Buona
lettura…
Undicesimo capitolo: Vecchia
conoscenza
Elsa
sbarcò con il cuore pieno di rabbia.
“Hans!”
“Piacere
di rivederla cara regina Elsa” Sorrise poi guardò le persone alle sue spalle e
si accigliò.
“Cosa…”
“Come
avete osato ordire un simile piano?” Rahel stava per
gettarsi su di lui quando due marinai la afferrarono.
“Come
ho osato?” L’uomo ridacchiò.
“Capitano,
come mai mi avete portato la regina Elsa e non la mia dolce principessa Anna?”
“E’
una lunga storia signore. Ma spero che non siate deluso…”
“No,
dopo tutto questo era il primo premio giusto?” Sorrise e indicò il piccolo
castello. “Benvenuta a casa mia”
“Voi non
siete il califfo” Disse Elsa e questa volta anche Sif
ridacchiò.
“Il
califfo era solo un’invenzione, questo è un piano del mio signore”
“Presto
potrò farmi chiamare califfo, sultano o imperatore se mi andrà. Quando avrò il
vostro potere”
“Non
lo avrete mai!”
“Oh
suvvia, non siate scontrosa, vedrete che andremo d’accordo”. Hans sorrise, era
diverso, i capelli erano lunghi e raccolti in una coda, mentre, invece delle
curate basette, ora aveva una barba. Dava l’impressione di essere
fiammeggiante. Gli abiti poi erano della stessa foggia dei marinai ivoriani. Un
pensiero la sorprese.
“Ivoria non esiste” Hans che stava camminando accanto a lei
per raggiungere il castello scosse la testa.
“Ovviamente
no”
“Ma
abbiamo trovato la rotta a Esmeralda…”
“Quella?
Porterà qualsiasi inseguitore a settimane di viaggio da qui” Il capitano Sif intervenne.
“Quella
che il vostro ragazzone biondo ha trovato era solo un’invenzione messa lì da un
mio uomo” Elsa sentì il cuore stringersi. Una piccola parte di lei sperava che
Anna non le obbedisse, dopo tutto non lo faceva mai, e la venisse a cercare. Ma
adesso quella speranza spariva. Si voltò a guardare Rahel,
la ragazza era silenziosa da quando aveva visto Hans, come se si fosse spenta.
Forse anche lei aveva perso le speranze.
Il
castello non era in così in rovina, quando entrarono le stanze erano ordinate e
pulite.
“Benvenute
nel mio regno!”
“Dimmi,
come sei uscito di prigione? I tuoi fratelli mi hanno mentito?” Hans guardò
Elsa di traverso poi passò lo sguardo su Rahel e
infine rispose.
“Sono
scappato è ovvio.” Sorrise poi aggiunse “E visto che non c’era molto da fare in
prigione, mi sono fatto degli amici che poi si sono rivelati degli ottimi
alleati” Con un cenno indicò il grande pirata che ammiccò contento.
“E
cosa ci guadagni tu?”
“Sarà
ricco” Rispose Hans per il capitano “L’uomo più ricco del paese ora che è
riuscito a portarmi te nulla potrà fermarmi.”
“Non
farò nulla per te, nulla!” Affermò con forza Elsa ma lui le afferrò il braccio
tirando la manica e strappandola mostrando il bracciale.
“Non
farle del male!” Rahel fece un passo avanti ma una
spada alla gola la fermò. Hans non la guardò neppure, i suoi occhi d’acciaio
erano fissi in quelli di Elsa.
“Li
vedi questi? Sai cosa fanno al tuo potere, ora vedrai cosa io posso fare
attraverso di essi” La lasciò andare e raggiunse un armadio della stanza da cui
estrasse uno scrigno che aprì mostrando una gemma blu. Quando la sfiorò sorrise
mentre Elsa urlava di dolore. Sentì Rahel urlare ma
non riuscì a fare altro che cadere a terra perdendo i sensi.
