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Autore: Valerie Leyl Alekxandre    14/08/2015    10 recensioni
Come già qualcuno sa, questa Long-Fic è nata come NaLu Week, ma ho deciso di trasformarla in base alle mie esigenze e a quelle dei lettori in una Long.
Ringrazio gaia21 che senza di lei non avrei mai cominciato a scrivere questa long.
Spero possa piacervi quello che la mia mente ha dato origine.​
*§*§*§*
Lucy è una normale ragazza condannata a vivere una vita infelice sin dalla nascita.
Orfana di genitori e cagionevole di salute, si ritrova ad affrontare tante sventure nel corso della sua vita, finché è una delle sue stesse sventure a farle conoscere l'amore di una famiglia e l'amore della sua vita.
*§*§*§*
Un bacione a tutti e che la lettura sia di vostro gradimento!
[REVISIONE IN CORSO]
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non ho un cuore per poterti amare
Capitolo VI. Need
**❤**

Dopo averla riaccompagnata alla sua tenda, frustrato, si sedette davanti al falò cominciando a guardarlo intensamente, rimanendo incantato dalla danza e dai giochi di colore che facevano le fiamme, catturato dal loro calore cominciò a vagare, senza volerlo, tra i suoi ricordi.
Il volto di suo padre gli tornò in mente, mentre un sorriso nostalgico si formava sul suo viso, gli mancava davvero molto il suo papà, tutto quello che facevano insieme, la sua presenza e la sua allegria contagiosa, allargò il sorriso pensando che molte caratteristiche di suo padre le aveva anche lui.
Prese un bastone e infilò tra le fiamme la sua estremità facendogli prendere fuoco, aspettò qualche minuto e poi lo lanciò dentro al falò cominciando a guardarlo mentre questo si sgretolava e carbonizzava davanti a lui.
-Grazie per avermi salvato, papà- disse poi chiudendo gli occhi sorridendo lievemente –se non fosse stato per te, io non avrei mai incontrato Lucy- aggiunse riaprendoli per poi alzare lo sguardo verso il cielo.
Strinse i pugni cercando di non far uscire le lacrime, Lui non avrebbe voluto, ma era difficile, la scomparsa di suo padre era stata causata da Natsu stesso, come poteva non sentirsi in colpa?
Sospirò stanco, si alzò da terra camminando verso il fiume facendogli tornare in mente quello che era successo poco prima.
Alzò lo sguardo per vedere le stelle, ma gli alberi non gli permettevano una bella visuale, camminò verso la riva entrando nuovamente in contatto con l’acqua fredda, questa scorreva lenta tra i sassi creando un bellissimo suono.
Quando raggiunse il luogo dove l’acqua era abbastanza profonda, si sdraiò cominciando a guardare le stelle, come aveva detto prima a Lucy, era magnifico vederle in quel modo.
L’acqua rispecchiava il cielo, l’effetto che dava l’acqua era quello di essere immersi tra le stelle, chiuse gli occhi immaginandosi il momento in cui lui e Lucy era vicini, in acqua a guardarsi negli occhi, i lunghi capelli biondi sparsi in acqua, le labbra pallide per via della luce lunare, gli occhi lucidi che riflettevano le stelle, tutto di lei era bellissimo, pure il lieve rossore che aveva in viso.
Un amaro sorriso si increspò sulle sue labbra, aveva bruciato la sua occasione, aveva preferito scappare dai suoi sentimenti piuttosto che rivelarli alla ragazza che amava, non aveva avuto il coraggio di aprirle il suo cuore.
Aveva avuto paura di confessarsi a lei, aveva paura di quello che la ragazza provava e soprattutto di quello che lei avrebbe fatto in futuro della sua vita, perché lui sapeva, sapeva che la bionda era in bilico tra due scelte, glielo si leggeva negli occhi, lei era insicura, soprattutto stanca, stanca della sua vita.
Strinse gli occhi per non pensare a cose del genere, dopo tutto non era da lui fare così –Ti farò cambiare idea- disse deciso, no, lui non voleva perderla, non lo avrebbe permesso, avrebbe lottato per lei e avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per farla stare con lui.
Aprì gli occhi rendendosi conto che la corrente lo stava trasportando lontano dall’accampamento, era meglio tornare indietro e andare in tenda se non voleva prendersi un accidente.
Nuotò fino a raggiungere la riva, camminò per una decina di minuti lungo essa per raggiungere l’altezza del campo, dopo di che si infilò tra la boscaglia e giungere vicino al falò, si asciugò con esso per poi entrare in tenda e finalmente andare a dormire.
 
Il sole era appena sorto, ma Lucy non riusciva già più a dormire, nonostante si fosse addormentata molto tardi per via del bagno sotto le stelle della scorsa notte.
Sorrise ripensando a quel dolce momento, era grata a Natsu per averle fatto vedere le stelle soprattutto in quel modo, era il suo sogno da tutta la vita poterle vedere e finalmente, dopo tanto tempo ci era riuscita, addirittura con Natsu.
Uscì dalla tenda dopo essersi vestita, c’era fresco, e non era di certo una buona idea andare in giro per il bosco non coperti bene, dato che faceva freddo la mattina.
Dopo aver indossato il maglioncino, uscì fuori per poi rivolgere lo sguardo al cielo, notando che quest’ultimo era già chiaro, decise così di fare una passeggiata per il campo, sicuramente le avrebbe fatto bene.
Mano a mano che passeggiava tra le tende, vedeva alcuni colleghi di Natsu svegliarsi e uscire dalla tenda salutandola calorosamente, chiedendo qualche volta come stava o se fino a quel punto il campeggio le stava piacendo, lei rispondeva e salutava timidamente, non essendo ancora abituata a parlare con così tanta gente.
Andò anche alla riva del fiume per bagnarsi i piedi, constatando che l’acqua era gelata, dei brividi le corsero dietro la schiena mentre immergeva i piedi in acqua, poggiandoli tra i sassi.
Rimase a guardare il fiume scorrere, notando qualche volta un pesce nuotare e sguizzare tra la corrente, nelle pozzanghere vicino a lei vedeva qualche volta dei piccoli girini nuotare alla velocità della luce, scappando ad ogni movimento prodotto da lei.
Il venticello mattutino muoveva il fogliame degli alberi creando un piacevole rumore, il quale si accostava a quello dello scorrere dell’acqua, creava una specie di sinfonia alle orecchie della bionda.
Passò una bella oretta seduta tra i sassi, per poi decidere di alzarsi e andare all’accampamento e vedere se poteva essere di qualche aiuto agli altri, anche se ne dubitava fortemente, per via della sua incapacità nel fare qualcosa di utile.
Camminando per il campo notò che di Natsu non ce n’era ancora traccia, la cosa la in straniva e non poco –Ehm.. ma Natsu..?- chiese timidamente fermando un uomo che portava del legname tra le braccia.
-Dovrebbe ancora essere in tenda, non l’ho ancora visto in giro- rispose lui regalando un sorriso amichevole alla ragazza per poi riprendere la sua camminata.
-Grazie- sussurrò lei imbarazzata per poi incamminarsi a passo lento verso la tenda dove dormiva il suo amico dai capelli rosati.
L’avvistò pochi minuti dopo, accelerò il passo avanzando verso la tenda per poi inginocchiarsi all’entrata –Natsu! Ci sei?- chiese lei muovendo un po’ la tenda nella speranza di svegliarlo se lui stava ancora dormendo.
Inizialmente non sentì nulla provenire dalla tenda, ma volle comunque ritentare –Natsu!- lo chiamò nuovamente lei muovendo ancora la tenda.
Ad un certo punto si fermò sentendo prima una specie di mugolio e subito dopo tossire qualcuno –Natsu, stai bene?- chiese lei riconoscendo la voce del suo amico.
Ricevendo come risposta solamente dei mugugni decise di aprire la tenda, dato che il ragazzo stava sicuramente male e non aveva intenzione di uscire.
-Natsu?- lo chiamò osservando il sacco a pelo del ragazzo, era evidente che aveva il fiatone, si vedeva fin troppo bene il modo in cui il ventre si abbassava e si alzava.
