Fanfic su artisti musicali > Pierce the Veil
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Autore: Laly_94    14/08/2015    1 recensioni
I Pierce The Veil non sono più una band da cinque anni ormai, e Vic ogni giorno si fa strada nella sua vita con il peso del senso di colpa sulle sue spalle, la sua vita gli fa schifo e vorrebbe aver lottato ai tempi.
Lila è una ragazza normale, bassa e banale, arrabbiata e in cerca di vendetta, ha una forza e una potenza che superano ogni limite.
L'incontro può solo scatenare un uragano.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vic Fuentes
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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3 – You Had A Bad Day
 
-voglio vederla.- disse tranquilla all’infermiera.
-secondo me le conviene andare a casa, non ha nessuno che può passarla a prendere?- chiese gentile l’infermiera.
-no, non ho nessuno, io ho solo lei, e voglio vederla, voglio stare con lei.- disse Lila tra le lacrime.
L’infermiera le tese la mano.
-bene allora, andiamo.- disse gentilmente.
Lei la afferrò e si lasciò trascinare avanti e indietro per i corridoi, su e giù per gli ascensori, e quando giunsero nella camera della sua Nana trattenne il fiato, era un dolore immenso vedere la persona più forte che conosceva riempita di tubicini, con gli occhi chiusi, quasi dormisse.
Era una tortura immensa.
-le chiedo solo di fare silenzio signorina.-
Lei annuì semplicemente, e con chi diavolo avrebbe dovuto parlare?
Entrò nella stanza e avvicinò la sedia al letto, si sedette e poi le prese la mano con le sue ancora tremanti.
-sei bellissima Nana.- sussurrò.
-sembri La Bella Addormentata, stai tranquilla che il tuo principe arriverà presto!- continuò, poi le baciò la mano e appoggiò la testa al materasso, chiuse gli occhi e, esausta cadde tra le braccia di morfeo.
 
Vic stava facendo avanti e indietro fuori dal negozio quando capì che la ragazzina non sarebbe andata.
Pazienza. Si era detto… lo sapevi no? Che ti importa?
Eppure, un po’ ci aveva creduto, all’una del pomeriggio ormai aveva perso le speranze, così andò a farsi un giro per il paesino.
Passò davanti al market, aperto fino alle 15.00, suo fratello staccava alle 14.30, decise che aveva aspettato abbastanza ormai, minuto in più, minuto in meno non avrebbe fatto male a nessuno.
Attese per un po’ Mike, ripensando agli avvenimenti di quel periodo.
Come diavolo gli era saltato in mente di invitare fuori quella ragazzina? Cosa diavolo aveva nel suo piccolo cervellino bacato? Ovviamente lei in quel momento era a casa che se la stava spassando pensando a quel povero deficiente che la stava aspettando fuori dal negozio della musica, il solo pensiero gli fece rivoltare lo stomaco malgrado non avesse mangiato niente.
-ehi Scemo! Che ci fai qui?- chiese Mike andandogli incontro e interrompendo il corso dei suoi pensieri.
-ero a farmi un giro e ho deciso di aspettarti… come va?- chiese.
-insomma, sono stanco, oggi c’è stato il doppio del lavoro.-  disse con un tono stanco nella voce.
-wow! Come mai?-
-beh, di solito il sabato mattina ci sono cinque cassiere, una di riserva che gira i reparti e due magazzinieri perché non c’è molto da smistare, oggi due cassiere erano in ferie, una ha telefonato per dire che sua nonna era in coma e che non aveva dormito tutta la notte e… insomma, alla cassiera di scorta è toccato aprire una cassa al mio collega l’hanno mandato nei reparti e io sono rimasto solo a smazzarmi tutto il magazzino.-
-davvero ha usato la scusa della nonna in coma?- chiese Vic ridendo.
-si guarda! Non sentivo scuse simili dalle elementari!- rispose Mike.
