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Autore: Britin132    13/08/2015    1 recensioni
Dalla storia:
“Sono che io che mi sto nascondendo, non tu. Ho stabilito io questo patto per nascondere la mia omosessualità, non tu. Non puoi prenderti sempre le mie responsabilità. Questa volta tocca a me.” Concluse Louis.
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E poi accadde.
Le domande furono fatte.
I dubbi furono sciolti.
E i chiarimenti furono fatti.
OS LARRY
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ho scritto questa OS aiutandomi con la canzone “Running up that hill” di Kate Bush (Io amo la cover fatta dai Placebo). Infatti il titolo è dato proprio da una delle strofe della canzone. Un’ importante precisazione è che ciò che ho scritto e che leggerete qui sotto è soltanto una mia idea su come stanno andando le cose tra Harry e Louis. Non è la verità, né l’esatto andamento delle cose.
Questo è come io vedo la loro situazione.
Il periodo al quale mi riferisco in questa storia è valido fino al quattro agosto quando Louis durante un programma, Good Morning America, dove erano ospiti e li stavano intervistando,  ha confermato di star diventando padre.
Ho deciso di scrivere per sentirmi meglio. Ne avevo davvero bisogno.
Scrivere mi ha aiutato. Spero che leggere questo aiuti anche voi.
Ricordate che Larry Stylinson è reale e non smettete mai di crederci.
 
It doesn’t hurt me

 
Non mi ferisce più, continuava a ripetersi Harry.
Non deve più ferirmi.
Le cose devono andare in questa direzione.
Non posso fare nulla per impedirlo.
Harry continuava a risentire quelle parole echeggiare nella sua testa.
Ormai non riusciva più a scacciarle.
Erano sempre nella sua testa, a volte nascoste in un angolino. Altre volte, come adesso, uscivano e lo tormentavano. Lui sapeva che erano vere. Sapeva che non doveva più permettere che questa situazione lo ferisse. Ma non ci riusciva. Era sempre stato emotivo, attaccato a tutto e a tutti e di punto in bianco non poteva diventare una persona menefreghista e strafottente.
Si massaggiò appena le tempie per alleviare il mal di testa.
 
 
You wanna feel how it feels?
You wanna know, know that it doesn’t hurt me?


 
 
Con un mal di testa prepotente che continuava a invadergli la testa Harry pensava che Louis fosse indifferente ai suoi sentimenti.  Harry aveva bisogno delle attenzioni di Louis, aveva bisogno che Lou si preoccupasse di più per lui. A volte lo riteneva superficiale e non curante di lui.
E senza nemmeno accorgersene si ritrovò a riversare su Louis tutto quello che pensava e che aveva tenuto nascosto per tutto questo tempo.
In realtà Harry si preoccupava che questa storia non sarebbe mai finita, che avrebbero continuato a fingere di non amarsi ancora per anni e anni.
La sua paura era che Louis, prima o poi, si sarebbe arreso e pur di vivere in pace l’avrebbe lasciato e avrebbe smesso di combattere per il loro amore.
E senza Louis cosa sarebbe stata la sua vita?
Ma queste cose non riuscì a dirle perché la rabbia prese il sopravvento.
“A te non frega di me. La persona più importante nella nostra relazione ormai sei tu e io sono stufo. Ormai tutto gira intorno a te” urlò Harry.
In quel momento Harry le pensava davvero quelle cose.
Harry tossì prima di cambiare voce per fare una terribile imitazione dei suoi amici e compagni di band “E’ Louis quello che devo mentire alle interviste, è Louis che deve fare il finto padre, è Louis che deve sembrare etero” disse Harry, poi riprese il suo tono di voce normale “Si, okay. E a me chi cazzo ci pensa?”
Louis non poteva credere alle sue parole. Davvero Harry si permetteva di rinfacciargli tutto questo?
“Tu non sai come ci si sente a dover mentire di fronte a tutti, nascondere che ti amo e fingere di essere chi non sono.”
Harry e Louis continuavano a parlare. O meglio ad urlarsi contro.
E con quella frase Louis era riuscito ad avere l’ultima parola perché Harry non era riuscito più a controbattere.
Stavano litigando, di nuovo.
Erano giorni che andava aventi questo litigio.
Louis si sedette sulla sedia nel camerino. Harry era di fronte a lui, seduto su un’altra sedia.
“Dimmi la verità” iniziò Louis “Quanto da 1 a 10?” chiese Louis.
“Quanto cosa, Lou?” domandò Harry confuso.
“Quanto ti ferisce da 1 a 10 sentirmi dire tutte quelle bugie? Vedermi nelle foto con tutte quelle ragazze? Vedermi che ti evito sul palco o durante le interviste?” chiarì Louis, con il tono di voce sempre più basso, le mani incrociate e i denti a mordersi le labbra.
Harry tremò a sentire quelle domande. Non riuscì ad alzare gli occhi per guardare Louis. Continuò a guardare a terra. Non riusciva a tenere i piedi fermi neanche per un secondo.
“Sei stato dalla mia parte, Lou. Mi hai visto uscire con le ragazze, mi ha visto evitarti durante i concerti e durante le interviste. Lo sai come ci si sente.” Concluse Harry con difficoltà. Parlare di queste cose lo faceva sentire peggio, ma Louis aveva bisogno di sentirle queste cose.
“Ma tu non mi hai mai visto mentire dicendo che sto diventando padre” disse semplicemente Louis sentendosi male per le sue stesse parole.
 