Gattonò verso di lui non ricevendo alcuna risposta, si stava preoccupando, non lo aveva mai visto in quel modo.
Una volta arrivata vicino al ragazzo dai capelli rosati, lo vide ansimare, ricoperto da un velo di sudore, i capelli rosa appiccicati alla sua fronte mentre teneva gli occhi chiusi, tossendo qualche volta.
-Ehi..- disse lei sorridendo, posando la mano sulla fronte rovente del rosato scostando la frangia bagnata mentre lui apriva gli occhi per poterla guardare.
-Lucy.. che ci fai qui- disse lui con voce rauca per colpa della tosse, richiudendo gli occhi per poi tossire ancora.
-Non ti avevo visto in giro e mi sono preoccupata- disse lei accarezzandogli il capo con delicatezza, beando il ragazzo di quel contatto così dolce.
-Mi dispiace..- sussurrò lui cercando di abbozzare un piccolo sorriso alla ragazza dai capelli biondi.
-E di cosa?- chiese lei sistemandosi meglio, per poi riprendere ad accarezzare il capo del suo amico.
-Di aver rovinato il campeggio- rispose Natsu riaprendo gli occhi guardandola in modo triste –so che ci tenevi- aggiunse per poi tossire ancora.
-Non ti preoccupare, è stato comunque bellissimo- disse lei cercando di rassicurarlo, dopo tutto era la verità, aveva dormito in tenda, era stata a contatto con la natura e aveva visto le sue amate stelle, non poteva chiedere nient’altro –vado ad avvisare gli altri, torniamo a casa- disse poi interrompendo il contatto smettendo di accarezzargli il capo, per poi gattonare fuori dalla tenda.
Lui la guardò uscire per poi immergersi nel suo sacco a pelo, coprendo con la sua sciarpa pure il suo viso, si vergognava e si sentiva in colpa, per prima cosa si era ammalato per colpa di quel bagno che aveva fatto prima di andare a dormire e secondo era la seconda volta che interrompeva il campeggio, e il fatto che il secondo fosse quello di Lucy.. lo rattristiva tantissimo, voleva regalarle un bellissimo campeggio, e invece lo aveva rovinato, ancora una volta.
Tossì un’altra volta per poi chiudere gli occhi e addormentarsi, cercando di alleviare almeno un poco il mal di testa che lo stava tormentando da quasi tutta la notte.
 
-Cosa?!?!- esclamò il corvino sudando freddo, era mattina presto, per esser più precisi le sei, e una chiamata del tutto inaspettata sconvolse la giornata del povero Gray, il quale poco prima si era alzato a malavoglia dal letto per andare a rispondere alla chiamata.
-Cosa succede.. Gray-sama?- chiese Juvia, ancora molto assonnata con i capelli scombinati, mentre con una mano si copriva la bocca per lo sbadiglio.
-Shhhh- disse lui coprendo per un attimo il telefono guardando la turchina in modo agitato, per poi prestare nuovamente attenzione al telefono -Tornate subito indietro! Prima che sia troppo tardi!- esclamò poi riattaccando il telefono mentre Juvia si avvicinava al suo amato con aria preoccupata.
-Che succede?- chiese posando una mano sul braccio del corvino catturando lo sguardo agitato del suo ragazzo.
-La fine del mondo- disse cercando di non svenire, continuando a sudare freddo mentre pensava all’occorrente per poter contrastare la disgrazia che si era imbattuta sulla caserma.
 
Il chiasso che regnava sul pullmino lo risvegliò bruscamente, una fitta alla testa gli fece stringere gli occhi per poi aprirli sentendo solo in quel momento un pollice che gli accarezzava la fronte e una mano posata sulla testa.
Subito dopo incontrò lo sguardo della ragazza, accorgendosi di essere con la testa poggiata sulle sue gambe e di essere sdraiato infondo al pullmino, sopra diversi sedili.
-Ehi..- la ragazza si abbassò un po’ per farsi sentire meglio dal suo interlocutore –ti sei svegliato- aggiunse sorridendo, facendolo diventare leggermente più rosso di quanto lo era già, a causa della febbre.
-Come hai fatto a farmi salire?- chiese lui tossendo qualche volta cercando di sviare l’imbarazzo.
-Ti hanno fatto salire gli altri- rispose la bionda con tono dolce, non voleva peggiorare il mal di testa del ragazzo, c’era già il gruppo che urlava, non voleva contribuire alle pene del poveretto.
-Ah..- si lasciò sfuggire per poi farsi cogliere da una piccola ondata di brividi di freddo, lei se ne accorse e cercò di coprirlo meglio che poteva con il giacchetto.
-Comunque siamo quasi arrivati- disse lei facendolo annuire, dopo di che il rosato chiuse gli occhi addormentandosi nuovamente sotto le carezze che gli dedicava la ragazza.
 
-Oh kami, oh kami, oh kami- continuava a dire Gray correndo per i corridoi, percorrendo numerose volte le scale facendo su e giù portando cibo, acqua, stracci e ghiaccio in una camera, mentre lo sguardo mezzo preoccupato e mezzo divertito della turchina continuava a seguire la figura del ragazzo.
-Gray-sama, Juvia non ha ancora capito cosa sta succedendo- disse lei massaggiandosi il ‘pallone’ per poi perdere la calma quando sentì che il corvino non le aveva ancora risposto –GRAY-SAMA!- urlò facendo paralizzare il poveretto, il quale per poco non sveniva per la paura.
-Si..?- chiese lui voltandosi lentamente verso la sua ragazza cercando di abbozzare un sorriso, ma ne uscì solamente una smorfia.
-Cosa sta succedendo?- chiese lei tornando calmissima, rincominciando ad accarezzare il gonfiore, mentre guardava con uno sguardo fin troppo tranquillo il poveretto.
Il panico assalì nuovamente il ragazzo dai capelli corvini –Ti devo mettere in salvo!- urlò poi correndo dalla sua ragazza cogliendola di sorpresa.
Con sommo stupore di lei, Gray la prese in braccio con delicatezza per poi cominciare a fare le scale lentamente, per non correre pericoli, per poi camminare a passo veloce verso la sua camera –Gray-sama, cosa stai facendo?- chiese lei guardando il corvino confusa.
-Ti salvo prima che sia troppo tardi- rispose lui serissimo, per poi giungere alla camera e spalancarne la porla con un calcio, fin troppo forte.
-Ma da cosa?- chiese lei sempre più confusa, non aveva mai visto delirare in quel modo il suo ragazzo, la cosa la stava preoccupando molto.
-Non ti preoccupare, ci penserò io a te- disse poi posandola sul letto dandole in seguito un bacio, facendola arrossire sia per il suo gesto che per le sue parole –basta che tu non esca di qui finché non te lo dico io- aggiunse allontanandosi verso la porta.
-Gray-sama..- sussurrò lei, ma lui non la sentì.
-Che Dio ci aiuti- disse lui spaventato chiudendo la porta dietro di sé, ritornando a correre tra i corridoi come un pazzo.
 
“Credo che Gray abbia esagerato” pensò la bionda guardando la figura del ragazzo dai capelli rosa, steso a letto, per poi rivolgere lo sguardo al resto della stanza.
Al contrario di quanto se lo sarebbe aspettata, Natsu aveva una camera molto disordinata, dopo averlo visto all’opera in cucina e il modo in cui la teneva pulita, aveva immaginato che portasse tale rispetto anche per la sua camera, ma si sbagliava.
Numerosi vestiti erano sparsi qua e là per la stanza, sul pavimento, sulla scrivania, sulla sedia, tra le ante dell’armadio, sul davanzale della finestra, pacchetti di patatine sparsi in giro come il loro contenuto, bicchieri di plastica in giro, cioè un vero e proprio putiferio.
Sospirò tornando a guardarlo, per poi tastare il panno per vedere se doveva nuovamente immergerlo nella bacinella d’acqua e ghiaccio.