Insieme tornarono a casa ridendo ancora per quella povera ragazza che aveva dato forfait per la nonna in coma, quello che non sapevano era che era vero, e ancor peggio, Vic non sapeva che era la sua ragazzina quella della quale stava ridendo, la sua ragazzina che in quel momento stava soffrendo come non mai.
Infatti si era svegliata qualche ora dopo, in preda a un attacco di panico, non sapeva che fare, notò una bottiglietta d’acqua sul mobiletto accanto al letto, e la prese, portandola con fatica alla bocca con le mani che tremavano, ancora, e lei non poteva farci niente.
Molte persone avevano pensato che il suo tremore fosse parkinson precoce, ma non lo era, era solo il risultato dei suoi attacchi di panico, anche lei lo aveva pensato all’inizio, e si era preoccupata tantissimo, perché con quella malattia ad un certo punto della sua vita avrebbe dovuto farsi aiutare da qualcuno.
Ma dopo i vari accertamenti si era scoperto che era un semplice sfogo della sua depressione, i medici le prescrivevano anti depressivi e medicinali per prevenire attacchi di panico.
Droghe legali, le chiamava lei, in effetti era quello che erano, erano medicinali, droghe, che ti tiravano su il morale, che ti facevano vedere le cose migliori, ma lei non voleva un’immagine distorta della realtà, non voleva vedere il bello nel marcio, nel marcio non c’è niente di bello.
L’acqua non l’aiutò, così facendo avanti e indietro per la stanza iniziò a tirare quel maledetto elastico che aveva al polso, ma non successe niente, piano piano le gambe iniziarono a non reggere più, la paura che potesse entrare qualche dottore da un momento all’altro la fece agitare di più.
Non riuscendo più a reggersi con le sue gambe si sedette atterra, in un angolino della stanza, lontano dalla porta, così che lei avrebbe visto se fosse entrato qualcuno e quel qualcuno non avrebbe visto lei.
Fece dei respiri profondi e tentò di calmarsi, consapevole che, solitamente, un attacco così poteva durare ore, non minuti, ormai era così abituata a tutto quello che non si ricordava neanche quando era iniziato quel travaglio, forse quando era stata delusa dal cantante della sua band preferita, o forse ancora prima, quando sua madre l’aveva chiamata “piccola bastarda fallita”, sentire queste parole uscire dalla bocca di tua madre a 14 anni ti segna la vita.
Forse invece i suoi attacchi risalivano a molti anni prima, quando al funerale di suo padre il primo attacco la fece svenire, e importò solo a sua nonna, che avendo appena assistito al funerale del suo unico figlio era stata così gentile con la nipotina che si era sentita male.
Arrivata alla fonte del problema riuscì a calmarsi, l’unica cosa che provava in quel momento era rabbia, rabbia per una madre che non meritava quel titolo, rabbia per una nonna che stava andando via lentamente, rabbia per un dio, che, ammesso che esistesse, era davvero un gran bastardo.
Non le piaceva pensare a quelle cose, e prima ci credeva, aveva pregato dio di far cambiare idea ai suoi genitori su di lei, ma aveva ottenuto in cambio la morte del padre, aveva chiesto a dio di far sì che sua madre la amasse, ma aveva ottenuto solo brutte parole e il conseguente suicidio della madre, aveva chiesto a dio di non essere mai sola, e ora…
La consapevolezza che sarebbe rimasta completamente sola la fece rabbrividire, lei non voleva essere sola.
-e allora sai cosa? ‘Fanculo a Dio!- lui non l’aveva mai aiutata perché doveva credere ancora  che ci fosse qualcosa o qualcuno lassù, perché credere che qualcuno valesse le tue suppliche?
Si alzò dal pavimento e uscì dalla stanza, rivolgendo l’ultimo sguardo verso sua nonna, poi andò verso un’infermiera.
-salve, sono la nipote della paziente della camera 12.-
-si, salve signorina, la mia collega mi ha parlato di lei, ha detto di lasciarla entrare sempre.- perché usavano tutte quel tono così cortese?
