In ogni caso, Loki è sempre Loki
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Loki lo ama, il suo consorte. Lo negherebbe nel pericolo e sotto tortura, nelle difficili situazioni d'intrigo, perché l'utile, sensata nozione della menzogna strategica non l'ha abbandonato. Ma non sarebbe vivo nel modo che conta di più (no, non quello fisico) senza Thor. Per lui farebbe qualsiasi cosa. Nei recessi privati della sua mente, sa che darebbe anche la vita per lui.
A volte però, e neanche troppo di rado, vorrebbe legarlo per bene e chiuderlo in un armadio. Dopo aver fatto a pugni con lui.
«Sei un imbecille.»
«Sì.»
«Un bovaro e un cafone.»
«Sì...»
«Tante premure, e poi? Non capisci niente. Della corte, di me, di quello che devo fare e soprattutto che voglio fare. E dire che sei re da un pezzo. Credi che mi diverta a intrattenere quei cretini dei tuoi cortigiani? O non aspetti altro che trovarmi gonfio come una giumenta?» Si avvicina a Thor che, almeno ora, sa come comportarsi: star fermo e zitto. «Ricordi, almeno, che gli Jötnar hanno difficoltà a concepire e che crescere qui ad Asgard potrebbe aver alterato il mio bioritmo?»
Un sospiro. «Sì, Loki.»
«Pensi che non sia un argomento delicato?»
«No.»
«O privato?»
«Certo che n–»
«Eppure eccoti lì, come un idiota, ad approfondire il discorso con l'ambasciatore invece di sviare! Pensi che le altre corti non parlino? Quella vacca della regina di Álfheim non ha fatto che ridacchiare tutto il tempo, durante l'ultima visita diplomatica, quando le ho chiesto del figlio. Risate e frecciatine. Lo sai quanto mi sono sentito umiliato?»
«No, ma credo che me lo spiegherai.»
Loki stringe le palpebre e dilata le nari. «Non osare non prendermi sul serio–»
«Non lo farei mai» risponde Thor, catturando a mezz'aria il suo polso. «Ma sono esausto. Abbiamo avuto tutti e due una lunga giornata. Non potremmo parlarne domani?»
Loki lo fissa, certo di aver sentito male. Poi si libera con uno strattone e apre bruscamente le braccia.
«D'accordo! Dormici pure sopra» esclama. «In anticamera!»
Torvo, Thor evita di ribattere; ma esce con un'imprecazione.
Fatti non foste per viver come
bruti...
Loki lo ama, il suo consorte. Lo negherebbe nel pericolo e sotto tortura, nelle difficili situazioni d'intrigo, perché l'utile, sensata nozione della menzogna strategica non l'ha abbandonato. Ma non sarebbe vivo nel modo che conta di più (no, non quello fisico) senza Thor. Per lui farebbe qualsiasi cosa. Nei recessi privati della sua mente, sa che darebbe anche la vita per lui.
A volte però, e neanche troppo di rado, vorrebbe legarlo per bene e chiuderlo in un armadio. Dopo aver fatto a pugni con lui.
«Sei un imbecille.»
«Sì.»
«Un bovaro e un cafone.»
«Sì...»
«Tante premure, e poi? Non capisci niente. Della corte, di me, di quello che devo fare e soprattutto che voglio fare. E dire che sei re da un pezzo. Credi che mi diverta a intrattenere quei cretini dei tuoi cortigiani? O non aspetti altro che trovarmi gonfio come una giumenta?» Si avvicina a Thor che, almeno ora, sa come comportarsi: star fermo e zitto. «Ricordi, almeno, che gli Jötnar hanno difficoltà a concepire e che crescere qui ad Asgard potrebbe aver alterato il mio bioritmo?»
Un sospiro. «Sì, Loki.»
«Pensi che non sia un argomento delicato?»
«No.»
«O privato?»
«Certo che n–»
«Eppure eccoti lì, come un idiota, ad approfondire il discorso con l'ambasciatore invece di sviare! Pensi che le altre corti non parlino? Quella vacca della regina di Álfheim non ha fatto che ridacchiare tutto il tempo, durante l'ultima visita diplomatica, quando le ho chiesto del figlio. Risate e frecciatine. Lo sai quanto mi sono sentito umiliato?»
«No, ma credo che me lo spiegherai.»
Loki stringe le palpebre e dilata le nari. «Non osare non prendermi sul serio–»
«Non lo farei mai» risponde Thor, catturando a mezz'aria il suo polso. «Ma sono esausto. Abbiamo avuto tutti e due una lunga giornata. Non potremmo parlarne domani?»
Loki lo fissa, certo di aver sentito male. Poi si libera con uno strattone e apre bruscamente le braccia.
«D'accordo! Dormici pure sopra» esclama. «In anticamera!»
Torvo, Thor evita di ribattere; ma esce con un'imprecazione.