” chiese non capendo Susan.

“Non odiarmi” disse Peter prima di circondare il volto di lei con le sue mani, appoggiando poi le labbra su quelle di Susan.

Subito fu respinto, insieme ad uno schiaffo molto rumoroso.
Susan passò le mani sulle labbra prima di scappare via, questa volta senza fermarsi però.
Peter rimase fermo, con il volto verso destra, mentre un leggero sorriso apparve sulle sue labbra.

Susan, evidentemente turbata da quel suo gesto, andò al suo solito rifugio.

“Cioè…è normale?! No! Io dico di no!” iniziò a farneticare appena fu sul tetto. Continuava a camminare e a voltarsi.

“Stupido quattr’occhi!” disse Susan, quasi urlando. Appena si voltò di scatto, vide la figura di Spider-Man. Saltò da terra, mettendosi poi la mano sul cuore.

“Ma sei scemo?!” disse Susan nervosa.

“Oi, calma micetta” disse Spider-Man divertito, mettendo le mani avanti.

“Mi-micetta?” chiese Susan inclinando il capo, curiosa. Spider-Man si sedette sul cornicione, osservando Susan.

“Qual è il problema?” chiese verso di lei.

“Micetta non è il mio-” disse Susan venendo interrotta.

“Non quello, l’altro problema. Quello per cui stavi parlando e sembravi una pazza!” disse divertito, facendo oscillare le gambe lunghe, snelle e muscolose.

“Ah” disse guadandolo.

“Niente…cioè insomma, non è proprio niente” disse agitata Susan. Si fermò e lo guardò.

“Ma poi perché dovrei parlarne con te?” disse con le mani sui fianchi.

“Puoi parlarne con me, sono un tuo amico” disse a braccia conserte, Spider-Man.

“Sei l’eroe di New York, non sei un mio amico” disse dura Susan.

“Ti è morto il gatto?” chiese con sarcasmo Spider-Man scendendo dal cornicione. Susan roteò gli occhi.

“Dovevo ridere?” chiese Susan, restando ferma.

“Cosa ha fatto per farti stare così? Ti ha baciato?” chiese divertito con le mani sui fianchi.

“Esattamente” rispose Susan.

“L’ho fatto anche io” disse con aria di superiorità avvicinandosi a lei.

“Sì, ma è diverso” disse Susan voltandosi, dando così le spalle a Spider-Man.

“A mala pena lo conosco” spiegò voltandosi.

“Perché tu mi conosci?” disse ancora. Susan chiuse gli occhi, stringendo i pugni.

“E’ complicato” disse ancora.

“Non hai nessuno da salvare, invece di perdere tempo con me?” chiese poi con un tono più alto, voltandosi verso di lui.

“In effetti…c’è una rapina” disse voltandosi in direzione della banca. Guardò prima Susan per poi buttarsi dal grattacielo.

“Vai, che è meglio!” disse Susan calciando l’aria.

Si distese a terra, con le mani sull’addome.
Chiuse gli occhi e cercò di immaginare un posto dove non esisteva la conflitti, dove le persone non venivano uccise per soldi o sete di potere…cercò di sognare un mondo utopistico.

Così nel giro di qualche minuto si addormentò, dimenticandosi dell’appuntamento che aveva.
Peter, impegnato nella rapina, riuscì a catturare i rapinatori, senza alcun problema.

Ritornò dove lasciò Susan, ritrovandola distesa al buio.
Si avvicinò lentamente, cercando di non svegliarla.

Vederla distesa, con il petto che si alzava mentre respirava, fece ricordare a Peter quando teneva fra le braccia Gwen, in quella torre dell’orologio, inerme.

“Gwen…” disse avvicinandosi.

S’inginocchiò, spostando qualche ciocca castana dal volto di Susan.
Le labbra socchiuse, gli occhi chiusi, le sue mani sull’addome.
Sembrava proprio Gwen, ma qualcosa cambiava, qualcosa d’impercettibile.

Allungò lentamente la mano sul suo volto, e sfiorò la sua guancia.
Lentamente Susan aprì gli occhi, rivolgendo il suo sguardo su Spider-Man, che aveva ancora la mano vicino al suo volto.
Subito Spider-Man si allontanò da lei.
Susan si alzò di scatto, notando che Spider-Man perdeva sangue.

“Sanguini” disse avvicinandosi. Lei si avvicinava preoccupata, mentre lui si allontanava.

“Sto bene” disse toccandosi il braccio. Il tono era basso, ma Susan poté sentirlo lo stesso.

“Tutto bene?” chiese Susan, continuando ad avvicinarsi.

“No, non è tutto ok” disse secco Spider-Man, con sguardo basso.

“Vuoi parlarne?” chiese Susan, preoccupata.

“Cosa vuoi sapere?” chiese alzando la voce Spider-Man.

“Scusa se mi preoccupo!” disse urlando Susan, con le mani sui fianchi.

“Cosa ci faccio ancora qui?” si chiese Susan, a bassa voce. Sorpassò Spider-Man, diretta alla scala d’emergenza.

“Scusa” disse prendendole il braccio. Susan sospirò rumorosamente, rilassando le spalle.

“Se stai giocando o…non so, qualsiasi altra cosa, io-” fu interrotta dall’abbraccio di Spider-Man.

Sentì una ventata di fresco, un profumo di vaniglia che riempì i polmoni di Susan.

“Se mi comporto così è perché mi ricordi lei…” disse vicino al suo orecchio. Piano sciolsero l’abbraccio.

“Chi?” chiese Susan, curiosa mentre torturava le sue unghie.

“La ragazza che è morta a causa mia” disse facendo alcuni passi indietro. A Susan quasi le mancò l’aria.

“E’ morta tra le mie braccia” disse alzandole.

“Non è stata colpa tua!” disse Susan, cercando di avvicinarsi a lui.

“E’ morta per colpa mia!” disse contro di lei.

“Sono un assassino…prima suo padre e poi lei!” disse ancora andando letteralmente fuori di testa.

“Non puoi incolpare te stesso se non riesci a salvare tutti! Alcuni se ne vanno, perché è il destino a dirlo, non tu!” disse Susan, con le lacrime agli occhi.

Spider-Man la guardò, e vederla piangere gli ricordò Gwen, mentre cadeva e allungava la mano per cercare aiuto.

“Anche ora, mi ricordi lei prima che morisse” disse con voce rotta, accarezzandole la guancia.

Sul volto di Susan scese una lacrima, che lui raccolse con il pollice.
Susan chiuse gli occhi, trattenendo così i singhiozzi.
Poco dopo, non sentì più la sua mano sul volto e aprendo gli occhi, non vide più nessuno.


ANGOLO SCRITTRICE: Salve gentee, prima di tutto ringrazio per le recensioni che mi avete fatto :3 spero che scriviate altre recensioni perchè sono curiosa di sapere se la storia vi sta piacendo! Al prossimo capitolo!

Spider-Man/Peter

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