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Autore: Evans92    15/08/2015    4 recensioni
Alex è un musicista, vive a New York in un appartamento che divide con altri due ragazzi. Le sue giornate sono all'avventura e lui ama la sua vita così: senza regole, senza legami. Fino al giorno in cui conosce Dylan, collega e amico di suo padre.
Nonostante vengano da due mondi opposti e siano profondamente diversi tra loro si creerà un legame, che sconvolgerà tutto quello che credevano di sapere e che insegnerà ad entrambi cosa vuol dire vivere.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ottavo capitolo
 
Quasi ringhiai mentre mi spingevo dentro a quel corpo sudato che gemeva sotto al mio.
Gli morsi la spalla e affondai le dita nei suoi capelli tirandoli indietro scoprendogli la gola che succhiai, lui si strinse a me e mormorò 
-Ancora..-
Sorrisi e lo accontentai.
 
Uscii dal bagno del Seventeen chiudendomi la zip dei jeans, trovai Ko appoggiato contro una parete ad aspettarmi, non aveva affatto un'espressione amichevole sul volto orientale, infatti non appena mi vide esclamò arrabbiato
-Gli hai chiesto almeno come si chiama?-
Dio che noia, lo superai mentre rispondevo con un laconico
-No-
La discoteca era piena, e per passare dovetti spintonare un po di gente, qualcuno ne approfittò anche per toccare. Non mi importava delle loro mani su di me, se erano così disperati da accontentarsi di così poco, che si divertissero pure.
Arrivai al bancone del bar, e sorrisi affascinante al barman che con un occhiolino mi diede la mia solita ordinazione senza farmi neanche parlare. 
Bravo ragazzo.
Ci ero stato una volta con lui.. Avrei anche potuto fare il bis...
-Alex-
Il mio entusiasmo fu smorzato da Don Ko che era appena tornato alla carica con una predica nuova di zecca per il sottoscritto
-Ko, se vuoi farmi il discorso della farfalla e del fiore, è un po troppo tardi-
-Stai esagerando-
Lo guardai allibito
-Calmati era solo una battuta-
Lui alzò gli occhi al cielo e mi si fece più vicino
-Stai esagerando con il...sesso-
Oh Be aveva detto la parola del peccato, doveva essere serio.. Gli si tinsero le guance di rosso e io sorrisi
-Sei così tenero-
-Smettila! Ok senti.. Ho come la sensazione che, negli ultimi tempi, ogni volta che hai dei pensieri tu ti butti sul sesso! Ed è ok! L'hai sempre fatto.. Ma quando c'entra.. lui, esageri-
Oh wow, era davvero un discorso serio.
Avevo parlato a Ko di Dylan, a grandi, grandissime linee. 
Di sicuro non sapeva che era sposato o avrebbe dato di matto. Sapeva che era un collega di mio padre, con qualche anno più di me, e già mi aveva assillato con le sue stupide preoccupazioni, avevo cercato di fargli capire che per me era stata solo una scopata, ma lui continuava ad insistere con le sue teorie inverosimili.. L'ultima era che quell'uomo mi piaceva. Troppo. 
Mai sentita un'idiozia più grande.
-Ogni tanto tu e Laura vi fissate con questa cazzata! Io non esagero mai.. Il sesso non è mai troppo!-
Quella si che era una perla di saggezza alla Alexander Larsen. 
-È una casualità che l'ultima volta in cui andavi a infilare il tuo coso ovunque poi lui è venuto qui al locale?-
Aveva davvero definito il piccolo Alex coso?!?!? Avrei potuto anche offendermi seriamente se non fossi stato così scioccato dalle sue deduzioni logiche. Da prete si era appena trasformato in Sherlock e faceva paura cavolo!
Arrossii e bevvi tutto d'un fiato il mio drink
-Si-
-Questa è una cazzata-
Gli gettai un'occhiataccia, una di quelle fredde e letali che di solito faceva dire alle persone che ero uguale a Oliver, ma su Ko non ebbe alcun effetto, lui sostenne il mio sguardo e poi mormorò con tutto l'affetto di cui era capace
-Io sono solo preoccupato per te.. Per gli altri puoi anche essere uno stronzo ma io so quanto sei stato male in passato.. Vorrei solo evitare di farti ferire ancora-
Abbassai lo sguardo e un nodo alla gola mi impedì di dire qualsiasi cosa
-Cerca di non pensare più a lui in qualche altro modo.. Questa non è la soluzione migliore.. Va a casa, riposati..-
Sbuffai e mi sollevai guardandolo negli occhi, non cercai più d'intimidirlo, era inutile con lui che mi conosceva così bene, avrei voluto ribadire che non avevo bisogno di dimenticare nessuno, ma quella volta non lo feci.
Mi limitai a scuotere la testa e ad andar via, senza riuscire a dire una sola parola.
La verità era l'unica cosa in grado di togliermi davvero la voglia di parlare.
 
