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Autore: StormLight94    14/08/2015    3 recensioni
Fanfiction ambientata dopo la 8x24. Se non volete imbattervi in spoiler non leggete!
Amy ha voluto prendersi una pausa per riflettere sulla sua relazione con Sheldon e quest'ultimo è costretto ad accettare la richiesta della fidanzata.
Ma cosa succederebbe se Sheldon scoprisse che Ryan Green, chimico farmaceutico e collega di Amy, ha puntato gli occhi proprio su di lei?
Troverà il modo per riconquistarla?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Nuovo personaggio, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile













 

CAPITOLO SETTE
Ricevimenti e consigli di Cosmopolitan




"Dimmi i tuoi segreti e fammi le tue domande.

Ricominciamo tutto da capo."




E
rano passate due settimane da quando aveva fatto quella telefonata via skype dicendogli che lo amava, ma che aveva bisogno di tempo. Due settimane da quando Sheldon li aveva visti baciarsi in laboratorio e aveva prontamente annullato il loro contratto, definendola d'ora in avanti come una semplice conoscente. Due settimane in cui a malapena si incrociavano per i corridoi dell'università e se capitava di vedersi in lontananza prontamente cercavano di cambiare direzione, come se avessero paura anche solo scambiarsi uno sguardo in più o di ritrovarsi troppo vicini per riuscire a sopportare quel breve contatto che avrebbero dovuto scambiarsi se fossero passati sfiorandosi appena.

Ad eccezione di quella sera in cui avevano parlato all'ingresso del palazzo in cui abitava il fisico teorico non c'erano state altre interazioni tra di loro.
Amy preferiva così. Più gli stava lontano più sarebbe stato semplice soffocare il dolore che lentamente la straziava dall'interno. Non frequentava più l'ormai abitudinario gruppo di amici perché sapeva che Sheldon sarebbe stato presente e doveva evitarlo a tutti i costi se voleva effettivamente prendersi del tempo per se stessa. Ora l'unico che le dava un po' di compagnia era Ryan, ma non era come essere con i suoi amici. O con Sheldon. Nonostante fosse così diverso da loro, quasi fin troppo comune ed ordinario per i suoi standard e la sua abitudine, stare insieme a lui a parlare non le dispiaceva. Provava ancora rimorso per quel bacio dato a tradimento e forse era anche un po' arrabbiata, ma cosa sarebbe servito ad incolparlo? A niente perché in fin dei conti non poteva comunque cancellare quello che era stato fatto e ritrovarsi completamente sola non era una scelta che avrebbe voluto fare o accettare. Ed era anche costretta a lavorarci con lui ogni giorno.
« Amy, lo sai che mi piacerebbe davvero venire con te, ma credo che mi sentirei piuttosto a disagio »
« Come? Scusa, non ti stavo ascoltando »
Ryan appoggiò il bicchiere con il suo caffè macchiato sul tavolino. Si fermavano spesso dopo il lavoro, forse perché nessuno dei due aveva voglia di tornare a casa per stare da solo.
« Intendo al ricevimento che hanno organizzato per il matrimonio dei tuoi amici »
« Mi serve un accompagnatore, Ryan. Non mi va di andarci da sola. E poi a Leonard e Penny stai simpatico. Vedrai che sarà divertente » lo incoraggiò accennando sulle labbra un breve sorriso. Non ne era tanto convinta. Leonard era sempre teso quando c'era lui e Penny lanciava occhiatacce di continuo prima a lei e poi al chimico, quasi aspettasse solo il momento giusto per rinfacciarle che stava sbagliando tutto.
No, aveva decisamente bisogno di qualcuno con cui distrarsi al ricevimento.
Ryan scosse la testa. « Non credo di stargli molto simpatico, sai? » ammise dopo aver pensato al modo un po' freddo e restio con cui gli altri ragazzi intrattengono un'abbozzata conversazione con lui quando si incontrano per puro caso in giro per la Caltech. « E poi Sheldon mi odia. Continua a guardarmi male e a dire che sono un chimico fallito per cui...»
« Stai simpatico a Leonard e agli altri  e Sheldon  non ti odia. Odia un sacco di cose, ma non te. Credo. E poi anche a me diceva che non sono una vera scienziata solo perché sono una biologa. Quindi stai tranquillo »
Ryan parve rilassarsi un po'. Sperò davvero che le cose fossero semplici come le descriveva lei. Invece non ne era tanto sicuro.
« Quindi dovrò prendere lo smoking...»
« Sì e ti conviene fare in fretta perché il ricevimento è domani »
« Domani?! » esclamò. « Mi sono dimenticato! » prese il cellulare in fretta e furia e si apprestò a chiamare qualcuno il tutto sotto lo sguardo divertito della ragazza. « Devo chiedere a mio fratello se ne ha uno da prestarmi »
Quella scena bastò per far dimenticare momentaneamente la morsa allo stomaco che ormai avvertiva da giorni al solo pensiero di entrare nel sala dei ricevimenti accompagnata da Ryan ed incrociare lo sguardo di Sheldon.
« Matt? Ti prego dimmi che hai uno smoking in condizioni decenti da prestarmi...» rivolse una brave occhiata alla ragazza che intanto stava finendo di bere il caffè. «...devo accompagnare una mia amica ad un matrimonio, okay? » alzò gli occhi al cielo sbuffando sentendo le prese in giro del fratello più grande. Si allontanò un po' quando venne tirato in ballo un argomento delicato. « No non ancora, ma ci sto lavorando. Credo che dopo la cerimonia porterò la relazione ad un livello superiore...se capisci cosa intendo » guardò la punta delle scarpe con aria annoiata. « Non stanno più insieme, Matt per questo ti ho detto che molto probabilmente il nostro rapporto cambierà domani sera. Se tutto andrà bene settimana prossima ti presento la mia nuova ragazza! » esclamò con un sorriso a trentadue denti per poi guardarsi intorno per paura che qualcuno, o meglio qualcuna, avesse sentito tutto.
« Ti prego, dimmi che non lo hai detto con un'espressione ebete in faccia quando la ragazza in questione è a pochi metri da te »   
« Ma figurati, cosa vai a pensare? » borbottò sperando gli credesse.
Incrociò ancora una volta gli occhi con quelli verdi di lei e le mostrò un piccolo sorriso il quale venne timidamente ricambiato.
« Devo andare adesso. Passo domani a prendere lo smoking. Ciao » riattaccò a tornò al suo posto. Il caffè era diventato freddo, ma a lui non importava.
« Dicevamo? Ah sì, il problema smoking è risolto »
« Ottimo »
« E tu il vestito? Già ce l'hai? » era davvero curioso di sapere cosa avrebbe indossato. Non l'aveva mai vista con qualcosa che potesse definirsi elegante o raffinato o semplicemente alla moda. Non gli interessava particolarmente il suo abbigliamento, ma era convinto che sotto sotto poteva essere una bella donna se sapeva scegliere il giusto vestito.
Amy annuì. « Sono andata con un'amica un paio di giorni fa. Sai, dovevo fare da damigella d'onore nel caso Penny si fosse finalmente decisa a sposarsi, poi però hanno deciso di rovinare tutto spostando la cerimonia a Las Vegas. Ora passerò come una semplice invitata » mise il broncio pensando al suo sogno rovinato.
Ryan ridacchiò. « Non passerai inosservata, credimi »
« Come fai a saperlo? »
Il chimico si limitò ad alzare la spalle. « Dico semplicemente che una ragazza carina come te verrà comunque notata ad un ricevimento. Anche se non sarà la damigella d'onore »
Amy si ritrovò ad arrossire involontariamente.
« Scusami devo andare adesso. Mia sorella sarà a casa mia a momenti con i bambini »
« Non fa niente. Ci vediamo domani »
Pagò per entrambi e poi si affrettò a raggiungere la macchina parcheggiata davanti all'università.
Ryan sapeva metterla a suo agio e sapeva come farla sentire apprezzata. Nonostante questo dentro di sé cominciava a credere che Penny avesse ragione.


Il completo che Sheldon aveva deciso di indossare quella sera era decisamente diverso rispetto a quello indossato pochi mesi prima quando era stato costretto a partecipare a quel ballo organizzato dalle ragazze. Non che fosse macchiato o rovinato, semplicemente si era accorto di dover comprarne uno nuovo. Quello che vedeva riflesso nello specchio era un completo ancora più elegante e la qualità della stoffa era senza dubbio migliore, perfino un non esperto come lui se ne era accorto. Doveva essere di qualche stilista famoso a giudicare dal prezzo visto sul cartellino che lo aveva fatto sbiancare immediatamente e dall'estrema quanto improvvisa gentilezza mostrata dal commesso quando disse di essere interessato proprio a quel completo.
Si mosse un po' da una parte e un po' dall'altra per riuscire a guardarsi nell'insieme e fece quasi fatica a riconoscersi non essendo abituato a tutta quell'eleganza. Si sistemò la cravatta nera di seta ancora una volta e diede un'occhiata veloce all'orologio per essere sicuro di essere in tempo.
Ovviamente era in largo anticipo e per ingannare un po' l'attesa riprese in mano la rivista Cosmopolitan appoggiata sul letto. La sfogliò fino all'articolo interessato.
Come riconquistare il tuo ex.
I consigli erano rivolti ad un pubblico femminile, ma poteva comunque estrapolarli e ribaltarli a suo favore. Si era fatto prestare la rivista da una studentessa mentre la stava leggendo prima dell'inizio delle lezioni. Aveva immediatamente adocchiato il titolo e, senza pensarci due volte, l'aveva chiesta alla ragazza promettendo di restituirgliela e quest'ultima, con un'espressione interrogativa sul volto, gliela porse senza fare domande.
Già una volta aveva letto un articolo sempre della suddetta rivista che spiegava come superare una rottura con il proprio ex e, inaspettatamente, si era rivelato parecchio utile tanto che riuscì a chiudere definitivamente il capitolo Teoria delle stringhe.

