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Autore: Chia_084    16/08/2015    3 recensioni
un principe e un mago, due facce della stessa medaglia, con un destino in comune, riportare la magia nel regno di Camelot.
[dal testo]
“sapete Artù Pendragon, voi siete un gran egoista! Pensate che vi sia tutto dovuto!” il moro si alzò in piedi e continuò “ Ma è normale, siete cresciuto nella comodità, sempre servito e riverito, non sapete com’è doversi guadagnare qualcosa! Mi dispiace dirvelo sire, voi non sapete nulla sulla gratitudine!” Merlino prese la sua roba e si diresse verso la porta
ArtùMerlino MerlinoGalvano ArtùGinevra
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Il viaggio di ritorno verso casa fu molto silenzioso e anche durante l’accampamento notturno Artù tenne le distanze dal moro.
Il principe si sentiva offeso, tradito, preso in giro, com’era possibile che una creatura tanto fragile e impacciata come Merlino essere un mago.
Tornati a Camelot Artù si recò da suo padre per spiegargli come mai non avesse portato a termine le missione, Merlino e Galvano invece tornarono da Gaius e gli raccontarono l’accaduto “ Artù avrà già raccontato tutto al re…” disse il castano, il moro si avviò triste verso la sua stanza “vengo con te Merlino” disse Galvano “no, voglio restare solo…” rispose il mago chiudendosi la porta alle spalle.
Una volta solo si lasciò scivolare nell’incavo tra il muro e l’armadio e pianse, pianse come mai aveva fatto prima “ho fallito, Albion non conoscerà mai il suo futuro… Artù non diventerà il re di un regno in cui la magia sarà libera… è tutta colpa mia…” pensò appoggiando la fronte alle ginocchia rannicchiandosi ancora di più in quello spazio angusto.
“MERLINO!” il moro sentì una voce chiamarlo dall’entrata, non rispose, non aveva nessuna intenzione di muoversi da quell’angolo così confortevole in cui si era rifugiato
“MERLINO!” di nuovo la stessa voce, il mago sapeva bene a chi apparteneva, le lacrime continuarono a sgorgare copiose dai suoi occhi ormai gonfi.
La porta si spalancò con un rumore secco, ed eccolo li, in tutta la sua regalità.
Artù entrò nella stanza e chiuse la porta “Merlino” disse, questa volta più pacatamente, per tutta risposta il moro tirò su col naso “come hai potuto… come hai potuto tenermelo nascosto!?” il biondo si avvicinò di più a quel fagotto di capelli scuri “non volevo mettervi davanti a una scelta” disse Merlino “ ho sempre usato la magia solo per voi, per proteggervi, per aiutarvi…” continuò il moro “dovevi dirmelo!” sbottò Artù “non volevo morire!” rispose l’altro puntando i suoi occhioni in quelli del biondo.
Rabbia, disprezzo, dolore, ecco ciò che vide il mago negli occhi del principe “ come averi potuto metterti a morte!? Pensavo che tu ti fidassi di me, pensavo che noi fossimo…” cominciò ma venne interrotto da Merlino che si alzò in piedi puntandogli in dito al petto “ che noi fossimo cosa!? Amici!? “ il biondo abbassò lo sguardo “Qualcosa di più” rispose
“mi avete baciato Artù e la mattina dopo avete negato tutto! Noi non siamo nulla! Non esiste e non esisterà mai un noi! Voi siete il principe e io il vostro servitore! Nulla di più, ne amici ne nient’alto avete capito!”
“ex servitore…” puntualizzò il principe “Merlino, con il potere conferitomi dal mio rango nobile io ti bandisco da Camelot!” detto ciò Artù uscì dalla stanza sbattendo la porta. Il mago tornò a rannicchiarsi nel suo angolo e continuò a piangere
“non può averlo fatto sul serio!” disse Galvano arrabbiato “ e adesso dove andrai?” chiese Gaius “ penso tornerò a Eldor, da mia madre” disse il moro.
La notte calò su Camelot, Merlino era già pronto per partire, salutò Gaius e Galvano facendosi promettere che sarebbero andati a trovarlo e si diresse verso le porte della città.
Arrivato alla piazza notò la luce ancora accesa nella camera del principe, ed eccolo, affacciato alla finestra che lo osservava, si guardarono per un istante che sembrò infinito poi il biondo chiuse la finestra “addio testa di fagiolo” disse il moro e continuò il suo viaggio a testa bassa inoltrandosi nel bosco.
“se ne è andato” pensò Artù steso sul letto con un braccio sugli occhi.
Qualcuno bussò alla porta, lui lo ignorò “Artù, ho appena salutato Merlino, come state?” disse Ginevra entrando “come vuoi che stia Gwen ho appena bandito l’unica persona che io abbia mai amato! Se fosse per me lo andrei a riprendere, anche ora, ma il mio orgoglio me lo impedisce… mi ha mentito ti rendi conto!? Era una cosa molto importante, non doveva farlo” la ragazza si sedette di fianco a lui e gli prese la mano “Artù non poteva dirvi di essere un mago” il principe tirò indietro il braccio “tu lo sapevi!? Tu e chi altro!?” disse scioccato “si, io Gaius e penso anche Galvano”
“ha preferito rivelarlo ad uno sconosciuto più che a me!?” la ragazza lo guardò “Artù, voi lo avete ferito, avete perso la sua fiducia, era spaventato da quello che poteva succedere… “ a queste parole il principe scoppiò a piangere e la serva lo abbracciò accarezzandogli i capelli.