 
 
You wanna hear about the deal I’m making

 
 
 
“Sei sicuro, Lou?” chiese Liam poggiandogli una mano sulla spalla.
“Si, Liam” rispose l’altro con la voce tremante. Louis si guardava intorno perché non riusciva a reggere lo sguardo del suo migliore amico. Liam, invece, cercava il suo sguardo perché voleva vedere se le parole di Lou erano vere o stava fingendo di potercela fare.
“Lou..” disse l’amico accarezzandogli una guancia “Voltati e guardami per un secondo.”
Lui si voltò, lo guardò negli occhi e Liam finalmente poté guardare i suoi occhi. Louis era sul punto di crollare.
“Ascolta Lou” disse Liam prendendo il suo mento “posso farlo io. Confermerò io che stai diventando padre. Non è la prima volta che confermo qualcosa per te e Harry. Lo farò scherzosamente e vedrai che mi crederanno. Lascia fare a me.”
Louis scosse la testa più volte “No, non se ne parla Liam.”
Si allontanò da Liam, strinse i pugni prima di parlare.
“Qui non si tratta di negare se io ed Harry stiamo insieme. Qui si tratta di ammettere che sto diventando padre, anche se non è vero. Devo farlo io altrimenti non è credibile.”
Il ragazzo, appena concluse il discorso, tornò a guardare l’amico. Aveva una faccia molto seria.
“Sono che io che mi sto nascondendo, non tu. Ho stabilito io questo patto per nascondere la mia omosessualità, non tu. Non puoi prenderti sempre le mie responsabilità. Questa volta tocca a me.” Concluse Louis.
Era riuscito nel suo intendo di apparire sicuro e pronto ma in realtà era tutta una maschera.
“Okay Lou” disse Liam.
Mi ha creduto, pensò Louis, troppo presto.
“Te lo lascerò fare se tu la smetti di fingere di essere forte. Se la smetti di fingere che tutto questo ti vada bene. E’ vero, hai firmato tu quel contratto ma voglio solo ricordarti che avevi diciannove. Tu ed Harry eravate due innamorati folli alle prime armi. Nessuno di voi si è reso realmente conto di quello che stavate facendo. Anzi, nessuno di noi ragazzi della band si era reso conto di dove stavamo immischiandoci. Ma ora lo sappiamo. Conosciamo la situazione ed è una situazione orribile. Nessuno dovrebbe vivere con questo peso sulle spalle e con tutte queste bugie da portarsi dietro. Fa schifo. “
Liam si passò una mano sul viso per il nervosismo e alzò appena il tono di voce “Quindi ti prego smettila di far finta che tutto questo sia normale e che ti stia bene questa situazione” puntò il dito contro di lui “perché io so che non è così e mai lo sarà.”
Colpito.
E affondato.
Come sempre Liam aveva capito tutto. Louis, ogni volta, ci provava a fingere e a nascondere come si sentisse ma con Liam non era mai riuscito. L’amico riusciva a capirlo subito. Riusciva a leggergli dentro.
Liam aprì le braccia in segno di un abbraccio e Louis si avvicinò lentamente e lo abbracciò a sua volta.



