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Autore: galvanix    13/08/2015    4 recensioni
Un'oscura presenza rischierà di mettere in serio pericolo la vita della piccola Bra, soltanto per vendicarsi del Principe dei Saiyan.
Riuscirà Vegeta a proteggere sua figlia?
A volte l'angoscia e la paura possono essere cattive consigliere...
“Ti conviene tornare a casa in fretta Vegeta, altrimenti tua figlia rimarrà davvero male del tuo comportamento, soprattutto nel giorno del suo compleanno” concluse il saiyan voltando le spalle all’amico per andarsene.
Goku riuscì a fare soltanto due passi bloccandosi alla rivelazione dell’altro:
“Ho una strana sensazione Kakaroth, riguardo Bra e non mi piace per niente” disse Vegeta con tono angosciato.
“Di cosa stai parlando, Vegeta?” chiese seriamente Goku.
“Ho come l’impressione che qualcosa stia per accadere…”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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                           CAPITOLO DODICESIMO
                               La Rabbia di Vegeta

           



Finalmente il giorno tanto atteso era arrivato.
La compagnia formata dai Brief e dai Son era appena giunta davanti al castello della perfida strega.
Tutti erano nascosti dietro ai cespugli che si trovavano davanti al palazzo.
Solo Nemesis e Gohan si stavano avvicinando all’entrata, come d’accordi.
Vegeta, in quell’istante, avrebbe voluto velocizzare i tempi entrando di soppiatto soltanto per riabbracciare sua figlia, ma sapeva che la cosa giusta da fare era mantenere la calma e procedere con cautela.
Non poteva rischiare di mettere maggiormente in pericolo la vita della piccola Bra, anche se covava una rabbia quasi ingovernabile.
Era già difficile sopportare il fatto di sentirsi colpevole del suo rapimento ed ora non poteva di certo permettersi il lusso di agire senza ragionare.
Avrebbe soltanto complicato la situazione e a rimetterci sarebbe stata unicamente sua figlia.
Era fondamentale mantenere il controllo soprattutto ora che stavano per confrontarsi con Arcadia.
Non sapeva come avrebbe reagito rivedendo sua figlia, ma sapeva cosa avrebbe fatto alla strega una volta avuta davanti.
Lei aveva osato toccarle ciò che aveva di più caro e presto avrebbe subìto la sua ira in ogni sua forma.
Se pensava di conoscere il Principe dei Saiyan si sbagliava di grosso perché non aveva ancora visto nulla e quello che  aveva intenzione di farle non era minimamente paragonabile a ciò che la strega aveva vissuto all’epoca del loro incontro.
Si sarebbe assicurato che avrebbe sofferto a dovere ripagandola con lo stesso trattamento riservato a Bra, soltanto con una piccola differenza…questa volta sarebbe arrivato fino in fondo e avrebbe chiuso definitivamente il capitolo con Arcadia.
Nel frattempo Gohan e Nemesis erano arrivati davanti al portone d’entrata, ma furono prontamente fermati dalle guardie in servizio in quell’istante.
Una di loro, non riconoscendo Nemesis perché incappucciato, domandò con tono severo:

“Chi siete e cosa volete?”
“Scusatemi, forse non mi avete riconosciuto conciato così” replicò il mago scoprendosi completamente il volto.
“Siete voi, signore. Chiedo scusa per avervi aggredito in quel modo” disse una delle guardie con tono dispiaciuto.
Tutti gli abitati del pianeta trattavano Nemesis con molto rispetto e riverenza, non solo perché compagno fidato di Arcadia, ma anche per la sua bontà d’animo.
“Non importa. Ho portato con me un amico, anche lui esperto nelle arti magiche. Arcadia richiede la sua presenza” riferì Nemesis, pacatamente, indicando Gohan.
“Ma la signora non ci ha avvertiti dell’arrivo di un ospite” s’intromise prontamente l’altra guardia.
“E’ stata una cosa improvvisa e credo non abbia avuto il tempo di avvisarvi” ribatté il mago sperando di averli convinti.
“Sicuramente è così. Prego entrate e ci scusi per averla intrattenuta più del dovuto” aggiunse scusandosi una delle sentinelle.
“Non c’è nessun problema. Andiamo Gohan” lo richiamò Nemesis con tono più rilassato, tirando un sospiro di sollievo per essere riusciti ad accedere nel castello.

