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Autore: Inquisitor95    17/08/2015    1 recensioni
Questa è la storia di una maga la cui vita un giorno verrà stravolta da una tragedia, sarà costretta a dire addio alla propria vita e ricominciare dall'inizio. Portando con sé un oscuro segreto riguardo i propri poteri, Myrah viaggerà fino alla città vicina al suo clan, durante il viaggio però la sua vita subirà dei cambiamenti che la porteranno al compimento del proprio destino, il destino di una Profetessa nella battaglia contro la Gilda delle Tenebre, una società intenta a riportare in vita l'esercito delle ombre che anni prima minacciarono la pace e la serenità.
A.A. Avevo già pubblicato questa storia ma per alcuni motivi ero stato costretto ad eliminarla, ora che ho più tempo voglio postarla nuovamente qui sperando che vi piaccia. (non siate cattivi è un'opera a cui tengo molto xD)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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21.

Perdere il controllo






Yvossa era davvero interessante se ascoltata. Poteva sembrare una tipa strana, forse anche minacciosa visto che non si preoccupava di dire in giro che era una ladra. Era una personalità ricca di emozioni che nel giro di poche ore dalla nostra partenza ci fece ridere. Una cosa di lei però non mi dava pace: il fatto che mi chiamasse bambolina; mi irritava parecchio ma non volevo fare la scontrosa così restai in silenzio.
« E poi c'è stata quella volta quando... » quando diceva quella frase cominciava uno dei suoi aneddoti migliori. Davvero difficile dire che non ce ne fossero visto che tutte erano imprese esilaranti o grandi per quello che faceva.
Era una ladra molto conosciuta a Sigdel, la città dei nani qui a Inakarrias, era nota per la sua bravura e per la sua scaltrezza, più veloce della luce e allo stesso tempo invisibile come un'ombra. La maggior parte dei suoi servigi erano contro le casate nobili della città. Tutti noi non potevamo fare altro che ascoltarla, distraendoci appena dalla strada mentre parlava.
« Non ci hai detto nulla di te però! » disse Raphael rivolto alla nana, la cosa mi suonò parecchio strana: non diceva di riferirsi alle donne con il “voi”? O ciò valeva solo per gli umani e gli elfi? Forse era stato educato in quel modo dai Paladini della Luce, non potevo sapere se fosse il codice avesse restrizioni.
« Di me? Ho parlato fin troppo di me, musino nero! » ebbene sì: come io ero chiamata bambolina, il soprannome per Raphael fu musino nero visto il filo di barba che aveva sul mento.
« Credo parlasse della tua famiglia! » provò a indovinare Winsper, lei si mise con le braccia incrociate e si finse offesa.
« Parliamo della tua famiglia, smemorato! » disse in tono abbastanza freddo e distaccato, parve pentirsi subito di ciò che aveva detto. « Sono nata nella casata Jurghenem. Praticamente siamo tra i parenti più prossimi del nostro re! »
Quella rivelazione incuriosì tutti noi. « Ma allora perché rubi? Voglio dire... la tua casata sarà ricca di doni e oro! » chiese Glaremy, l'unica a rispondere prima della nana fu Hematha.
« Lo trovo un ideale davvero nobile. Rubi ai ricchi donando ai poveri. A quanto dici nei tuoi racconti è così, no? »
Yvossa rimase incredibilmente stupita dal ragionamento dell'elfa. « Per tutti gli dei! La ragazza ha perfettamente centrato! » disse con un piccolo applauso. « Però è strano se ci pensi, se molti nobili la pensassero come me donerebbero le loro cose, non ci sarebbero più distinzioni! »
A quel punto fu Morkor a dover intervenire nel discorso. « Ci saranno sempre distinzioni. A partire dalla razza. Mentre voi nani vi ubriacate nelle taverne, gli altri vi guardano disgustati. » le sue parole erano cattive ma era vero, o meglio, gli unici a far distinzioni erano gli umani, di conseguenza le altre razza ci guardavano male. Era tutto un circolo vizioso.