 
You,
It’s you and me



 
Siamo io e te, Louis. Perché non lo capisci?
Louis era spaventato.
Aveva paura ma lo nascondeva.
Non sei solo, Lou. Tu sei con me. Io sarò sempre al tuo fianco a proteggerti.
Erano queste le parole che Harry avrebbe tanto voluto dire al suo ragazzo, la sua anima gemella. Ma non ci riusciva mai. Louis sfuggiva, si chiudeva in se stesso, usava mille maschere pur di non far trasparire i suoi sentimenti. Harry veniva allontanato da lui e ne soffriva.
In realtà Louis lasciava Harry fuori dalle sue preoccupazioni e paranoie solo per evitargli altre sofferenze.
Ma si sbagliava perché in queste modo dava solo modo alle sofferenze di aumentare e mai di scomparire e soprattutto il povero Harry era sempre più in ansia per lui.
Che stupidi che erano entrambi.
Entrambi volevano l’appoggio l’uno dell’altro ma non se lo dicevano per evitare di causare altro dolore.
Nonostante questo si amano da impazzire.
E’ vero non riescono a confidarsi, anzi non vogliono confidarsi ma lo fanno in buona fede e questo dimostra soltanto quanto si amino ancora di più.
Preferirebbero tenere le loro sofferenze tutte per loro piuttosto che far soffrire l’altro.
Siamo io e te, Harry. Io lo so già. Non c’è bisogno che tu me lo dica.



 
And If I only could
I’d make a deal with God

And I’d get him to swap our places



 
“Qui è una merda senza di te” disse Louis alla persona con la quale parlava al telefono.
“Lo so piccolino” rispose l’altro “non c’è bisogno che tu mi dica che la mia assenza ti toglie il respiro.”
“Vaffanculo Malik” rispose Lou in tono acido. Senza farlo capire al suo amico però stava ridendo. Il suo migliore amico, nonostante la lontananza l’aveva fatto ridere.
Si sedette su una piccola poltroncina mentre si divertiva a parlare al telefono con lui.
Zayn rise e mandò qualche insulto simpatico a Louis.
Insomma tutto normale.
“Come sta Liam?” chiese l’amico al telefono.
“A parte il fatto che si comporta come se fosse il mio paparino, bene.” Rispose Lou con voce falsamente arrabbiata.
Zayn rise di nuovo. Cercava di sciogliere il ghiaccio prima di arrivare alla domanda più importante.
“E tu come stai?” chiese infine trattenendo il respiro per paura di aver fatto davvero la domanda sbagliata.
“Io e Harold ce la caviamo abbastanza bene.” Rispose il biondino con nonchalance.
“Litigate ancora? Per quella storia?” chiese Zayn.
“Si, litighiamo ancora. Lui dice di essere stufo e che vorrebbe uscire allo scoperto ma sa che non è possibile.”
A Louis tremava la voce e questo Zayn riusciva a percepirlo.
Zayn non sapeva che Louis ora non era più seduto e stava camminando nervosamente avanti e indietro per la stanza. Si mordeva il labbro e mangiava le unghie.
“Hai paura?” chiese il moro.
“No” rispose secco Louis.
Ed era vero. Lui non aveva più paura. Se non fosse per quello stupido contratto lui ed Harry sarebbero già usciti allo scoperto anni fa.
Anche Louis era stufo, stufo di nascondersi al mondo intero, stufo di nascondere l’amore per Harry, stufo di negare il loro amore  alle persone come se fosse qualcosa di sbagliato. Ma in realtà il loro era pure amore, come l’amore che c’è tra un uomo e una donna.
Il loro amore era solido, reale.
“Dagli tempo” gli consigliò Zayn “Ci saranno sempre quei giorni nei quali vedrete tutto grigio ma vedrai che presto il cielo si schiarirà e voi due insieme, mano nella mano, vedrete la luce.”
“La stessa luce che dovevate vedere tu e Payne?” lo provocò Louis.
 
