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Autore: Maiko_chan    16/08/2015    7 recensioni
[Estratto]
Il suo abito strusciava sul pavimento, formando tanti piccoli fruscii mentre lei si muoveva; Goku non riusciva a smettere di pensarci. La osservava mentre si affaccendava per la cucina, riponendo i piatti sporchi nel lavabo, e ne rimaneva affascinato, consapevole come non mai della sua presenza nella stanza – fin troppo.
L’uomo si sistemò meglio sul divano, sazio e insonnolito, chiedendosi perché l’unico rumore presente fosse lo sciabordio dell’acqua; non parlavano, non parlavano
mai. Fece per aprire le labbra, ma le parole gli si incastrarono fra la gabbia toracica e la gola, così rimase zitto, continuando a seguirla con lo sguardo.
Era cambiata.

{Goku/Chichi} Angst/Fluff & Lime
Terza classificata - pari merito con Rohan - al contest "[Multifandom: Naruto & Dragon Ball] Contest - La Musa Ispiratrice" di Nede
Primo esperimento sul fandom!
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Chichi, Goku | Coppie: Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nick EFP/Forum: Maiko_chan 
Titolo: Fruscii 
Pairing: Goku/Chichi 
Personaggi: Goku, Chichi 
Rating: Arancione 
Personaggi Secondari: Gohan, Goten, Giumaho, Videl 
Pacchetto scelto: Libro; La citazione: Devo combattere per proteggere l'unica cosa senza la quale non saprei vivere. (Tony Stark - Iron Man 3) 
Prompt scelto: Kimono 
Genere: Romantico, Slice of Life, Angst 
Note: Questa storia partecipa al " [ Multifandom: Naruto & Dragon Ball] Contest - La Musa Ispiratrice " di Nede 

 

 

 

Fruscii 

 

 

Nella piccola abitazione posta fra i monti Paoz, unica fonte di vita umana nel raggio di qualche kilometro, regnava un silenzio quasi anormale. La primavera era alle porte e la natura sbocciava, mostrando i suoi fulgidi fiori agli abitanti a quattro zampe che popolavano la foresta e che sorvolavano il cielo, di un celeste abbacinante. Qualche nuvola fatta di panna – tanto appariva soffice a coloro che le rimiravano dal suolo – galleggiava in quel mare, fluttuando indisturbata. 

Un urlo entusiasta squarciò quell’attimo di calma e, se qualcuno si fosse trovato nello spiazzo erboso adiacente a quella modesta casa, avrebbe potuto scorgere la figura di un uomo che volava a tutta velocità nel cielo, divertendosi come un bambino. 

Chichi, affacciata a una delle finestre, scorse il marito compire le più sconsiderate acrobazie e con un sospiro si ritirò fra le mura che erano state testimoni della loro vita coniugale, riprendendo le sue solite mansioni. Gohan non era in casa – ormai passava quasi tutto il suo tempo in compagnia di Videl – e Goten era dal nonno, visto che suo padre aveva insistito molto per poter passare qualche giorno con il più giovane dei suoi nipoti e il piccolo aveva acconsentito, felice di potersi divertire un po’ con Giumaho. 

La pace era tornata sulla Terra grazie ai suoi figli e a suo marito, ma lei si sentiva come se fosse ancora in guerra

La donna riprese a cucinare, come ogni giorno, il volto ormai deturpato da qualche ruga – il tempo non perdonava nessuno, neanche i Sayan, coperti, al contrario, da cicatrici.  
 

* * *
 

Il suo abito strusciava sul pavimento, formando tanti piccoli fruscii mentre lei si muoveva; Goku non riusciva a smettere di pensarci. La osservava mentre si affaccendava per la cucina, riponendo i piatti sporchi nel lavabo, e ne rimaneva affascinato, consapevole come non mai della sua presenza nella stanza – fin troppo. 

L’uomo si sistemò meglio sul divano, sazio e insonnolito, chiedendosi perché l’unico rumore presente fosse lo sciabordio dell’acqua; non parlavano, non parlavano mai. Fece per aprire le labbra, ma le parole gli si incastrarono fra la gabbia toracica e la gola, così rimase zitto, continuando a seguirla con lo sguardo. 

Era cambiata. 