Mentre percorrevano i corridoi con molta attenzione e circospezione, il mago sbloccò, telepaticamente, la porta della stanza dove era rintanata Bra per permettere alla sua famiglia di entrare.
Dovevano assolutamente agire il prima possibile senza che Arcadia si rendesse conto della situazione.
Il saggio si sentiva in colpa a tramare alle sue spalle, in fondo avevano condiviso insieme tanti momenti, nel bene e nel male.
Si sentiva un vero e proprio traditore anche nei confronti del popolo di quel pianeta.
Tutti lo rispettavano e lo trattavano sempre con garbo e Nemesis faceva lo stesso con loro.
Il mago non aveva mai assunto comportamenti arroganti o di superiorità con gli abitanti del posto e per questo si era guadagnato la loro incondizionata fiducia.
In fondo lui stava agendo, in quel determinato modo, per una giusta causa, ma aveva paura di non essere compreso.
Sicuramente Arcadia, una volta scoperto il suo piano, avrebbe dato l’allarme e presto si sarebbe diffusa la voce della sua infedeltà.
Sarebbe stato duro sopportare questo affronto, soprattutto sentirsi giudicato dalla popolazione che lo credeva, non solo un amico, ma un grande uomo.
Forse non era pronto per questo, ma non aveva dubbi nell’attuare il piano.
Di questo ne era profondamente convinto.
Intanto, mentre il mago si perdeva nei suoi ragionamenti, Gohan procedeva dietro di lui a passo svelto, ma sempre facendo attenzione ad ogni minimo spostamento d’aria.
Il giovane, tuttavia, si era accorto dello sguardo pensieroso dell’altro e intuiva che ci fosse qualcosa che lo turbasse.
Immaginava il motivo, ma nonostante ciò decise di domandarglielo:

“Nemesis, posso chiederti una cosa?”
Il saggio si fermò sul posto e, senza voltarsi, rispose con gentilezza:
“Certo, dimmi pure, ma fai in fretta”.
“Perché lo stai facendo?” chiese immediatamente il giovane.
“Come?” domandò perplesso l’uomo.
“Perché ci stai aiutando? Stai rischiando molto alleandoti con noi.  Devi avere un valido motivo” ribatté Gohan seriamente.
Dopo qualche istante di silenzio, il mago proferì con tono sincero:
“Sai Gohan, io e Arcadia siamo venuti sulla Terra con uno scopo ben preciso…vendicarci del Principe dei Saiyan.
Inizialmente il piano stava procedendo come previsto, ma poi qualcosa è andato storto.
Lei ha stravolto tutti i piani rapendo Bra e questa è stata una mossa inaspettata.
Ha usato quella bambina solo per stuzzicare il padre e l’ho trovato squallido sfogarsi su di una creatura così piccola che ancora non conosce il modo per difendersi.
È stato un gesto meschino da parte sua che non posso tollerare.  Nella mia vita ho sempre cercato di aiutare i più deboli e non mi tirerò indietro neanche ora”.
“Quello che hai appena detto ti rende onore, davvero.
La tua sincerità traspare nitidamente anche se sei voltato di spalle. Devo ammetterlo, sei veramente coraggioso per metterti contro una strega” aggiunse il saiyan accennando ad un sorriso.
“Coraggioso o matto?” replicò il mago sarcasticamente.

A quella risposta entrambi scoppiarono a ridere, ma quel breve momento di ilarità fu interrotto da alcuni passi in avvicinamento.
Il saggio, riconoscendo quella determinata andatura, fece cenno a Gohan di nascondersi dietro la parete per non farsi scorgere dalla donna che si stava avvicinando.

Il giovane ubbidì al mago sperando vivamente di non essere visto.
Intanto, la strega, si ritrovò faccia a faccia con l’uomo e, senza perdere ulteriore tempo, lo rimproverò con tono arrogante:

“Nemesis, mi vuoi dire dove sei stato tutto questo tempo? Sei partito ore fa”.
“Ho avuto qualche difficoltà nel trovare ciò che cercavo” riferì il mago cercando di essere convincente.
“Almeno sei riuscito nel tuo intento?” disse la donna alquanto sospettosa.
“Si, puoi verificarlo con i tuoi occhi” replicò Nemesis tirando fuori dalla tasca del mantello un ciuffo dell’erba medicinale di cui parlava.

