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Autore: _f r a n c y_    13/08/2015    1 recensioni
(Seguito indiretto di "Will things ever change?")
Tenten ha sempre ammirato Tsunade, ma qualcun'altra ha ottenuto il privilegio di diventare sua allieva. Il sogno di Tenten è andato in frantumi e con esso la sua passione. Un eccentrico fanatico del tai-jutsu ed un glaciale genio del clan Hyuuga riusciranno ad aiutarla? Accenni NejiTen: perché Neji vive ancora!
- Devi accettarlo, Tenten! - gridò Neji alla sua schiena, - Ti stai ponendo dei problemi infondati! -
- Non te lo permetto! -
Si volse di scatto e tornò di fronte a lui. Ad ogni passo sembrava bramare di poter calpestare Neji e non l'erba.
- Non ti permetto di parlarmi così! Tu... Ma che cosa vuoi capirne
tu? Sei sempre stato non uno, ma cinque gradini sopra gli altri. Sei il ninja più brillante e dotato che il tuo clan abbia mai partorito e, Dio!, non hai nemmeno sedici anni e già parlano di sottoporti all'esame per jounin! Cosa ne sai della frustrazione che si prova ad inseguire un traguardo che, nonostante il sangue ed il sudore, non arriva mai? -
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neji Hyuuga, Rock Lee, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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So cosa state pensando: una fanfic NejiTen? Ma Neji è morto, che senso ha?
Per quanto mi riguarda, Neji è ancora vivo. Kishimoto lo ha eliminato dalla scena senza alcuna considerazione per il suo geniale personaggio. Lo ha rispolverato dopo centinaia di capitoli di oblio soltanto per ucciderlo. E, tra parentesi, assegnandogli una morte abbastanza inutile ai fini della trama.
Neji non è morto. Noi siamo fanwriter: abbiamo questo magnifico potere di andare oltre la versione ufficiale dei fatti e creare aperture là dove non sembra più esserci speranza.
Non arrendetevi! (Da leggere con il theme della Rohirrim Charge di sottondo. Anche se loro urlavano "Morte!", ma va beh.)

La fanfic si colloca tra la fine della prima serie e l'inizio dello Shippuden. Contiene riferimenti sparsi alla prima storia che ho pubblicato su questo pairing, Will things ever change?, ambientata nei giorni precedenti lo scontro Neji-Naruto alla finale dell'esame chunin.
E' in gran parte comprensibile anche senza averla letta, comunque :)
Buona lettura! (Spero!)



Finding Tenten




Il team Gai era il più veloce di tutta Konoha. Copriva lunghe percorrenze in tempi da record, imbattuti da qualsiasi squadra presente e passata. Per questo, quando l'Hokage Tsunade doveva assegnare missioni classificate con il timbro rosso scarlatto della "massima urgenza", si rivolgeva soprattutto a loro.
Una squadra efficiente, puntualmente all'altezza delle aspettative della massima carica di Konoha. Ciononostante, sembravano possedere una naturale inclinazione ad attrarre fenomeni improbabili ed imprevedibili.
Era una piacevole mattina di inizio giugno. L'aria profumava di erba appena tagliata e gelsomino. Il sole filtrava nell'ufficio dell'Hokage e arricchiva di calore materno le pareti color crema. Tsunade e Shizune, la sua fidata assistente, stavano riesaminando le schede identificative un'ultima volta, prima di riporle negli scaffali. 
 - Forse dovreste sostituire uno dei membri con uno shinobi di un'altra squadra. - le suggerì Shizune.
 - E' fuori discussione. Quei quattro sono bizzarri, eccentrici e in perenne conflitto, ma hanno raggiunto un equilibrio tutto loro. Rimuovere uno degli elementi condannerebbe al crollo l'intera struttura.
Il dito sottile di Shizune scivolò sul fascicolo dell'unico componente femminile.