Goku aveva visto tante persone mutare, mentre lui rimaneva sempre lo stesso, ma aveva creduto – sperato – che lei – la sua Chichina – non cambiasse – non lo abbandonasse. Si vestiva con un kimono diverso ogni giorno, ma non con quello rosso, quello che gli aveva regalato lui e questo – più della sua indifferenza, più dei suoi urli, più di tutto – lo uccideva. Strinse i pugni mentre Chichi si ritirava nella loro camera da letto – Dio, l’amava così tanto. 

Ricordava con dolce e straziante malinconia la sua espressione felice e commossa quando le aveva regalato quel vestito e adesso… adesso aveva paura, una paura matta, che lei non lo volesse più. E come poteva darle torto? L’aveva lasciata da sola ad affrontare la vita di ogni giorno, con due figli che aveva praticamente cresciuto senza l’aiuto di nessuno. 

Eppure non perdeva la fievole speranza che l’aveva accompagnato in ogni scontro, in ogni lotta, in ogni momento della sua vita – non aveva scordato i sussurri spezzati dalle lacrime quando lo riabbracciava dopo anni, i Ti amo detti sulle labbra, le sue carezze... non se ne saziava mai. 

Si alzò e uscì di casa, allontanandosi per poter sfogare la frustrazione come meglio gli riusciva, prendendo a pugni qualche albero. 

 

* * *

 

«Chichi

La donna si svegliò di soprassalto, il cuore che manteneva un ritmo forsennato. Si mise a sedere sul letto, prendendo dei lunghi respiri per calmarsi. Osservò un punto indefinito sulla parete, l’eco dell’urlo di Goku nella mente; si chiese se l'avesse sognato e se ne convinse. 

Con passo incerto, s’accostò all’armadio, aprendone le ante. Nascosto fra gli abiti, spiccava un kimono scarlatto, abbellito da dolci decorazioni dorate; ne sfiorò il tessuto, senza avere il coraggio d'indossarlo – gli anni li avevano divisi, che senso aveva? 

Per un breve periodo, il ritorno di Goku aveva sprigionato in lei una gioia incontenibile e si era convinta che – d'ora in poi – tutto sarebbe andato per il meglio. Solo con il passare dei mesi, si era accorta di quanto colui che avrebbe dovuto essere suo marito gli appariva come uno sconosciuto. Le sue abitudini erano rimaste invariate, eppure nei loro momenti d’intimità entrambi non sapevano come muoversi – era come se il tempo, il maledetto scorrere degli anni, avesse creato fra loro una voragine invalicabile. Chichi aveva sempre serbato questa paura dentro di sé, temendo il suo arrivo; quando infine si era palesata, le aveva spezzato il cuore. 

Una lacrima solitaria s’infranse sul pavimento, dove li rimase, mentre Chichi scendeva per preparare la cena.  

 

* * *

 

Goku non aveva mai avuto la pazienza necessaria per essere un buon osservatore: si distraeva con facilità e non riusciva a stare fermo. Nei lunghi periodi in cui aveva vissuto in compagnia di Re Kaioh, era riuscito a convincerlo a mostrargli giornalmente la sua famiglia; aveva visto crescere i suoi figli da lontano, così come aveva osservato sua moglie piangere su loro letto vuoto. Gli era sempre piaciuto guardare Chichi e, se all'inizio non sapeva spiegarselo, dopo anni era giunto a una conclusione che gli parve quasi scontata – era proprio un bambino troppo cresciuto.  

Adesso poteva intravedere il suo corpo dalla porta trasparente della doccia, riusciva a seguire la curva sinuosa dei fianchi fino ad arrivare alla testa, con i capelli sciolti sulla schiena; intravide i suoi seni e la saliva scomparve all'istante, lasciandolo quasi boccheggiante. Deglutì, scompigliandosi furiosamente i capelli, senza che il suo sguardo lasciasse mai la figura della moglie.  

«Urca… » borbottò, puntellandosi sulle gambe, indeciso. 

Tempo fa non avrebbe avuto esitazioni; sarebbe tornato silenziosamente in camera e li l'avrebbe aspettata con calma surreale. In quel momento invece ogni fibra del suo essere scalpitava impazzita, desiderosa di mettere un punto a quella situazione insostenibile, per darle una svolta. Non era mai stato un tipo romantico o quant'altro ma, quando era solo con la moglie, scaturivano – prepotenti – emozioni, attenzioni e impulsi a lui completamente sconosciuti. Era stata lei ad insegnargliene il significato e solo a Chichi quei sentimenti sarebbero stati rivolti. 