Quando
rinvenne il dolore non c’era più. Rahel le
accarezzava dolcemente i capelli guardandola con una grande sofferenza negli
occhi.
“Ti
prego, ti prego, fai quello che ti chiede, non la smetterà, ti farà soffrire…
ti ucciderà…”
“Rahel… non posso…” Il dolore la invase di nuovo e lei capì
che Hans doveva essere abbastanza vicino da sentirle. Urlò e urlò ancora, il
dolore questa volte era meno intenso, segno che il ragazzo non voleva che
svenisse, stava imparando.
Alla
fine era svenuta di nuovo.
“Elsa…”
La chiamò una voce, aprì gli occhi con il terrore che il dolore tornasse ma non
fu così. “Non c’è più, è andato via…” Nella voce di Rahel
Elsa capì che sarebbe tornato ancora e ancora fino a quando lei non avrebbe
ceduto.
“Ti
ha fatto del male?” Chiese e la ragazza scosse la testa. Elsa vedeva i suoi
occhi pieni di un dolore superiore a quello fisico.
“Perché
non lo accontenti?”
“Perché
farà solo del male, è un uomo malvagio e io non voglio che mi usi per
distruggere”
“Dagli
qualcosa, anche solo una piccola cosa…”
“No”
Elsa si alzò dal letto, era strano che non fosse indolenzita. Quando il dolore
smetteva allora smetteva del tutto. Guardò i bracciali con odio poi notando la
manica strappata sentì la rabbia crescere in lei. “Non mi avrà mai. Piuttosto
morirò” Rahel scuoteva la testa, disperata.
“Elsa…
io…”
“Rahel” La interruppe lei poi la guardò con un triste
sorriso sulle labbra. “Ti amo” Le mormorò poi, era la prima volta che lo
diceva, anche in quelle settimane passate sole sulla nave non aveva mai
pronunciato quelle parole che invece la ragazza aveva detto così spesso. “Ti
amo” Mormorò ancora poi la prese tra le braccia e la baciò. Il loro bacio
divenne presto accenso e Elsa la attirò contro di sé con forza. “Amami…”
Mormorò alle sue orecchie e la sentì irrigidirsi “Rahel…”
Mormorò piano e poi ancora: “Amami” Questa volta lo disse con più forza poi
catturò le sue labbra. La passione la accese e con foga aprì la giubba della
ragazza poi la camicia. Le si mozzo il fiato quando passò le mani sul suo seno
e la sentì gemere. A quel punto Rahel non resistette
più. La baciò con foga e passione mentre le sue mani correvano a sciogliere
quel vestito ormai diventato di troppo. Elsa sentì la sua pelle infiammarsi
sotto le dita della ragazza che accarezzava per la prima volta la sua pelle
nuda. Presto furono nude, avvinghiate con disperazione una all’altra nel
desiderio di fondersi, i loro corpi tesi dal desiderio e dalla passione. Rahel passò le labbra lungo il suo collo e la morse con
dolcezza facendola gemere ancora poi senza fermarsi le morse la spalla fino a
scendere al seno che baciò e accarezzò. Le sue mani scesero ai fianchi e Elsa
sentì che questa volta era il fuoco a possederla. Con desiderio vide la ragazza
baciarle il ventre poi la attirò di nuovo alle sue labbra. Ma Rahel non si fermò le sue mani scesero tra le sue cosce poi
la accarezzarono facendola gemere e tendere nell’aspettativa. Infine la sentì
scivolare delicatamente in lei. Elsa la strinse contro di sé mordendole la
spalla mentre la ragazza si muoveva prima piano poi sempre più velocemente, in
pochi istanti il piacere crebbe fino a quando lei non poté più contenerlo ed
esplose in lei come una tempesta. Ansimò stringendo forte Rahel
a se, aggrappandosi come se fosse l’unico scoglio in quel mare di piacere.
Quando
riprese a respirare normalmente Rahel si separò
delicatamente da lei poi le si stese accanto. Teneva la testa bassa, gli occhi
la fuggivano come se si vergognasse. Elsa sentì il cuore accelerare e si chiese
se aveva fatto qualcosa di male. Non si era aspettata quella reazione.