Ripensi con nostalgia a quanto eravate felici e non riesci a rinunciare alle abitudini che vi legano. Senza di lui le giornate hanno meno colore.

Era vero. Senza di lei le giornate erano diventate monotone e grigie. Si ritrovava spesso a ricordare i momenti felici passati insieme e questo lo rendeva ancora più abbattuto. Forse non avrebbe più passato momenti simili con lei.

Ripensi al vostro primo bacio ma non riesci a ricordare l'ultimo. Se pensi che, da quando vi siete lasciati, lui è libero di baciare un'altra ti va il sangue alla testa.

Lui aveva una memoria eidetica, si ricordava ogni singolo bacio dato da un anno a questa parte. Il primo però, quello dato sul treno il giorno di San Valentino, era quello che ricordava più dettagliatamente. Era anche quello che più gli piaceva far tornare alla mente perché era stato unico ed imprevedibile. Lo aveva lasciato con una strana euforia addosso e ancora non aveva detto ad Amy che quella sera avrebbe voluto ribaciarla una seconda, terza volta. Era stato così piacevolmente colpito da voler metterlo come appuntamento fisso dopo le cene romantiche, che poi era diventato ogni volta che lo riportava a casa, e adesso ogni volta che ne avevano la possibilità.
L'ultimo bacio non voleva nemmeno ricordarlo invece. Avrebbe voluto cancellarlo dalla mente se avesse potuto. Era stato quello a rovinare tutto.

Anche se è finita, ti ha resa una persona migliore.

Si soffermò un po' di più su questa frase. Senza dubbio da quando stava con lei era diventato più affettuoso e di larghe vedute, ma ancora non sapeva se gli piaceva o no. Era cambiato tanto per lei, era cresciuto e aveva imparato più cose sui sentimenti e le relazioni umane  in quei cinque anni che in tutta la vita. E in parte doveva ringraziare Amy.

È passato del tempo e ti sei resa conto che, nonostante tutto, lo ami ancora. Sei disposta a superare l'accaduto e iniziare un nuovo capitolo della vostra relazione, più maturo e consapevole.

Sospirò. Iniziare un nuovo capitolo sarebbe stato difficile, ma non impossibile. L'amava ancora ed era certo che il sentimento era reciproco ed era solo questo il motivo per cui avrebbe fatto di tutto per riaverla. Era disposto a superare il tradimento di Amy? Sì, lo era. Infondo Amy non voleva baciarlo e Ryan si stava solo approfittando di lei come gli aveva detto Penny. Avrebbero risolto la questione e non ne avrebbero mai più riparlato. Insieme ce l'avrebbero fatta.
E poi c'erano i consigli veri e propri. Si parlava di organizzare cene a lume di candela per parlare, partire per un week end da soli senza distrazioni per ritrovare la sintonia, cercare di riaprire il dialogo, scrivere una lunga e-mail in cui mettere per iscritto tutti i suoi sentimenti -e qui ci aveva pensato più volte, ma non sapendo cosa scrivere e la paura di risultare troppo patetico l'avevano fatto desistere-, cambiare look e cercare di rendersi più attraenti in modo che il ragazzo -ragazza nel suo caso- lo notasse maggiormente. Ed ecco il motivo per cui aveva deciso di comprare un completo nuovo e decisamente molto più elegante e raffinato per il ricevimento. Questo era stato l'unico consiglio riportato dalla rivista per cui valeva la pena provare. Gli altri erano tutti troppo fuori dalla sua portata.
Chiuse la rivista e la gettò sul letto.
Raggiunse l'appartamento di fronte al suo e prima ancora di riuscire a bussare Leonard gli si parò davanti  incespicando nel ritrovarsi l'ex coinquilino con il pugno alzato pronto a dar inizio al suo modo strambo di bussare.
« Hai spaccato il secondo, Sheldon. Pensavo di essere in anticipo »
« Leonard il secondo non si può spaccare, è una misura di tempo e il tempo non è qualcosa di fisico. Come puoi intaccare qualcosa che non si può vedere né materialmente toccare? »
« È un modo di dire » sbuffò già stanco di lui. Certe volte era davvero difficile sopportarlo. Anzi, si corresse, era sempre difficile sopportarlo ed ora che era emotivamente a pezzi lo era ancora di più.
« Wow, ma che figurino! » esclamò Penny uscendo e chiudendo a chiave non prima di aver squadrato l'amico da capo a piedi con un bel sorriso. Aveva sempre pensato che fosse un ragazzo niente male se solo smettesse di indossare maglie con i robot, i draghi o forme geometriche. Lo indicò con il dito. « È nuovo? Non mi pare di avertelo mai visto indosso »
« Sì è nuovo. Ora possiamo andare per cortesia? » si sistemò la giacca un po' impacciato per il modo intenso con cui la bionda lo fissava.
« Ma certo. Prima lo scienziato strambo » lo invitò Penny facendo un gesto con la mano verso la rampa di scale il quale si limitò solo a lanciarle un'occhiataccia torva prima di iniziare a scendere.

In piedi, davanti al tavolo in cui veniva servito l'aperitivo, Sheldon rigirava annoiato il liquido nel bicchiere. Probabilmente era l'unico ad aver preso qualcosa di analcolico, ma non gli importava minimamente. Non aveva mai sopportato l'alcol e poi doveva rimanere lucido quella sera. Non poteva permettersi di fare qualcosa di stupido o imbarazzante.
Ascoltò distrattamente i dialoghi del gruppetto di ragazzi che aveva in parte e appurò che dovevano essere amici di Penny a giudicare dalla povertà dei contenuti della conversazione, dall'inutilità dell'argomento trattato -gare di motocross gli sembrava di aver capito- e dai modi di dire rozzi e volgari.
Sospirando e distogliendo l'attenzione da quelle futilità si chiese dove fosse Amy e perché ci stesse mettendo così tanto. Si ricordò che non sarebbe venuta da sola, il suo mortale nemico le avrebbe fatto da accompagnatore e proprio per questo probabilmente era in ritardo. Amy non tardava mai, era precisa e meticolosa e perfettamente puntuale come lui.
Forse era successo qualcosa o forse erano impegnati a fare qualcos'altro.  Il solo pensiero di Amy impegnata in qualche attività con lui lo mandava in tilt e cercò immediatamente di scacciare quell'assurda ipotesi prima che cominciasse a dare di matto. Amy non poteva essere in ritardo per quel motivo, non lo accettava. Amy però era comunque con Ryan e questo bastò per farlo accecare dalla gelosia. Non avrebbe sopportato di vederlo starle vicino, di allungare le mani verso di lei o di sfiorarla soltanto.
Poi finalmente li vide.
Amy aveva un bel vestito rosso senza spalline che si stringeva alla vita e poi ricadeva morbido fino ai piedi. La cintura di brillanti che le risaltava la vita, la schiena e le spalle scoperte e i capelli che ricadevano in dolci boccoli le davano una sensualità che Sheldon non aveva mai visto prima. Non sembrava nemmeno la sua Amy. La fissò talmente a lungo da perdere la cognizione del tempo. Se al ballo aveva ammesso di averla trovata carina, qui era semplicemente splendida. Doveva essere andata con Bernadette a prendere il vestito perché non pensava che Amy fosse così audace da indossare qualcosa del genere.