L'argomento andò a sfumare col passare delle ore, dovemmo fermarci nel bel mezzo della notte viste che un forte vento aveva cominciato a spirare, era parecchio fastidioso e ci impediva di continuare. Piazzammo con difficoltà le tende per costruire il campo e io accesi il falò con le mie fiamme. Il vento però cercava di fare di tutto per spegnerlo, quasi che aumentasse d'intensità con l'obiettivo di farci sentire freddo. Quella sera fu molto strana: prima di andare a cenare Tarnyth mi chiese se poteva insegnarmi qualche incantesimo; solitamente non mi chiedeva il permesso, diceva qualcosa del tipo “È ora di lezioni nuove!” o frasi del genere. Mi aveva chiesto il permesso e non riuscivo a percepire nulla di ciò che stava per arrivare.
« Oggi voglio insegnarti incantesimi più forti del fulmine e della terra. Ci servi al massimo delle tue capacità in questa battaglia e sappiamo che sei dotata... » eravamo poco distanti dal falò, Glaremy e Yvossa erano comunque molto incuriositi dalle lezione di magia.
« Perché non insegnarmele oggi? » chiesi.
Lui si limitò a scuotere la testa senza darmi una spiegazione ben precisa. « Incanti più forti richiedono più energia. Tutto a suo tempo mia allieva... » fece un sorriso, vidi brillare i suoi occhi dorati di una strana luce e cercai di ricambiare.
Gli incanti che mi insegnò furono come al solito solo due: l'incantesimo per evocare una trappola di rovi di pietra con la capacità di evocare delle piante spinate dal terreno, usarle per imprigionare l'avversario in una morsa che lo avrebbe danneggiato, la sua “danza” era molto sinuosa e allo stesso tempo rievocava il concetto della pietra. Il secondo incanto fu la scossa fulminea; la sua danza era molto simile a quella dell'incantesimo del fuoco visto che consisteva nell'evocazione di una scarica di fulmini che agivano in forma conica, un po' come il soffio freddo che avevo appreso dal libro di Endelisis. Gli incanti erano notevolmente più potenti, Hematha evocò una barriera magica attorno a Tarnyth in modo che potesse essere difeso. Si sottopose al supplizio dei miei incantesimi, entrambi riuscii a evocarli alla prima volta e i nostri spettatori ne rimasero affascinati, ero molto felice e vidi Hematha in grande difficoltà quando finalmente avemmo finito l'allenamento.
« Ti senti bene? » chiesi mentre eravamo a cena, mi ero seduta tra lei e Tarnyth, tutti eravamo poi a giro accanto al falò per gustare dell'ottima carne cucinata, Raphael era davvero un cuoco eccellente e nessuno poteva metterlo in dubbio!
« Sì... un po' spossata dai tuoi incanti. Sei parecchio migliorata Myrah, sei distruttiva! » disse con fatica e addentando la carne. Io ne avevo preso solo un pezzo, non mi sentivo di aver fame.
« È vero! » poté confermare Tarnyth. « Fa passi da gigante. Credo sia la miglior allieva che abbia mai avuto. Mi chiedo però chissà quali segreti avresti imparato restando con gli Erranti... »
Quello per me era un tastato davvero dolente. Non riuscivo a darmi pace per quello che era successo a mio padre, ormai erano passati più di due mesi e avrei anche dovuto farmene una ragione. Tutto sembrava incredibilmente ridicolo se pensavo che ero stata io, la colpa era tutta del demone. A quel punto accadde qualcosa che non potei fermare: sentivo lo sguardo dell'elfo addosso a me, mi voltai quindi verso di lui, si spostò i capelli rossicci via dal viso e compì un'azione veloce: la distanza tra noi due diminuì velocemente mentre lui avvicinava il viso al mio, non ebbi il tempo di riflettere su cosa accadesse che già sentii la sue labbra fredde e dure sulle mie; il suo viso premuto a me e legati da un bacio che sembrava durare un'infinità di tempo, fece un movimento realizzato per poter entrare nelle mie labbra, solo che il mio cervello aveva già preso ossigeno e reagiva: mi staccai con forza dal bacio e gli piantai un ceffone sulla guancia.
