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Autore: Deatheatern6    14/08/2015    2 recensioni
Invidia. É questo il sentimento che Draco Malfoy, rampollo della societá Purosangue, ha sempre provato nei cofronti del famoso Harry Potter, il Prescelto, il Bambino Sopravvissuto a Lord Voldemort in persona.
Ma alla fine del quinto anno, dopo il trionfo di Potter e dell'Ordine della Fenice sui Mangiamorte nell'Ufficio Misteri, all'invidia di Draco si mescolano il dolore e la consapevolezza di una famiglia distrutta e di un futuro incerto e oscuro.
Questa fanfiction ripercorre i ricordi di Malfoy, ricordi legati al suo senso di inferiorità nei confronti del Prescelto negli anni, ma rivela anche un dolore e un disagio profondi radicati nell'animo del ragazzo.
È la mia prima fanfiction, un esperimento che spero gradirete e recensirete.
Ps: mi scuso in anticipo per eventuali errori di ortografia dovuti alla fretta di pubblicare il mio primo lavoro. Saluti a tutti e buona lettura!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Quella faccia da pesce lesso gli faceva venir voglia di vomitare; quegli occhiali da coglione gli sembravano ridicoli per un ragazzo della sua etá; e quella cicatrice...quante volte aveva maledetto quella cicatrice, l'unico, plausibile motivo per cui Potter potesse risultare eroico agli occhi del Mondo Magico.
Draco Malfoy lo odiava. Odiava Harry Potter con tutto il cuore, lo detestava fin nel profondo delle sue viscere; avrebbe voluto vederlo morto in quel momento.
Invece eccolo lì, che festeggiava il suo grande trionfo per aver sconfitto per l'ennesima volta le forze Oscure ed aver consegnato un bel po' di Mangiamorte alla giustizia.
Come potevano tutti quanti venerarlo ed essere felici? Possibile che nessuno avesse pensato anche per un secondo a come si fosse sentito lui, Draco, alla notizia che suo padre sarebbe marcito in una cella di Azkaban?
"Sporchi ipocriti" pensó Draco con amarezza. Si alzó dalla tavolata dei Serpeverde e si diresse verso il suo dormitorio, infastidito da tutto quel baccano.
Draco Malfoy era sempre stato considerato un ragazzo brillante, arguto, mordace, con un grande senso di responsabilità. Appena arrivato ad Hogwarts, quattro anni prima, era entrato nella Sala Grande con la consapevolezza che  avrebbe dominato la scuola, sia sul piano didattico che su quello sociale; conosceva già tantissimi incantesimi, sapeva anche usare il calderone per preparare qualche semplice pozione e, forse la cosa di cui andava più fiero, sapeva volare e giocare discretamente a Quiddich ricoprendo un po' tutti i ruoli. Gliel'aveva insegnato la madre Narcissa, la quale, al suo tempo ad Hogwarts, era stata battirice della squarda di Serpeverde fin dal suo secondo anno.
Draco, dunque, appena il cappello parlante gli aveva sfiorato il capo, si era sentito un Serpeverde a tutti gli effetti e sapeva di possedere tutte le qualità necessarie per far parte di quella Casa. 
Mentre camminava verso i sotterranei i pensieri gli scorrevano veloci nella mente, primo fra tutti l'invidia che aveva provato quando Potter, durante il primo semestre del primo anno, era stato nominato Cercatore della squadra di Quiddich di Grifondoro; oppure quando, al secondo anno, durante una sfida al Club dei Duellanti, Potter aveva scoperto di parlare il Serpentese. Draco ricordó che in quel momento si era sentito così...insignificante. Lui, il Principe delle Serpi, non era in grado di parlare la loro lingua...come poteva riuscirci Potter?
I ricordi affluivano sempre di più, così come la consapevolezza di essere sempre stato superato da quel bastardo con gli occhiali.
Ed era anche un Mezzosangue! 
Draco era sempre stato abituato ad eccellere fin da quando era bambino, ma di fronte al famoso, glorioso, magnifico Harry Potter era sempre arrivato secondo. Sempre. 
Sentiva la pressione dell'inferiorità schiacciargli l'animo come fosse un brufolo sul mento; sentiva gli altri studenti ridacchiare ancora per l'umiliante episodio che l'aveva visto protagonista l'anno prima, quando Moody (alias Crouch Junior) l'aveva trasfigurato in un furetto. 
Per non parlare del Torneo Tremaghi quello stesso anno! Da quando Potter aveva vinto il Torneo Tremaghi era diventato un idolo vivente (non che prima non lo fosse), ma la cosa peggiore era che invece lui, Draco Lucius Malfoy, Principe dei Serpeverde, era stato declassato a zimbello di Hogwarts. Si sentiva quasi al pari di quello schifoso Magonó di Gazza. E la colpa era tutta di quel bastardo di Potter. Potter aveva ottenuto una gloria che non meritava fin dal primo anno; aveva guadagnato la stima e l'affetto di amici sinceri senza sforzi, per non parlare di una famiglia amorevole come quella dei Weasley, che l'avevano accolto in casa loro come un figlio. Certo, la famiglia di Draco era ricca, prestigiosa, dotata di un nome e di un potere immensi, ma l'affetto dei propri cari, quello non si puó comprare con il denaro nè guadagnare con il prestigio. 
Draco ricordava tutta le volte che aveva letto la delusione negli occhi del padre, le volte in cui Lucius l'aveva guardato con sgaurdo di disappunto e liquidato con un "Non adesso, Draco". E ricordava le volte in cui la madre aveva abbassato lo sguardo, complice del dolore del figlio ma impotente ai voleri del marito. Tuttavia, nonostante la sua famiglia non fosse perfetta, nonostante Draco provasse una piccola punta d'invidia nei confronti dei Weasley (cosa che non avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto Imperius), amava i suoi genitori ed era loro grato per tutto quello che aveva avuto fin da bambino. 
Ma adesso non c'era più nulla da fare. Potter aveva consegnato suo padre ai Dissennatori e, Draco rabbrividì al solo pensiero, chissà cosa gli stavano facendo in quel momento, nelle lontane celle di Azkaban. E tornando verso i sotterranei, udendo l'eco delle grida di festeggiamento provenienti dalla Sala Grande, una lacrima argentea scivoló lungo la sua guancia. Lui sarebbe stato l'unico a non festeggiare quella sera; l'unico a non rimpinzarsi di cioccorane e gelatine Tuttigusti+1 ridacchiando fino alle 2.00 di notte con i compagni di Casa; sarebbe stato l'unico a non ringraziare Potter per aver salvato per l'ennesima volta il Mondo Magico. 
  
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