 - Anche se sostituisse la ragazza? Ha un'indole mite, immagino apprezzerebbe una breve vacanza dai compagni.
 - Chi? Tenten? E' esattamente l'ultima che toglierei! - scoppiò a ridere Tsunade, - Non lasciarti ingannare dalle apparenze. Questa ragazza è il bilancere in persona. Due esaltati maniaci del tai-jutsu, costantemente pronti a lanciarsi a capofitto in imprese al limite dell'umano. Sul fronte opposto, un autentico genio dell'arte ninja, partorito dal clan più prestigioso del Villaggio, con un temperamento freddo e lapidario. Come accidenti credi che stia in piedi il team, date certe premesse?
Shizune rifletté a lungo.
 - Avete ragione, Tsunade-sama. E' solo che ultimamente Tenten sembra molto... Non saprei definirlo. Non esattamente 'stanca' e neppure 'triste'.
Tsunade ruotò la sedia verso l'assistente.
 - Di che cosa stai parlando?
 - E' una forma di malinconia, ma più vuota... Demotivata, ecco! Sì, questa è la parola. Demotivata.
Tsunade la fissò per minuti interi, con quelle iridi di acquamarina che esperte nel creare soggezione persino nelle persone a lei più vicine.
Tornò a guardare le schede nominative sparse sulla scrivania. Un ninja privo di convinzione era uno dei pericoli peggiori per il Villaggio. Un animo debole e malleabile rappresentava una facile preda per shinobi nemici in cerca di informazioni. O, persino peggio, per organizzazioni segrete e criminali.
 - Ormai è tardi. - sospirò, - Sono partiti un'ora fa.
 - Che cosa? Non dovevano lasciare il Villaggio questa sera?
 - Ho preferito anticipare, per non perdere ulteriore tempo.
Accarezzò le foto dei tre componenti maschili del team.
 - Non temere, Shizune. Tenten ha già accanto a sé le uniche persone che possano aiutarla.



Come previsto, il team aveva completato brillantemente la missione. Aveva preso in custodia tre rotoli di pergamena, dove svolazzi di inchiostro catturavano i segreti di tecniche ninja proibite.
A testimonianza del loro magnete per gli imprevisti, poco prima di guadare il torrente d'Argento i quattro si erano imbattuti nientemeno che in uno shinobi rinnegato. Il peggior nemico per un ninja, poiché non combatteva sotto alcuna bandiera, bensì soltanto per se stesso.
Per non smentire la propria reputazione, il team incontrò uno dei più disumani e sadici: Kisame detto lo Squalo, affiliato all'associazione criminale Akatsuki. Per quell'energumeno, combattere il team Gai aveva ormai assunto il gusto di un gioco perverso.
 - Ragazzi, - aveva intimato il sensei, - quei rotoli devono arrivare a Konoha, a qualsiasi costo. Non possiamo permettere che cadano nelle mani di questi loschi individui. Andate avanti: è un ordine!
Il trio aveva esitato. Gai avrebbe fatto ricorso alle arti marziali più estreme pur di arrestare Kisame. Tecniche che avrebbero compromesso il suo fisico in modo irreversibile e probabilmente avrebbero trascinato lui stesso nella spirale di morte.
In un istante, lo scontro era cominciato, tanto fulmineo da essere appena percettibile alla vista. Quando Rock Lee aveva riconosciuto la spada di Kisame levarsi sopra il capo del maestro, non si era trattenuto oltre. Si era scagliato contro il nemico come una autentica furia.
Uno schizzo di sangue aveva tagliato l'aria rossa di tramonto e Tenten si era sentita strappare l'ossigeno dai polmoni.
 - Lee, devi smetterla di perdere il controllo così facilmente. - lo rimproverò. Tradì una nota di apprensione. Inginocchiata al suo fianco, stava tamponando la lunga ferita sul torace.
Adesso era l'imbrunire. Il team aveva trovato rifugio in una grotta nei pressi del ruscello.