Mentre le sue guance si chiazzavano di rosso – non era mai stato troppo intraprendente in quei frangenti – si spogliò velocemente e, prima che potesse ripensarci e scappare con la coda fra le gambe, s’introdusse nella doccia, dove la sua consorte continuava indisturbata a lavarsi. 

«Chichi» soffiò, abbracciandola da dietro.  

La donna sobbalzò, lasciandosi scappare un gridolino di sorpresa, ma non cercò di sfuggire alla sua presa – sarebbe stato comunque inutile. Così, mentre lui la girava verso di sé, lei guardava ostinatamente il soffitto. 

«Chichi… » mormorò, non dissimile ad una supplica «Guardami.»

Lei non si mosse, il mento all'insù. 

«Guardami» ripeté, baciandole una guancia «Guardami

L’acqua scorreva indisturbata fra loro e, quando Chichi abbassò gli occhi su di lui, poté quasi sentire il suo cuore scoppiare di gioia. 

Le sue iridi nere, indomite e fiere, finalmente lo osservavano con l'espressione che lui le associava ogni volta – eccola, la sua Chichina. Poi lei iniziò a piangere, singhiozzando, e Goku con goffe carezze cercò in tutti i modi di calmarla.  

«Goku» ripeteva fra un singhiozzo e l'altro «Il mio zuccone.» 

«Sono qui, Chichina, sono qui.» 

 

* * *

 

Le lenzuola, ormai, erano completamente zuppe. 

Lievi fruscii scaturivano da quei teli trasparenti, accompagnati da fievoli sospiri appagati e da qualche gemito gutturale. Goku si beava di lei, respirando i suoi ansimi, baciandola senza quasi lasciarle fiato.  

Quando infine arrivò il suo limite, si accasciò su di lei, tenendosi sollevato sui gomiti per non gravarle troppo. 

Era così bella.  

«Ti ricordi cosa ti dissi tempo fa?» le chiese, baciandole il palmo con cui gli accarezzava il volto. 

«Sì.»

Lui le sorrise, con quel suo sorriso che la faceva sciogliere ogni volta, e poi riprese a baciarlo, ripetendogli le stesse identiche parole che Goku le rivolse quella notte. 

 

La luna splendeva alta in cielo, in una serata senza stelle. 

«Smettila!»

Goku incassò lo schiaffo, l'ombra di un sorriso ancora aleggiava sul suo volto, e portò una mano sul punto in cui lei l'aveva colpito. Chichi ansimava con affanno, le gote arrossate dalla rabbia e gli occhi neri che, lucidi di un pianto trattenuto, lo guardavano implacabili. 

«Smettila di far finta che domani sia un giorno come gli altri!» 

«Chichi… avevi promesso che non ne avremmo più parlato.» 

La donna lo fulminò con gli occhi. 

«Ma certo» ringhiò, con una punta di sarcasmo «Tu e Gohan domani andrete a morire e io non posso parlarne!» 

«Dobbiamo farlo, Chichi, lo sai!» le urlò lui, in uno scatto d’ira – non le aveva mai gridato contro e lei questo lo sapeva.

Rimase interdetta qualche secondo, le labbra tremanti. Goku sospirò, passandosi una mano fra quei capelli gialli come il sole e puntò le sue iridi – verdi non nere, verdi, pensò Chichi mentre qualcosa dentro di lei si spezzava – su sua moglie. 

L’uomo, dopo un attimo d’incertezza, le si avvicinò, abbracciandola con urgenza. 

«Dobbiamo farlo.» 

Chichi infossò il volto nel suo petto, stringendolo a sé. 

«Gohan tornerà sano e salvo. Andrà tutto bene.» 

«Stupido… » gli accarezzò con leggerezza la guancia che gli aveva colpito, lasciando che i suoi polpastrelli vi indugiassero a lungo «Stupido, stupido, stupido.» 

«Ma sono pur sempre il tuo stupido, Chichina!» ribattè, ridacchiando così scioccamente che gli parve di essere tornato ai loro primi mesi di matrimonio.

Passarono alcuni istanti di silenzio. 

«Non possiamo non combattere» si fece serio all'improvviso, accarezzandole la schiena con lentezza «È una mia responsabilità.»

«Perché? Perché non potrebbe farlo qualcun altro? Ci sono tanti valorosi guerrieri sulla terra… » 

«È così semplice, Chichi» ridacchiò l’uomo, trascinandola piano verso il loro letto «È così semplice… » 

Fu fra un bacio e l'altro che Goku la lasciò senza respiro. 