Lo tirò via sentendo che era divenuto caldo, lo immerse nella bacinella per poi tornare a dare attenzione a Natsu, era strano vederlo malato, non avrebbe mai pensato di vederlo in quel modo, affannato e sofferente.
Sorrise pensando che almeno aveva smesso di respirare in modo affannato, ma la tosse e la febbre non volevano andarsene.
Tastò anche la fronte scostando la frangia rosa, chiudendo gli occhi in modo rassegnato, poiché la temperatura non si era ancora abbassata.
Prese il panno e lo strizzò per poi posarlo sulla fronte del ragazzo, con cura, la situazione era strana per lei, di solito era lei quella che doveva venir curata e non viceversa, ricordava di aver avuto diverse volte la febbre per via del suo essere cagionevole di salute, numerose erano le volte che veniva ricoverata a causa della sua malattia, ma mai si era ritrovata a curare qualcuno.
Per lei era strano che il rosato avesse preso la febbre e lei no, non era lei che doveva stare sempre attenta a quello faceva appunto per evitare cose di questo genere?
Sospirò pesantemente, in teoria lei non doveva essere nemmeno lì al fianco del ragazzo per accudirlo, in qualsiasi momento poteva attaccarle la febbre e farla star male, ma non se la sentiva di lasciarlo solo, anche perché da quello che Gray le aveva rivelato, lui non lo avrebbe mai aiutato a riprendersi dalla febbre.
Diceva che la prima e l’ultima volta che il rosato aveva avuto la febbre, questo diveniva matto, matto da legare, letteralmente, ma Lucy pensò che la cosa fosse in parte normale, Natsu era conosciuto per la sua sprizzata energia e poi a quel tempo, da quello che le aveva rivelato il corvino, il ragazzo era solo un bambino.
Fissò la porta guardandola seccata, addirittura il corvino aveva insistito per chiuderla in camera, anzi, meglio dire sigillarla nella camera con il ragazzo dai capelli rosati, per paura che quest’ultimo combinasse guai ‘irreparabili’ o ‘catastrofici’ come diceva lui, ma menomale lo convinse a non farlo.
Dei mugolii la distolsero dai suoi pensieri, si girò per guardare il ragazzo steso sul letto, vedendo che si stava svegliando.
-Lucy..- biascicò lui con le gote rosse per la febbre.
-Natsu, ti senti bene?- chiese lei premurosa poggiando le mani tra le candide lenzuola, percependo la loro freschezza diminuire mano a mano che ci si avvicinava al corpo del rosato.
-Se sei tu a curarmi si- rispose lui sorridendo, facendola diventare rossa, così calda da pensare che avesse anche lei la febbre.
-A-ah.. ok..- rispose imbarazzata, l’imbarazzo che provava in quel momento, non era minimamente comparabile a quello che aveva vissuto in cucina o in campeggio –hai bisogno di qualcosa?- chiese cercando di tranquillizzarsi almeno un po’.
-Sì- rispose lui dopo aver chiuso gli occhi per poter pensare.
-Allora dimmi- disse lei sorridendo, in quel momento sembrava davvero un bambino, il modo in cui si comportava era infantile, soprattutto per il tono che usava.
-Mi fai le coccole?- chiese con un sorriso furbetto, mostrando gli insoliti canini.
-E-eh?!- ormai era diventata completamente paonazza, cosa doveva fare? E che cosa intendeva dire con coccole? –cosa..?- disse lei balbettando insicura.
-Voglio le coccole!- in quel momento il ragazzo prese per il polso la bionda tirandola a sé, mentre questa si lasciò sfuggire un urletto per la sorpresa.
-N-Natsu! C-cosa f-fai..?- chiese lei imbarazza ritrovandosi sopra di lui, una mano sul materasso e l’altra sul petto muscoloso di lui, i capelli le scendevano lungo la spalla destra fino ad arrivare sopra il ragazzo.
Lui sorrise furbetto come facevano i bambini facendola arrossire più di quanto lo era già a causa della posizione compromettente.
Dopo di che lui l’abbracciò, Lucy venne premuta contro di lui, la sua guancia era a contatto con il collo del rosato, mentre si sentiva stringere delicatamente dalle toniche braccia.
Sentiva il caldo respiro di lui infrangersi contro il suo orecchio, il calore della pelle ardente del rosato trapassarle i vestiti facendole percepire quanto la temperatura fosse alta, l’abbraccio debole come non mai, ma in qualche modo la riscaldava sin nel profondo regalandole una sensazione di pace.
-Rimani con me- sussurrò capriccioso all’orecchio di lei chiudendo gli occhi, cercando di stringerla di più, ma la sua condizione di malattia lo indeboliva –non lasciarmi, ti prego-  aggiunse serrando gli occhi il più possibile, il tono sembrava un misto tra quello di un bambino in procinto di piangere e tra quello serio di un adulto.
Lei non si mosse e non rispose, ma non per l’imbarazzo, semplicemente non era in grado di rispondere, non era in grado di promettere una cosa simile, perché lei sapeva fin troppo bene cosa lui intendeva; rimase in quella posizione, senza poter ricambiare l’abbraccio, mentre una profonda tristezza si faceva largo tra di loro e il silenzio a inondare la stanza.
Quando sentì che il respiro del ragazzo si faceva più pesante, si sedette di fianco a lui annullando l’abbraccio di quest’ultimo.
Lo osservò dormire, gli scostò i capelli dal panno per poi prendere quest’ultimo notando che la febbre si era abbassata, sospirò sollevata.
Dopo di che prese la bacinella d’acqua per andarla a cambiare, dato che per via del caldo il ghiaccio al suo interno si era sciolto e il liquido intiepidito.
Camminò verso la porta, appoggiò a terra la bacinella per aprire e poi uscire dopo aver ripreso il contenitore, dirigendosi al piano di sotto.
 
-Come sta?- chiese Gray tamburellando le dita sul tavolo guardando ansioso e preoccupato la bionda mentre questa versava del ghiaccio nella bacinella d’acqua fredda.
-La febbre si è abbassata- rispose lei senza guardare il ragazzo, il quale sgranò gli occhi terrorizzato.
-Oh no! Ci rimane poco tempo lo so!- esclamò lui portandosi le mani ai capelli scombinandoseli ancora di più.
-Gray, non starai esagerando?- chiese lei girandosi verso il suo interlocutore poggiandosi contro il mobile della cucina, puntellando il palmi sul bordo del lavabo.
-Ma scherzi?!- quasi urlò il ragazzo guardando spaventato a morte la bionda, la quale storse la testa mostrando lo sguardo più confuso che poteva avere –non siamo nemmeno all’inizio della catastrofe!- aggiunse in preda al panico puntando lo sguardo sul tavolo senza smettere di tenere la testa tra le mani.
-Ma perché dici questo?- chiese sempre più curiosa la ragazza dai lunghi capelli biondi –centra con il fatto che hai sigillato Juvia in camera?- aggiunse divertita, aveva sentito chiaramente le urla della turchina mentre camminava per il corridoio, ordinavano esplicitamente di farla uscire, con i suoi sbalzi d’umore a renderla comica.
-Certo! Cosa facciamo se Natsu attaccherà a Juvia la sua pazzia tramite la febbre?!?! Eh?!?! Me lo dici?!?!?- rispose lui ritornando a guardare la ragazza più spaventato che mai.
-Ma cosa vuoi dire?- chiese Lucy in preda ad un attacco di nervi, era da quando che erano arrivati che il ragazzo dai capelli corvini si comportava in quel modo, e lei non riusciva a capirne il motivo –mi vuoi spiegare una volta per tutte?- aggiunse causando un attacco di brividi lungo la schiena del suo interlocutore.
Quest’ultimo annuì lentamente –Devi sapere che Natsu ha preso solo una volta la febbre, da bambino- disse con tono tremante.
-Sì, lo so, questo me lo hai già detto- rise nervosa la bionda incitando a continuare il racconto del ragazzo.
-Beh.. all’inizio era andato tutto bene- disse lui chiudendo gli occhi per poi prendere una boccata d’aria –lo avevamo curato, gli avevamo fatto abbassare la febbre e sembrava in via di guarigione già nel giro di mezza giornata- aggiunse mentre la voce diveniva sempre più flebile.
