Ti proteggerò io
Quando mi ero trovato la presidentessa svenuta tra le braccia, non riuscivo a pensare ad altro che a lei. Non credo di essermi mai preoccupato tanto per una persona, prima. Era così... Indifesa. Completamente. Feci un sorriso mesto, dandole una carezza ai capelli. Soffici e fluenti, ecco com'erano i suoi capelli. Eravamo così vicini che riuscivo a sentire perfettamente il suo profumo. Un profumo elegante, delicato, come lei. “Ah, come faccio a pensare a queste cose in un momento simile?!” Scossi la testa, dandomi dell'idiota. La priorità, al momento, era portarla all'ospedale. Dall'espressione inquieta e il rossore sotto agli occhi, dedussi che aveva pianto... E non per una cosa da niente. Cominciai a correre, stringendo la presa sul suo corpo inerme. “Tranquilla, presidentessa... Ti proteggerò io” pensai, determinato.
«N-Nero...» sentii, in appena un flebile sussurro, mentre la sua mano tremante si aggrappava debolmente alla mia giacca.