«Devo combattere per proteggere l'unica cosa senza la quale non saprei vivere.» 

 

* * *

 

«Mamma! Papà! Sono a casa!» 

Goku si alzò di scatto, sbattendo la testa sulla testiera del letto, ma, invece di farsi male, la spaccò in due. Imprecò in silenzio, ma fece troppa forza sui gomiti per alzarsi e di conseguenza ruppe anche la rete; deglutì, pensando che Chichi gliel’avrebbe fatta pagare cara. 

«Ma cosa…?» borbottò sua moglie, sbattendo piano le palpebre «Goku? Cos'è successo al letto!?» 

«Ehm… » 

«Ehi! C'è nessuno?» 

Sentirono Gohan muoversi al piano terra e parlare con qualcuno. 

«Amore… » sussurrò Goku, il sudore che gli si ghiacciava addosso «C'è anche Videl.» 

Chichi guardò prima lui e poi se stessa, le gote deliziosamente rosate. Sgusciò dalla presa del marito, affaccendandosi per la stanza; l'uomo rimase fermo, come immobilizzato, a osservare sua moglie nuda che correva da un parte all'altra. 

«Cosa fai li impalato?!» lo redarguì «Fatti una doccia e poi vai a distrarli mentre io mi cambio!» 

«S-subito!» balbettò, fiondandosi verso il bagno. 

Si sciacquò velocemente e, avvolgendosi un asciugamano alla vita, trovò appoggiata al lavandino la sua abituale tuta. Ridacchiando come un idiota – Chichi era entrata mentre si lavava – si vestì e scese al pianterreno. 

Trovò il figlio e la sua ragazza comodamente seduti sul divano, mentre sgranocchiavano qualche stuzzichino. 

«Ragazzi!» berciò, il tono di voce così alto da far traballare il lampadario «Non vi abbiamo sentiti arrivare.» 

«Davvero?» chiese Gohan, alzando sorpreso un sopracciglio. 

«Già!» rispose e si lasciò andare in una poderosa risata. 

«Gohan… » sussurrò Videl, guardando stralunata il grande guerriero «Tuo padre sta bene?» 

«Non ne sono così sicuro.» 

Udirono uno scalpiccio concitato provenire dalle scale e Chichi fece il suo ingresso nel salone. 

«Gohan! Videl! Che bello vederti tesoro, è da un pezzo che non vieni a trovarci.» 

A Gohan venne quasi un infarto. 

«M-mamma, ma cosa…?» 

«Mmh?» la donna lo guardò stranita, seguendo il suo sguardo «Oh! Ho lasciato i capelli sciolti perché sono ancora un po' umidi, cosa c'è che non va?» 

«N-nulla, nulla!» balbettò, il volto un po' arrossato. 

Chichi lo guardò per qualche secondo, rinunciando a capire cosa gli passasse per la testa. 

«La cena è quasi pronta, Videl resti anche tu?» 

«Ecco, non vorrei disturbare… » Chichi scacciò con un gesto della mano questa eventualità e la ragazza si vide costretta ad accettare, non senza qualche rimostranza. 

La donna si ritirò in cucina e, mentre i due ragazzi riprendevano la loro discussione, Goku si allontanò di soppiatto dalla stanza per seguire sua moglie. 

Si muoveva leggiadra per la stanza, i capelli neri ondeggiavano con lei e l’orlo del lungo kimono scarlatto sfiorava il pavimento, emmettendo tanti piccoli fruscii – una melodia segreta. Goku la rimirò incantato, aprendosi poi in un sorriso che gli arrivava fino agli occhi. 

«Son Goku, smettila di sbavare e renditi utile!» 

Quella che era la sua amata Chichina. 




 

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Konbanwa!

Non mi dilungherò troppo. Sono molto felice del terzo posto per questa storielluccia che ho tirato fuori in una giornata, non mi aspettavo certo che il mio primo esperimento su questo fandom potesse procurarmi un posto sul podio xD 
Ho sempre amato questi due e spero di essere riuscita a mantenerli IC - Goku è quello che più mi preoccupa ù-ù 
E niente, spero tanto che vi possa piacere <3 

 

Chiunque voglia lasciare un segno del suo passaggio è ben accetto! <3

 

~ Maiko_chan ~

   
 
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