-Poi cos’è successo?- sospirò rassegnata la ragazza dai lunghi capelli biondi massaggiandosi la testa, già non ne poteva più di quella situazione.
-Fu verso sera che le cose cambiarono- disse con voce più acuta –lui si svegliò con la febbre molto più alta di quanto aveva avuto nel corso della giornata- aggiunse con tono strozzato –ed è lì che la catastrofe iniziò- disse fermandosi un momento mentre Lucy alzò le sopracciglia.
Uno strano rumore impedì a Gray di continuare a parlare, proveniva dal piano di sopra, ad un certo punto il rumore divenne una specie di martellare mentre il lampadario della cucina e della sala cominciarono ad oscillare pericolosamente.
Con un urlo strozzato Gray si alzò dalla sedia, così velocemente che fece cadere a terra la sedia bruscamente –Dimmi che hai chiuso la porta quando sei uscita- disse con voce tremante il ragazzo, fissando la sua interlocutrice.
-Ehm.. non ricordo- disse lei pensandosi su qualche secondo, facendo andare il corvino nel panico più totale.
-Siamo morti!- esclamò correndo verso il piano di sopra –Juvia! Ti salverò io!- esclamò urlando, correndo verso la sua stanza, sotto lo sguardo preoccupato della bionda.
-Ma cosa gli è preso?- si chiese prendendo la bacinella cominciando a salire le scale per raggiungere la camera del ragazzo dai capelli rosa, notando che più si avvicinava alla camera del suo amico, e più il rumore diveniva più forte, fu quando arrivò alla porta che si rese conto che l’origine del martellare proveniva proprio da lì.
Appoggiò il contenitore di acqua e ghiaccio a terra per poter aprire così la porta, poggiò la mano sul pomello per poi aprire lentamente sgranando gli occhi per lo spettacolo che le si stava presentando davanti.
Poteva dire di non aver mai visto il ragazzo in uno stato del genere, no, chiaramente no, in tutto quel poco tempo che aveva passato con lui non lo aveva mai visto comportarsi a livelli del genere.
Solo in quel momento capì il perché delle reazioni a dir poco esagerate del suo migliore amico, anche se ora che ci pensava, forse non erano poi così esagerate.
In quel momento il ragazzo dai capelli rosati sprizzava energia da tutti pori, era all’interno di un sacco a pelo intento a saltare per la camera, ruzzolando qualche volta a terra quando saltava su qualche abito per poi scivolare e cadere tra le macerie dei suoi vestiti, ma non si arrestava comunque, sembrava fatto di gomma, Lucy capì che il martellare era il risultato del continuo saltellare del ragazzo per la camera come se fosse un canguro.
Il cigolare della porta lo fece girare a mezz’aria indirizzando lo sguardo verso l’entrata, ma non fece in tempo pronunciare il nome di chi ci fosse dietro che cadde a terra nuovamente mordendosi poi la lingua.
-Lucy!- esclamò subito dopo quando tornò a guardare la figura della ragazza nascosta dietro la porta, si alzò subito da terra cominciando a saltare nella direzione della bionda con più entusiasmo di prima.
-N-Natsu!- esclamò balbettando prima che il rosato si lanciò contro di lei, questa fece un passo indietro, cosa non poso furba poiché inciampò sulla bacinella cadendoci sopra, bagnandosi tutta, ma non finì lì poiché il ragazzo dentro al sacco a pelo atterrò sopra di lei con urlo di guerra a uscirgli dalla gola.
Lucy riaprì gli occhi lentamente, provava dolore alla schiena per via del contenitore, e freddo a causa dell’acqua e del ghiaccio, le fece scorrere dei brividi lungo la schiena, accorgendosi in seguito che qualcosa di caldo e pesante era sopra di lei.
Abbassando lo sguardo notò una zazzera rosa all’altezza del suo petto, mentre sempre da lì sentì dei mugolii e strani versi, capendo subito dopo ciò che stava succedendo.
Con il cuore a mille, fiatone e un velo di sudore, scaraventò il ragazzo alla sua sinistra, questo rotolò per il corridoio fino a scontrarsi contro il muro, lasciandosi sfuggire un verso di dolore.
-Lucy..- mugugnò il rosato rotolando un paio di volte nel tentativo di sederti, per via del sacco a pelo aveva le braccia bloccate, impossibilitate di muoversi liberamente.
La ragazza in questione era strisciata contro il muro, la schiena schiacciata contro quest’ultimo mentre brandiva la maglietta dove il cuore batteva come un forsennato, il fiatone a muoverle il petto freneticamente, guardava con occhi sgranati il ragazzo ancora intento a cercare di sedersi, naturalmente invano.
“Mi farà venire un infarto prima del previsto se continua così” pensò la ragazza cercando di tranquillizzarsi mentre il ragazzo dai capelli rosati cercava di mettersi in piedi spingendo con la fronte il pavimento cercando, puntellando entrambi i ginocchi sul tappeto, di alzarsi.
Si lasciava sfuggire qualche verso a causa dello sforzo mentre il rossore e il sudore aumentavano, facendogli peggiorare il mal di testa, ma non ci faceva nemmeno caso data la sua concentrazione.
La ragazza dai lunghi capelli biondi rimase, senza rendersene minimamente conto, a fissare il ragazzo che ancora si sforzava ad alzarsi, solo quando il rosato riuscì a raddrizzarsi in ginocchio, la paura di quello che lui avrebbe fatto da quel momento in poi la pervase.
-Lucy!- esclamò con entusiasmo il ragazzo cercando di saltare, ma l’unica cosa che riuscì a fare fu di cadere in avanti battendo malamente la fronte sul pavimento.
-Natsu- disse lei alzandosi da terra poggiandosi contro il muro, ancora tremante a causa del fiatone di poco prima –è meglio se torni a letto- disse lei senza staccarsi dal muro, tenendo gli occhi puntati su di lui, qualcosa le diceva che da quel momento in poi ‘la catastrofe’ di cui parlava il corvino si sarebbe avverata.
-No!- lui si drizzò di colpo guardando serio la bionda, tutto rosso in viso e le gocce di sudore scendere lungo le tempie e la fronte, ad un certo punto gonfiò le guance come a trattenersi dal fare qualcosa, ma non resistette più e scoppiò in una sonora risata.
Lucy lo guardò storto in modo confuso, non riusciva più a capire il perché di quello strano comportamento, sembrava più matto del solito.
-Io ho fame!- disse poi destando dai suoi pensieri la ragazza, la quale venne colta alla sprovvista, lei non sapeva cucinare, cosa poteva fare? Intanto il ragazzo dai capelli rosati si sdraiò a terra cominciando a rotolare su sé stesso nel tentativo di avvicinarsi alla sua interlocutrice, dato che aveva realizzato che non sarebbe riuscito ad alzarsi senza un minimo di aiuto.
Lei si staccò dalla parete dopo aver calmato il suo cuore per poi fermare il ragazzo abbassandosi e poggiare le mani sul sacco a pelo quando il rosato arrivò rotolando da lei.
-Facciamo così, se ti metti a letto ti do da mangiare, ok?- chiese la ragazza sistemandosi una ciocca di capelli ribelli dietro l’orecchio mentre il ragazzo prese a guardarla con il suo broncio da bambino, sembrava più ubriaco che malato, era rosso e accaldato, e addirittura si comportava come un matto lasciandosi sfuggire qualche volta frasi incoerenti e disconnesse e qualche volta qualche cantilena.
Lui chiuse gli occhi boccheggiando, sicuramente aveva sete, si mise a pensare, cosa che sorprese la ragazza, la quale sapeva che Natsu non era molto bravo in quel campo.
-Va bene! Però poi mi fai le coccole vero?- chiese lui con un furbo sorriso guardando con occhi magnetici la ragazza dai lunghi capelli biondi.
