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Autore: The Lady of His Heart 23    15/08/2015    0 recensioni
“Mi ha mentito cadetto. C’è un forte accumulo di acido lattico ovunque. Temo che non basti una sola seduta per scioglierla del tutto”disse il professore.
Nyota alzò un sopracciglio piacevolmente sorpresa e riprese con più foga a torturarsi il labbro inferiore. In quel momento, al buio e non fuori in palestra o in giro in accademia, il suo professore le sembrava una persona diversa. Si concentrò sulla sua voce. Non aveva mai fatto caso alla sua voce ma solo sulle parole. Parole insopportabili e per la maggior parte dei casi senza senso. Ma la sua voce, la sua voce, era qualcosa di meraviglioso. Era calda, piena, sensuale.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nyota Uhura, Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le loro stanze erano praticamente attaccate l’una con l’altra. Spock entrò nella sua camera mentre Nyota entrò nella sua. Avrebbe voluto uscire e andare al bar con tutti quanti gli altri e invece era lì. Nella sua stanza. Da sola. Mentre tutti erano fuori a far baldoria. Si tolse la divisa e si fece una doccia. Stesa sul letto il sonno si impadronì presto di lei. Il mattino seguente si alzò di soprassalto al suono della sveglia. Si vestì e uscì dalla sua stanza. Bussò alla camera del suo professore ma ovviamente non c’era. Probabilmente era in palestra. Si precipitò li e lo trovò tutto rigido davanti alla finestra che fissava con le braccia unite dietro la schiena il paesaggio fuori dalla finestra.
“E’ in ritardo di 6minuti e 3 secondi”disse senza voltarsi.
“Ma se non c’è ancora nessuno” gli fece notare Nyota.
“Si dia il caso che io presti particolare attenzione al mio di cadetto e non a quello altrui e mi è doveroso informarla che un ritardo, anche il più misero e insignificante, potrebbe risultare fatale durante una missione”
“Senza offesa ma non pensa di ingigantire un po’ le cose?”
“Ingigantire ha detto?Ne dubito fortemente. Mi dica cadetto” disse Spock iniziandole a camminare intorno. Nyota restò immobile e rigida sul suo posto “se un suo collega risultasse in pericolo, supponiamo che stia andando a fuoco o stia precipitando in un buco nero, lei cosa le direbbe in caso arrivasse in ritardo e lui morisse, che non c’era ancora nessuno?”
“I-io suppongo d-di no.”
“Suppone correttamente” disse Spock fermandosi davanti a lei.
“ha ragione, mi dispiace.”disse Nyota a capo chino.
“Il protocollo prevede delle punizioni in casi del genere”
“E …?”
“20 giri di corsa intorno al campo potrebbero bastare”disse Spock come se venti giri intorno a un campo la mattina presto fossero la cosa più naturale del mondo.
“Cosa? Venti giri? Ma non le sembra un po’ … Okay come vuole”disse infine a capo chino sotto lo sguardo rimproveratore del suo professore.
Nyota iniziò a correre sempre più stanca e stressata che mai. Quando era neanche a metà giri gli altri entrarono in palestra freschi e riposati, alcuni di loro ancora ridacchiavano per la notte precedente. Nyota si sentì avvampare, perché solo lei era sudata come una capra. Magari sarebbe dovuta andare con loro ieri sera e divertirsi, fare ritardo come si deve e allora meritarsi una giusta punizione. Mentre fantasticava sui mille medi di uccidere il suo professore vulcaniano, inciampò in una buca del campo e cadde a terra. Spinse le braccia in avanti per attutire la caduta e irrigidì il corpo preparandosi all’impatto. Il terreno era fresco e leggermente umido. Per fortuna che non era bagnato, altrimenti sarebbe sprofondata nel fango e allora si che sarebbe stato umiliante. Grata che nessuno l’avesse vista si mise a sedere concentrandosi sul dolore che proveniva dalla gamba destra.
“Ah!”gemette di dolore afferrandosi la caviglia. Non era slegata per fortuna ma un forte crampo le percorreva tutto il polpaccio facendole un male cane. Si afferrò il piede con le mani e si tirò la gamba in avanti spingendo con tutte le sue forze per stendere bene il tendine.
“Non mi pare di averle concesso una pausa cadetto, farà un altro giro per compensare i minuti persi”disse una voce a lei famigliare alle sue spalle. Nyota si voltò scioccata.
“Sono caduta!”sbottò.
“Davvero?”disse il professor Spock fissandola con sospetto e aprendo la cartellina che aveva sotto il braccio sinistro. Prese la penna e premette in alto per aprirla.
“Scarsa resistenza fisica”disse scuotendo la testa.
“Come dice prego?”domandò Nyota ancora seduta a terra.