Il combattimento con lo shinobi rinnegato si era concluso ben prima del previsto. Un maestoso corvo si era posato sulla spalla di Kisame, mormorandogli ordini misteriosi all'orecchio. Lo Squalo si era tuffato nella foresta e Neji aveva impedito a Lee di lanciarsi al suo inseguimento: il maestro aveva urgente bisogno di cure.
 - E' che... - Rock Lee si levò sui gomiti, tremante per lo sforzo, - quando ho visto il sensei in pericolo...
 - Lo so, lo so.
Gli diede una leggera pacca sulla spalla e lo fece sdraiare di nuovo. In fondo alla caverna, lontano dalla luce delle lanterne, il maestro Gai riposava nel sacco a pelo. Aveva una generosa fasciatura intorno al capo, ma dormiva serenamente. 
 - Speriamo non torni... - mormorò Tenten.
In piedi all'ingresso della grotta, Neji scrutava il paesaggio circostante, per un raggio di chilometri e chilometri. Attraverso alberi, boschi, praterie e roccia, nulla e nessuno poteva celarsi ai suoi occhi senza pupilla.
 - Siamo al sicuro. Potremo trascorrere la notte qui e riprendere il cammino domani mattina.
 - Ahi!
Lee non riuscì a mascherare il dolore. Le mani di Tenten vantavano una precisione ed una grazia senza eguali quando scorrevano lungo le armi del suo arsenale. Appena sfioravano ago e filo, tuttavia, indossavano una pesantezza ed una goffaggine pericolose.
 - Tenten, non preoccuparti... Non è un taglio tanto profondo. Basterà un bendaggio stretto.
 - Ma se non riesci nemmeno a sollevarti!
 - Aah, quello è... è... è perché ho fame! Una graaan fame, ecco! Neji, portami qualcosa dal mio zaino!
 - Non sono il tuo servo.
Lee cercò di intercettare gli occhi di perla per avviare un silenzioso, urgente dialogo. Invece li strizzò per la fitta di male puro. Tenten finì la sutura con la stessa delicatezza di un pescatore intento ad arpionare un enorme cetaceo.
Al cospetto di una scena tanto scoraggiante, Neji rivalutò la serietà delle proprie ferite.
 - Io ho soltanto qualche graffio, mi sciacquerò al torrente. In ogni caso, siamo a meno di due giorni da Konoha: si occuperà Haruno di tutto il resto.
Lee gli lanciò un'occhiata di acceso rimprovero, ma Neji non ne comprese il motivo.
Tenten richiuse la cassetta del pronto soccorso con un rumore secco. L'atmosfera era tanto tesa da poter tagliare chiunque si fosse mosso con imprudenza.
 - Io... Vado a cercare delle erbe. Ho usato quasi tutto il materiale della cassetta per il sensei e Lee.
Si avviò verso l'entrata con passo stizzoso.  Si fermò sotto il naso di Neji.
 - E mi occuperò anche di te. Quando tornerai a Konoha, non avrai più bisogno di un medico.
Neji la seguì con sguardo perplesso mentre, la lanterna alta davanti a sé, si addentrava nella foresta. Sospettò che il messaggio sottinteso fosse una minaccia e che Tenten volesse riportarlo a casa in forma di cadavere.
Lee scosse il capo.
 - Il colpo di grazia...
 - Ancora ti lamenti? - lo canzonò Neji, - Non eri un vero guerriero, tu?
 - Non hai capito, scemo! Mi riferivo a quello che hai detto a Tenten!
Strinse i denti e si levò seduto. Si trascinò fino alla fredda parete della caverna e, quando la schiena vi aderì, trasse un sonoro sospiro di piacere.
 - L'avrai notato, no? A che ti servono quegli occhi, altrimenti? Tenten è sempre nervosa quando si occupa delle nostre ferite.