Lei arrossì per poi balbettare e annuire, poiché la gola le si era seccata e di certo la schiena bagnata, per via della bacinella, non l’aiutava affatto siccome dei brividi di freddo continuavano ad attraversarla nonostante fosse piana estate.
Lucy lo aiutò ad alzarsi, poiché lui era ancora all’interno del sacco a pelo e sembrava intenzionato a non uscirne, per poi dirigersi entrambi in camera del rosato.
La bionda sentiva la maglietta completamente appiccicata, le dava molto fastidio, per non parlare della gonna, la quale si era appiccicata prendendo la forma del suo sedere, mostrandone le rotondità.
L’unica parte asciutta era la quella dove il ragazzo era atterrato quando lui si era lanciato su di lei urlando, pensandoci la ragazza cercò di non farsi sfuggire una risatina divertita, in quel momento era proprio buffo.
Aprì la porta perché il ragazzo era ancora impossibilitato di muovere le braccia, questo, una volta aperto la porta, cominciò a saltare verso il letto con la stessa energia di poco prima, sotto lo sguardo poco sicuro della bionda.
Il ragazzo dai capelli rosati si lanciò sul letto, andando a sbattere la testa contro il muro, si lasciò sfuggire un verso dal dolore e poi cominciò a muoversi in modo strano, per potersi sistemare meglio sul materasso.
-Non è meglio se esci dal sacco a pelo?- chiese Lucy avvicinandosi cautamente al letto del rosato, ci voleva poco che gli saltasse di nuovo addosso, e lei voleva evitare che accadesse.
-Mi puoi aiutare?- chiese allargando un sorriso dopo averci pensato su qualche secondo, guardando la ragazza dai capelli biondi con due occhioni da cucciolo bastonato.
-V-va bene- balbettò lei posando le sue fredde mani sul sacco a pelo per poi raggiungere la cerniera laterale e cominciare a tirarla giù.
La bionda mandò giù un groppo di saliva sentendo la gola secca, non sapeva nemmeno lei il perché di così tanta agitazione, ma cominciava a sudare sempre di più e la maglietta già bagnata tutta appiccicaticcia dietro la schiena le dava sempre più fastidio.
“Come diavolo ha fatto ad incastrarsi nel sacco a pelo?” si chiese la bionda dopo aver finito di aprire la cerniera, per poi bloccarsi dopo averlo aperto, mostrando il ragazzo senza maglietta.
Certo, non era la prima volta che lo vedeva a torso nudo, ma quella era una situazione molto diversa da quelle precedenti, erano solo lui e lei, dentro la camera di Natsu, con quest’ultimo nel suo letto e lei a togliergli il sacco a pelo, tutto ciò sembrava molto compromettente per chiunque non sapesse come stavano realmente le cose.
Rossa in viso e con un velo di sudore addosso, cominciò a togliere il sacco, e non poté fare a meno di sfiorare più volte quella pelle perfetta, il suo petto muscoloso e tonico, le sue forti braccia, percepire il suo calore sfiorando anche solo la sciarpa, vedere poi le goccioline di sudore causate dalla febbre scendere tra le linee del suo corpo le fece mancare la capacità di emettere alcun suono o di metter su una frase coerente per qualche secondo.
-F-fatto- balbettò lei girandosi di scatto dopo aver sfilato il sacco e metterlo via sulla scrivania, dato che non sapeva minimamente da dove il suo amico lo aveva preso.
Il rosato la prese per il polso prima che lei potesse muovere un passo verso l’uscita della sua camera, facendola voltare di scatto.
-C-cosa c’è, Natsu?- chiese lei guardandolo negli occhi, doveva ammettere che i suoi occhi erano davvero belli, la ipnotizzavano sempre, in qualsiasi tipo di situazione, non poteva fare a meno di perdersi in quel mare di smeraldo.
-Tremi- disse lui socchiudendo un occhio guardandola interrogativa come se si stesse divertendo a fare il detective, prese a fissarle la maglietta notando solo in quel momento che fosse bagnata.
-Non è niente- rise nervosamente la bionda, possibile che si era già dimenticato il volo che aveva fatto pochi minuti prima per colpa sua?
Il ragazzo dai capelli rosati la tirò a sé facendola sedere sul materasso facendole emettere un urletto sorpreso per poi posare una mano sulla schiena della bionda sentendo che questa era realmente bagnata.
In quel momento qualcuno bussò alla porta distogliendo entrambi dai loro sguardi –Ho sentito delle urla e dei rumori! Non mi fido!- era la voce di Gray, Lucy inizialmente non capì quello che il suo migliore amico intendeva dire, ma quando sentì la serratura scoccare, il panico l’assalì.
-Oh no! Gray!- ruggì la bionda presa dalla paura di rimanere rinchiusa con Natsu per chissà quanto, corse verso la porta facendo attenzione a dove metteva i piedi per poi cominciare a battere dei deboli pugni contro l’uscita –giuro che quando uscirò.. io..!
-Lucy, è già andato via- in quel preciso istante la bionda saltò in aria dallo spavento portando una mano al suo debole cuore che per poco non cedeva, il ragazzo dai capelli rosati era comparso all’improvviso vicino a lei, sdraiato a terra con l’occhio a vagare sotto la porta e l’orecchio poggiato a terra per capire se il corvino era ancora lì.
-Natsu! Oh santo cielo!- esclamò mentre le gambe cedettero facendola cadere a terra, o meglio dire tra i vestiti riversati sul pavimento, attutendo così la caduta –tu oggi vuoi davvero farmi morire- disse poi tra sé e sé attirando l’attenzione dell’amico, il quale si drizzò subito per guardare la sua interlocutrice.
-Perché? Cosa ho fatto?- chiese alzandosi all’improvviso da terra per mettersi in piedi, si avvicinò di corsa a lei e la prese in braccio a mo’ di sacco mettendola sulla spalla per poi cominciare a correre per la stanza con uno sguardo serio in volto –ti salverò io!- disse pieno di energie mentre la poveretta teneva gli occhi chiusi per trattenere le lacrime di terrore e i pugni a battere la schiena nuda di lui nel tentativo di fermarlo, naturalmente invano.
-Natsu.. ti prego!- continuava ad urlare la poveretta che credeva che peggio di così non poteva andare, ma dovette ricredersi quando il rosato cominciò a saltare sul letto, con lei in braccio.
-Ma Lucy! È così divertente!- urlò il ragazzo con un’espressione ebete in volto, ma questo la ragazza poté solo immaginarlo, poiché la sua posizione le impediva di vedere.
-Ti prego mettimi giù!- urlò lei abbracciando la schiena di lui, non potendo più sopportare di battere la testa contro la schiena possente, almeno in quel modo non si sarebbe fatta male.
Ma appena lei sfiorò i fianchi del rosato per potersi aggrappare, questo cominciò a ridere e a urlare smettendo di saltare –Lucy! Cosa fai!- diceva interrotto dalla risata –mi fai il solletico!- esclamò poi non reggendosi più in piedi cadendo in avanti sul morbido materasso, sempre ridendo.
-Waaa!- urlò Lucy in preda alla disperazione, per poi sentire che la presa del ragazzo diminuì poco prima che entrambi caddero, facendola sdraiare sul letto di colpo per via della gravità e subito dopo a raggiungerla lui.
Si ritrovò il suo amico tutto sghignazzante con il proprio viso sulla sua pancia mezza scoperta, lei arrossì e non riusciva nemmeno a capirne il motivo.
-Ghehe- si lasciò sfuggire il rosato guardando la ragazza con una strana espressione in viso, sembrava quasi.. malefica (?) –ora sei mia!- esclamò poi per buttarsi su di lei poggiando la sua bocca sul ventre scoperta della ragazza cominciando a soffiare emettendo strani rumori.
Lucy a quel punto cominciò ad urlare per il solletico mentre la faccia diventava sempre più rossa sia per l’imbarazzo che per colpa del gesto del ragazzo.