-si grazie, volevo solo dirle che devo passare da casa per prendere delle cose e devo fare un paio di telefonate per il lavoro, torno per mezzogiorno, è un problema?-
-certo che no signorina! Vada pure.-
Lila uscì da quel posto preparandosi per quella mezz’ora di camminata che aveva davanti, si era dimenticata completamente di sé stessa, e quindi non aveva preso la macchina, non aveva preso il telefono, si era sorpresa di non aver dimenticato il cervello.
 
Vic era a casa sua, stravaccato sul divano con gli occhi chiusi, le gambe stese su quelle del fratello che era seduto composto con il telefono in mano che rideva a qualche stronzata.
Erano già le quattro del pomeriggio e lui ancora non aveva mangiato, il sabato era una giornata noiosa, quel sabato era una giornata noiosa, di solito si vedevano con i loro amici verso le undici, ordinavano un paio di pizze e mangiavano insieme, quando Mike lavorava come quel giorno lo facevano la sera, ma Mike aveva invitato il suo amore e quindi quella sera non si sarebbe divertito neanche un po’.
Quando era solo con i suoi amici Mike dava il meglio di sé, lui e Jaime erano i pagliacci della situazione, Tony ogni tanto li seguiva, e sì, insomma si divertivano, facevano scherzi scemi, una volta Mike e Jaime avevano montato una recita nella quale loro due si sposavano alla fine, al pensiero di quella giornata sorrise.
Quando però c’era di mezzo anche Alysha, Mike cambiava completamente, da giovane scapestrato diventava il ragazzo modello, quello che tutte le madri vorrebbero per le loro figlie, anche se magari con un po’ meno tatuaggi.
Tra l’altro Mike non era mai cambiato per nessuno, men che meno per una ragazza, che questa fosse quella giusta?
-Vic vai a cambiarti che tra dieci minuti arriva Ali…- disse Mike dando una spinta alle sue gambe lasciandole cadere atterra.
-perché viene ora? Non è presto?- chiese Vic rifiutandosi di aprire gli occhi.
-ma che diavolo hai eh? Si può sapere? Sei strano oggi…- disse Mike alzandosi dal divano e sedendosi sul pavimento davanti al fratello.
-niente, sono solo stanco.-
-E di cosa? Di essere stato a casa tutta la mattina? Wow!- la voce di Mike aveva un leggero tono irritato, il che fece aprire gli occhi a Vic che guardò il fratello.
-ti posso fare una domanda?- chiese Vic, Mike sorrise, aveva un visino da bimbo dolcissimo in quel momento.
Mike non poté fare a meno che annuire, e Vic continuò.
-cos’hai provato quando Ali la prima volta ti ha risposto al telefono e ha accettato di uscire?-
-dobbiamo davvero parlarne? Dei miei sentimenti intendo…- al viso duro di Vic Mike sorrise e tentò di ricordarsi quello che aveva provato.
-non so bene, sai? Ero felice perché non me lo aspettavo, sinceramente non pensavo neanche che fosse il suo vero numero! Ma quando ho sentito la sua voce che mi confermava che uscivamo e quando l’ho vista poco dopo… ero solo felice, la persona più felice del mondo. Non so come sia possibile Vic, ma questa ragazza è meravigliosa, sento che potrebbe essere quella giusta.- Vic sorrise, quanto avrebbe voluto provare quelle emozioni, quanto?
Talmente tanto che se qualcuno fosse saltato fuori a chiedergli di rinunciare al resto della sua vita per soli dieci minuti di quella felicità, avrebbe accettato e chissenefrega se dopo sarebbe morto!
Sarebbe morto felice, che era la migliore delle morti.
Eppure ancora non aveva trovato una lampada magica, non aveva trovato nessun demone degli incroci.
-è meraviglioso…- commentò Vic.
-già.-
-e… se lei non si fosse presentata? Nel senso… se dopo che ti aveva detto che veniva lei ti avrebbe lasciato ad aspettare come un coglione senza darti nessuna spiegazione?- Mike lo osservò attentamente.