Arrivai al mio appartamento fin troppo lucido per essere sabato sera.
Lasciai la jeep parcheggiata sotto al palazzo e con le gambe pesanti mi trascinai fino al portone.
Mentre cercavo la chiave giusta nel mazzo provai a ragionare.
Davvero Dylan mi piaceva così tanto? 
Era passato un mese da quella notte.. Possibile che pensassi ancora a lui?
-Alex..-
Mi bloccai e il mio cuore iniziò a battere un ritmo furioso. 
No..
Non era possibile.. 
Non poteva essere..
Mi voltai lentamente e quando vidi Dylan nella penombra con addosso il suo cappotto nero un gemito esasperato mi sfuggì dalle labbra.
Per un attimo rischiai seriamente un infarto
-È uno scherzo?-
Lui mi guardò e lo vidi deglutire.
Cazzo.. Era bello da fare schifo. Era sempre stato così alto? E i suoi occhi erano sempre stati così chiari? 
-Possiamo parlare?-
-No, abbiamo già fatto tutto quello che dovevamo fare insieme addio-
Fui soddisfatto della mia voce sicura, e del fatto di non tremare o di riuscire comunque a mascherarlo bene. Ora dovevo solo scappare da lui il più in fretta possibile prima di mandare a puttane tutta la mia meravigliosa recita.
Feci per voltarmi, quando lui mi fu accanto, facendo aderire il suo petto alla mia schiena.
Potevo sentire il suo respiro sul mio collo. Trattenni il fiato senza neanche rendermene conto, e quando sollevò una mano e me la passò fra i capelli, chiusi gli occhi d'istinto, perdendomi nella delicatezza dei suoi gesti.
Appoggiò le labbra sotto al mio orecchio e mi baciò con dolcezza, è un sospiro mi scappò dalle labbra. Fanculo la forza di volontà.
-Credevo volessi parlare..-
-Volevo dirti che mi manchi, ma posso anche dimostrartelo con i gesti-
Sorrisi e scossi piano la testa, mentre l'altra sua mano andava a stringermi possessivamente il fianco
-Ti ha chiamato Ko?-
-Chi?-
-Niente lascia perdere-
Sentii le sue labbra aprirsi in un ghigno mentre mi faceva sentire scherzosamente i denti sulla pelle
-Fammi entrare Alex..-
-No..-
-Mi odi?-
-Puoi scommetterci la Lamborghini-
Dylan rise 
-Non mi vuoi?-
Mosse le dita e le sentii addosso anche se avevo una giacca e un maglioncino. 
Lui era ovunque. 
Mi aveva avvolto con il suo corpo e sembrava impossibile riuscire a liberarmi.
-Dylan..-
-Non mi vuoi Alex?-
Mi voltai e con una specie di sospirò lo baciai, lui rispose immediatamente aprendo le labbra e accogliendo la mia lingua come se fosse una nuova terra tutta da esplorare, mi strinse a se e mi schiacciò contro il portone, mentre sembrava che volessimo mangiarci a vicenda.
In un attimo di lucidità folle pensai che Ko mi avrebbe ucciso. Ma dopotutto poteva essere anche contento di aver ragione. 
Avevo perso la testa per Dylan Montgomery.
 