Durante il viaggio di ritorno si era fermato vicino ai piedi di una montagna per coglierla nel caso in cui Arcadia glielo avesse chiesto e, tutto sommato, aveva visto giusto.
La strega, una volta appurata la vicenda, guardò l’uomo di fronte a sé e, con tono infastidito, esclamò:

“Devi tenere molto a quella bambina per arrivare a scalare le montagne, sbaglio?”
“Esatto. Allora ti ricordi ancora i miei insegnamenti” rispose lui stupito.
“Perché non dovrei. Mi hai sempre detto che quel tipo di erbe curative si trovano nei posti più alti e freddi del pianeta.
Ho solo ragionato” obiettò pronta la donna.
“Ascolta Arcadia io avrei bisogno di parlarti, magari in un posto più riservato. Hai un momento?” chiese l’uomo iniziando a mettere in pratica il piano.
“Non ora, non ho tempo da perdere” ribatté la strega duramente soprattutto per via della discussione avuta prima che lui lasciasse il palazzo.
“Per favore, è importante. Ti ruberò soltanto due minuti” insistette il mago sperando in una sua risposta affermativa.
Notando l’insistenza dell’uomo Arcadia si arrese e, con tono severo, aggiunse:
“E va bene, ma solo due minuti, non uno di più”.
“Li farò bastare” concluse lui soddisfatto per essere riuscito a convincerla.

Mentre stavano per recarsi nella stanza del Consiglio, Nemesis fece cenno al ragazzo di avvertire suo padre e gli altri.
Il giovane si avvicinò ad una delle tante finestre che si trovavano nel corridoio e, cercando di fare il minor rumore possibile, la spalancò delicatamente.
A quel punto creò una piccola sfera luminosa con il dito indice cercando di farsi scorgere dai suoi compagni.
Goku si accorse immediatamente del segnale da parte del figlio e prontamente gli rispose con la stessa tecnica.
A quel punto il saiyan fece un cenno a Vegeta del loro imminente momento ed infine intimò Goten di entrare in scena.

“Guardate, si stanno avvicinando alle guardie.
Speriamo andrà tutto bene” intervenne preoccupato il giovane Trunks.
“Me lo auguro, altrimenti Kakaroth non vedrà più la luce del sole” replicò fermamente Vegeta.

Intanto, Goku e Goten, si erano avvicinati al castello, ma come avevano previsto, furono fermati severamente dalle sentinelle in servizio:
“Ehi, dove credete di andare voi due? E poi chi siete?”
“Ci scusi, non ci siamo neanche presentati. Che maleducati.
Io sono Goku e lui è mio figlio Goten. Siamo atterrati da poco su questo pianeta e girovagando abbiamo scoperto casualmente questo palazzo.
Ci chiedevamo se era possibile entrare…” domandò bonariamente il padre del giovane.
“Non si può senza l’autorizzazione della nostra padrona, specialmente se si tratta di stranieri” ribatté duramente una guardia.
“Andiamo, non potete fare un’eccezione?” propose sorridendo Goten.

Mentre i due distraevano i guardiani, i Brief, senza farsi notare, riuscirono a penetrare nel palazzo grazie al portone lasciato aperto.
Vegeta, prima di entrare, incrociò  lo sguardo di Goku e lo ringraziò accennando ad un tenue sorriso.
Una volta addentrati, il Principe tentò di individuare l’aura della figlia per cercare di arrivare alla stanza giusta.
Mentre procedevano con cautela nei lunghi corridoi, spuntò alle loro spalle una delle guardie che, vedendo degli intrusi, provò a dare l’allarme, ma un paio di pugni e qualche calcio di Trunks lo stesero all’istante, vanificando il suo tentativo.

“Forse sarebbe meglio se andiate soltanto voi due, io vi guarderò le spalle” riferì, con tono deciso, il figlio ai suoi genitori.
“Va bene, ma fai molta attenzione” esclamò autorevole il padre.
“Mi raccomando Trunks” disse, con apprensione, la madre.

Fatte le dovute raccomandazioni, il saiyan e la scienziata corsero rapidamente per le scale tentando di arrivare il prima possibile dalla propria bambina.
Intanto Nemesis ed Arcadia si trovavano nella stanza del Consiglio, raggiunti poco dopo da Gohan che rimase ad osservare la scena dietro alla porta.
Una volta entrati, la strega si sedette  nella sua comoda postazione aspettando che il mago parlasse, ma vedendo la sua esitazione, iniziò lei stessa a dialogare, con tono seccato:

“Allora, che cosa hai da dirmi di così urgente?”
“Beh, ecco io volevo scusarmi per il modo in cui mi sono comportato con te recentemente. Credo di aver esagerato e, senza rendermene conto, ho messo in primo piano tutto il resto, invece che la mia amicizia con te.
Ti chiedo perdono” affermò lui cercando di essere il più convincente possibile.
“Ma, davvero? Solo ora ti sei reso conto di ciò che hai detto e fatto?” obiettò irritata la donna.
“Si e mi dispiace davvero tanto se siamo arrivati a questo punto, devi credermi” aggiunse Nemesis sinceramente  rammaricato.
In quel momento, l’uomo, era seriamente dispiaciuto per essere arrivato a tradirla e per aver assunto un certo tipo di comportamento, ma non poteva fare altrimenti.
Arcadia, percependo il suo dispiacere, disse duramente:
“E va bene, ti credo, ma se accadrà di nuovo le parole non ti saranno di aiuto”.
“Grazie” rispose cupo il mago immaginando la rabbia della strega, quando avrebbe conosciuto la verità.
Tuttavia l’uomo cercò di velocizzare i tempi, così, avvicinandosi al mobile delle bevute, prese due calici e, con tono decisamente più sprezzante, le propose:
“Che ne dici di bere qualcosa con me per festeggiare la nostra riappacificazione?”
“Se ci tieni tanto” replicò lei con indifferenza.
“Un momento e sono da te”.