 - Logico, perché non è il suo campo. Non ha ricevuto una preparazione in ambito medico, come Haruno e Yamanaka. Onestamente, non capisco perché si intestardisca tanto. Ad ogni team è affidata solamente la responsabilità di prestare un primo soccorso ai membri feriti. Per i casi gravi, si contatta il Villaggio e si richiede l'invio di una squadra medica. E' il disposto dell'articolo 7 della...
Rock Lee roteò gli occhi al cospetto della sua ostentata saccenza.
 - Conosco già la Legge sulle Prestazioni Mediche nei Team Ninja, non occorre che me la reciti. Manteniamo l'attenzione su Tenten, invece di divagare!
Lo Hyuuga rimase impressionato dalla dedizione del compagno. Per anni, erano stati lui e la kunoichi a ridimensionare gli altri due membri della squadra.
Studiò le rughe e le ombre sul suo volto.
 - Sei seriamente preoccupato per lei...
 - Sai bene anche tu quanto abbia sempre ammirato Tsunade. Non poter diventare la sua pupilla deve essere stato un duro colpo...
 - Diversamente da altre ragazze, lei non è il tipo che si crogiola nel rimpianto. Lei incassa, si rialza e reagisce.  
 - Non è solo questo. E' come se un'ombra fosse scesa su di lei. Le ha gelato il cuore... Non arde più di passione come prima.
Lee passò una mano tra i capelli nerissimi. Neji non lo incalzò, ma attese che riuscisse a dar voce al suo cupo tormento.
Una brezza frizzante, un ultimo assaggio di primavera, si insinuò nel piccolo rifugio. Rock Lee rabbrividì.
 - La sento più distante... Ho paura... Ho paura che la perderemo, Neji.
 - Non dire assurdità. - sbuffò l'altro, - L'animo di Tenten è ben più forte di quanto immagini. -
 - Tu non capisci!
La sua esasperazione riecheggiò tra le pareti, in un continuo rimbalzo che le fece quasi vibrare. Il maestro Gai borbottò versi indecifrabili nel sonno, poi riprese a russare.
 - Tu non capisci. - ripeté Lee con calma, - Le mie sensazioni non mi ingannano mai. Ogni singolo capello, ogni singolo pelo del mio corpo è rizzato in allarme.
Neji ebbe l'impulso di strofinarsi le orecchie con acqua ragia.
 - Meno dettagli, per favore.
 - Qualcosa la turba, la sta corrodendo come un tarlo scava e divora il legno. Io non me ne capacito... Per me lei è la migliore kunoichi di tutta Konoha. - le sue labbra carnose si allargarono in un sorriso che avrebbe potuto abbracciare tutta la caverna. - Anche meglio di Sakura-chan.
 - Bugiardo.
Lee scoppiò in una risata sincera e un po' colpevole.
 - E' lo stesso commento che aveva fatto Tenten.
 - Speravi davvero di curare così il suo "animo turbato"? Sei un prodigio dell'arte consolatoria tu.
 - No, beh, è successo anni fa. Quando lei ed io stavamo... Aah, nulla, nulla.
Troncò la questione con un gesto della mano, eppure il sorriso nostalgico ammorbidiva ancora i suoi lineamenti.
Neji corrugò la fronte. Era determinato a dissipare quel segreto, ma Lee ricondusse la conversazione all'argomento originario.
 - Qualsiasi frase di incoraggiamento dicessi a Tenten, per quanto partorita dal mio cuore, non sarei credibile. - Spostò le iridi notturne sul volto diafano del compagno e lo scrutò a lungo. Molto a lungo. - Io.
Lo Hyuuga intuì il suo scopo e si irrigidì.
 - Non permetterti di darmi ordini su quello che devo o non devo fare.
 - E perché? - lo sfidò l'altro, - Sono convalescente, non puoi toccarmi. Non sarebbe leale.
Neji incurvò le labbra sottili verso l'alto.
 - Ma davvero?



  
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