Anime & Manga > Lupin III
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Autore: monsieur Bordeaux    17/08/2015    2 recensioni
Sembra incredibile, ma Lupin è stato catturato e adesso è bloccato dietro le sbarre! Ma non è stato acciuffato dalla polizia, ma bensì da Balalaika, la nota mafiosa a capo del cartello russo di Roanapur. Ma che ci faceva da quelle parti il noto ladro, in quel paese affacciato sul mare della Thailandia e corrotto fino al midollo? Bhe, forse era lì per uno dei suoi incredibili furti... forse...
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jigen Daisuke, Lupin III, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 - Pochi minuti prima dell'alba


Una volta catturato e reso inoffensivo, Lupin fu subito portato nel covo di Balalaika, che immediatamente lo interrogò sui fatti accaduti quel pomeriggio. Usò dei metodi poco ortodossi per estorcere le informazioni dal ladro dalla giacca rossa, che però riuscì a resistere alle torture. Arrivato ad un punto morto, il capo del cartello russo decise di rinviare l'interrogatorio, ma solo perché aveva dei dubbi su tutta quella faccenda. Non riusciva a spiegarsi perché Lupin, noto per aver sempre rubato perlopiù oggetti di grande valore, si fosse di colpo interessato al traffico di armi. Inoltre aveva commesso il furto di giorno, correndo un rischio a suo giudizio enorme e allo stesso tempo inutile. Non volendo prendere una decisione affrettata, Balalaika decise di imprigionare Lupin nel suo covo, rinviando per il momento ogni decisione.
Qualche ora più tardi, la donna di origine russa ricevette due telefonate assai importanti: la prima era indirizzata per Shenhua ed era da parte del suo misterioso committente. Quest'ultimo, informato della cattura di Lupin, era pronto a pagare la taiwanese, che senza perdere altro tempo si preparò per ricevere il suo ricompenso. La seconda telefonata invece era per Balalaika e riguardava il carico di armi perso nel pomeriggio: grazie ad una segnalazione anonima, erano state ritrovate e presto sarebbe tornate nelle mani dei russi.
Giunti a quel punto, il capo del cartello russo doveva solo decidere se disfarsi o no di Lupin, ma non era una scelta facile. Se lo avesse eliminato, di sicuro Roanapur si sarebbe riempita di agenti dell'Interpol, ma ciò non sembrava preoccupare più di tanto Balalaika. Il vero problema per lei era capire perché Lupin si era messo in mostra in quel modo, era un dubbio che la stava tormentando già da diverse ore...