Amy si guardò attorno.
« Mi stanno guardando? » domandò sottovoce a Ryan mentre si spostava i capelli.
Sorrise. « Sì. Visto? Te lo avevo detto che non saresti passata inosservata »
Dopo aver annuito passò ad esaminare gli invitati. C'erano molti amici di Penny, qualche collega di Leonard che aveva sempre incrociato in mensa, ma con cui non aveva mai proferito parola, Barry Kripke -che accidenti ci faceva Kripke?- e poi ovviamente i parenti più stretti degli sposi. Quella alta e con l'aria severa, oltre che vagamente disgustata ed infastidita, doveva essere la madre di Leonard. Penny le aveva detto una volta che assomigliava tantissimo a Sheldon e che per questo andavano anche molto d'accordo. Effettivamente ora che la osservava bene aveva gli stessi atteggiamenti e modi di fare del fisico.
Istintivamente nel nominare nella sua mente Sheldon iniziò a guardarsi intorno chiedendosi se lo avrebbe visto. Che sciocchezza, certo che lo avrebbe visto. Si era appena sposato il suo migliore amico era ovvio che sarebbe stato presente così come lei doveva esserci per Penny o si sarebbe offesa a morte.
Per questo si era preparata prima per affrontarlo. Si era esercitata davanti allo specchio per mostrarsi fredda ed impassibile in modo da potersi atteggiare come una semplice conoscente, esattamente come lui voleva.
Quando però incrociò i suoi occhi azzurri capì che prepararsi prima non era servito a nulla. Vacillò un attimo constatando che la stava fissando, non in modo aspro o arrabbiato, ma sorpreso e malinconico nello stesso momento. Avvertì un tuffo al cuore.
Si ritrovò a fissarlo anche lei più del dovuto e nonostante numerose persone passassero davanti a loro il contatto visivo rimaneva sempre perfettamente intatto quasi i loro occhi fossero stati due magneti.
Sheldon stava benissimo vestito così, era molto più affascinante e magnetico rispetto a tutte le altre volte che lo aveva visto in giacca e cravatta.
« Eccoti finalmente! » Penny le andò incontro e l'abbracciò affettuosamente riservando poi a Ryan un sorriso palesemente finto.
« Venite, là al tavolo stanno servendo gli aperitivi. Vi stanno aspettando tutti » Amy notò Howard farle cenno di saluto con la mano. Strinse le labbra quando notò tutti i ragazzi lì in piedi e il fisico teorico era l'unico a darle le spalle.
« Magari dopo. Forse è meglio se andiamo direttamente a sederci »
« Insisto. Non si può iniziare a festeggiare senza un buon drink, no? » la prese per il braccio e la costrinse a seguirla. Amy riluttante si lasciò trascinare.
« Sei incantevole con questo abito e il rosso ti dona a meraviglia. Sei andata con Bernie, vero? Le avevo detto infatti di prendere qualcosa di, come dire, diverso rispetto ai soliti vestiti di dubbio gusto che ami tanto indossare » le mise in mano un bicchiere e le fece l'occhiolino, mostrando una certa malizia nello sguardo dopo aver dato una breve occhiata a Sheldon.
« Inizialmente non volevo affatto indossare un vestito del genere. Insomma guardami! Sembro una prostituta! » sbottò sistemandosi la scollatura a forma di cuore che non era nulla di esagerato o volgare, ma che mostrava fin troppo per i suoi gusti. « Poi però ho pensato che in questo modo sarei comunque stata al centro dell'attenzione, visto che qualcuno » scoccò un'occhiataccia alla bionda « non ha voluto fare un matrimonio tradizionale e quindi non ho potuto avere la possibilità di farti da damigella d'onore » concluse incrociando le braccia sotto al seno e rimarcando il più possibile nella voce tutto il suo disappunto.
Sheldon non aveva detto una sola parola. Era rimasto un po' in disparte e alternava lo sguardo dal bicchiere che aveva in mano ancora mezzo pieno ed Amy. Ancora non si era voltata per guardarlo. Ryan invece le stava praticamente appiccicato manco ci fosse della colla a tenerli uniti. Tornò ad osservare il profilo della neurobiologa. Il trucco che aveva usato era semplice e solo accennato e non gli dispiacque affatto. Non amava quando le donne snaturavano troppo il loro visto mettendo strati e strati di trucco. Stava parlando con Penny e sembrava piuttosto tranquilla ad una prima impressione.
« Sheldon » fra tutti quelli che avevano deciso di rivolgergli la parola stasera lui era senza dubbio quello meno gradito. Era perfino al di sopra di Kripke. Ma d'altronde era al primo posto nella sua lista di nemici quindi nessuno poteva risultare più irritante e fastidioso di lui.
« Le donne, eh? Sempre a parlare di trucchi e vestiti » continuò Ryan nonostante l'occhiataccia del fisico avrebbe fatto rabbrividire chiunque. Si portò al suo fianco e prese un drink alcolico.
« Dottor Cooper, prego » lo rimbeccò piuttosto freddamente degnandolo solo di una superficiale attenzione.
« Beh, pensavo che avrei potuto chiamarti per nome dato che ormai ci conosciamo. Dottor Cooper è piuttosto formale, non trovi? »  disse sostenendo senza alcun problema il suo sguardo, come se lo stesse sfidando.
Sheldon si spostò quel tanto che bastava per guardarlo appena. « Non credo che ci conosciamo al punto di poterci chiamare come se fossimo amici perché noi due, Ryan Green, non siamo amici. Non lo siamo e non lo saremo mai » sibilò senza tanti giri di parole. Il chimico ridacchiò e Sheldon si chiese cosa ci fosse di divertente. Non aveva mica raccontato una barzelletta, accidenti.
« Ho capito. Sei arrabbiato perché io ed Amy stiamo insieme ora »
Sheldon impallidì e trattenne il respiro. « State...insieme? » disse debolmente.
Ryan fece girare il liquido nel bicchiere per un po' poi bevve un lungo sorso. « Non ancora, ma sarà solo questione di tempo » indicò la ragazza con la mano che reggeva il bicchiere. « È splendida questa sera, non trovi? Ammetto che a fatica riesco a toglierle gli occhi di dosso »
Il fisico non mosse un muscolo. A malapena respirava.
Ryan abbassò la voce. « Ti consiglio di lasciar perdere, Sheldon. Ti risparmieresti un sacco di sofferenze inutili. Amy è felice con me quindi perché rovinare tutto? »
A quelle parole fu come ricevere uno schiaffo in faccia. Amy felice di stare con lui? Non ci credeva. La conosceva fin troppo bene e non avrebbe avuto nulla spartire con Ryan Green, era fuori discussione. Amy era troppo intelligente, troppo speciale e troppo diversa dalle altre donne per accontentarsi di un semplice chimico senza alcun talento particolare. Sostenne il suo sguardo di sfida con un po' di fatica. Lasciar perdere? Mai e poi mai, non era il tipo.
« Oh, ci sono le tartine con i gamberetti, le adoro! » esclamò il chimico abbandonando l'ostilità per far posto all'entusiasmo e con una mano allungò il piatto per farsi servire dal cameriere.
Sheldon lo guardava disgustato. Non si sarebbe fatto fregare da uno così stupido.
« Amy non starà mai con te. Toglitelo dalla testa » affermò con sicurezza dopo un lungo silenzio.
« Tu dici? » si voltò lentamente riservandogli un ultimo sorriso arrogante prima di andare al tavolo occupato dagli altri. « Vedremo »
Dopo un lungo tentennamento anche Sheldon raggiunse gli amici che ridevano e scherzavano come al solito. Notò con disappunto che l'unico posto libero era di fronte ad Amy. Sarebbe stato perfetto se in parte a lei non si fosse seduto Ryan. Dovevano aver fatto apposta a lasciarlo libero, ma alla fine si sedette lo stesso. Infondo non poteva di certo fare una polemica per un posto.
« Come mai avete deciso di sposarvi a Las Vegas? » domandò il chimico con una certa curiosità rivolto ai due sposi.
« Oh, beh, perché ci andava di farlo. Quella sera eravamo entrambi liberi quindi ci siamo detti 'perché no?' »  rise Penny toccando l'orecchino lungo di brillanti.
« Eravamo fidanzati da più di un anno e ci eravamo stancati di attendere ancora » aggiunse Leonard versandosi del vino.
« So che non avete quasi mai parlato delle nozze in tutto questo tempo e poi improvvisamente partite e vi sposate. È una cosa curiosa »
« Non volevamo affrettare troppo le cose. Io con il lavoro nuovo, Leonard con i suoi esperimenti...eravamo, e siamo tuttora, in un periodo in cui ci sono dei cambiamenti notevoli nelle nostre vite e per il matrimonio ci sembrava giusto attendere » Penny bevve un sorso di vino. « Quando però Sheldon ha insistito perché scegliessimo una data in modo che andassimo a vivere insieme, ci siamo resi conto che sposarci era l'unica cosa che volevamo davvero. Quindi ecco il perché di Las Vegas » concluse stringendo la mano del fisico sperimentale il quale ricambiò con un largo sorriso.
Amy non sapeva che fosse stato Sheldon a spingerli a prendere quell'importante decisione. Per quale motivo? Fino a qualche mese prima era in crisi nel sapere che prima o poi l'amico se ne sarebbe andato e non voleva accettarlo, ora scopre che era stato proprio lui a convincerli a scegliere una data per il matrimonio. Doveva esserci qualcosa sotto, Sheldon non faceva mai le cose a caso o senza pensarci.
« È una bella storia » disse il chimico sorridendo. « Anche a me piacerebbe fare una cosa improvvisata di questo tipo. Prendere la mia fidanzata una sera, dirle che andiamo a cena fuori e invece portarla a Las Vegas e chiederle di sposarmi in quel momento. Vorrei proprio vedere la sua reazione » rise guardando poi Amy la quale mostrò solo un mezzo sorriso tirato.
« Come vuoi che reagisca? » sbottò Sheldon improvvisamente. « La tua fidanzata si aspetta che la porti a cena fuori come di consueto e invece senza dirle nulla la porti a Las Vegas dove per colpa di un inganno la ragazza si trova in una situazione da cui non può uscire e alla tua proposta, per non spezzarti il cuore, accetta di sposarti contro la sua volontà. Gran bel matrimonio, complimenti » disse sarcastico.
Ryan indurì lo sguardo. « Non tutti sono rigidi e amano le cose previste in anticipo come te, Sheldon. Scommetto che la mia ragazza mi direbbe di sì anche se la portassi sulla cima di una montagna! »         