Merlino intanto si era accampato nel bosco “guarda, guarda, ma chi si vede, il giovane mago…” il moro si alzò di scatto trovandosi faccia a faccia con Morgause “ cosa ci fai qui tutto solo senza Artù o il tuo amichetto carino!?” il mago non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo “oh… ti ha cacciato, non è vero? Ha scoperto che sei un mago e ti ha esiliato da Camelot come un qualsiasi criminale… povero piccolo Merlino”
“cosa vuoi Morgause!?” disse il moro “vederti morto!” rispose la bionda alzando una mano
Na mben sis”; Merlino volò contro un albero perdendo i sensi.
Quando si riprese era legato come un salame a penzoloni dal ramo di una pianta “bene,  bene, adesso capisco tutto la tua filosofia sulla magia…” disse Morgana apparendo da dietro una roccia “tutto ciò che ho fatto l’ho fatto per Camelot, anche quando vi ho avvelenata… non volevo farlo, potevamo essere amici noi due” sul volto della mora apparve un velo di tristezza “anche a me sarebbe piaciuto essere tua amica” disse “hai visto Morgana… questo ragazzino può tornarci utile… potremmo scucirgli qualche informazione importante…” il moro si dimenò “mai! Non vi dirò nulla!”
“oh oh che caratteraccio, vorrà dire che useremo le buone maniere Weorp untoworpenlic” il mago si contorse per il dolore , le catene che lo legavano si fecero incandescenti “non ti dirò nulla strega!” Morgause rise “non c’è problema abbiamo tutta la giornata davanti!”.
Il moro guardò Morgana supplicandola silenziosamente di aiutarlo, la maga però distolse lo sguardo “Akwele” disse la bionda e questa volta una palla di fuoco colpì Merlino più e più volte “oh ma che cattiva, l’ho scottato, vieni qui, lasciami soffiare un po’ sulla tua ferita
Ic her accigie anne windraes! Farbled waw! Windraes ungetermed - gehier! Ic de bebeod mid ealle strangesse daet du geblawest ond syrmest strange. Gespurn peos haegtesse! Ontend disne wyrm paet he licge unastyred a butan ende!” un tornado si levò da terra catturando il povero mago che venne sballottto a destra e a sinistra senza riuscire a liberarsi.
“adesso parla!” gli ordinò la strega “mai! Darei la mia vita per salare Camelot!”
“Artù ti ha cacciato! Non ti vuole, ti odia!” disse rabbiosa la ragazza
“e io lo amo, bello schifo vero!?”
“ come vuoi, allora per noi sei inutile, rimarrai qui, in pasto alle creature della foresta! Weorp untoworpenlic” il moro si contorse nuovamente per il dolore provocatogli da quell’incantesimo, non aveva più forze, i suoi occhi si fecero pesanti e svenne.
“Gaius, avete qualche notizia di Merlino?” chiese Galvano “no, ancora no, ma vedrai che presto ci farà avere sue notizie” rispose il medico “Merlino è in pericolo” disse una voce possente nella testa del castano “avete sentito anche voi!?” chiese rivolto al vecchio “ no Galvano io non ho sentito nulla…”
“c’è stata una voce, una voce che ha detto, Merlino è in pericolo…” disse il ragazzo passandosi una mano tra i capelli.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta “chi sarà mai a quest’ora della sera” si chiese Gaius, il castano andò ad aprire e si ritrovò davanti una signora, dai capelli corvini, legati in un crocchio sotto il suo fazzoletto, però furono i suoi occhi a colpirlo più di tutto, un blù impressionante, ne aveva visti solo un paio così in vita sua… “salve Gaius” esclamò la donna
“Hunith!” il vecchi l’abbracciò “Salve Gaius, Merlino è ancora qui?”
“no, è partito ieri notte, pensavamo fosse già arrivato!” rispose Galvano “non l’ho incontrato neanche sul sentiero… oh povera me, speriamo che non gli sia successo nulla” disse la donna trattenendo le lacrime “dobbiamo avvertire il principe lui invierà le guardie e…” il castano tacque di colpo notando lo sguardo del medico “non farà nulla Galvano, è stato lui a bandirlo, non lo riporterà di certo indietro”
“allora andrò io a cercarlo” disse Galvano.
Gaius si alzò dalla sedia in cui si era seduto “non se ne parla Galvano, è troppo pericoloso!” il castano prese la giacca e si diresse verso la porta “ lui è il mio unico amico, darei la mia vita per salvarlo” disse senza girarsi “grazie” disse la donna e il ragazzo uscì chiudendosi l porta alle spalle. 
  
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