“Mi spiace ma sarò costretto ad annotarlo al suo curriculum”
“Cosa? Perché?” Nyota fu invasa dal panico, sapeva che una possibile annotazione negativa sarebbe stata determinante per la sua permanenza in quel posto.
“Il comandante ci ha precedentemente e chiaramente informati di annotare tutto dei nostri cadetti”
“Anche quando andiamo in bagno?”bisbigliò seccata Nyota. Solo successivamente si rese conto della sfacciataggine delle sue affermazioni e sperò che il suo professore non avesse sentito niente, o almeno che facesse finta di niente, ma notando il fatto che era tornato ad annotare qualcosa sulla sua cartellina la cosa le fece comprendere che aveva recepito alla perfezione e quello che disse in seguito fu la prova che confermò i suoi sospetti.
“Denoto una tono di sfacciataggine nella sua voce. Suppongo che dovrò fare rapporto anche di questo.”e scrivendo inizò a leggere “il cadetto riserva un atteggiamento ostile nei confronti di un suo superiore, scarsa resistenza fisica e arroganza nel linguaggio usato.”
“Senta m-mi dispiace”si affrettò a dire con un tremolio nella voce. Spock sollevò lo sguardo fissandola oltre la cartellina. Nyota rabbrividì per quanto le sembrava severo e minaccioso.
“In questo caso ritengo sia opportuno accettare le sue scuse”disse infine chiudendo la cartellina. Nyota sospirò.
“Grazie” bisbigliò chinando il capo e socchiudendo gli occhi.
“Tuttavia …”continuò Spock. Nyota alzò lo sguardo di scatto.
“E’ mio dovere assolvere ai miei compiti di superiore e rispettare gli ordini a me assegnatomi. Quindi, data l’incresciosa situazione, mi trovo costretto a rapportare il tutto. Sono spiacente”disse allontanandosi.
“Spiacente un corno”sbottò Nyota rialzandosi quando effettivamente il suo odioso-psicopatico-fanatico delle regole professore si fosse allontanato.
Si rimise a correre controvoglia e a giri conclusi rientrò tutta sporca in palestra. Ovviamente non c’era nessuno e probabilmente nessuno si era stancato tanto come lei quel giorno. Sentì dei passi alle sue spalle.
“Perché non c’è mai nessuno qui?” domandò Nyota al suo professore perfettamente rigido e abbottonato come sempre.
“Per il semplice motivo che i miei colleghi hanno preferito non affaticare i loro cadetti il primo giorno, cosa che io ritengo inutile se si fa una buona dose di stretching mattutino.”
“Stretching?”domandò Nyota con un tono alterato della voce.
“Si stretching.”ripeté Spock. “Non mi dica che ha fatto tutti quei giri di corsa senza aver prima stirato adeguatamente il suo apparato muscolare?”le domandò il professore. Nyota lo fissò con titubanza per qualche secondo, ma poi notando la cartellina sottobraccio e per paura di un’altra annotazione a suo sfavore, si ricompose e cercò di rispondere con fermezza.
“Assolutamente no, voglio dire si, cioè si. Ho … io ho fatto stretching ”disse infine annuendo.
Spock l’osservò con sospetto e le sue già alte sopracciglia si incarnarono ancora di più.
“Ha dieci minuti per cambiarsi e raggiungere gli altri cadetti per il pranzo”disse infine allontanandosi. Nyota tirò un sospiro di sollievo per non essere stata scoperta e si incamminò verso l’uscita. Una volta fuori si precipitò alle docce afferrando di corsa il suo borsone rosso sulla panchina. L’acqua le ricadeva fredda sul corpo regalandole una piacevole sensazione di sollievo. Si afferrò il collo con le mani e reclinò la terra all’indietro ispirando. A doccia finita era completamente rilassata, ma la sensazione durò poco dato che ci pensò il suo professore a farle saltare i nervi. Senza rendersi conto di essere ancora svestita, con indosso solo un asciugamano, uscì dal bagno. Si diresse verso il borsone e qualcosa la fece sussultare.
“Cadetto?”ecco la famigliare voce del suo insegnate fastidioso che come sempre la sorprendeva nei momenti meno adeguati alle sue spalle.
“Prof!”esclamò Nyota sobbalzando e sbattendo si spalle contro il muro.
“Cosa ci fa lei qui?”domandò infine calmando i battiti del cuore. Nelle mano destra teneva intanto stretto il lembo dell’asciugamano bianco che l’avvolgeva.
“Sono passati ben 12 minuti 23 secondi. E’ già in ritardo”le disse disinvolto.
“E questo sarebbe un buon motivo per sorprendermi alle spalle e farmi venire un infarto?”domandò incavolata. Spock si limitò ad aprire la sua cartellina e prendere la penna.