« Oh, ma davvero? Povera ragazza allora non vorrei essere nei suoi panni! »
« D'accordo, basta matrimonio. Perché non parliamo di scienza, eh? La scienza piace a tutti qui, no? » intervenne Penny sperando di deviare la conversazione e di raffreddare gli animi.
« Giusto, parliamo di come io e Leonard abbiamo pubblicato un articolo scientifico che è stato considerato innovativo e geniale da numerosi scienziati famosi e di alto livello? » disse il fisico con aria di superiorità e di strafottenza.
« Leonard ha avuto l'idea da quello che so. Tu ti sei solo limitato a svolgere i calcoli. Tutt'altro piuttosto semplici devo dire » ribatté Ryan sapendo di aver colto il suo punto debole quando vide l'entusiasmo sul suo viso spegnersi poco alla volta. Era troppo arrogante e con l'aria di chi sa sempre più degli altri per lasciargliela vinta.
« Pensi che dovremmo fare qualcosa per allontanarli? » sussurrò Bernadette all'orecchio del marito.
« Scherzi? Magari finirà con una bella rissa. Già me lo immagino il titolo del video che posterò su youtube: "fisico teorico e chimico farmaceutico si prendono a pugni durante un matrimonio". Farò migliaia di visualizzazioni! »
Bernadette lo rimproverò con lo sguardo e l'ingegnere si limitò a sbuffare.
« Comunque sia noi abbiamo un articolo che rivoluzionerà la fisica, tu cosa hai fatto di importante per tutto questo tempo? » affermò appoggiando un gomito sul tavolo e pregustando già la povertà delle sue ricerche. Avrebbe dimostrato la sua infinita superiorità su quell'essere.
« Io ed Amy abbiamo fatto una ricerca che verrà premiata settimana prossima. L'idea è stata di entrambi, non gliel'ho rubata per poi vantarmi in giro dicendo che ho fatto tutto da solo, senza nemmeno menzionarla nell'articolo pubblicato »
« Anche noi abbiamo appena ricevuto un premio se vuoi proprio saperlo. E poi io non ho rubato l'idea di nessuno né mi sono vantato di aver fatto tutto da solo » rispose sentendosi chiamato in causa. Era palese che si stesse riferendo a lui.
« Non è quello che si sente in giro » incrociò le braccia e aspettò la sua mossa.
« La gente parla solo per dare aria alla bocca. A malapena sanno quello che fanno cosa vuoi che ne capiscano di ricerche sulla Materia Oscura? E comunque...» piegò l'angolo della bocca in un sorriso sghembo. « La fisica è migliore della chimica » concluse.
Ryan batté gli occhi non capendo cosa centrasse l'ultima affermazione. « Ma cosa dici? La Chimica non è una sottodisciplina della Fisica. Studiamo i vostri stessi argomenti come  la meccanica quantistica o la termodinamica. L'unica cosa che si differenzia è l'approccio alla materia e alla sua interazione con l'energia. Non ho mai capito perché voi fisici vi considerate sempre superiori a tutti » disse con una smorfia infastidita.
« Mmh...forse perché lo siamo? »
 Prima che Ryan potesse replicare Amy lo anticipò. « Adesso basta, tutti e due »
« Ma è stato lui ad iniziare! » sbottarono entrambi all'unisono.
« Non mi interessa chi ha cominciato. Dovrebbe essere una serata piacevole, non ho voglia di vedere gente litigare » disse tagliante squadrando entrambi i ragazzi i quali, anche se riluttanti, decisero di smettere di punzecchiarsi a vicenda, ma questo non toglieva che potevano comunque scambiarsi sguardi d'odio.
« Se fossimo in Game of Thrones e io fossi il Lord di Grande Inverno ti avrei già fatto decapitare » borbottò il fisico facendosi udire chiaramente da Ryan.
« Come prego? » disse in tono glaciale e guardandolo male.
« Hai sentito benissimo »
« Avete sentito Amy, ora basta! » sbottò Penny battendo una mano sul tavolo.
Fortuna la musica e il chiacchiericcio erano sufficienti per distogliere l'attenzione da loro.
Sheldon si alzò, non tollerando un minuto di più la presenza di quell'essere. Andò in bagno per darsi una rinfrescata sentendo i nervi a fior di pelle.
Amy si rivolse al ragazzo seduto al suo fianco guardandolo in malomodo. « Perché hai detto quelle cose? »
« Cosa? Che ha rubato l'idea di qualcun altro spacciandola per sua? È la pura e semplice verità »
« No, non è vero te l'ho pure spiegato. Lo ha aiutato a svolgere i calcoli e il fatto che il nome di Leonard non fosse presente è stato solo un errore »
« Amy, è arrogante e spocchioso come pochi. Non puoi dargliela sempre vinta »
La ragazza ignorò quell'ultimo commento. « Resta il fatto che non dovevi dire quelle cose quando non sai nulla di lui né di come si sono svolti i fatti »
Ryan sospirò e guardò ad uno ad uno i ragazzi seduti al tavolo. « Hai ragione. Scusa mi dispiace. Non dovevo dire quelle cose e non dovevo reagire quando mi ha provocato » si rivolse a Penny. « Non voglio che il tuo ricevimento venga rovinato per colpa nostra » disse visibilmente dispiaciuto.
Amy guardò il posto vuoto davanti a sé. Forse poteva andare a vedere come stava. O forse poteva fare finta di niente. Forse nemmeno voleva la sua compagnia in quel momento.
Ma più lo guardava allontanarsi più crebbe dentro di lei la consapevolezza che restare lì seduta non sarebbe servito, che doveva alzarsi e raggiungerlo il più in fretta possibile.
E questo fu esattamente quello che fece.
Gettò il tovagliolo sul tavolo e immediatamente si fiondò a cercarlo. Passando tra gli invitati cercò di non perderlo di vista anche se non fu facile. Stava per raggiungerlo quando una donna le si parò davanti all'improvviso facendole perdere di vista il ragazzo. Si allungò un po' sopra la donna per riuscire a scorgere qualcosa di lui tra la gente, ma ormai era come scomparso.
« Amy, cara, come stai? » disse sorridendo. La neurobiologa riconobbe immediatamente l'accento spiccato del sud e prima ancora di abbassare gli occhi su di lei capì che si trattava della madre di Sheldon.
« Scusi signora Cooper, non l'avevo vista » mentì spudoratamente sfoggiando un breve sorriso di circostanza. In genere apprezzava scambiare due parole con lei, ma adesso era parecchio di fretta e aveva paura di non raggiungerlo in tempo.
« Chiamami pure Mary, tesoro. Quante volte te lo devo dire? » la rimproverò dolcemente e tenendo sempre un bel sorriso fisso sulle labbra.
« Sì...» disse solo.  A giudicare dal modo cortese con cui le rivolgeva la parola ebbe la sensazione che Sheldon non le avesse ancora detto cosa stesse accadendo tra di loro in questo periodo. Non sapeva del bacio di Ryan, non sapeva della loro rottura, non sapeva che avevano fatto settimane a non parlarsi o vedersi ad eccezione di quella volta al di fuori del pianerottolo di casa sua.
Distolse lo sguardo dalla donna di nuovo per cercarlo. Forse era uscito per questo non le vedeva tra gli invitati.
« Va tutto bene? » chiese Mary notando l'espressione tesa sul volto della ragazza.
« Certo, va tutto benissimo. Stavo solo guardando se..uhm...servivano ancora i cocktail » disse sperando di essere risultata abbastanza convincente e sopratutto che non avesse visto il fisico teorico passarle accanto.
Mary però non era stupida anche se sembrava essere ingenua dal modo sempre gentile con cui si rivolgeva agli altri e sopratutto dai racconti fatti dal figlio in cui esaltava la sua mente da lui definita "sempliciotta". E infatti il sorriso si spense poco alla volta per sostituirlo con uno sguardo più serio.
« Ne sei sicura? » Prima che Amy potesse annuire Mary proseguì. « L'altro giorno l'ho chiamato e mi è sembrato parecchio diverso dal solito. Non saprei nemmeno dirti esattamente, ma sembrava come apatico. Credo che nemmeno mi abbia ascoltato e quando gli ho detto che sarei venuta per il matrimonio di Penny e che avrei voluto passare a salutarvi mi ha liquidato dicendo che non avevi tempo e che non ci saresti stata »
Per un attimo la verità minacciò di saltarle fuori dalla bocca. Stava per dirle tutto quanto, tutto quello che era accaduto nelle ultime settimane e quanto si sentisse affranta, confusa ed insicura. Ma questi pensieri si limitarono solo a passargli per la mente e cercò di non far trasparire nulla di tutto ciò sul suo volto. Non si sarebbe sfogata con lei. Non voleva essere compatita, non era nel suo carattere. E cosa più importante non voleva che lei si mettesse in mezzo tra di loro. Come aveva già detto alla sua amica avrebbero trovato loro il modo di sistemare tutto. Dovevano farlo.
Si portò una ciocca di capelli sfuggita dall'acconciatura dietro l'orecchio e sfoggiò uno dei suoi sorrisi più convincenti.
« Ha ragione. Il lavoro mi impegna così tanto che...a malapena riusciamo a vederci » abbassò il tono della voce e Mary la osservò per qualche secondo come se stesse cercando di convincersi delle parole della ragazza.
« Capisco. Allora forse è per questo che mi è sembrato un po' strano »
« Lo credo anche io » confermò con tono piatto.
« Okay...se per caso hai bisogno di qualcosa non esitare a chiedere »
Amy si limitò ad annuire e Mary le toccò il braccio in un gesto confortante.
« Sai, a volte può sembrare un po' freddo e distaccato, ma ti assicuro che ha molto a cuore te e i tuoi sentimenti. Non l'ho mai visto affezionarsi a qualcuno come con te » strinse appena la presa al suo braccio e sorrise. « Grazie per avere così tanta pazienza con lui »
Amy annuì ancora una volta ed osservò per qualche secondo la donna allontanarsi, sentendo spezzarsi qualcosa dentro di sé. L'aveva ringraziata per avere pazienza quando nell'ultimo periodo aveva mostrato tutto tranne che pazienza. Ebbe quasi l'impulso di fermarla e dirle che era stata una persona orribile e che non si meritava tutta questa fiducia da lei.
Se la pazienza è la virtù dei forti allora lei era una debole. E questa sua debolezza l'aveva portata a perdere lentamente, poco alla volta, tutto  ciò che le stava più a cuore. Quanto avrebbe aspettato ancora prima di rendersene conto?


