Erano all'unica fermata dell'autobus di Farmington. Presto sarebbe arrivata la corriera di linea che avrebbe riportato Kristen a Colfax.
- Già che siete qui, perchè non provate a fare un salto alla villa? Il boschetto è accessibile, e la vecchia strada che collega la struttura al paese è aperta. - propose quest'ultima.
- Beh, credo che ci rimetteremo in moto per Spokane. - disse Ellen. - Ci vuole solo mezz'ora da qui, ma vorremmo essere a casa per l'ora di cena con ampio margine di anticipo. - .
- Come volete voi. - .
La corriera giunse sul posto qualche minuto dopo.
- Mi raccomando, Kristen! Chiamami appena scopri qualcosa! - ricordò Daveigh.
- Lo farò, tranquilla! - rispose la giornalista di Colfax, entrando in vettura.
Appena il mezzo fu lontano, le due ragazze di Spokane tornarono in macchina.
- Ma, dico, che cazzo ha in testa? - domandò Ellen.
- Perchè? - .
- "Già che siete qui, perchè non provate a fare un salto alla villa?". Certo, subito, signorsì! - disse con sarcasmo la fotoreporter.
- Credevo non credessi alla storia, nonostante fosse evidente che tutti i fatti capitati a me e Kristen non sono cose che capitano tutti i giorni. - .
- Comincio a fare due più due, sai? - .
- Progressi matematici, oserei dire. - .
Daveigh accese la macchina, e le due lasciarono il paese.
Appena uscite da Farmington, però, la macchina si fermò.
- Che succede? - domandò Ellen.
- Non ne ho la più pallida idea. - rispose Daveigh.
Provò a far ripartire la macchina, ma nulla. Non ne voleva sapere di tornare in moto.
- Beh, cominciamo a trainarla. Poco fa ho visto delle indicazioni per un officina. - ricordò la giornalista.
Le due spinsero l'auto per quattro kilometri, finchè alla loro sinistra non apparve il meccanico, un uomo grasso sulla cinquantina.
- Buonasera, signorine! - disse, smuovendosi i baffi.
Le due non risposero.
- Serve qualcosa? - .
- La macchina si è spenta all'improvviso, poco dopo esser uscite da Farmington. - spiegò Daveigh.
- Ce la potrebbe riparare? - chiese Ellen.
- Beh, l'officina è chiusa da mezz'ora. Volendo, posso dargli un'occhiata rapida. - fece l'uomo.
Le due acconsentirono, e con l'aiuto del meccanico portarono l'auto nel piazzale dell'officina.
- Dove siete dirette? - .
- Spokane. - .
- Se abitavate più vicino, potevo darvi uno strappo senza problemi. A duecento metri da qui c'è un Bed and Breakfast. Potete passare la notte lì. - informò.
Le due si sedettero poco più in là, lasciando l'uomo lavorare in pace.
- Quindi, tirando le somme, cosa abbiamo fatto di importante oggi, a parte restare bloccati? - chiese Ellen.
- Beh, abbiamo trovato una persona disposta a darci una mano nell'indagine e scoperto l'identità della bambina. - .
- Troppo poco. - .
- Io direi abbastanza. Abbiamo un punto di partenza. Ora possiamo addentrarci nella vicenda. - .
Un quarto d'ora dopo, il cellulare di Daveigh squillò.
- Daveigh? Sono Kristen. - .
- Ciao Kris. Hai scoperto qualcosa? - .
- Sì. Ma è pochissimo. Non c'è praticamente nulla su Chloe. - .
- Dimmi quel poco che hai trovato. - .
- Allora, Chloe Morrell, prima di iniziare a rompere i coglioni alla gente, era una bambina normalissima. Descritta come una brava bambina, è stata prelevata nottetempo dai satanisti, mentre stava dalla nonna, il 24 febbraio 1995. Aveva dieci anni. - .
- Niente poteri paranormali, niente telecinesi, niente effetti stile Carrie White? - .
- Sembra di no. - .
- E' poco su cui basarsi. - .
- E' nulla su cui basarsi. - .
- Altro? - .
- Niente, a parte sporadici articoli su chi, come noi due, la vede. - .
- Ok. Grazie mille, Kris. Alla prossima. - .
- Ciao, Dave. - .
La giornalista informò la fotografa dei dettagli scoperti da Kristen.
- L'utilità di quella donna è pari o inferiore a zero. - .
- Ma che stai dicendo? E' vero che non sono informazioni di rilievo, ma è pur sempre qualcosa. - .
Ellen continuò a guardare stizzita il meccanico che armeggiava con la macchina di Daveigh.
- Kristen non ti sta a genio? - chiese quest'ultima.
- Veste in modo troppo appariscente per i miei gusti. Mi sa di oca. - .
Qualche minuto dopo il meccanico le raggiunse.
- La pompa della benzina si è bruciata, occorre sostituirla. Domattina ve la sistemerò. - .
- Grazie. - fece Daveigh.
- Domattina? McCormack ci farà il culo per questo! - disse la fotoreporter alla giornalista.
- Non possiamo teletrasportarci a Spokane, Ellen! E l'ultimo autobus se n'è andato con Kristen. - .
- In treno? - .
- Stesso discorso. La stazione più vicina è a 15 Km, ma i treni si fermano alle 20. - .
- Va bene, ho capito. Dormiremo qui. - .
Il vento si alzò di colpo. Gli uccelli smisero di volare e di cantare.
Il meccanico gemette.
- Brutta storia... - .
- Che succede? - chiese Ellen.
- Questo vento è innaturale. Fino a un attimo fa non tirava un filo d'aria. - .
- Ed il tempo è migliorato, da stamattina. - .
- Qui non si parla di meteo, ma di cose a cui nessuno erroneamente crede. - .
Daveigh lo guardò con aria interrogativa.
- Che vuol dire? - .
- Quella strada, laggiù, - ed indicò una stradina sterrata verso il paese - sai dove conduce? - .
La giornalista scosse la testa.
- E' la strada per Villa Floyd, l'ex covo degli "Angeli di Lucifero". - rispose.
- Dov'è? - domandò Ellen.
- Nascosta tra quegli alberi. - e indicò un boschetto.
Non ne fu sicura, ma alla ragazza, per un attimo, parve di vedere la parte superiore della villa emergere tra gli alberi.
- Ne avrete sentito parlare. - .
- Eccome. E' in stato d'abbandono da mezzo secolo, e non ci vive più nessuno dalla scomparsa dei satanisti. - disse Daveigh.
- Stronzate. - fece l'uomo, montando in auto. - Quel posto è tutto meno che abbandonato. - .
- Come sarebbe? - .
- Qualcuno, o qualcosa, si aggira tra quegli alberi, tra quelle mura. Ne sono certo. - .
Il meccanico accese la sua macchina.
- E, qualcunque cosa sia, vi conviene non disturbarlo. - .
Detto ciò, scese in strada e si allontanò dall'officina.
Le due, invece, proseguirono, fianco a fianco, verso il B&B.