Finito di raccontare gli eventi accaduti quel pomeriggio, Jigen si allontanò dal bar e insieme a Goemon percorsero una strada laterale. Poco distante da lì, c'è un modesto motel, dove il pistolero in precedenza aveva affittato una camera per lui e Lupin. Il posto non era granché, gli ambienti erano spogli e logori, ma come rifugio temporaneo era accettabile.
Appena i due si accomodarono nel monolocale, Jigen ricevette una chiamata dalla radiotrasmittente che aveva con sé nella giacca. Dopo averla messa su un tavolino e allungato l'antenna, fu pronto a ricevere il messaggio. Il pistolero si sentì sollevato, appena sentì la voce di Lupin via radio.
«Scusate il ritardo mes amis, ma ho avuto un imprevisto» accennò il ladro, riferendosi all'incontro con Rock. Per non farsi beccare dai russi, Lupin aveva nascosto un piccolo trasmettitore in un dente finto. Non era la prima volta che ricorreva ad un trucco del genere...
«Come ti senti?» domandò Jigen, cercando di nascondere la preoccupazione per l'amico in difficoltà
«A pezzi, mon ami!» rispose Lupin sospirando. «Però devo ammettere che sono stato fortunato...»
«Che vuoi dire?»
«Non tutti i giorni vengo inseguito da ragazze come quella taiwanese... e non voi parlare di quella pistolera un po' folle? Però è un po' troppo aggressiva per i miei gusti. Preferisco una donna come Balalaika: sarebbe l'ideale, oserei dire che mi sono innamorato di lei...»
Come al solito, Lupin continuava a fare il donnaiolo, anche in quella situazione così delicata e pericolosa. Arrabbiato per il comportamento del ladro, la risposta di Jigen fu quasi immediata.
«Vuoi smetterla di fare il cretino! Non mi sembra il momento adatto!»
«Rilassati Jigen! Non c'è motivo di arrabbiarsi...»
Usando quelle parole, Lupin volle dimostrare ai suoi compari di avere il pieno controllo della situazione, nonostante fosse ancora rinchiuso in cella. Avendo una vaga idea sul perché il ladro fosse così sicuro di sé, lo spadaccino intervenne nella conversazione via radio.
«Hai già recuperato la perla?»
«Sì, Goemon!» rispose Lupin, facendo un largo sorriso. «La tengo proprio adesso in mano, è stupenda!»
Per uno come lui, ritrovare il gioiello fu quasi una passeggiata.
La perla era nascosta dietro un mattone di pietra, situato all'interno della sua cella. Nonostante il buio presente, Lupin la recuperò nel giro di pochi minuti, dopo aver trovato su una delle pareti una sporgenza anomala.
«Meno male che le informazioni era giuste!» commentò Jigen, contento per la notizia appena ricevuta.
«A questo punto devo "solo" uscire da qui!» disse Lupin, con tono ironico.
«Se sei pronto, allora io vado al punto prestabilito. Ci risentiamo più avanti.»
«Meglio che ti sbrighi! E' da un po' che non sento più parlare i russi e questo non è affatto un buon segno...»
«Farò più in fretta che posso, Lupin!»
«Hai preso tutto l'occorrente, vero Jigen?»
«Certo! Lo sai che puoi fidarti di me per queste cose!»
«Posso rendermi utile in qualche modo?» chiese lo spadaccino.
«Per te Goemon ho in serbo un lavoretto un po' particolare. Ti spiegherà tutto Jigen.»
Appena sentì quelle parole, il pistolero andò a prendere una valigetta nera che aveva messo da parte, che consegnò a Goemon assieme ad un biglietto. Su quel pezzo di carta era indicato un luogo poco fuori Roanapur, dove lo spadaccino avrebbe effettuato una consegna. Prendendo in mano la valigetta, Goemon capì che era stata riempita fino all'orlo di soldi, erano quelli che Lupin aveva rubato poche ore prima in banca.
«Ma il vostro obiettivo non era solo la perla?» domandò.
«Sì» rispose Jigen. «Ma questi ci servono per fare uno scambio...»
«Ho capito» disse lo spadaccino. «Dopo aver fatto questa consegna, dove ci incontriamo?»
«Al porto. Sotto un telone abbiamo nascosto una barca, abbastanza veloce da portarci fuori da Roanapur in poco tempo.»
«Ah, un'ultima cosa Jigen» chiese Lupin, prima di chiudere la trasmissione.
«Che vuoi sapere?»
«Sai dirmi che ore sono? In questa cella è così buio che ho perso la cognizione del tempo!»
«Immagino. E' quasi l'alba, ma fuori è ancora buio.»
«Merci!»
Chiuso il collegamento, Lupin lanciò un'occhiata verso la porta, per controllare se le guardie avessero sentito o notato qualcosa di sospetto. Non vedendo strani movimenti di fronte alla cella, il ladro pensò di esserla cavata e a quel punto iniziò a riflettere sul percorso per uscire da lì.
L'unica uscita da quel sotterraneo era la botola presente in fondo al corridoio, ma prima doveva recuperare la sua pistola. Gli era stata sottratta quando era arrivato all'Hotel Moscow, ma per sua fortuna l'aveva già ritrovata. Era custodita all'interno di una scatola metallica in mezzo al corridoio, di fronte alla stanza dove aveva incontrato Rock. Dovendo scappare in quella direzione, non sarebbe stato un problema riprenderla.
Dopo averci pensato a lungo, Lupin capì che l'unico punto debole del suo piano era quando avrebbe raggiunto la botola: se qualcuno l'avesse bloccata proprio in quel momento, non avrebbe avuto via di scampo. Ma in caso contrario, una volta superata poteva sfruttare diverse alternative per proseguire la sua fuga verso l'esterno. Poteva sembrare un piano relativamente semplice, ma il ladro doveva considerare che aveva di fronte una donna come Balalaika, un avversario tutt'altro che da sottovalutare. Aveva grandi doti di comando e inoltre era veramente spietata, i suoi metodi poco ortodossi avevano messo in seria difficoltà Lupin, che a fatica aveva resistito al primo interrogatorio. Non poteva commettere errori, una semplice distrazione poteva risultargli fatale, ma il ladro dalla giacca rossa si sentiva ottimista per la riuscita del suo piano. D'altronde, se c'era una persona che poteva riuscire in una fuga del genere, quella era proprio lui!
Finito di ragionare, Lupin si alzò dal letto e si avvicinò alla porta, chiedendo ad una delle guardie se poteva accendergli l'ultima sigaretta. Lo disse con un tono di voce così sfiduciato che diede l'impressione di essersi arreso, come un condannato a morte in attesa dell'esecuzione. Era stato così bravo a fingere che le guardie accettarono senza problemi la sua richiesta, continuando quella farsa anche nei minuti successivi. In realtà Lupin si stava solo preparando per mettere in atto il suo piano di fuga, aspettando comodamente arrivo di Jigen. Ma mantenere la calma in quel momento non era per nulla facile: nel sotterraneo si era creato un silenzio così surreale da mettere i brividi, come se quel posto fosse stato abbandonato da anni.

Una volta preparato tutto il necessario, Jigen si incamminò verso l'Hotel Moscow, portandosi sulle spalle un pesante zaino nero. Durante il tragitto, il pistolero rimase un po' sorpreso nel vedere che non c'era nessuno nei paraggi. A quell'ora le strade di Roanapur erano completamente vuote, chi era uscito per ubriacarsi o a divertirsi con qualche prostituta, adesso era sicuramente andato a dormire. Ma nonostante tutta quella calma apparente, Jigen preferì prendere la via più lunga per raggiungere il covo dei russi. Non voleva correre rischi inutili, ne aveva già affrontati fin troppi, da quando era arrivato in città.
Qualche minuto dopo il compare di Lupin, con molta astuzia, riuscì ad arrivare a poche decine di metri dall'Hotel Moscow, fermandosi in una posizione leggermente rialzata. E dopo aver trovato riparo dietro un muro di mattoni, per qualche secondo Jigen puntò lo sguardo verso l'orizzonte, dove il sole stava per sorgere. Come previsto, la fuga di Lupin sarebbe stata all'alba.


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