Sheldon si sentiva decisamente meglio, ma non del tutto ancora. Prima di ritornare al tavolo pensò di uscire un attimo, giusto per vedere le notifiche su Facebook e Twitter. All'interno del ristorante internet non prendeva e non c'era nemmeno un wi-fi a cui collegarsi. Sbuffò vedendo la rotellina girare e la pagina di Facebook non caricarsi ancora. Una volta uscito si rese conto di non essere stato l'unico ad avere avuto quell'idea. Avrebbe preferito mille volte essere da solo. Si guardò attorno per curiosità, studiando le persone e i loro atteggiamenti solo per cercare di indovinare che tipo di persone erano. Il primo individuo che vide fu un ragazzo alto e biondo che parlava tranquillamente con altri suoi due amici. Lo aveva intravisto un paio di volte uscire dall'appartamento della vicina per cui dedusse che fosse un suo amico di lunga data. Non un ex, questo ne era certo, dato che i patti con Leonard erano stati ben chiari: niente ex al proprio matrimonio. Questo non era stato un problema per nessuno dei due. Penny non manteneva più i contatti con i suoi precedenti fidanzati e Leonard non aveva avuto abbastanza ragazze da riempire le dita di una mano.
Guardò altrove quando si accorse di averli fissati troppo a lungo e ricevendo un'occhiataccia da due di loro.
C'era solo una coppia che intenta a discutere su non si sa cosa -non aveva nessuna intenzione di ascoltare i loro litigi- e una donna che parlava al telefono con un'amica mentre teneva per la mano il figlioletto di tre anni che cercava di dimenarsi dalla sua presa per andare a fare qualcosa di più divertente che rimanere fermo ad ascoltare i discorsi della madre.
Dopo un po'  decise di allontanarsi e di raggiungere il laghetto posto a circa una ventina di metri da dove si trovava lui. Almeno era sicuro che nessuno lo avrebbe disturbato. Osservò la superficie dell'acqua, ma il buio impediva di vedere la propria immagine riflessa. Si girò e appoggiandosi alla recinzione di legno iniziò a scorrere la sua pagina di Facebook che finalmente si era caricata.


