Harold Finch l'aveva rifatto! Ormai l'enterprise e i suoi ufficiali parevano essere al suo servizio piuttosto che a quello della flotta astrale. Questa volta avevano dovuto fare rotta verso la terra per andare a prenderlo e ora erano diretti verso un planetoide, disabitato, nella zona neutrale tra la federazione e l'impero klingon. Harold stava accingendosi a spiegarne il motivo a Kirk , Spock e Loki, che si erano riuniti con lui in sala tattica.
"Il genesis, la vita dall'assenza di vita." dichiarò l'omino occhialuto con enfasi.
I tre ufficiali si fissarono perplessi l'un l'altro. Di che diavolo stava parlando?
"Si tratta del progetto di un mio caro amico, il dottor Gold, un valente scienziato che vi ha dedicato gran parte della sua vita. Genesis è capace di prendere una matrice inorganica, ad esempio un pianeta disabitato come quello che stiamo per visitare, e terraformarlo ,infondendogli la vita."
"Affascinante ." commentò Spock cercando di mascherare, tuttavia, il suo scetticismo.
"Miracoloso oserei dire!" esclamò Harold."Vi rendete contò? E' la chiave per colonizzare nuovi pianeti altrimenti inospitali."
" Ma ovviamente c'è un problema se no non avresti bisogno di noi." lo interrupe Loki.
Ormai si era fatto abbastanza furbo per sapere che le azioni di Harold avevano sempre un significato recondito.
"Eh in effetti ...i miei informatori hanno saputo che i klingon sono venuti a conoscenza di Genesis e se ne vogliono impadronire. La nostra missione è evacuare il dottor Gold e il progetto Genesis prima dell'arrivo dei Klingon."
"Ce la faremo. " gli assicurò Kirk "I klingon dopotutto sono solo degli scimmioni con il cervello da gallina." aggiunse prima di far ritorno al ponte di comando.
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"Se qualcuno riesce sul serio a trasformare questa palla di sabbia in paradiso terrestre più che uno scienziato è un mago." commentò Kirk. Lui, Loki e Harod erano sbarcati sul planetoide mentre Spock era rimasto sull'enterprise a scandagliare lo spazio in attesa che il nemico si facesse vivo. Kirk sentiva delle chiazze di sudore allargarglisi sotto la maglietta, era veramente un postaccio e non era sorpreso che, nessuna forma di vita, l'avesse trovato abbastanza accogliente, da svilupparsi sulla sua superficie.
"Lei non crede nella magia capitano?" kirk si voltò di scatto portando,istintivamente, una mano al phaser.
Dietro di lui era comparso un ometto con i capelli arruffati e un ghigno curioso dipinto sul volto.
"Gold amico mio!" esclamò Harold abbracciandolo con sollievo.
Se il suo caro amico era vivo allora il nemico non si era ancora fatto vivo! Kirk afferrò la situazione e ripose il phaser con un sospiro. L'amico di Harold era veramente il prototipo dello scienziato pazzo, pensò tra se. Ma non c’era da stupisene ,di chi poteva essere amico Harold, che era già strambo di suo, se non di un tipo ancora più strano!
"Allora capitano, non mi ha risposto lei crede nella magia'?"
"No, certo che no!" rispose finalmente Kirk chiedendosi perchè se ne stesse in mezzo a un deserto a cuocersi il cervello, nel cranio, e a rispondere a sciocche domande.
"E fa male." lo rimbrottò lo scienziato allungando una mano verso il suo orecchio. Nella suo palmo comparve dal nulla una moneta luccicante .
"O mio dio !" esclamò Kirk irritato."Non posso crederci, che là fuori i klingon vogliano la sua invenzione e, forse, anche la sua testa, e lei sta qui a fare stupidi giochetti di magia"
"Capitano ...lei non capisce il vero significato della magia, ma il suo delizioso amico sembra essere stato benedetto dal dono che a lei manca: la fede!" commentò Gold osservando lo sguardo eccitato di Loki.
Poi si esibì in un inchino e dal nulla comparve un mazzo di fiori che porse con gentilezza a Loki. Lui lo ringraziò inchinandosi a sua volta. Sapeva perfettamente che quelli a cui stava assistendo erano solo giochetti di illusionismo, ma la magia, la vera magia gli mancava così tanto, che anche anche queste piccolezze lo rendevano felice. Kirk scosse il capo.
"Loki, ti prego non lo incoraggiare."
"Andiamo a vedere genesis." suggeri Harold per stemperare l'ostilità.
Quindi fece loro strada verso la baracca del minatore. I due federali quando entrarono si guardarono attorno perplessi. Kirk adocchiò le bruttissime palle di natale con la neve e senti che il suo stomaco si ribellava a tanto orrore.
" Qui non c'è niente" protestò cominciando a pensare che lo stessero prendendo in giro.
"Non c'è niente solo per chi non riesce a guardare oltre il suo naso ." Replicò Gold, poi spostò una credenza malandata e comparve un supercomputer.
Il tetto della baracca si illuminò rivelando di essere un sistema di teletrasporto. Dopo aver inserito delle coordinate i quattro uomini si smaterializzarono . Fuori dalla baracca distesi su una duna di sabbia i due klingon stavano guardando con un binocolo.
" Che ti dicevo Maltz? Se la flotta astrale ha mandato Kirk in persona, l'arma deve essere per forza qua. Non ci resta che seguirli e impadronircene. Se poi riusciamo anche a distruggere l'enterprise comporranno delle odi per cantare le nostre gesta!" Kruge aprì il comunicatore."Rimanete occultati e non fate nulla finchè non ve lo ordino!" abbaiò, poi fece cenno a Maltz di seguirlo nella baracca.