-stiamo parlando ancora di me?-  Mike era poco più piccolo di lui ma era molto saggio, intelligente, e riusciva a leggere tra le righe quando si trattava del fratello, gli bastava guardarlo per capire se stava mentendo, lo osservava per capire se era triste.
-Mike…- si lamentò lui.
-okay okay rispondo… non so cosa avrei fatto, sarei stato male probabilmente perché mi aveva detto che veniva… ma io avevo un numero di telefono, un nome…tu cos’hai?-
-io? Non ho neanche un fottuto nome! Figuriamoci un numero di telefono, non ho niente di lei… so solo che… lei non è pazza, non so perché quella sera in negozio ha fatto quel casino, il sorriso dolce che le era comparso dopo era stata una rivelazione, e il giorno dopo, quando ci siamo scontrati… mentre la tenevo ho ricevuto una scossa lungo la schiena e… dio Mike non so cos’è, eppure non so niente di lei, oggi, a mezzogiorno, pensavo di trovarla, invece quando non si è presentata sono impazzito, il mio cervello è andato a puttane e ho iniziato a pensare cose che non avrei mai pensato consciamente. Non so cosa mi sta capitando so solo che ho bisogno di rivederla.- quello sguardo disperato che gli arrivò lo toccò dritto al cuore e si sentì in bisogno di fare qualcosa.
-senti… per stasera non pensarci… alzati da qui, vai a farti una bella doccia e poi divertiti ok? Domani ci pensiamo, e ti aiuterò a trovare la tua ragazza del mistero… ci stai?-
-sei un Angelo!- disse Vic grato.
-no, sono Mike!- il sorriso da ebete che aveva fece sorridere Vic, e in quel momento suonò il campanello.
Mike andò ad aprire tutto felce e Vic si fiondò in bagno, non sapeva cosa avrebbero fatto quei due mentre era sotto la doccia, per quello aveva programmato di starci più del solito e stava scegliendo la musica da mettere su, non voleva sentire niente, non voleva pensare a niente, voleva solo rilassarsi.


*Note Dell'autrice*
innanzi tutto chiedo umilmente scusa perchè ho pubblicato solo ora, ma ieri non sono stata a casa tutto il giorno e ero morta quando sono tornata, quindiii... PERDONO!  cooomunque, com'è questo capitolino??? allora, voglio spiegarvi un paio di cose, se siete altamente religiosi e vi sentite offesi da questo capitolo mi dispiace, non era mia intenzione, era solo un modo di spiegare come la pensa Lila, poi... avete visto che il futuro di Nana è ancora incerto... che ne pensate? avete qualche idea di come andrà? 
pooooi... Vic. allora, quando le FF vanno troppo veloci tipo che passa mezza giornata e i die protagonisti stanno già "amore mio, ti amo!" mi stanno sulle palle, vediamo che il rapporto che ha Vic coi suoi pensieri è molto conflittuale, provate a mettervi nei suoi panni: avete mai conosciuto qualcuno che vi ha colpito diretto al cuore praticamente subito? 
beh, io sì, e di quella persona ho subito voluto sapere tutto anche se avevo praticamente solo un viso, sono impazzita, e mentre Vic scoprirà tutto molto presto io ho scoperto il tutto in mesi, e devo assicurarvi che è straziante, perchè non sai come reagire, sai che devi andare avanti per essere felice, ma sai anche che non potrai andare avanti così, questi sono i pensieri di Vic.
detto questo... vi saluto e spero che capiate che quando si vedranno di nuovo non diventerà banale stile "Ti Amo Amore Mio!" però ci sarà qualcosa che vi farà scattare un bottone in testa e vi farà dire: "e però..." però niente. Vic si sa com'è fatto (nella FF), e Lila, insomma, lui è il suo idolo! 
quindi... Peace And Love! <3
Laly :)
  
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