Quando Amy uscì iniziò immediatamente a cercarlo con lo sguardo. Il giardino al di fuori del ristorante di lusso scelto da Penny era davvero enorme, con alberi, statue e fontane. In fondo poteva vedere un laghetto, ma non credeva fosse lì dato che era una zona isolata e buia.
Sheldon aveva paura del buio, di questo ne era certa.
Si guardò attorno, ma di lui non c'era la minima traccia. Eppure era sicura di averlo visto uscire poco prima. Sospirando pensò che molto probabilmente era rientrato e che a quest'ora era già al tavolo. Forse era meglio così, pensò. Se lo avesse raggiunto cosa avrebbe potuto dirgli?
Stava per tornare indietro quando sentì avvicinarsi qualcuno alle sue spalle e toccarle il gomito. Sussultando si girò di scatto.
« Shel—Oh » si fermò quando si accorse che non era lui.
« Ryan...non ti ho sentito arrivare. Cosa ci fai qui? »
« Volevo prendere una boccata d'aria » disse scrollando le spalle con noncuranza. L'unico motivo era che aveva visto entrambi andarsene fuori e qualcosa dentro di lui gli aveva detto di seguirli. Il fatto che fosse geloso di loro era ormai evidente.
« Okay...» disse semplicemente la ragazza tenendo lo sguardo fisso sul giardino nella speranza di vederlo. Ma ormai era convinta che Sheldon fosse tornato indietro per cui non aveva più alcun motivo di restare lì fuori.
« Lo stai cercando? » chiese il chimico indurendo appena il tono della voce. Amy non ci fece nemmeno caso.
« Sì. Ero sicura fosse qui, ma non lo vedo »
« Sarà rientrato molto probabilmente. Andiamo a vedere? » La prese per il braccio e la tirò delicatamente, ma lei non si mosse. In realtà non pensava fosse tornato dentro.
« Amy...» si mise davanti a lei. « Non c'è qui fuori è inutile che continui a cercarlo » disse freddamente. Amy lo guardò negli occhi e poi abbassò lo sguardo.
« Forse hai ragione »


Non era particolarmente entusiasta all'idea di rientrare, ma poi era sicuro che Leonard gli avrebbe tenuto il muso e si sarebbe lamentato con lui per giorni se non si fosse più fatto vedere. E le lamentele dell'ex coinquilino erano davvero insopportabili certe volte.
Tornò indietro tenendo lo sguardo basso. Mentre saliva la scalinata riconobbe immediatamente la voce di Amy.
« Faremo meglio a rientrare allora »
Si fermò immediatamente. Gli dava la schiena per cui lei ancora non lo aveva visto. Sarebbe stato tutto perfetto se fosse stata sola, se non ci fosse stato quel Ryan che le teneva il braccio e impaziente la guardava per vedere se si sarebbe decisa o meno a tornare dagli altri.
Sarebbero stati da soli, all'aperto e senza nessuno che li avrebbe infastiditi. Avrebbe potuto sfruttare l'occasione per parlare finalmente con lei senza interruzioni.
Più li osservava più sentiva la rabbia crescergli dentro. In quel momento si accorse di non aver mai odiato qualcuno come Ryan. E ancora l'immagine di lui che la baciava si materializzava nella sua mente.
« Aspetta » disse il chimico dando al fisico il profilo. Ancora non si era accorto di Sheldon a qualche metro di distanza. « Hai il rossetto un po' sbavato. » Con il pollice andò all'angolo della bocca per toglierle la macchia. Appena il dito si posò sulla sua pelle Sheldon scattò verso di lui.
« Non toccarla » lo minacciò stringendo con forza le dita attorno al suo braccio. Ryan rimase sorpreso in un primo momento, poi strinse le labbra per il fastidio che sentiva al braccio.
« Lasciami » replicò duramente fissandolo negli occhi.
« Prima togli la mano, Ryan »
Riluttante il chimico obbedì. Il braccio gli faceva male, non pensava avesse tutta questa forza.
Amy rimase immobile a guardare. Il modo con cui si guardavano entrambi la fece rabbrividire. Era certa che si sarebbero messi le mani addosso da un momento all'altro.
Quando aveva detto che non sopportava di vederla con qualcun altro stava dicendo sul serio. Il modo con cui ancora stringeva il suo braccio e la tensione sul suo volto ne era la prova.
« Sheldon, lascialo » disse con tono fermo sperando l'ascoltasse.
Il fisico immediatamente fece quanto gli disse ed arretrò di qualche passo. Dopo averle rivolto una breve occhiata salì in fretta gli ultimi gradini, sparendo dietro la porta.
 

