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Autore: giuls_de    14/08/2015    0 recensioni
In una notte tempestosa, protetta dalle imponenti mura di un bellissimo palazzo, alla fioca luce di una candela, una misteriosa dama di compagnia parla alla sua futura regina
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli ululati dei lupi provenienti dalla lontana foresta riuscivano a penetrare le mura del castello. La giovane principessa stava in silenzio ad ascoltarli, intimorita e affascinata. La fanciulla, contrariamente a quanto ci si aspettava da lei, era di indole piuttosto selvaggia e ribelle: durante il giorno cercava ogni possibile pretesto per uscire da palazzo, tanto che giusto quella mattina aveva convinto il suo gentile cugino a portarla con lui durante una battuta di caccia. La principessa cavalcava bene, e le piaceva andare a una certa velocità. Al povero cugino era stato raccomandato di non perderla un attimo di vista, e quando il cavallo della fanciulla quel giorno scattò come impazzito, il giovane nobile si lanciò all'inseguimento. La principessa si stava divertendo e rideva beata mentre il suo cavallo nero sembrava volare sopra la foresta come un falco nel cielo, ma allo sfortunato cugino prese un colpo quando vide la futura regina di quel magnifico regno sfrecciare a tutta velocità in mezzo agli alberi e rischiare di ferirsi gravemente. Quando il giovane riuscì ad afferrare le briglie del cavallo impazzito, la bellissima fanciulla fece un notevole volo da cavallo per la frenata improvvisa, e si ritrovò a testa in giù nei cespugli, con una gamba completamente insanguinata. Quella sera la gamba era ancora terribilmente dolorante, e la principessa aspettava con ansia che la sua dama di compagnia venisse a portarle uno strano rimedio a base di erbe che lei stessa si era offerta di far preparare. La fanciulla non aveva tanti amici a castello, e l'unica persona con cui riusciva a discorrere praticamente di qualsiasi cosa era Lady Garyen. Ogni notte la dama entrava nella sontuosa camera della bella principessa e parlava con lei di qualsiasi cosa la futura regina volesse. Erano spesso argomenti leggeri, o storie divertenti, oppure chiacchiere, o favole incantevoli, fiabe o leggende. 
 
"Ha il colore del sangue" disse la principessa pensierosa, rivolgendo lo sguardo allo strano intruglio di erbe che Lady Garyen le aveva appena portato.
"Lo sai... c'è un'antica voce che dice che quasi sempre i rimedi hanno il colore dei mali che curano" disse la misteriosa Lady indicando la gamba della principessa.
"Sono stupide voci, e questo è uno stupido rimedio che sicuramente non mi recherà alcun bene"
"A me piace credere a queste voci. Mi immagino.. che il rimedio per la gelosia abbia un colore verde vivo, come gli occhi dei mostri, o che il rimedio per l'egoismo abbia un colore blu, come il mare, come il sangue blu che alcuni nobili vanno tanto ostentando e per cui spesso si perdono nell'orgoglio e nella superbia, e dimenticano di essere gentili"
"Ha un sapore aspro" disse la principessa riferendosi all'intruglio rosso sangue.
"Di cosa vuoi parlare questa sera mia futura regina?"
Un inquietante velo di monotonia si adagiò su quella scena: sempre la stessa stanza, le stesse persone, le stesse parole. La principessa non rispose.
Un ululato squarciò il silenzio. Era lontano ma sembrava vicinissimo, come se gli occhi di quel lupo la principessa potesse vederli da un momento all'altro attraverso la finestra della sua stanza.
"Sono i figli della notte" disse Lady Garyen quasi sussurrando 
"Sono creature spaventose"
"Fanno rabbrividire gli uomini, ma vogliono solo sentirsi padroni del loro mondo, l'oscurità"
"Anche gli uomini vogliono sentirsi padroni del loro mondo, ma non fanno paura"
"Gli uomini...- disse la dama sospirando- se vogliono possono essere le creature più spaventose in assoluto"
"Cosa c'è di così terribile in loro?"
La dama indugiò un secondo, poi cominciò a parlare
"Sono crudeli. Dalla loro ira può nascere un esercito di centinaia di uomini armati e spietati, uomini sanguinari, che possono fare anche più paura di un lupo"
"E di un mostro?" La dama rimase in silenzio.
"Una volta me ne parlavi" continuò la principessa.
"Eri una bambina. Ai bambini si raccontano spesso le favole"
"É inutile che fingi. Lo sai meglio di tutti che non sono favole"
"Gli uomini non amano parlarne"
"Tu non sei come gli altri" 
La dama guardò la principessa in un modo complice ma allo stesso tempo intimorito, come se l'avesse resa custode di un terribile segreto.
"Tutto ciò che temi, tutto ciò che ti fa paura, nasce da qualcosa, non astratto, ma concreto e esistente. I tuoi brutti sogni, i tuoi incubi, sono più reali che mai. Esistono cose là fuori di cui non immagini neanche l'esistenza, da nord a sud, per le foreste e i boschi, sulle montagne, nelle valli e nelle praterie, e giù fino al mare, questo mondo brulica di cose che tu non conosci. Sono creature, esseri viventi, ma non simili a noi, possono essere buone, o cattive, possono anche ucciderti se vogliono"
"Sarò anche la loro regina?" 
La dama si accigliò un po'. Non si aspettava quella domanda.
"Loro non sanno chi sei, e loro non venerano re o regine, non venerano gli uomini"
"Chi venerano allora?"
"Entità molto potenti, credono in poteri molto aldilà di ogni artificio umano"
"... Magia?"
La dama tentò di aggirare il discorso.
"É un discorso troppo vasto per parlarne"
"Come fai a sapere tutte le cose che sai?" la dama cercò qualcosa da fare per riuscire a non rispondere direttamente alle domande della principessa. Si alzò dalla sedia per versare un po' d'acqua nel suo bicchiere.
"...quali cose? Sono solo storie, vecchie favole per spaventare un po' i bambini"
"Non ti credo"
"Hai già abbastanza cose a cui pensare, principessa. Sarai regina da qui a poco, un enorme peso di responsabilità ti graverà sulle spalle, e dovrai rinunciare a molte cose, non avrai nemmeno più tempo per le mie... storielle".
La principessa sospirò. Ciò che la dama diceva per certi versi non la spaventava affatto. Non era un'interlocutrice come le altre, non una bambina, non una fanciullina impressionabile, non un burbero scorbutico estremamente razionale e cinico.
"Il fatto é, principessa, che gli uomini non ne parlano. Loro non vogliono credere in queste cose. Hanno paura"
"Io non ne ho"
 
La principessa era diversa. Lady Garyen si accorse di sapere una cosa che in fondo aveva sempre saputo, sin dall'infanzia della fanciulla. Era sempre stata incantevole, una bellezza sublime e misteriosa che sembrava andare oltre qualsiasi altra. Il suo animo era indomito, selvaggio, il suo spirito libero. Era curiosa, e non aveva paura. Non temeva ciò che non conosceva, e le cose più strane la attraevano e la intrigavano. Per sentirsi uguale agli altri raccontava a se stessa di temere le stesse cose, provava a pensare a tutte quelle leggende come storie a cui non dare credito, ma alla fine dentro di lei sentiva sempre emergere la sua vera natura, e non sapeva più scappare da se stessa. 
 
"Vai a dormire bambina, é tardi"
Lady Garyen diede la buonanotte alla futura regina, avvicinò la bocca alla fiammella fioca della candela, soffiò, e uscì dalla stanza. La principessa rimase al buio, ancora troppo pensierosa per poter dormire. Un altro ululato emerse dalla notte. 
  
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