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Autore: Niglia    16/08/2015    2 recensioni
[Kagome/Sesshoumaru]
In cui Kagome Higurashi cade nel pozzo da bambina, un piccolo Sesshoumaru la trova e decide di tenerla per sé.
Una storia raccontata a piccoli pezzi.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Kagome, Sesshoumaru, Signora Madre | Coppie: Kagome/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolo Autrice. E rieccoci qua! Avete trascorso un bel Ferragosto? :D Spero proprio di sì, e come ciliegina sulla torta - ecco un nuovo capitolo. Sono contenta che la storia fin qui vi stia piacendo, io personalmente sono piuttosto soddisfatta per come sta venendo fuori - e ho già scritto diversi capitoli futuri che mi fanno gongolare, muahahah - anche se mi dispiace per le eventuali carie! Giuro, non era mia intenzione rovinarvi la dentatura. x'D
Ringrazio tantissimo dunque tutte voi che leggete e recensite e mi ispirate ad andare avanti, siete meravigliose ♥ Vi lascio alla lettura allora, buon proseguimento e ci sentiamo al prossimo capitolo!
Vostra,
Niglia.



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{10}
Soothing







Sesshoumaru osservava con aria insoddisfatta il Generale che cullava e confortava gentilmente la bambina, e non perché quest’ultima stesse godendo delle premure di suo padre, quanto piuttosto perché il demone si stava prendendo troppe libertà con una preda che non era la sua. Inghiottendo faticosamente un ringhio che minacciava di denunciare la sua gelosia, il cucciolo incrociò le braccia sul petto e strinse gli occhi, attendendo impaziente che la scena finisse.

Vide il suo genitore chinare appena il capo verso i capelli della bambina e inalare discretamente, in modo da memorizzare il suo odore. Sesshoumaru trattenne il fiato, sorpreso: lo aveva fatto anche lui con lei – quel profumo di fiori ed estate era già impresso a fondo nei suoi senti – ma se era l’Alpha a farlo il gesto assumeva un significato del tutto diverso. Voleva dire che ne accettava la sua presenza all’interno del branco, e il giovane lord fu allora del tutto rassicurato riguardo le intenzioni del Generale.

Inu No Taisho strofinò gentilmente la punta del proprio naso contro la fronte della bambina, strappandole un verso soffocato che era metà singhiozzo e metà risatina, e grugnì in approvazione.

Un dito le si posò allora sotto il mento, e Kagome fu costretta a sollevare il viso per guardare negli occhi il Grande Demone Cane. «Non piangere, bambina», borbottò lui dolcemente. «Mio figlio pensava soltanto al tuo benessere, non intendeva ferirti. Dunque non hai paura di noi?»

Kagome scosse piano la testa, ma ancora non osava parlare.

Il Generale sospirò, poi curvò il dito indice in direzione del figlio facendogli cenno di avvicinarsi. Sesshoumaru fu al suo fianco immediatamente, ponendosi in modo da poter vedere il viso della bambina e non la schiena, e guardò il padre con un aria di aspettativa.

«Perché non ci dici come ti chiami, mh? Di sicuro una bella fanciulla come te possiede un nome altrettanto bello», la stuzzicò pazientemente.

Gli occhi della bambina scorsero da lui a suo figlio e viceversa, indecisa, ma poi tirò su col naso e si sforzò di essere forte. «Mi chiamo Kagome», mormorò, lo sguardo abbassato sulle proprie mani che ancora stringevano la stoffa dell’haori del signore dell’Ovest.

Si chiese che cosa avrebbe pensato sua madre se avesse saputo che Kagome stava dando tutte quelle informazioni su di sé a degli estranei – di certo sarebbe stata molto delusa! Ma cosa poteva fare? Il bambino – Sesshoumaru-chan – l’aveva salvata dal pozzo ed era stato gentile con lei, fin quando non le aveva rivelato che lei ora era sua; mentre suo padre, quel demone imponente che la coccolava e aveva una voce ruvida ma gentile, e che le ricordava il suo Otou-san, beh, Kagome non aveva ancora capito se l’avrebbe riaccompagnata a casa o meno.

Era la prima volta che nominava il tempio Higurashi a qualcuno che evidentemente non ne aveva mai sentito parlare, e la cosa la spaventava. Se neanche loro sapevano dove abitava, come sarebbe tornata dalla sua famiglia?

La sua aura e la brusca alterazione del suo odore dovettero sicuramente denunciare l’attuale stato d’animo disperato e afflitto della bambina, perché subito Kagome sentì le braccia del Generale stringersi gentili intorno alle sue spalle e la piccola mano di Sesshoumaru prendere la sua in una stretta confortante.

«Non affliggerti, bambina», la consolò il lord, posando il mento sui suoi morbidi capelli corvini. «Sarai nostra fin quando non troveremo la tua famiglia.»

Il giovane principe sbatté perplesso gli occhi, non aspettandosi di udire una simile promessa, e subito i suoi occhi brillarono d’ira. «Ma, padre–»

«Sssht, figlio», lo mise a tacere il Generale. Lo guardò di sbieco, cercando di convenire i suoi pensieri senza pronunciare parola. «Dopo», aggiunse in un sussurro.

Sesshoumaru si morse la lingua e annuì rigidamente, riportando la sua attenzione sulla bambina – no, si corresse subito, su Kagome. La sua preda, il suo piccolo uccellino in gabbia.

Non poteva permettere che suo padre gliela portasse via.




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Drabble: 648 parole.

   
 
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