Quando tornò indietro aveva un'espressione talmente cupa e seria in volto che Penny e Leonard si scambiarono uno sguardo perplesso. Subito dopo Amy e Ryan si sedettero ai loro posti e i due sposi capirono che il chimico centrava sicuramente qualcosa.
Sheldon stava per dire qualcosa, ma l'occhiataccia d'avvertimento che Leonard gli rivolse lo convinse a tacere.
Passò il tempo a rigirare pigramente il cibo nel piatto senza quasi assaggiarlo. Non disse più nulla, nemmeno quando i ragazzi tirarono fuori l'argomento: "il martello di Thor può distruggere lo scudo di Captain America?" il quale portò le ragazze a sbuffare sonoramente mentre Ryan rimase perplesso dalla strana discussione. Neanche sapeva chi fossero questo Thor e questo Captain America. Per fortuna non durò a lungo, visto che senza i commenti di Sheldon fu piuttosto facile giungere ad una conclusione che potesse essere ritenuta soddisfacente per tutti.
Più passava il tempo più le bottiglie di vino vuote sul tavolo aumentavano. Erano quasi tutti alticci, Penny forse un po' ubriaca e sicuramente il loro era il tavolo più rumoroso e chiassoso dell'intera sala.
«...e lei risponde: "Di tutti i tuoi amici, tu sei quello che ce l'ha più grosso".» Immediatamente tutti iniziarono a ridere fino alle lacrime per la battuta fatta dalla sposa. Se fossero stati sobri probabilmente avrebbero ridacchiato solo, ma dopo tutto quel vino anche la cosa più stupida del mondo li avrebbe fatti morire dal ridere. Ovviamente Sheldon non mosse un muscolo per la battuta ed Amy abbozzò solo un breve sorriso, giusto per far vedere che era coinvolta anche lei, ma non aveva bevuto quasi niente da quando si era seduta al tavolo. E poi non era stata per niente divertente la battuta raccontata da Penny.
La sposa, notando che Sheldon era l'unico a non aver riso, appoggiò il bicchiere sul tavolo e lo guardò ridacchiando. « Aspetta adesso te la spiego, tesoro. Allora c'era questo ragazzo che—»
« Ho capito la battuta, Penny. Solo che non l'ho trovata divertente » disse tranquillamente. « Io sono per un livello di comicità decisamente più alto » guardò la ragazza la quale sospirò. « Vi racconto io una battuta divertente »
« Oh, Signore...cameriere altro vino, grazie » disse Penny alzando gli occhi al cielo e richiamando l'attenzione di un ragazzo che stava servendo il tavolo vicino.
Sheldon guardò Amy per un paio di secondi prima di iniziare.
« Okay, allora...Ad una festa matematica si incontrano diverse espressioni come x^2, 3sinx, 4Sqr(x^(-2)) e molte altre... Ad un certo punto x^2 vede in un angolino, mogio mogio, il Ln(5xsinx^2/2)/7cos(tg(Ln(x^(-(1/2)))), e gli chiede: "Perché te ne stai lì tutto solo e triste?" Lui gli risponde: "Sai, io non mi integro facilmente" » cercò di trattenersi, ma fu più forte di lui ed iniziò a ridere. Solo Raj ridacchiò parecchio divertito, ma era anche quello che aveva bevuto più di tutti e in quel momento qualunque cosa era un pretesto per iniziare a ridere. Gli altri si limitarono a scambiarsi un paio di occhiate e dei sorrisetti tirati, tranne Penny che lo guardò confusa senza aver capito un accidente di quello che aveva detto. Amy invece iniziò a ridere di cuore e Sheldon si sentì improvvisamente bene nel sentire quella risata che gli era mancata così tanto. Ryan si limitò a fissarli senza espressione e Sheldon, sentendosi osservato, gli ricambiò un breve sorriso strafottente.
« Ti spiego la battuta, credo che tu non l'abbia capita affatto »
« L'ho capita, Sheldon. Non fa ridere » tagliò corto.
« Ovvio che non ti fa ridere. Non sei un matematico né tantomeno un fisico »
Ryan alzò gli occhi al cielo esasperato. Cominciava ad averne piene le scatole di lui.
Amy si passò un dito sotto l'occhio per asciugarlo sperando che il trucco non si fosse rovinato. Si sistemò il vestito ed appoggiò entrambi gli avambracci sul tavolo.
« Questa è stata un'ottima battuta devo ammetterlo, ma anche io ne ho una divertente »
Sheldon si sistemò sulla sedia ed incrociò le braccia. « Ti ascolto »
Penny sbuffando allungò il bicchiere verso Leonard. « Vino »
« Shh, voglio sentire » le fece cenno di arrangiarsi da sola visto che voleva ascoltare anche lui.
Ora Amy aveva tutti gli occhi puntati addosso, in attesa della sua battuta.
« "Ricomponiti" disse la parentesi al polinomio; "così scomposto, ti si vedono i binomi" »
Questa volta era il turno del fisico teorico scoppiare a ridere ed Amy avvertì una piacevole sensazione invaderla fin nella parte più profonda di sé. Da quanto tempo non facevano uno dei loro giochi matematici? O una battuta che soltanto loro due trovavano divertente? Le era mancato vederlo ridere. Si fissarono a lungo negli occhi perdendosi nell'azzurro di uno e nel verde dell'altra.
Bernadette si allungò verso il marito per sussurrare delle parole. « Come sono carini, non trovi? Hai visto come si stanno guardando? »
Howard li fissò in silenzio per qualche secondo poi si rivolse a sua moglie. « Se davvero la riconquista con quelle battutacce mi butto da un ponte »
« Perché? »
« Perché hai idea di quante ne abbia pensate e provate prima di conoscerti per conquistare una donna? E ora scopro che tutto quello che serve è un'integrale e una battuta mezza sconcia sui polinomi? » disse incredulo.
Lei gli rivolse un'occhiataccia severa.
Improvvisamente, dopo che Sheldon e Ryan si guardarono male per l'ennesima volta, la musica di un lento riempì la grande stanza. Sheldon rimase sorpreso quando riconobbe la musica e anche Amy lo era da come cercò immediatamente di trovare lo sguardo del fisico.
Penny afferrò una mano del marito. « Grazie a Dio non sentirò più battute incomprensibili e senza senso! » disse avviandosi verso il centro della sala.
Tutti si alzarono e raggiunsero le altre coppie che avevano iniziato a ballare dolcemente tenendosi stretti l'uno all'altra, tranne Ryan, Amy e Sheldon che rimasero ai loro posti in silenzio e un po' tesi.
Il fisico pensò che questo fosse il momento migliore per farsi avanti e far capire ad Amy quanto ci tenesse a riaverla con sé. Un ballo sarebbe stato perfetto. Avrebbero avuto modo di star da soli per un po' e poter finalmente parlare senza che quel chimico si intromettesse. Non era molto sicuro però se effettivamente avrebbe accettato di ballare con lui o meno.
Amy sospirò e piegò il tovagliolo con cura che poi appoggiò accanto al piatto. Di tanto in tanto guardava tutte quelle coppie muoversi a ritmo di musica e cercò di mascherare la tristezza che improvvisamente avvertì crescere dentro di sé. A Sheldon però non sfuggi quell'ombra malinconica che aleggiava nello sguardo della ragazza e finalmente decise di fare la sua mossa, senza ulteriori tentennamenti.
« Amy, vuoi ballare con me? »
Sheldon sgranò gli occhi sentendo quelle parole provenire da Ryan. Lo aveva anticipato di solo mezzo secondo. Amy lo guardò sorpresa, non aspettandosi quell'invito da parte del chimico. Era convinta che una volta le avesse detto di non essere bravo a ballare. Pensò di essere contenta che qualcuno le chiedesse di ballare, ma non era così. A dire il vero non provava niente.
« Mmh...io non so...» indugiò non sapendo cosa fare. Istintivamente guardò il fisico il quale a malapena respirava.
« Per favore. Un ballo solo, non chiedo tanto » la implorò addolcendo il tono ed appoggiando una mano sulla sua spalla nuda. Amy alla fine cedette.
« D'accordo » mormorò con un filo di voce.
L'unica cosa che avrebbe potuto farle cambiare idea era che la stessa domanda fosse fatta da Sheldon, ma lui sembrava come pietrificato. Gli riservò un'ultima occhiata sperando che dicesse qualcosa, qualunque cosa pur di fermarla, ma nemmeno una parola uscì dalla sua bocca. Questo le fece male. Non gli importava nemmeno di vederla ballare con qualcun altro.  
Ryan sorrise e prendendola per mano la fece alzare.
« Amy...» lo sentì chiamarla debolmente, ma il chimico teneva stretta la sua mano e non la fece fermare. Arrivati vicino alle altre coppie appoggiò le mani sui suoi fianchi per poi trasportarla dolcemente sulle note della musica.
Sheldon non si era mai sentito così abbattuto ed amareggiato come in quel momento. Aveva indugiato mezzo secondo di troppo e adesso lei stava ballando con Ryan.
Alla fine ce l'aveva fatta. Gli aveva portato via la sua donna senza che lui potesse far nulla per impedirlo.
Sentì gli occhi pizzicare ed affondò i denti con così tanta forza nel labbro da sentire il sapore metallico del sangue. Ryan gli rivolse un sorriso da lontano. Un sorriso di vittoria.
La vista di loro due che ballavano tranquillamente era insopportabile perciò lasciò il tavolo, proprio mentre Leonard stava ritornando, per allontanarsi il più possibile in modo che non potesse vederli.
Amy si accorse di Sheldon che usciva dalla sala velocemente. Sapeva che era per loro due che se n'era andato e si sentì tremendamente in colpa per aver accettato di ballare con Ryan. Fu come se lo avesse tradito una seconda volta. Ryan l'aveva guardata dolcemente e per questo non era riuscita a dir di no anche se in cuor suo sperava che quelle parole venissero da Sheldon. Se fosse stato lui a chiederglielo gli avrebbe detto di sì senza pensarci due volte.
L'istinto le disse di raggiungerlo e chiedergli scusa, non solo per il ballo, ma per tutto. La presa ferrea di Ryan però non la lasciava andare.
« Aspetta, il ballo non è ancora finito »
« Lasciami, devo andare »
« Dove? »
« Non ti interessa » disse duramente strattonando il braccio e liberando il polso dalla sua mano.
Si fece largo tra i tavoli ed i camerieri raggiungendo l'uscita dove aveva visto Sheldon andare.
Ryan, sospirando, provò a seguirla, ma due ragazze si misero davanti a lui. Il chimico le guardò confuse.
« Mi spiace, ma tu non vai da nessuna parte » disse Bernadette minacciosa.
« Esatto. Se provi a seguirla mi incazzo davvero » sbottò Penny incrociando le braccia e cercando di mantenere l'equilibrio per non cadere a causa dei tacchi alti e della notevole quantità di alcol ingerito.


