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Autore: Nightkey    17/08/2015    1 recensioni
GERZA!
Dal capitolo uno: E quando giunse sulle sponde di un limpido fiumiciattolo fu allora che la vide.
Gerard sbatté più volte le palpebre, come a volersi assicurare che ciò che stava guardando fosse reale. Ad un tratto tutte quelle leggende che circolavano sulla foresta gli parvero vere. Davanti lui c’era una donna. [...]. Una lunga cascata di boccoli scarlatti le ricadeva fin sotto le spalle, sulla schiena da cui spuntavano fuori due grandi ali piumate.L’archeologo fece per fare una fotografia quando lei parlò.
- Non lo farei se fossi in te. – lo rimproverò la donna continuando ad esaminare il terreno sotto i suoi piedi.
Erza e Gerard, un angelo e un semplice archeologo, legati da un tremendo destino. Cosa accadrà quando i due, provenienti da due mondi così diversi, si ritroveranno a combattere fianco a fianco una minaccia che vuole distruggere il mondo così come noi lo conosciamo? E se i due si innamorassero, Erza rinuncerà alla sua natura angelica per stare con un comune mortale?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3

Erza, secondo angelo della squadra di Fairy Tail, protettrice della Terra dell’Ovest.
Quindi ce ne sono altri come te? – domandò Gerard curioso.

Erza si voltò e cominciò a camminare nella direzione opposta dalla quale era arrivato precedentemente il ragazzo. Gerard aveva afferrato al volo il messaggio. L’angelo non aveva intenzione di rivelare qualcosa di più riguardo lei e i suoi compagni, non più di quanto fosse necessario. Probabilmente non si fidava di lui, il che era comprensibile. Optò per una nuova domanda:

Questo frammento… ho già visto questo simbolo in un libro che tratta delle leggende di questo posto, ma erano informazioni superficiali. Nulla di abbastanza concreto. Avrò bisogno di un approfondimento ma ho già setacciato quasi tutti i libri delle bibl…

La ragazza si voltò all’improvviso.

 Le sue ali cominciarono ad illuminarsi e a mutare forma. Gerard socchiuse  un attimo gli occhi e quando li riaprì, quelle non c’erano più. Adesso, Erza teneva  in mano una grossa spada d’argento. L’impugnatura aveva la forma di un paio ali. Lo sguardo di Erza era furioso.

Co- cosa… cosa stai facendo? – Balbettò lui. Non capiva cosa fosse accaduto all’improvviso alla donna: un minuto prima invocava il suo aiuto, quello dopo sembrava volerlo fare fuori. 

Lei ignorò la domanda e con uno scatto fulmineo e la spada alta corse verso Gerard. Lui, terrorizzato, fece per darsela a gambe quando si accorse che l’obiettivo dell’angelo non era lui, ma ciò che stava alle sue spalle. Gerard si voltò e vide un grosso cane nero, alto all’incirca due metri, con occhi rossi fuoco. Stava ringhiando, mostrando gli affilati denti bianchi mentre rivoli di bava fuoriuscivano dalla sua bocca. Il ragazzo riconobbe da uno dei libri che aveva precedentemente letto riguardo le misteriose creature che si pensava vivessero nell’Antica foresta: un Mastino Infernale. L’archeologo cadde a sedere. La paura pian piano stava cominciando a farsi spazio dentro di lui. L’avrebbe divorato, ancora prima che la sua avventura cominciasse. Ancora prima di scoprire qualcosa per aiutare la ragazza. Era spaventato, impotente. Poi, però, vide lei e quelle sensazioni sparirono. La osservò stupito mentre roteava in alto l’enorme spada e successivamente affondarla nel cranio della creatura. Quest’ultimo ululò. Fu avvolto da una luce abbagliante e si dissolse in un mucchio di cenere.

G… grazie – riuscì a fatica a dire lui. Gli occhi sgranati. 

Ti avevo avevo avvisato sui pericoli di questa foresta. Non hai portato niente con te per difenderti? – domandò.

Veramente io … pensavo …

Mortali – scosse la testa. Chiuse una mano al pugno e quella cominciò ad illuminarsi. Quando la riaprì al centro del palmo c’era un grosso anello sul quale era incastonata una pietra a forma di mezza luna che racchiudeva una stella. – In quanto mortale non puoi usare nessuna arma angelica senza rischiare di bruciarti, quindi prendi questo. – gli porse l’anello d’argento. – Quando sarai in pericolo ruota la stella e questo si trasformerà in un bastone. Dentro di se non racchiude il potere angelico ma quello delle stelle in quanto forgiato da quest’ultime. Per la missione che stiamo per affrontare avrai bisogno di armi per difenderti nel caso io non sia nei paraggi per difenderti.

Gerard rimase a guardarla. Nonostante lo stesse osservando con la faccia contratta in una smorfia di rabbia e gli stesse rivolgendo uno sguardo truce, lui non poteva fare almeno di trovarla bella. Una bellezza che non era terrena. Avrebbe voluto alzarsi da terra e sfiorarle con i polpastrelli i suoi delicati lineamenti, sentirne il profumo, stringerla fra le braccia e dille che sarebbe stato lui a proteggerla da qualunque male si stesse nascondendo in quella foresta e da ciò che minacciava la sua cara amica… ma sembrava l’esatto opposto. Non aveva creduto alle leggende e non aveva nulla con se per difendersi. Se solo fosse stato più cauto, forse lei… lavò via quei pensieri dalla sua testa. Cosa gli stava passando per la testa? Doveva restare concentrato.

Notò le guance della ragazza tingersi di rosso e solo in quel momento si accorse di non aver più parlato.

Si, ho capito. – annuì in imbarazzo.