-Questa è la tua stanza?-
Ero disteso completamente nudo sul corpo caldo di Dylan che nel frattempo si era acceso una sigaretta e si guardava intorno.
Avevamo perso il conto di tutte le volte che avevamo fatto sesso e ora avevamo entrambi bisogno di una pausa, ma non credevo se ne sarebbe uscito con frasi tanto stupide o avrei continuato a scopare.
-Oh sta zitto Dylan..-
Lo sentii ridere attraverso il mio addome e sorrisi mio malgrado di riflesso. Avevo gli occhi chiusi e il viso affondato nel suo collo, mentre mi godevo le sue carezze sulla mia schiena, l'ultima volta non ci eravamo concessi molte coccole, mi ero perso qualcosa di incredibile.
-Se tu dici di star zitto è grave-
-Sei di buon umore-
-Chi non lo sarebbe?-
Aprii gli occhi e guardai il suo profilo, sollevai l'indice e seguii il percorso della sua mascella
-Non hai più i dubbi dell'altra volta?-
Esitò poi disse
-L'ultima volta non erano dubbi.. Ma sensi di colpa-
-E ora non hai più sensi di colpa?-
-Avrò sempre dei sensi di colpa.. Ma.. Li ho anche pensandoti tutto il giorno tutti i giorni per cui tanto vale farla completa-
Sorrisi un po mesto 
-Che poesia-
-Alex..-
Dylan mi fece distendere con cura sul materasso, spense la sigaretta e mi guardò sovrastandomi. 
Per un attimo quando me lo trovai addosso mi mancò il respiro.. I suoi capelli neri mi solleticarono la fronte e i suoi occhi chiari mi riempirono l'anima. Mi sentivo così bene da essere quasi imbarazzante. 
Sollevò una mano e mi carezzò una guancia
-Voglio essere sincero con te. È mia moglie, e io la amo-
Fu brutale e dolce al tempo stesso, riusciva a spezzarmi pur trattandomi come se fossi di cristallo. Mi confondeva e mi rendeva piccolo. Era fastidioso, eppure indispensabile. Mi aveva appena detto qualcosa di orribile ma io avrei ricominciato ad averlo dentro di me da subito.
-Lo so-
Un'ombra gli incupì lo sguardo
-Non so quello che provo per te, so solo che non faccio altro che pensarti e che voglio starti accanto.. Sei libero di mandarmi al diavolo, lo accetterei ma devo essere onesto con te per non sentirmi ancora di più una merda-
Sospirai. 
Se era difficile per me per lui lo era il doppio forse il triplo. 
Non ero un ragazzino.. Potevo capirlo, potevo accettarlo.. E forse ero ancora in tempo per mantenere la relazione sul piano fisico..
Ko aveva ragione.. Mi piaceva.. 
Se avessi continuato ad andare a letto con lui senza farmi coinvolgere dai sentimenti forse avrei potuto anche smettere di cercare sempre sesso occasionale ed essere più tranquillo.. Avrebbe accontentato tutti, e non fatto feriti.. 
Emma non avrebbe saputo nulla, neanche i miei genitori.. Avrei fatto in modo che i miei amici non sapessero alcuni particolari e noi ci saremmo divertiti fino a quando non ci saremmo stufati, poi ognuno avrebbe di nuovo avuto la sua vita e tante care cose.
Si, poteva funzionare.. O per lo meno potevo auto convincermi che potesse funzionare..!
-Non sono la tua fidanzata Dylan non mi devi spiegazioni. Vuoi sapere cosa c'è tra noi? Attrazione, ed è divertente, per cui non facciamolo diventare un polpettone melenso, e lasciamo le cose così come stanno. Noi scopiamo e basta, fino a che ci andrà, non servono domande dubbi o sensi di colpa. È un gioco, facciamolo rimanere tale-
Dylan aggrottò le sopracciglia, sembrava perplesso, lo osservai e le budella del mio stomaco si attorcigliarono fra loro.
Oddio non credevo neanche io a quello che avevo appena detto..
Dylan mi baciò e allora mi lasciai andare.. Chiusi gli occhi e affondai le mani fra i suoi capelli, tenendo la sua testa vicino alla mia.
Fu un bel bacio.. Lento e tenero, che mi fece tremare e desiderare di fermare il tempo per sempre.
Non potevo essere davvero io quello che stava pensando cose così schifosamente sdolcinate.
Dylan si allontanò e un sorriso sghembo gli curvò la bocca mentre si passava la lingua sulle labbra per sentire al meglio il mio sapore. Sentii il sangue affluirmi sulle guance e lui con voce roca e sensuale mormorò
-Possiamo anche dormire per favore? Sono distrutto-
Scoppiai a ridere e con un sorriso a 32 denti annuii mentre mi allungavo per spegnere la luce. 
Lui sospirò e mi abbracciò, facendomi un po di spazio sul letto pur rimanendomi vicino. Credevo si fosse già addormentato quando sussurrò
-Mi sei mancato..-
Sorrisi accarezzandogli i capelli
-Lo hai già detto-
Sorrise
-Tu non hai detto nulla..-
Esitai, poi lo abbracciai chiudendo gli occhi
-Dormi Dylan..-
Lo sentii sospirare e dopo poco ascoltai il suo respiro diventare pesante.
Chiusi gli occhi ma non riuscii a prendere sonno con la sua stessa velocità.. pensai invece a tutti i ricordi che custodiva quella camera.. 
Dalle foto appese sulle pareti logore, ai poster che risalivano alla mia adolescenza, ai troppi amanti, fino ai vestiti sparsi ovunque, anche sulla chitarra e che rappresentavano la mia storia... 
E ora li dentro sarebbe rimasto per sempre un pezzo anche di Dylan che non sarei riuscito a cancellare neanche volendo..
Si.. Mi era mancato Dylan.. mi era mancato da morire.
 
 
 
   
 
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