Quel suo “ora sei mia!” le aveva fermato il cuore per un istante, sapeva benissimo che il ragazzo lo aveva detto per giocare, ma non poteva fare a meno di essere felice, nessuno si era mai avvicinato a lei per quello che era per davvero, ne aveva passate di cotte e di crude con persone che la reclamavano propria facendole rivoltare lo stomaco ogni volta, ma sentirlo dire da lui.. l’aveva resa felice, completa.
-Basta Natsu!- urlò tra le risate cercando di muoversi il più possibile per far staccare la bocca del ragazzo, ma lui la teneva ben ferma per i polsi con una mano e con l’altra invece si appoggiava sulle sue gambe.
Ad un certo punto si fermò per poterla guardare, sentirla ridere il quel modo così spensierato per lui era sempre una novità, nonostante l’avesse già sentita ridere in quel modo in sua presenza, ma non poté fare a meno di rimanerne incantato, seduto tra le lenzuola ormai disordinate mentre lei ancora rideva, meno intensamente di prima, cercando di tranquillizzarsi.
Sorrise felice per poi stringere gli occhi mentre un giramento di testa lo pervase, stavolta era più forte degli altri che lo avevano continuato a torturare mentre giocava con la sua amica.
Si portò una mano alla tempia con una smorfia di dolore in viso mentre sentiva che le risate della ragazza si erano quasi subito fermate, aprì gli occhi per poterla guardare e si sorprese nel vederla a pochi centimetri dal suo viso con uno sguardo preoccupato a fissarlo intensamente.
-Natsu.. ti senti bene?- chiese preoccupata lei tastando la fronte bollente di lui, scostando qualche ciocca di capelli rosati dal viso, facendolo diventare leggermente più rosso di quanto lo era già a causa della febbre.
-S-si- balbettò il ragazzo guardando la figura della bionda che stava davanti a sé, con il viso corrucciato in un broncio.
-Menti- rispose lei incrociando le braccia al petto facendo risaltare involontariamente le sue rotondità, facendo arrossire ancora di più il suo interlocutore.
-Ma non è vero!- esclamò lui per poi stringere gli occhi mentre una nuova fitta gli colpì la testa, aveva urlato facendo peggiorare il malore.
-Basta fare storie- sospirò lei poggiando le mani sulle spalle sudate del ragazzo per poi tirarlo a sé –è meglio se ti riposi- aggiunse facendolo sdraiare sul letto, facendogli poggiare il capo sulle sue gambe –sei hai bisogno di qualcosa sono qui- finì abbassando la testa verso di lui sorridendogli gentile.
-Grazie- soffiò lui facendosi cullare dalle carezze che gli regalava la bionda, sul capo e sulla fronte, qualche volta anche sulla guancia, con fare dolce e premuroso.
 -Di niente- rispose lei senza smettere di sorridere facendolo addormentare quasi subito dopo, quanto sembrava un bambino in quei momenti.. si scatenava come un matto per poi addormentarsi quasi subito dopo aver toccato un cuscino, o subito dopo essersi sdraiato.
Lo guardò mentre sospirava nel sonno, asciugandogli la fronte bagnata dal sudore della febbre, scostando qualche volta i capelli che vi si erano appiccicati, era strano per lei vederlo così indifeso, indebolito, e soprattutto lei a tenerlo fra le sue braccia e non il contrario. Era sempre lui ad accoglierla e a consolarla quando si buttava giù, a farla sorridere nei momenti meno opportuni o difficili, a farle scoprire realtà nuove a lei ancora sconosciute, era lui che si prendeva cura di lei.
Uno strano calore nel petto si fece largo dentro la bionda, era la prima volta che riceveva l'amore di una famiglia, ed era sempre la prima volta a ricambiare anche lei un affetto del genere, gli diede un ultima carezza per poi spostare il capo del ragazzo dalle sue gambe e alzarsi dal letto, lasciandolo dormire tranquillo.
Lo coprì con il lenzuolo e gli asciugò ancora una volta la fronte con un panno trovato in giro per la camera, dopo di che si tastò la schiena sospirando scocciata, doveva trovare un cambio.
Si girò facendo una lenta panoramica di ciò che la circondava, dato che ormai era bloccata lì avrebbe sistemato quel caos, ma come prima cosa si sarebbe cambiata.
Arrossì al pensiero, si sarebbe dovuta mettere addosso qualcosa di Natsu, si guardò per vedere cosa poteva salvare dei suoi abiti, sospirando sconfitta per il fatto che doveva spogliarsi e indossare una di quelle maglie extralarge da uomo.
Camminò a fatica verso l'armadio del ragazzo, con passo esitante, non era sicura di quello che stava facendo, magari a Natsu non sarebbe piaciuto il fatto che lei si sia messa qualcosa di suo addosso, figuriamoci di aver sbirciato fra la sua roba.
Con la mano tremante poggiò lentamente la mano sulla maniglia del mobilio, per poi girarsi e controllare che il ragazzo stesse ancora dormendo, di certo non si sarebbe spogliata davanti a lui sveglio.
Aprì l'anta del mobile di legno venendo subito dopo inondata dall'odore del ragazzo, guardò l'interno non rimanendo stupita di trovare caos pure lì dentro.
Ancora piena di imbarazzo immerse la mano tra le innumerevoli stoffe del rosato cercando una maglietta abbastanza lunga per lei che la coprisse almeno fino alle cosce.
Con un sorriso a incorniciarle il viso, trovò qualcosa che avrebbe fatto al caso suo, con entrambe le mani cominciò a tirare la maglia bianca a maniche corte dato che era incastrata tra le altre all'interno dell'armadio.
Cominciò a tirare sempre più forte finché la maglietta non riuscì a liberarsi di colpo facendo volare a terra la ragazza tra le macerie del resto della stanza, numerosi effetti personali e abiti volarono in aria sotterrando in seguito la poveretta.
Quest'ultima si sedette rimanendo perplessa per il fatto che aveva gli occhi aperti ma lo stesso vedeva tutto nero, eppure non ricordava che il sole era già tramontato lasciando il suo posto al buio della notte.
Sentiva ancora tra le mani la morbida stoffa della maglietta sorridendo soddisfatta di esser riuscita a liberarla dalla morsa degli altri vestiti, alzò il capo sentendo che su di esso vi era appoggiato qualcosa, sicuramente era quello che le impediva di vedere.
Sentì un fruscio, segno che qualcosa stava scivolando dalla sua testa dopo di che rincominciò a vedere la stanza che la circondava, abbassò lo sguardo per vedere cosa le copriva fino a poco prima la visuale per poi arrossire imbarazzatissima.
Si ritrovò davanti un paio di boxer neri, probabilmente del ragazzo, si alzò di scatto mentre il viso e le orecchie cominciarono a diventare bollenti, e quest'ultime pulsare, in un batter d'occhio si scrollò di dosso tutta la roba che le era volata sopra quando era caduta e con ancora la maglietta tra le mani si girò di scatto camminando verso la scrivania per poi lanciarsi sulla sedia tremante.
"Oh kami! Oh kami! Oh kami!" pensò ancora rossa in viso stringendo sempre di più il povero indumento, continuando a fissare il punto dove lei era caduta "e-erano i-i suoi.." pensò diventando ancora più rossa chiudendo in seguito gli occhi stringendoli.
"Lucy, tranquilla.. non è successo niente" continuava a dirsi cercando di pensare a un prato fiorito, al cielo, le stelle, a qualsiasi cosa che non implicasse a dover ripensare a quello che era successo pochi istanti prima.
Aveva il cuore che batteva a mille, non sapeva proprio come tranquillizzarsi, ringraziò il cielo che Natsu stesse ancora dormendo, altrimenti, ne era sicura, si sarebbe messo a ridere come una iena facendola sentire ancora peggio.
Sospirò calmandosi meglio mentre il rossore pian piano scompariva, sarebbe stato più opportuno cambiarsi, cominciava ad avere davvero freddo nonostante fosse estate, le conveniva togliersi gli abiti bagnati il prima possibile.
Diede un ultimo sguardo al ragazzo pregando che non si svegliasse proprio in quel momento, dopo di che si girò verso la scrivania cominciando a togliersi lentamente la maglietta per via dell'imbarazzo.