Nemesis, una volta presi i due calici, versò del vino su entrambi ed infine, grazie alla magia, fece comparire, senza farsi notare, la pozione che avrebbe assopito la strega.
Versò velocemente il contenuto nel bicchiere e, una volta pronto, lo servì alla donna che aspettava indifferente.
A quel punto l’uomo fece un brindisi affermando con un tono tra l’amareggiato e il dispiaciuto:
“A noi”.
“A noi” concluse lei fissandolo perplessa, come intuendo che ci fosse qualcosa che non andava.
Nonostante ciò sorvolò su tale pensiero e bevve tutto di un fiato il contenuto del bicchiere sotto lo sguardo rammaricato del mago.

Nel frattempo i due Brief erano giunti, dopo aver girovagato per il castello, nella stanza dove si trovava la figlia.
Vedendo che non si apriva, Vegeta la forzò dandole un violento calcio e quando la visuale diventò nitida, entrambi i genitori rimasero senza parole nel constatare le misere condizioni della bambina.
Rimasero allibiti, persino Bulma che conosceva come si erano svolti i fatti.
Immaginare l’accaduto era un conto, ma appurarlo con i propri occhi era decisamente un altro.
Vedere tutti quei segni, graffi, ferite, lividi sul corpo della bimba, scatenò nel saiyan una rabbia incontrollabile che non riuscì a trattenere.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso e come un vulcano in eruzione, il Principe sfogò tutta la sua rabbia repressa da troppo tempo.
Senza neanche accorgersi si trasformò in super saiyan, facendo tremare i muri, per poi urlare ferocemente:
“Io giuro che l’ammazzo quella strega!”
 


Dopo la trasformazione del saiyan, entrambi si fiondarono sulla figlia e Vegeta la prese delicatamente tra le proprie braccia, per non arrecarle altro dolore.
La bimba, percependo la stretta paterna, nonché il suo calore, aprì leggermente gli occhi e, riconoscendo la sua famiglia, disse debolmente:

“Papà, mamma siete arrivati”.
“Ma certo piccola. Pensavi davvero che ti avremmo abbandonato?” ribattè la madre, tra le lacrime, accarezzandole con cura il viso tumefatto.
“Cosa ti ha fatto quella donna” sussurrò Vegeta, con tono basso, ma che nascondeva una terribile frustrazione.
“Papà, ho dolore dappertutto” esclamò Bra senza forze.
"Shhhh, non sforzarti" ribattè angosciato l'uomo.
“Lo so io cosa ha usato per ridurla in quel modo” intervenne Bulma piangendo.
“Dimmelo, perché le renderò lo stesso servizio” rispose determinato il saiyan.
“Nemesis mi ha detto che l’ha condotta nella stanza delle torture e…” ma la donna non fece in tempo a terminare la frase che il compagno, a dir poco furioso, la interruppe:
“Non aggiungere altro, conosco molto bene quel genere di posto. Ora ci penso io”.
A quel punto, il Principe depositò un bacio sulla fronte della figlia e le assicurò:
“Mi dispiace, piccola, se hai dovuto subire tutto questo, ma presto avrai giustizia. Te lo prometto” concluse l’uomo lasciando la bambina tra le braccia della scienziata, per poi alzarsi in piedi.
Si bloccò soltanto quando udì la voce della sua compagna, domandargli con tono arrabbiato:
“Vegeta, fagliela pagare”.
“Hai la mia parola…”


                                                                                                                               CONTINUA…
 

 








ANGOLO DELL’AUTRICE

Siete pronti per lo scontro tanto atteso tra la perfida strega e il Principe? Perché il prossimo capitolo tratterà proprio di questo e vi posso assicurare che Vegeta darà il meglio di sé.
Vi ingrazio davvero tantissimo per il vostro continuo interesse alla mia storia, mi rendete veramente contenta! 
Ci sentiamo alla prossima pubblicazione.
Buon Ferragosto a tutti!!
A Presto.
Un Abbraccio.

GALVANIX

  
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