Invece di ritrovarsi all'esterno come pensava c'era un lungo corridoio con diverse porte sui lati. Erano tutte chiuse tranne una dove proveniva anche della luce.
La raggiunse e si affacciò constatando che era una grande stanza, più grande ancora di quella dove si stava svolgendo il ricevimento. Aveva mobili pregiati, delle grandi finestre che davano su uno splendido giardino e un bel pianoforte a coda al centro. Probabilmente questa sala veniva usata per ricevimenti importanti o balli di gala.
Appoggiato alla parete alla sua destra c'era un divanetto dall'aria antica e Sheldon era seduto lì sopra, le mani che stringevano il bordo di legno e lo sguardo fisso sulla punta delle scarpe.
La neurobiologa lentamente si avvicinò a lui e Sheldon, sentendo i passi di qualcuno, si impose di ignorare lo scocciatore. Probabilmente era Leonard che gli diceva perché se ne fosse andato o forse un cameriere che gli diceva che non poteva rimanere lì. La misteriosa figura gli si fermò quasi davanti e notando l'orlo di un lungo vestito rosso, appartenente solo ad una persona tra gli invitati, lo convinse ad alzare il mento portandolo ad incrociare gli occhi verdi della sua ex fidanzata.
« Amy...» mormorò sorpreso.
Lei si sedette accanto a lui.
« Hai già finito di ballare con Ryan? » chiese con tono glaciale osservando il quadro di fronte a sé. Un mare in tempesta. Strinse con più forza il bordo del divanetto facendo sbiancare le nocche.
« Ti ho seguito appena ho visto che ti stavi allontanando »
« Avresti fatto meglio a rimanere di là con lui »
« Sheldon...» si voltò appena per guardare il suo profilo. Il fisico con fatica cercava di non incrociare il suo sguardo. Guardarla negli occhi lo avrebbe fatto soffrire di più. « Io non volevo rimanere di là con lui. Volevo venire qui e vederti »
« Perché? »
Sospirò. « Perché mi manchi »
Sheldon finalmente si volse verso di lei, ma non disse nulla.
« Non ho fatto altro che pensare a te in questo periodo, in ogni momento della giornata pensavo sempre a te. Anche dopo avermi ferita dicendo che non ti era mai importato di me non ho smesso un solo momento di ricordare con nostalgia i momenti passati insieme e a desiderare di tornare indietro »
Il fisico si morse l'interno della guancia pensieroso. Amy prese una pausa ed iniziò a lisciare con le mani la gonna del vestito. Dato che Sheldon non diceva nulla proseguì.
« Non volevo ballare con Ryan, ha insistito così tanto che ho ceduto. So che te ne sei andato per questo, Sheldon. Solo non capisco perché tu non abbia cercato di fermarmi »
« Non ci sono riuscito. Stavo per chiederti di ballare con me. Sono stato così colto alla sprovvista dalla domanda di Ryan che non sono più riuscito a dire nulla. Poi tu hai accettato, sei andata via con lui, ha messo le sue mani su di te e non ho resistito oltre » mormorò. « E poi non sapevo nemmeno se avresti accettato »
« Se me lo avessi chiesto ti avrei detto di sì. Senza pensarci due volte »
« Davvero? »
« Sì, davvero »
« Allora perché hai accettato di ballare con lui? Perché siete usciti insieme in queste settimane? Perché lo hai invitato al ricevimento? » disse senza nascondere il suo disappunto, alzando il tono ad ogni domanda.
« Non lo so...non mi sono mai sentita così confusa e in crisi come in questo momento » questa volta tenne lo sguardo basso. Non aveva il coraggio di guardarlo.
« Prima conosco questo Ryan con cui inizio a lavorare insieme, poi tu fai una battuta sulle serie tv durante il nostro quinto anniversario. Mi arrabbio e ti chiedo una pausa. Non ti sento né ti vedo per giorni e poi ci vedi in laboratorio mentre Ryan mi bacia senza che io volessi. Mi lasci senza che ti possa spiegare come stanno le cose e quando decido di venire da te per chiederti scusa e tornare insieme ti sento dire che di me non ti è mai importato nulla. Penso che tu voglia voltare pagina e lasciare tutto alle spalle quando poi ci incontriamo fuori casa tua e mi dici tutte quelle cose facendomi sentire in colpa. Ryan si mostra interessato a me e tu non fai nulla. Adesso mi ignori per tutta sera, appena ci vedi fuori hai un attacco di gelosia nei suoi confronti e lo minacci di non toccarmi. Torni ad ignorarmi per tutto il tempo finché non fai una battuta che sapevi avrei trovato divertente solo io. Ryan mi chiede di ballare con lui, tu non dici niente e quando iniziamo a ballare te ne vai via arrabbiato. Io cosa devo pensare dopo tutto questo? »
Sheldon rimase in silenzio per qualche secondo. Doveva sapere solo una cosa prima.
« Lo ami? »
« Cosa? »
« Ryan, lo ami? »
Amy rimase sorpresa da quella domanda. Era questo che aveva in mente da tutto il tempo? Questa volta si ritrovò a fissarlo negli occhi azzurri, così vicino dopo tanto tempo. Improvvisamente gli venne in mente tutto quello accaduto in quelle settimane. Scambiarsi sguardi malinconici in università, sforzarsi per non parlarsi, la conversazione avuta sul pianerottolo in cui lui ribadiva l'amore che provava per lei, la risata dopo la battuta fatta sui polinomi, il modo in cui si sono guardati tutta sera, il senso di disagio quando aveva lasciato il tavolo per ballare con Ryan. Ora sentiva che la confusione stava pian piano scomparendo dalla sua mente.
Ora poteva dargli una risposta certa.
« No, non lo amo né sono mai stata interessata a lui. Sai bene che amo solo una persona »
A quelle parole Sheldon non perse tempo e si fiondò sulle sue labbra iniziando a baciarle dolcemente. Una mano appoggiata sul suo ginocchio e una dietro alla nuca per attirarla il più possibile verso di sé quasi non volesse ci fosse alcuno spazio tra di loro. Amy rimase spiazzata da quel gesto tanto istintivo e le ci volle qualche secondo per realizzare che davvero Sheldon la stava baciando nuovamente. Ricambiò anche lei, prima dolcemente e poi con forza e una velocità sempre maggiore appoggiando le mani sulle spalle e stringendole.
Si baciarono a lungo, le labbra che iniziavano a fare male e rendendosi conto solo ora di quanto si fossero mancati.
Sheldon fu il primo a staccarsi per riprendere fiato, la fronte appoggiata alla sua.
« Rimettiamo le cose a com'erano prima. Torniamo insieme, reintegriamo il contratto tra fidanzati e torniamo a quando tutto andava bene »
« Non è così facile...» mormorò.
Trattenne il respiro. « Hai detto che di lui—»
« Non ho mai chiesto questa pausa da te per lui, Sheldon. Mai »
« Non capisco...allora per cosa? » ora era davvero confuso. Se non era per Ryan qual'era il motivo che l'aveva spinta a lasciarlo da parte?
« Perché le cose come stavano prima tra di noi non mi andavano più bene »
Prima che Sheldon aprisse bocca Amy proseguì. « Quando ho conosciuto Ryan ho capito che volevo di più dalla nostra relazione. Sono cinque anni che ci conosciamo, un periodo in cui sono successe un sacco di cose. C'è chi è sposato da anni, chi lo ha appena fatto, chi non vede l'ora di farlo e in tutto questo ci siamo noi, che il massimo che abbiamo ottenuto è qualche bacio dato quando siamo da soli e uno sleepover »
Sheldon si incupì constatando che aveva ragione. « Però sapevi come sarebbero state le cose quando ci siamo conosciuti per la prima volta. Anzi sei stata tu a dirmi che non volevi nessun contatto fisico con me e anche quando ti ho chiesto di diventare la mia ragazza ed ho ribadito il concetto hai accettato senza alcun problema, o sbaglio? »
« Hai ragione, ma ora sono una donna diversa rispetto a com'ero cinque anni fa » iniziò a mordicchiarsi il labbro e si spostò i capelli di lato. « Ho accettato tutto quello che hai proposto nel contratto che sono stata costretta sottoscrivere perché avevo troppa paura di perderti » ammise con tono flebile.
Sheldon rimase in silenzio. Non sapeva cosa dire, come se la sua mente fosse offuscata da una fitta nebbia.
« Ho sopportato tanto in questi anni, ma ho imparato a conoscerti e ad amarti per come sei e so che questo è già tanto per te, ma io voglio sapere se questo è il massimo per te o se vuoi dell'altro »
« Che cosa intendi? » aveva intuito a cosa si riferisse, ma voleva sentirglielo dire, giusto per avere conferma.
Si allontanò un po' appoggiandosi allo schienale imbottito. « Quando pensi al futuro come te lo immagini? »
Deglutì leccandosi poi le labbra per prendere un po' di tempo. Forse era una domanda trabocchetto. « I-immagino di vincere il premio Nobel, di diventare uno scienziato di fama mondiale »
« D'accordo. Successo professionale. Cos'altro poi? »
« Beh...che noi due stiamo insieme e che sarai lì quando riceverò il premio per congratularti con me e per redigere la mia biografia »
« Bene. E poi? »
Cos'altro voleva ancora? Niente, questo gli bastava. Indugiò un paio di secondi. « Che...mi preparerai i french toast tutte le mattine? »
« Hai mai pensato a dei figli? Se acquistare una casa tua? Se sposarti? »
All'ultima domanda Sheldon vacillò. Se solo Amy avesse saputo cosa voleva chiederle il giorno in cui lei gli fece quella maledetta chiamata su Skype. Ora non starebbero avendo questa conversazione. Ci aveva pensato a tutte queste cose e anche ad altre, solo che non ne aveva mai fatto cenno a lei.
« Amy...» si mosse sul posto in modo da girarsi verso di lei. « Queste cose sono difficili. Sai bene quanto odio i cambiamenti »
« Lo so. Ma anche tu sei cambiato, guarda solo come mi hai baciata poco prima. Fino a qualche anno fa non pensavo nemmeno mi avresti mai baciata in tutta la vita » disse con un mezzo sorriso ripensando a come Sheldon l'avesse baciata così intensamente e a lungo.
Il fisico si imbarazzò. « Forse mi sono lasciato prendere troppo...» constatò lasciando la ragazza divertita.
Amy appoggiò una mano sulla sua. « Vedi? Puoi riuscire a fare tutto questo, non è impossibile. Ma devi volerlo davvero altrimenti non ci riuscirai mai » gli accarezzò il dorso con il pollice. Era un gesto che le piaceva fare durante le cene quando, prima raramente ora sempre più spesso, Sheldon decideva di prenderla per mano per primo. Aveva la pelle incredibilmente morbida e al fisico non dispiaceva sentirla mentre lo accarezzava dolcemente. « Hai anche detto di amarmi per primo, chi lo avrebbe mai detto? » sorrise.
« Stavi per dirlo tu per prima e il fatto che ti abbia rivelato i miei sentimenti è stato solo perché ho capito di provare qualcosa di profondo verso di te durante il mio viaggio in treno. In quei quarantacinque giorni ho avuto modo di pensare a lungo su svariate cose ed è stato solo in quel momento che ho capito che il mio affetto verso di te superava quello che provavo verso chiunque altro. Superava di gran lunga quello per Leonard, o per mia madre o perfino quello della mia nonnina. Sentivo costantemente un peso dentro di me e non ho mai smesso un solo momento di pensare a te. Ho elaborato tutti i fattori scatenanti di quella mia strana sensazione che avvertivo costantemente per capire quale fosse il motivo e alla fine sono giunto alla conclusione che tutto questo era causato dall'amore »
Rimase sorpresa pensando a quanto tempo prima avesse capito i sentimenti che provava per lei.« Potevi almeno chiamarmi quando volevi tornare indietro »
« Sai bene perché non l'ho fatto »
« Lo so, ma lo sai che non avrei mai perso la fiducia e la stima verso di te. Non chiamandomi mi hai fatta sentire inutile e poco importante per te »
« Amy, sono stato lontano per un mese e mezzo. Non ti ho nemmeno avvisata della mia partenza. Avevo paura di rivederti, paura di trovarti arrabbiata con me » disse indurendo il tono.
« Non avrei mai potuto essere arrabbiata dopo che non ti ho visto per—»
« Non sono riuscito a prendermi cura di me da solo per meno di due mesi. Come potrò mai essere in grado di prendermi cura di te in futuro? » disse accorgendosi troppo tardi di quello che aveva detto. Aveva ammesso questo suo timore come se nulla fosse e infatti l'espressione sul volto di Amy non tardò a mostrare tutto il suo stupore.
« Che cosa intendi dire? »
« Esattamente quello che ho detto. Hai voluto parlare del nostro futuro insieme, questo è quello che penso »
Ora era Amy a essere completamente senza parole. Sheldon aveva paura di non essere in grado di prendersi cura di lei in futuro e questo, forse, era il motivo per cui non riusciva ad impegnarsi seriamente. Il motivo non era il poco interesse verso di lei o la superficialità con cui considerava la loro relazione, era esattamente il contrario. Era così preso da aver paura di non essere all'altezza per lei.
Smise di accarezzargli il dorso della mano per concentrarsi totalmente su di lui. Era rimasta sconcertata da quella rivelazione che non si sarebbe mai aspettata.
« Amy...» prese un respiro. Ormai era nel bel mezzo della conversazione e non sarebbe riuscito a tirarsi indietro. Una parte di sé lo spingeva a rivelare tutto quello che pensava e che per quelle due settimane lo aveva attanagliato giorno e notte. « A me interessa solo che tu stia con me. Sempre. Voglio averti accanto a me per tutta la vita, il resto non mi importa »
La neurobiologa schiuse la bocca e se non fosse per l'emozione che provava avrebbe sentito la mano di Sheldon stringersi alla sua.
« Queste settimane in cui siamo stati lontani mi sono sentito così vuoto e solo da comprare una decina di gatti sperando di poterti sostituire. Ma la verità è che niente e nessuno avrebbe mai potuto prendere il tuo posto. Mi sei mancata come se fossi stato privato di ogni forza » la strinse con un po' più di forza e questa volta riuscì ad avvertire le dita strette alle sue.
« Dici davvero? »
Lui annuì. « Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice; ma non dubitare mai del mio amore »
Ora Amy era commossa. Aveva gli occhi lucidi.
« Shakespeare » affermò riconoscendo subito la citazione. « Sono le parole più belle che abbia mai sentito. Credo di essermi innamorata di te ancora più di prima »
E dopo giorni Sheldon finalmente sorrise.
« Non sono bravo con queste cose per cui preferisco usare delle citazioni. E sapevo che ti saresti arrabbiata se avessi usato una citazione di Spiderman »
Amy appoggiò la testa sulla sua spalla. Questo era uno dei momenti più belli di tutta la sua vita.
« Forse sì. Shakespeare è il mio poeta preferito in assoluto »
« Lo so. E tra l'altro non capisco perché alla gente piaccia così tanto »
« A dire il vero non pensavo nemmeno avessi letto l'Amleto »
« Ho dovuto studiarlo come tutti al liceo. Ore e ore buttate quando avrei potuto fare più esercizi di matematica e portarmi avanti con il programma »
Amy rise immaginandolo annoiato e disinteressato mentre leggevano e spiegavano i versi che componevano l'opera.
Rimasero per un po' così, tenendosi semplicemente compagnia stando uno vicino all'altra. Avevano bisogno di sentirsi nuovamente vicini.
« Eppure quando volevi farmi conoscere tua madre e ti ho chiesto se ti eri follemente innamorata di me mi hai quasi riso in faccia » disse dopo un po' ricordando improvvisamente quel dettaglio di quattro anni prima.
Amy alzò le spalle. « Che ci posso fare? Hai pontificato la via verso il mio cuore in un modo che nessun'altro ha mai fatto prima »
La musica arrivava ovattata alle loro orecchie. Aveva ancora la mano stretta nella sua e se fosse stato per lui non l'avrebbe mai lasciata
Improvvisamente Amy si alzò e costrinse il fisico a fare lo stesso.
« Ho sbagliato a ballare con Ryan »
« Un errore imperdonabile » il fisico fece scivolare la mano lungo il suo braccio nudo per poi fermarla sul fianco.
« Agli errori si può sempre rimediare, no? » disse avvicinandosi lentamente a lui a guardandolo dal basso verso l'alto. Appoggiò le mani sulle sue spalle. « Prima hai detto che volevi farmi una domanda »
« Sì...» bofonchiò.
« Ebbene? »
Sospirò. « E va bene, ma non avrà lo stesso effetto »
Amy si limitò a scrollare le spalle con un gesto di noncuranza.
« Vuoi...ballare con me? »
Sorrise. « Sì, Sheldon. Voglio ballare con te »
La prese per i fianchi e la guidò sulle note del lento che appena si udiva in lontananza, ma a loro non importava se si sentiva poco o se non c'era nessuno o se Amy ogni tanto inciampava nel vestito lungo che non era abituata a portare.
Si fermarono solo per guardarsi negli occhi ancora una volta, come se volessero vedere anche la più piccola sfumatura nelle loro iridi. Come se fossero due calamite, si sentirono improvvisamente attratti e avvicinando il viso poco alla volta volevano solo ridurre quella breve distanza e unire le labbra nuovamente. Amy ebbe la sensazione che fossero passati anni dall'ultima volta che si erano baciati o che semplicemente stavano così bene insieme.
Ma una voce ben conosciuta alle sue spalle li interruppe.
« Amy? »



Questo capitolo è lunghissimo, venti pagine di word, ma non volevo tagliarlo ancora visto che già sarebbe un capitolo diviso in due parti. Spero non sia stato noioso^^
Scappo che sono di frettissima e come sempre ringrazio tutti quelli che sono giunti fino a qui e che hanno speso un po' del loro tempo per lasciare un commento.
Vi ringrazio tantissimo.
Ci si vede con l'ultimo capitolo, a presto!
  
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