Fece scivolare i lunghi capelli sulla schiena quasi completamente nuda, coprendola quasi del tutto fino a raggiungere la gonna.
Con sgomento si rese conto che anche il reggiseno era bagnato, sospirò per l'ennesima volta per poi posare le mani sui bordi della gonna e farla scivolare a terra, rimanendo in intimo.
Un altro brivido di freddo la percorse, era ancora un po' bagnata, ma sicuramente stava già meglio, quella sensazione fastidiosa che aveva quando indossava i vestiti bagnati non riusciva quasi più a sopportarla.
Lentamente portò le mani dietro la schiena per slacciare il gancio del reggiseno, mentre diede un'altra occhiata alla scrivania trovando un asciugamano ingarbugliato tra altri vestiti.
Lo fece cadere a terra liberando le sue rotondità, per poi sporgersi sulla scrivania per poter prendere l'asciugamano, almeno si sarebbe asciugata per bene prima di mettersi la maglietta.
Ma proprio quando era sul punto di tirare il lungo tessuto dalla scrivania, due calde mani le cinsero i fianchi facendola scontrare contro qualcosa altrettanto caldo ma molto duro.
I lunghi capelli vennero scostati leggermente da un respiro molto caldo, ma lo stesso riuscirono a mantenere coperti i seni della ragazza.
Lucy si bloccò con il fiato corto e il cuore impazzito mentre sentiva la presa sui suoi fianchi accentuarsi, ma senza farle male.
Mandò giù un groppo di saliva con difficoltà mentre cercava di tranquillizzarsi e a mettere ordine nella sua testa, nonostante quel bellissimo calore l'avvolgesse.
Chiuse gli occhi sapendo già l'identità di colui che la stava stringendo tra le sue possenti braccia, si lasciò avvolgere da quest'ultime nonostante la testa le urlava il contrario mentre sentiva invece dentro di lei, all'altezza del suo cuore, un qualcosa che continuava a dirle invece di lasciarsi trasportare da quelle nuove sensazioni che presero il possesso del suo corpo.
Non poté evitare di arrossire d'imbarazzo, era praticamente mezza nuda, se non di più, davanti al ragazzo dai capelli rosati il quale continuava a stringerla a sé con possessione, ma con altrettanta delicatezza da invidiare il tocco della piuma più leggera al mondo.
-Natsu..- sussurrò lei stringendo ancora l'asciugamano tra le sue dita affusolate, mentre il calore corporeo aumentava.
Lui non disse niente pur avendola sentita chiaramente, era troppo preso ad assaporare il suo profumo e di sentirla con le sue mani, sentire la sua pelle vellutata e candida, poterla toccare e accarezzarla.
Quando aveva aperto gli occhi interrompendo il suo sonno tranquillo, non si sarebbe mai immaginato di vederla così, in quello stato, a pochi metri da lui, spoglia e indifesa più che mai.
Appena la vide togliersi pian piano gli indumenti, dentro di lui cominciò a crescere qualcosa, sentiva un enorme incendio avvampare nel suo cuore, ma diverso da quelli che lui affrontava insieme ai suoi compagni.
Un profondo desiderio lo aveva spinto ad alzarsi e ad incamminarsi, ignorando le dolorose fitte alla testa, verso di lei, verso quella figura dalle forme perfette, genuine, che possedevano una propria purezza, un qualcosa che la rendeva diversa da qualsiasi altra cosa.
E proprio in quel momento, a pochi centimetri da lei, non poté fare a meno di allungare le mani verso i suoi stretti fianchi, desideroso di toccarli, stringerli con le sue braccia per poter far aderire al suo bollente petto la schiena di lei, con delicatezza.
Subito dopo il dolce profumo di lei gli inondò le narici procurandogli un lieve capogiro, che decise di ignorare prontamente accentuando la presa sulla ragazza e inspirando ancora di più quell'odore che da ormai non si quanto tempo, lo faceva impazzire.
Chiuse gli occhi, mai, mai avrebbe fatto qualcosa che l'avrebbe fatta soffrire, mai avrebbe fatto qualcosa che l'avrebbe messa in un tale imbarazzo per via di quella situazione, lei nuda tra le sue braccia.
Mai avrebbe voluto farla fuggire per colpa dei suoi stupidi ormoni, infilò il naso tra i fili dorati inspirando nuovamente il loro delicato odore, mentre sentiva il proprio nome venir baciato dalle labbra di Lucy.
Prese un lungo respiro quando lo sentì fremere, lo percepiva, percepiva lo sforzo che lui stava facendo per trattenersi nell'andare oltre quell'abbraccio.
La ragazza dai lunghi capelli biondi non riuscì più a muoversi o a emettere un solo suono, l'unica cosa di cui era in grado di fare in quel momento, era di respirare, cercando di tranquillizzare la frenetica corsa intrapresa dal suo cuore.
Lui puntò lo sguardo sull'asciugamano cercando di non cedere alla tentazione di abbassare il viso per poter guardare le nudità della bionda così facendo scomparire completamente l'unica scintilla di autocontrollo che gli era rimasta.
A malincuore interruppe l'abbraccio allungando le mani verso la stoffa che ancora la ragazza teneva tra le dita, immobile.
Lo prese avvolgendolo al petto di lei per coprirla mentre quest'ultima sentiva il tocco delicato di lui chiudere l'asciugamano.
Poggiò le sue mani sulla stoffa che avvolgeva le sue nudità per poi prendere tutto il coraggio di cui era provvista e voltarsi per poter iniettare le proprie iridi in quelle smeraldine del ragazzo.
Quest'ultimo la fissò intensamente, concentrandosi prima negli occhi cioccolato della ragazza e dopo sulle sue bellissime e apparentemente morbidissime labbra, per poi poggiare la mano sulla guancia di lei, accarezzandola lentamente con le sue dita.
-Probabilmente mi prenderai per un pazzo, o solamente darai la colpa a questa maledetta febbre- cominciò a dire lui con voce roca con una nota di tristezza di fondo.
Lucy rimase a guardarlo, con le gote ancora arrossate e il cuore che cominciò a scalpitare peggio di prima, come se questo sapesse cosa Natsu le stesse per dire.
Quest'ultimo prese la mano di lei poggiandola sul suo petto nudo e madido di sudore, proprio all'altezza del suo cuore, permettendo ad ella di sentirne i possenti battiti ancora una volta.
-Forse è una cosa da stupidi, cosa che non nascondo io sia, ma in questo momento non sono mai stato così serio in vita mia- aggiunse stringendole la mano con fare dolce facendola arrossire ancora più, quel contatto le stava infondendo una strana e al contempo bellissima sensazione -non so da quanto mi sono reso conto di quello che sto per dirti, ma sono sicuro che è profondo, vero e indissolubile- disse mentre una lieve confusione cominciò a scatenarsi nella testa di lei.
Il rosato chiuse gli occhi prendendo un profondo respiro per poi riaprirli e prendere tra le dita della mano libera il mento della bionda, constatando ancora una volta la morbidezza di quella candida pelle.
-Io non sono mai stato un tipo sentimentale, non mi sono mai interessato mai a nient'altro che della mia famiglia. Ma tu, tu sei diversa- disse incurvando leggermente gli angoli delle labbra all'insù accennando a un dolce sorriso.
Lei non capì, non riusciva a capire, Natsu non la considerava parte della sua grande famiglia? Era solamente un stupida sconosciuta malata di cuore, presa in custodia solo per pietà, per via della sua malattia e del penoso stato in cui viveva fino a poco tempo prima? Una povera sgualdrina maltrattata da gente ostile per via della sua debolezza e di quelle stupide forme che l'avevano condannata a vivere una vita ancora più miserabile?
Gli occhi cominciarono ad inumidirsi ma ricacciò indietro le lacrime, aveva  pianto troppo, soprattutto davanti a lui, a Natsu, il suo primo e migliore amico, ma ormai non sapeva più se giudicarlo tale.
-Quello che sto cercando di dirti- disse lui riprendendo a parlare mentre la voce cominciò a tremare e un lieve rossore accentuarsi sul viso, destando la bionda dai suoi pensieri.