“No, non lo faccia”disse svelta Nyota mentre faceva scattare la molla della penna premendo il tappino in alto.
“Spiacente cadetto, lei conosce le regole”disse Spock puntando sul foglio bianco. Nyota dovette pensare in fretta ad una soluzione per non essere messa nel sacco un’altra volta dai suoi modi odiosi e rigidi di fare.
“Si, ma lei è in uno spogliatoio femminile … non dovrebbe annotare anche questo? Come lo spiega al capitano poi …”disse Nyota. Spock alzò lo sguardo sorpreso. Richiuse la cartellina con un colpo secco, inspirò a fondo fissando e infine si voltò allontanandosi. Nyota aveva vinto. Lo aveva in pugno. Si cambiò in fretta e afferrò il borsone. Uscì dallo spogliatoio ed eccolo li. Seduto in una posizione perfettamente retta che l’aspettava.
“Cadetto?”la chiamò alzandosi dopo che Nyota lo aveva ignorato.
“Non sto andando a pranzo se è questo che teme dato che sono solo di pochi minuti in ritardo” disse Nyota voltandosi.
“E quindi cosa ritiene meglio fare in proposito?”le domandò.
“Non lo so!”disse seccata Nyota “Lei cosa mi consiglia”
“Del buon riposo potrebbe giovare alla sua salute e instabilità emotiva”disse il professore fissandola.
“Okay andrò a dormire allora”disse Nyota allontanandosi e entrando nella sua stanza. Chiusa la porta gettò il bosone a terra che cadde con un tonfo sbattendo contro la scrivania e si tuffò a peso morto sul letto.Si addormentò velocemente, stremata per la corsa. Quando si svegliò aveva le spalle, le braccia e le gambe tutte indolenzite. Si accorse che era vestita e allora provò a togliersi la divisa, ma con tutti quei dolori le risultò praticamente impossibile allungare le braccia dietro la schiena per abbassarci la zip della cerniera. Frustrata per i vani tentativi decise di rinunciare. Osservò la sveglia sul comodino. Cavolo era in ritardo per gli allenamenti pomeridiani. Si sentì improvvisamente invadere dal panico quando qualcuno bussò alla sua porta. Nyota andò ad aprire timida e per fortuna non era il suo professore ma una ragazza del corso dalla pelle verde e i capelli rossi.
“Ciao!”disse con la sua vocina acuta e strillante.
“Ciao”rispose Nyota timida e titubante.
“Io sono Gaila. Ho notato che non sei venuta a pranzo …”iniziò la rossa.
“Ah, Em … si, non avevo molta fame”disse Nyota allontanandosi dalla porta e avvicinandosi al letto. Non riusciva proprio a stare in piedi troppo in fretta.
“Nervosa?”domandò l’amica entrando.
“Stanca”disse Nyota sprofondando indietro sulle coperte.
“Strano non ti ho visto allenarti con noi”disse la ragazza.
“Si perché il mio professore mi ha messo in punizione”
“Di già?”domandò Gaila scioccata e Nyota annuì.
“Sono arrivata con qualche minuto di ritardo e mi ha fatto fare per punizione una ventina di giri per il campo grande fuori”
“Ah! Ecco perché non eri in palestra!”esclamò la collega e Nyota annuì.
“Si. Potresti aiutarmi con la zip dietro per favore? Sono tutta indolenzita e ho bisogno di un piccolo aiuto”
“Certo”disse Gaila. Nyota si voltò e la collega con un gesto fluido le abbassò la zip.
“Fatto!”esclamò infine soddisfatta.
“Non sai quanto te ne sono grata, sono tutta un fascio di dolori”
“Ci credo, poverina. D’altronde ti è capitato un vulcaniano cosa pretendi”disse l’amica.
“Il tuo invece, com’è?”
“Tranquillo”disse la ragazza sollevando le spalle in alto.
“Sei fortunata”disse spogliandosi.
“E molto sexy” aggiunse la donna verde.
“Molto fortunata”commentò maliziosamente Nyota.
“Si è fantastico”disse La ragazza stendendosi sul letto sognante.
“Penso di piacergli”
“Cosa? Ma non è vietato intraprendere rapporti tra alunni e insegnanti dentro l’accademia?”
“O ma qualcosa mi dice che una volta fuori di qui mi chiederà di sposarlo. Può sembrarti strano ma inventa un sacco di scuse per starmi intorno”disse ridacchiando.
“Mi aiuti con la zip di nuovo?”domandò Nyota non riuscendo a mettersi la nuova divisa. Gaila l’aiutò.
“Se vuoi possiamo andare insieme a lezione”
“Si ma muoviamoci, non voglio un’altra punizione”disse Nyota affrettandosi ad uscire.
   
 
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