 
 
Più tardi Louis tornò da Harry nella loro stanza d’albergo. Erano in tour quindi automaticamente dormivano in albergo.
Si strinsero a letto, Harry con la schiena appoggiata con il petto di Louis. Louis giocava con i suoi lunghi pelli ed Harry continuava a torturarsi le mani.
“Lou, devo dirti una cosa” sentenziò Harry. Era titubante. Non sapeva se dirla o meno ma alla fine si era buttato.
“Dimmi amore” aveva risposto l’altro.
E in quel momento il cuore di Harry si sciolse. Il suo battito cardiaco accelerò notevolmente e i suoi occhi iniziarono a brillare dopo aver sentito quella parola ‘amore’.
Harry si alzò dal corpo di Louis e si voltò verso di lui. Incrociò le gambe e si mise di fronte a lui.
“Ho sbagliato a dirti quelle cose orrende. Sono stato un egoista. Io ti amo e non mi stuferò mai di aspettarti. Ti aspetterò anche una vita se necessario, io..”
Louis lo zittì con un dito sulle labbra.
“No, ti prego fammi finire.”
Louis sorrise e annuì.
“Io ti amo. Io non so come tu ti senti a mentire riguardo le tue relazioni. Io non so come farai a mentire riguardo la tua paternità. Io non sono al tuo posto ma se solo tu me lo permettessi, io vorrei esserci.” Harry socchiuse gli occhi e prese un respiro profondo.
“Ti prego, Lou. Non tenermi all’oscuro. Dimmi realmente come ti senti. Siamo io e te, ricordi? Io non ti lascerò da solo a combattere con questi demoni interiori.”
Louis gli sorrise teneramente e gli prese la mano.
“Dio, cosa farei per essere io al tuo posto. Per essere io quello a dover mentire..” bisbigliò Harry.
Ora gli occhi di Louis luccicavano.

 


 
 
 

 
 Be running up that road
Be running up that hill
Be running up that building
If I only could, oh

 

 

“Qualsiasi accada domani, ricordati che ti amo” disse Louis baciandolo.
“Potrò ammettere che sono andato a letto con quella tipa ma ricordati che sei tu l’unico privilegiato al quale ho donato il corpo..” Harry sorrise ingenuamente.
“E il mio culo” aggiunse il biondo.
“LOUIS!” urlò Harry e lo colpì piano dietro la testa.
“Scusa riccio, ma certe cose si devono dire eh.” Lo provocò Louis.
Entrambi scoppiarono a ridere. Si guardarono a lungo negli occhi perdendosi e lasciando che il blu e il verde si mischiassero e si fondessero in un unico colore.
Appena le ciglia di Harry sbatterono ancora, il contatto visivo si perse. Louis si alzò appena con il petto e si avvicinò al volto di Harry.
Non voleva baciarlo.
“Hai presente quelle stupide competizioni che si facevano una volta per stabilire quale uomo meritasse la dama?”
Harry annuì.
“Ecco.. tu pensa che quello che faccio io, mentire, far finta di essere padre faccia solo parte di una competizione. Sto partecipando ad una competizione per vincere il cuore del mio amato.”
Louis spiegò tutto e Harry rimase a bocca aperta.
“Dopo quello che mi hai detto potresti anche perdere ma il mio cuore sarebbe tuo e solo tuo” esclamò Harry sorridendo. Si sentiva felice.
Anche sul viso di Lou nacque un sorriso, un meraviglioso sorriso.
Tutti i sorrisi di Lou sono da togliere il fiato, pensò Harry.
Per te amore mio scalerei montagne, vincerei tante competizioni, affronterei il mondo intero, mi butterei da un ponte solo se lo facessi tu. Vivrei il tuo dolore, mentirei alla mia famiglia per te.
Per te amore darei la vita.
Ecco cosa avrebbe fatto Louis Tomlinson per l’amore della sua vita.
Non se ne vergognava.
Non lo negava a nessuno.
Anzi ne andava fiero.