Mollò la presa sulla piccola mano posata sul suo possente petto, per poter raggiungere l'altra e prendere il viso della ragazza con entrambe le mani, allargando il suo piccolo sorriso con l'imbarazzo a fargli sempre da sfondo.
-Lucy, io ti amo- disse con una finta naturalezza, pronunciando quelle parole lentamente ma non troppo, facendo perdere la facoltà di respirare ad entrambi, mentre il cuore di lei si fermò.
La ragazza rimase ferma immobile con gli occhi fissi in quelli di lui, mentre la mente cominciò ad elaborare ciò che aveva sentito.
Natsu l'amava, lui era innamorato di lei, di una ragazza a cui ormai non rimane più molto tempo da vivere con un destino segnato da una malattia e dal suo passato, di certo si sentiva sorpresa, l'aveva colta alla sprovvista e in un certo senso si era sentita davvero importante per qualcuno e si rese conto di esser felice proprio perché era lui quel qualcuno.
Si chiese come aveva fatto a non notarlo prima, ma la risposta che si diede subito dopo la rattristì, nessuno le aveva dato una dimostrazione di affetto del genere, nessuno l'aveva realmente amata, come poteva lei accorgersi di ciò?
In quel momento la sua mente fu attraversata dai ricordi, scene che aveva vissuto con lui in tutto quel poco tempo che aveva trascorso in quella grande famiglia.
Le venne da sorridere al ricordo di come lo aveva incontrato la prima volta, era sempre stata una tipa molto sbadata, ma sin da quando lui l'aveva presa al volo, il calore che emanava il suo corpo la faceva sentire strana, era un piacevole contatto, era la prima volta che il contatto con qualcuno non le dava fastidio o disgusto.
Tutti momenti in cui aveva sorriso grazie a lui, si era sentita per la prima volta viva, non era mai sola, si sentiva protetta ogni volta che lui l'abbracciava o anche quando lui le rivolgeva un sorriso, un'occhiata, oppure quando si dimostrava generoso e disponibile in qualsiasi situazione, Lucy non si era mai sentita importante per qualcuno e tutto ciò, in quel momento, lei davanti a lui, le sembrava bellissimo.
Capì solo in quel momento cos'era quella sensazione che aveva nel cuore ogni qualvolta che il ragazzo dai capelli rosati le si trovava vicino, oppure quando lo vedeva sorridere e ridere insieme agli altri, e anche lì davanti a lui, sentiva il cuore batterle all'impazzata, più delle altre volte a causa di quello che le aveva detto, uno strano calore avvolgerla e lo sfarfallio nella pancia a farle uno strano solletico.
Quello era Amore, l'amore che l'aveva travolta sin da quando lo aveva visto senza nemmeno rendersene conto, l'amore che ogni giorno, ogni secondo, in ogni momento cresceva e diventava forte, solo per poterlo donare a Lui.
Un amore così travolgente che solo quando lui si era confessato a lei, era uscito dal suo petto facendo scomparire tutti i suoi dubbi, le sue paure, le sue insicurezze.
Un amore che purtroppo sarebbe finito presto, molto presto, troncato da un drammatico destino che la torturava sin da quando la sua esistenza era cominciata, perché ormai lei sapeva che aveva ancora pochi mesi da vivere.
No, si rese conto che lo amava troppo per potergli dare una speranza che non esisteva, lei non poteva vivere, non voleva, aveva paura, paura di quel passato da cui continuava a nascondersi e a scappare finché la sua fine non sarebbe presto giunta, perché donare l'amore che aveva solo per lui voleva dire continuare a vivere e no, non poteva vivere, non voleva.
Chiuse gli occhi cercando di trattenere le lacrime, quella consapevolezza avrebbe fatto soffrire entrambi, per questo non poteva accettarlo, non poteva accettare l'amore di Natsu.
-Io ho bisogno di te, Lucy- disse lui con lo sguardo serio puntato nelle iridi cioccolato di lei, appena questa riaprì gli occhi con la tristezza e il dolore impressi in essi.
La ragazza dai biondi capelli si ritrovò a stringere i lembi dell'asciugamano quando sentì quelle parole venir pronunciate dalla bocca del rosato, procurandole un profondo dolore, perché sapeva che il loro amore era impossibile.
-Anche io ho bisogno di te- rispose con gli occhi lucidi, pronti a far uscire quelle lacrime che ormai sapeva di non saper più trattenere -ma non posso- disse con voce tremante mentre le gocce salate cominciavano a rigarle il viso -Io..- la voce spezzata dai singhiozzi mentre si accoccolava tra le mani del ragazzo sfregando le sue guance contro di esse per poi tornare a rivolgergli lo sguardo, incontrando quello preoccupato di lui -Non ho un cuore per poterti amare, Natsu...

 
**❤**
Angolo dell'autrice
Non so davvero come scusarmi per l'enorme -è dire anche poco- ritardo.
Sono esattamente un mese e nove giorni, e davvero, non so come farmi perdonare per un ritardo del genere, vi giuro che è la prima volta che mi capita una cosa del genere.
La NaLu Week è finita già da un pezzo e io mi ritrovo a pubblicare a metà agosto il day 5, non potete immaginare quanto mi vergogno di ciò >_< sento che non mi merito le 40 recensioni ricevute in soli 5 capitoli, mi sento male a pensare che vi ho fatto aspettare così tanto.
Se oggi sono qui a pubblicare questo capitolo, devo ringraziare il mio Gabibbo, gaia21 e Sayaka per avermi aiutata e sostenuta contro questa mia 'battaglia' contro il blocco dello scrittore, davvero non saprei come avrei fatto senza di voi.
Tornando al capitolo..
Questo cap. lo voglio dedicare a gaia21, come avrete notato il capitolo è più comico e questo è causato dal fatto che volevo strappare qualche risata a gaia data la sua precedente perdita.
Spero di esser riuscita nel mio intento, nonostante sto pubblicando con un immenso ritardo.
Il capitolo è leggermente più corto di quello precedente, ma vi assicuro che ho superato le 9500 parole, e la cosa mi sorprende molto, perchè ho raccontato gli avvenimenti di un solo giorno della storia.
Spero vivamente che non mi uccidiate per come ho finito il capitolo.. lei lo rifiuta.
Ma non è finita qui perchè da questo capitolo Natsu e Lucy affronteranno problemi molto più gravi, tra cui il passato di Lucy che tornerà a tormentarla per pareggiare i conti e non solo! La salute si farà sentire.
Con questo vorrei cominciare i ringraziamenti.
Grazie a coloro che leggono e che aggiungono la mia fiction alle ricordate/seguite/preferite, aumentate sempre di più piano piano e mi rendete davvero felice, soprattutto perchè non pensavo che sarebbe piaciuta così tanto da convincere i lettori a lasciarmi così tante recensioni.
Un grazie gigantesco a quei sette che hanno recensito lo scorso capitolo, davvero non so come ringraziarvi per il vostro sostegno e per i vostri incitamenti ❤
Grazie a Memy-chan, najlafullbaster, nalla85, _LucyHeartphilia_, OurladyofSorrow, Ayrin e infine a Sayaka chan 94, spero di non avervi deluso con il finale e di avervi fatto sorridere con i NaLu Moments, le scene comiche, la dichiarazione di Natsu e di Lucy che comprende finalmente i suoi reali sentimenti.
Purtroppo non aggiornerò più le mie storie come facevo una volta, cioè una volta a settimana, da oggi mia madre mi ritirererà il pc in continuazione, non permettendomi nè di scrivere nè di pubblicare con lo stesso ritmo che avevo fino a poco tempo fa.
Ma questo non vuol dire che lascierò efp, certo, sarò lenta, ma non lascerò 'in corso' le mie strorie per sempre, anzi, mi impegnerò a scriverle per finirle anche se piano piano i.i
Mi scuso ancora, per il ritardo e per i ritardi che ci saranno in futuro.
Un abbraccio a tutti voi ❤

Mary
   
 
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