Bene, proseguiamo. – disse lei. Fu avvolta da un nuovo velo di luce, la spada sparì e le ali tornarono al loro posto. Ricominciò a camminare. – ti servono dei nuovi libri, giusto? Bene. Stiamo andando nel posto giusto.

Di che si tratta? –  rispose curioso. 

In questa foresta è nascosta la più grande biblioteca che sia mai esistita in questo mondo. Tutti i libri contenuti al suo interno sono in grado di rispondere a quasi ogni tua domanda o di chiarire i tuoi dubbi. Potresti anche trovare molte informazioni su noi angeli. – improvvisamente la mente di Gerard si illuminò. Ecco come avrebbe trovato le prove per dimostrare l’esistenza di queste creature! Ecco come avrebbe portato a termine la sua più grande scoperta! Sentì il suo corpo fremere dall’eccitazione, non vedeva l’ora di arrivare in quel posto e sfogliare tutti i suoi libri. – tuttavia c’è un problema. – il morale del ragazzo cominciò a vacillare.

Deglutì. – Vai avanti.

Davanti l’ingresso della Biblioteca è stato posto un guardiano. Dobbiamo risolvere la sua prova per accedervi. Non so di che natura sia questa prova, ho sentito dire che varia spesso. Può trattarsi di un semplice problema di logica o di una dura prova fisica. L’unico modo per entrare è rispondere alla domanda correttamente e se dovessi sbagliare… - la donna strinse le mani a pugno. - … bè, non sarà una bella cosa.

Il morale dell’archeologo precipitò del tutto. Questa missione di salvataggio cominciava a farsi sempre più difficile. Doveva superare una prova e da come ne aveva parlato l’angelo non doveva essere qualcosa di semplice. Se avesse fallito la prova, forse, avrebbe rischiato di perdere la vita. Per un attimo nella sua testa si formò l’idea di darsela a gambe e fuggire. Abbandonare quella ragazza e la sua amica a loro tragico destino ma… come si sarebbe poi guardato allo specchio senza vedere riflesso in esso uno stupido codardo e traditore? No, non sarebbe fuggito. Lui non era un codardo. E poi aveva promesso a quell’angelo il suo aiuto e lui voleva essere di parola.

Inspirò. C’erano buone probabilità che la prova si sarebbe basata sulla logica e quello era il suo campo. Espirò. Non c’era indovinello o problema che lui non sapesse risolvere. Nella sua carriera aveva avuto modo di imbattersi in diversi uomini che lo avevano messo alla prova con i loro trucchetti. Lui ne era sempre venuto a capo… tranne in uno. Quella volta aveva rinunciato. Non era riuscito a risolvere l’enigma e ne era rimasto deluso. Ma almeno quella volta, anche  se avesse sbagliato, in palio non c’era la sua di vita né tantomeno quella di altre persone.

Va tutto bene? – chiese lei. Gerard scosse il capo sperando di far scivolare via quei pensieri.

 Si – sorrise. – Andiamo! Non vedo l’ora di arrivare!

Erza annuì. L’archeologo guardò prima lei e poi le sue mani. Le strinse a pugno. Qualunque fosse stata la prova, si ripromise, lui avrebbe fatto di tutto per aiutarle e salvare Erza.

 

Quando arrivarono davanti l’entrata della biblioteca, Gerard non poté fare a meno di restare senza parole. Davanti i suoi occhi si estendeva un imponente costruzione tardo-barocca alta cinque metri, in pietra calcarea. La navata centrare dell’edificio era affiancata da due enormi torri, le cui punte si perdevano fra le nuvole del cielo. Un enorme rosone decorava il centro dell’edificio.

L’archeologo fece per avvicinarsi quando una voce lo fermò.

Fermi! – qualcosa cominciò a scendere giù da cielo.  Davanti loro comparve un gatto con delle piccole ali. Indossava un paio di enormi occhiali, dietro cui nascondeva i piccoli occhi felini, e degli abiti che ricordavano quelli di un sacerdote. sotto un braccio stringeva un enorme volume di carta. – Fermi! Se volete attraversare le porte della conoscenza dovete prima risolvere il mio quesito di logica.

Logica? Gerard si senti pervadere dal sollievo. quello era il suo campo.

Attenzione prego. - il guardiano della biblioteca aprì una pagina del pesante volume. -Abbiamo quatto uomini seppelliti fino alla testa nella sabbia lungo una linea retta. Due uomini indossano un cappello nero e gli altri due un cappello bianco. I quattro non hanno idea del cappello che indossano loro stessi ma possono vedere il cappello di colui che gli sta davanti. Uno di loro è separato dagli altri tre tramite un muro di mattoni cosicché non riesca a vedere i suoi compagni. Il loro compito è indovinare il colore del cappello che indossano ma attenzione! Uno solo può dare la risposta corretta. 

Avete un unico tentativo a testa. Se doveste sbagliare, - si schiarì la voce. - ne subirete le conseguenze.

Gerard fece un passo indietro e deglutì. le mani cominciarono a tremargli. Era lo stesso indovinello che non era riuscito a risolvere tempo fa, lo stesso dal quale era fuggito. Quella non era la sua giornata fortunata, decise. Guardò Erza. La ragazza sembrava avere l’aria confusa quanto lui. Osservandola, ripensò a poco prima, a quando aveva pensato che avrebbe voluto difenderla. A come si era sentito spaventato e impotente di fronte quel mostro, incapace di reagire. Non poteva fuggire. Adesso non poteva più farlo, adesso doveva indovinare quel maledetto indovinello. Doveva farlo per Erza, per la sua amica… per lui. Troppe vite dipendevano dalla soluzione.

Sorrise lievemente. – Va bene, a noi due enigma!

Prese una penna e cominciò a scarabocchiare.

  
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