Attorno a noi si scatenò il caos: Winsper si alzò dal suo posto e si gettò addosso all'elfo prendendolo a pugni, tutti gli altri si alzarono insieme a lui e cercarono di separarli, alla fine fu grazie all'intervento di Morkor che si due si separarono.
« Bastardo non osare toccarla ancora! » disse Winsper in mia difesa, sapevo perché l'aveva fatto, eppure mi aspettavo qualcosa del genere da Raphael non da lui, ma il ragazzo era sparito, colse la mia attenzione quando lo vidi camminare a pochi metri da noi verso un boschetto. Cercammo di ricomporci e io mi rendevo conto di ciò che era successo: avevo ricevuto il mio primo bacio!
Ero emozionata all'idea, felice persino. Eppure non era quello il momento giusto, e tanto meno la persona giusta. Prima di andare verso Raphael misi una mano sulla spalla di Winsper, lo ringraziai sussurrandolo all'orecchio e poi corsi via.
« Raphael... » ero ormai vicina a lui, si bloccò improvvisamente e mi diede occasione di avvicinarmi. Restò di spalle, mi sentivo tremendamente in colpa. Come se lo avessi tradito. « Non è stata colpa mia! È stato lui a baciarmi! »
A quel punto si voltò e potei vedere la sua espressione arrabbiata, gli occhi lucidi; rimasi distrutta da quell'immagine. « Non importa. Non siamo mica fidanzati... voi dovete amare chi volete; sono solo gelosie da amico... » disse scherzando un po' ma restando lo stesso col viso in tensione.
No, non era semplice gelosia da amico. Forse me la immaginavo io così, ma Raphael mi nascondeva i suoi veri sentimenti. E io non potevo sopportarlo. « Io non amo Tarnyth! » dissi avvicinandomi ancora di più a lui, mi prese istintivamente la mani, indossava i guanti e mi riscaldarono.
Tutta quella situazione era difficile. « Ne siete sicura? In fondo è un bel ragazzo, gli elfi sono affascinanti lo ammetto. I loro occhi grandi... potete dirmelo... » si corresse subito. « Anzi no, non sono tenuto a sapere i vostri segreti, scusatemi ancora! » quasi si comportava come se fosse lui nel torto, ma era solo un malinteso, qualcosa che lui stava creando nella sua mente.
« Sbagli se pensi questo! Siamo amici, io voglio dirti tutto quello che mi riguarda! » E di Lamia? Quello non potrei mai... « Non amo Tarnyth. È stato lui a baciarmi e non avrei mai voluto che il mio primo bacio fosse così... » davanti a tutti per esempio, come se fosse stato dato tra due bambini durante la ricreazione.
Il suo viso a quel punto si rilassò, restò però ancora triste nonostante cercasse in tutti i modi di sorridermi. Raphael ci era rimasto davvero male, ma per farmi felice non lo disse. « Va bene Myrah non preoccupatevi di darmi spiegazioni... » continuò a ripetere, mi lasciò andare la mani. « Sappiate però che la prossima volta che ci prova senza il vostro permesso, non esiterò a trapassarlo con la spada! » eravamo intesi.
Annuì e tornammo insieme al campo dagli altri dove le acque erano ancora agitate e l'aria tesa come un filo di trappola.

* * *

Xlamerfa era un villaggio piccolo che si affacciava direttamente sul mare, più grande se messo a confronto con gli altri villaggi nella zona, anche parecchio abitato; soprattutto vi era molto commercio per quanto riguardava il grano e la pesca vista la spiaggia e le belle scogliere che brillavano sotto la luce del sole al tramonto. Al nostro arrivo ci trovammo di fronte quello spettacolo, le case piccole e le persone impegnate a fare qualcosa. Dall'altro lato i grandi campi in coltivazione. Ci spostammo verso l'interno superando alcune rovine, un tempo dovevano essere parte di castelli a mansioni nobiliari, quel villaggio infatti era nato da pochi secoli. Superammo una grande arcata e ci facemmo strada lentamente, quando arrivammo al centro del villaggio potemmo vedere i risultati degli attacchi degli orchi: c'erano dieci feriti in condizioni critiche, avevano garze e bende insanguinate lungo tutto il corpo. Hematha si sentiva in dovere di aiutare quei poveretti con la magia bianca.
