Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: Adeia Di Elferas    13/08/2015    2 recensioni
Il ballo a cui Oscar ha partecipato indossando al posto della solita divisa militare un vestito 'più adatto' per cercare di essere vista con altri occhi da Fersen porta in casa Jarjayes un insieme di emozioni contrastanti...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '...ma in un attimo il silenzio c'è'
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~~ Il palazzo della famiglia Jarjayes era immerso in un silenzio tombale. Marron-Glacé aveva appena finito di riporre il vestito che Oscar aveva indossato al ballo.
 Nel momento stesso in cui l'aveva ricevuto dalle mani un po' tremanti di una Oscar stanca e abbattuta, la cameriera aveva avuto l'immediata certezza che quella bella stoffa non avrebbe mai più rivisto la luce del sole, tanto meno quella di una sala da ballo.
 Così lo ripose con un piccolo spillo puntato nel cuore, perchè lei un poco ci aveva sperato, di vedere la sua Oscar di nuovo vestita a quel modo, di nuovo piena di aspettative e speranza all'idea di un ballo in cui conoscere qualche bel giovane, sì, insomma, ci aveva davvero sperato di vederla finalmente vivere davvero come si conveniva ad una donna del suo rango.
 Invece il sogno era naufragato ancora prima di uscire dal porto e la speranza si era spenta probabilmente per sempre. Quello che poteva essere l'inizio di uno splendido futuro aveva solo avuto il compito di distruggere quell'esile filo di speranza che si era venuto a creare...
 Mentre si versava un dito di vino, nelle cucine del palazzo, Marron-Glacé si ritrovò a pensare che quello che aveva sperato davvero non era tanto vedere Oscar vestita come avrebbe dovuto, come tutte le altre signorine della miglior nobiltà di Francia, ma vederla finalmente felice e, soprattutto, in pace.
 Da quando era nata, Oscar era in guerra. Con suo padre, con le sue sorelle, finanche con sua madre, André e Marron-Glacé e perfino con se stessa.
 Ecco, Marron-Glacé l'avrebbe voluta vedere almeno una volta davvero e pienamente in pace. E invece quel ballo parevo solo averla sconfitta e convinta una volta di più che per lei la pace col mondo e con la sua stessa natura era solo una pia illusione.
 Marron-Glacé cominciò a sorbire il suo vino, in silenzio, senza far rumore.
 L'unica cosa che riusciva a fare era alzare di tanto in tanto gli occhi al soffitto, laddove, più o meno, doveva essere Oscar in quel momento. Forse era ancora nella sua stanza, o forse era andata in una delle sale o...
 La musica che riempì improvvisamente la casa arrivava dalla camera della musica. Dunque Oscar era lì.
 Si trattava di un brano tragico, di certo molto sofferto.
 Marron-Glacé non conosceva bene gli autori, perciò non sapeva dire chi avesse scritto quel pezzo. Poteva solo dire che, quando l'aveva scritto, quell'autore doveva aver sofferto molto. Almeno tanto quanto stava soffrendo Oscar in quel momento.
 Marron-Glacé appoggiò il bicchiere vuoto sul tavolone e si mise in ascolto. Ogni nota che vibrava nell'aria era per lei una stilettata.
 Oscar era così brava col pianoforte...
 L'anziana donna era ancora con gli occhi chiusi e le orecchie tese quando un repentino rumore in corridoio la fece trasalire. Distogliendo per un attimo l'attenzione della musica, Marron-Glacé si avvicinò alla porta, per capire da dove fosse giunto tutto quel fracasso.
 Quando si affacciò in corridoio, vide suo nipote André che stava raccogliendo alcune provviste che aveva fatto crollare in terra poco prima, di certo andando a sbattere contro uno degli scaffali.
 “André! Ma che combini?!” fece Marron-Glacé, con lo stesso tono con cui lo ammoniva quando era ancora piccolo dopo averlo scoperto intento a compiere una marachella.
 Ma, a differenza di quando era piccolo, André non si mostrò mortificato o divertito per la presunta marachella.
 La guardò torvo e disse, lapidario: “Lasciami in pace.” e nel suo volto Marron-Glacé vide solo rabbia ed inquietudine.
 Allora non gli disse più nulla, e quando lui smise di raccogliere la roba caduta in terra, lei lo lasciò andar via, senza aggiungere altro.
 Ormai suo nipote era un uomo fatto, e da tempo. Marron-Glacé lo sapeva bene, anche se qualche volta pareva dimenticarselo e lo trattava ancora come quando era un bambino vivace e sorridente, sempre intento a combinare qualche piccolo guaio insieme a Oscar.
 Non appena il nipote sparì dalla sua vista, Marron-Glacé tornò a concentrarsi sulla musica. Si trattava di un brano ancora più tragico del primo...
 Ma per quanto ancora dovevano essere infelici, i suoi ragazzi?
 Avrebbero mai avuto un momento di assoluta felicità nella loro vita?
 In quel mentre, la voce di André le risuonò nelle orecchie, mescolata alle note del pianoforte. 'Lasciami in pace' le aveva detto. Anche lui non ne aveva mai avuta davvero, di pace.
 Marron-Glacé si andò a sedere e si versò un secondo bicchiere, molto più generoso, di vino rosso.
 Quel ballo aveva  messo sia Oscar, si a André in difficoltà perchè li aveva messi una volta di più di fronte alla realtà.
 Marron-Glacé bevve un breve sorso e richiuse gli occhi, tenendo il bicchiere tra le mani. Mentre il vino le scaldava la gola e il petto, Marron-Glacé pregò per i suoi ragazzi, pregò che per entrambi ci fosse almeno un attimo, anche un solo istante, di gioia e pace complete, prima della fine...
   
 
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