“Io…
ho fatto qualcosa di sbagliato…” Chiese con un filo di voce cercando di coprire
il suo corpo nudo.
“No!”
Rahel alzò la testa per guardarla, “No, tu sei
meravigliosa e io desiderava talmente poter… ma…” Si interruppe e scosse la
testa “Non ti merito, non merito neppure una minuscola parte di te e tu ti sei
donate tutta…” Elsa le prese il volto tra le mani.
“Cosa
stai dicendo? Sei una ragazza meravigliosa e io… io ti amo!” Ripeté sentendo
che quella consapevolezza la rendeva felice.
“Non
capisci, non puoi capire” Rahel scosse la testa senza
guardarla.
“No,
tu non capisci. Io morirò qui e quello che mi hai dato mi darà la forza di
resistere, il tuo amore sarà la mia forza contro Hans, potrà distruggermi dal
dolore ma non avrà mai la mia anima”. Elsa sorrise e poi la attirò a sé
“Baciami” Le chiese e poi senza aspettare catturò le sue labbra in un dolce
bacio.
“Non
riesco a crederci” Kristoff guardava la piccola baia
con la bocca aperta. “Questo è tutto?”
“Hans
è stato bravo, se avessimo saputo che c’era lui dietro a tutto questo avremmo
capito che non poteva disporre di grandi mezzi e quindi Elsa avrebbe inviato la
nostra flotta, invece fingendosi un califfo di un ricco paese ci ha intimorito
sufficientemente per farci agire da soli. E poi… mandare Rahel
è stato una mossa da genio. Ci ha avuto in pugno fin da subito” Anna si
stropicciò le mani “Spero solo che abbiamo capito in tempo… Elsa è nelle sue
mani da troppo…”
“Sì,
ma ora noi siamo in vantaggio” Indicò la flotta alle loro spalle, invisibile
dal castello, e Anna annuì. Quando avevano scoperto che il servizievole
capitano Rahel Soy altri
non era che la penultima figlia dei sovrani delle Isole del Sud erano sbarcati
e avevano raggiunto il palazzo. Anna era furiosa e aveva preteso spiegazioni
esaurienti. Spiegazioni che erano arrivate. Rahel era
la più legata ad Hans, erano i più vicini d’età e quando lui era tornato con
l’accusa di aver tentato di uccidere la sovrana di Arendelle
e sua sorella lei non vi aveva creduto.
Così lo aveva liberato. I sovrani già troppo provati dalla perdita di un figlio
così malvagio avevano punito la loro figlia con l’esilio ma le avevano donato
sufficiente denaro per un’impresa propria. La ragazza, avevano poi saputo,
aveva investito tutto in una nave.
Il
loro rammarico era sincero e per questo avevano inviato la flotta a liberare la
regina di Arendelle e a catturare i loro figli perché
ricevessero la giusta condanna.
“Gli
uomini del principe Hans non sono molti, con la nostra maggiore forza non
faremo fatica a sopraffarli” Annunciò l’ammiraglio della flotta delle Isole del
Sud.
“Sì,
ma dobbiamo agire velocemente e di sorpresa, non voglio che abbia il tempo di
far del male a Elsa.”
“Certo
principessa attaccheremo non appena farà buio” L’uomo inchinò la testa e poi si
allontanò per dare gli ordini.
Anna
e Kristoff tornarono all’accampamento di terra in cui
era sbarcati, lontani dal castello e fuori dalla sua vista. Non era stato
difficile trovarlo, ora che sapevano chi cercare non avevano avuto problemi a
scoprire dove fosse la base del contrabbandiere Sif Regan.
“Elsa
starà bene?” Chiese loro Olaf, il caldo deserto non sembrava disturbare la sua
nuvola che spandeva sempre i suoi delicati fiocchi.
“Lo
speriamo tutti…” Rispose Anna guardando il sole calare troppo lentamente.