 

 
You don’t want hurt me
But see how deep the bullet lies
Unaware I’m tearing you asunder
There is thunder in our hearts



 

Niall andò a bussare alla stanza dei due innamorati e un Lou con i capelli scompigliati aprì la porta e gli si parò davanti.
“Buongiorno Nì!” lo salutò il compagno.    
“Buongiorno Tommo” lo salutò il biondo.
Louis gli regalò un sorriso splendente e Niall ne fu sorpreso ma allo stesso tempo si sentì sollevato perché lo vedeva meglio degli altri giorni e soprattutto pronto per l’intervista di quella mattina.
Louis fece entrare Niall mentre lui si diresse in bagno per finire di sistemarsi.
“Dov’è Harry?” chiese Niall guardandosi attorno e notando l’assenza del riccio.
“E’ già uscito. Ha detto che ci saremmo visti direttamente alla macchina che ci porta lì” spiegò il suo ragazzo.
Niall annuì. Si appoggiò allo stipite della porta e lo guardò per pochi secondi prima di abbassare lo sguardo.
“So che preferiresti non ricevere domande, ma ti senti pronto? Ce la fai a sostenere anche questo?”
Louis si voltò per guardarlo. Inclinò appena il capo e vide la preoccupazione negli occhi del suo amico.
Si avvicinò e lo rassicurò che non sarebbe crollato quel giorno, anzi che non sarebbe crollato perché con Harry al suo fianco poteva affrontare tutto.
“Ce la faccio grazie all’amore di Harry e grazie al vostro sostegno. Senza mi sentirei perso.”
Si lasciarono andare in un lungo abbraccio. Quell’abbraccio diceva davvero tante cose.
Grazie Niall di essere sempre qui per me e con me.
Grazie Tommo di non mollare mai. Grazie di non arrenderti e di combattere per la band.
Grazie Niall di regalarmi sempre le tue risate che mi danno la forza di affrontare tutto.
 
 
 
E poi accade.
Le domande furono fatte.
I dubbi furono sciolti.
E i chiarimenti furono fatti.
Il cuore di Harry fu colpito da quelle parole, come se qualcuno l’avesse appena trafitto profondamente.
Non sapeva come avrebbe reagito a quelle parole e quando si rese conto di quale tremenda reazione stava affrontando il suo corpo, si sentì perso, instabile.
Ad Harry fu chiesto, subito dopo la conferma della paternità di Lou, perché fosse così silenzioso.
Harry rifletté un secondo e poi capì che avrebbe dovuto farcela per il suo amato e che ce l’avrebbe fatta grazie a Lou.
Rispose tranquillamente.
Poi guardò Louis. Lo vide accennare sorrisi nonostante quello che stesse dicendo.
Lo guardò e gli tornò la forza.
Si rialzò, abbozzò un sorriso e io e te insieme, pensò.
Dopo l’intervista i due si isolarono per calmarsi a vicenda.
Piansero entrambi.
Si abbracciarono.
Si sussurrarono parole dolci e di speranza.
“Ti amo, Harry.”
“Ti amo, Louis.”




 
Se siete arrivati alla fine di questa OS vi ringrazio infinitamente. E’ la prima cosa che scrivo su Harry e Louis perché mi sono davvero sentita ispirata e ne avevo davvero bisogno.
Vi ringrazio di aver letto.
Se avete consigli da darmi, li accetto volentieri.
Spero vi sia piaciuta.
-Lenni

 
 

 
 
 
  
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