« Occhioni, quella gente non ha più speranza, l'unico motivo per cui continuano a lottare è per morire! » disse Yvossa quando Hematha chiese di poterci fermare ad aiutare.
Non aveva senso, continuare a vivere per morire... non mi trovavo d'accordo con Yvossa tuttavia non potevamo perdere troppo tempo: il sole era quasi sul suo tramontare e brillava vicino alla linea dell'orizzonte, la notte era quasi scesa portando con sé una luna gigantesca, forse piena quella notte; dovevamo parlare con il capo villaggio della situazione.
« La situazione di Xlamerfa è difficile. Stiamo pensando di abbandonarla... » disse l'uomo quando lo trovammo, era nell'unica abitazione grande nel villaggio.
Quell'uomo era afflitto, nonostante dalla voce potei capire che fosse giovane, il suo aspetto diceva tutt'altro. « Ma abbandonare il villaggio significherebbe darla vinta agli orchi! » gli feci notare ma le mie parole non servirono granché.
« Perché Astesia non manda un piccolo esercito a difendervi? » chiese Raphael, era una domanda ovvia in effetti e l'uomo non seppe cosa rispondere. Parlò Glaremy al suo posto.
« Perché altrimenti non avrebbe mandato noi. Sono nobili... hanno sempre un secondo fine nel concedere aiuto! »
Come potevo essere stata così stupida? Era proprio come con il lord di Serpah, ci aveva chiesto di uccidere una chimera; il principe Rustin ci stava chiedendo di placare questi attacchi degli orchi. Qualcuno però doveva comunque agire dietro loro...
« Vogliamo lo stesso aiutarvi. Il prossimo attacco era per stanotte credo di aver capito? » lui annuì alle parole che aveva detto prima. « Possiamo ergere delle difese... » mi voltai verso i miei compagni. « Dobbiamo dividerci. Un gruppo resterà qui in città mentre gli altri combatteranno sul fronte principale! »
L'idea non era per niente male ma il capo villaggio era molto desolato e cercava di convincerci ad andare via. « Ignorate il triste fato di Xlamerfa. Gli orchi vogliono la città? Se la prendano. E se c'è anche una misteriosa gilda dietro... » non ebbe parole per terminare il discorso.
« Noi restiamo a combattere! » dissi infine, anche perché se avessimo lasciato la città agli orchi, il principe Rustin ci avrebbe potuto negare l'aiuto o chissà cosa!
Io avrei combattuto decisamente in prima linea, insieme a me volevo persone dalle forti qualità d'assalto, dovevamo essere noi a fermare gli orchi prima dell'arrivo nel villaggio. Scelsi di portare con me Raphael vista la sua istruzione da Paladino, optai anche per Glaremy in quanto comandante e arciera, infine presi con me Winsper, col suo martello avrebbe fatto danni; non conoscevo le abilità di Yvossa ma ritenevo che sarebbe stato un ottimo supporto insieme a Morkor agli altri due maghi. In poco tempo la luna salì sempre più nel cielo, nascondendosi in un primo momento dietro una gigantesca nuvola, fu allora che da una nebbia fitta apparsero in fila gelandomi il sangue.
Un ruggito provenne dalle creature che subito si mossero contro di noi con violenza pronti per combattere e per arrivare a saccheggiare il villaggio; i miei tre amici si mossero in avanti a mo' di barriera insieme ai pochi volontari del villaggio che avevamo radunato per combattere, erano superiori a noi, più di venti orchi corazzati correvano contro il villaggio con gli occhi famelici del nostro sangue. Una pioggia di frecce infuocate improvvisamente si scagliò oltre di noi e mi fece credere che ce ne fossero altri oltre la prima linea. Lo scontro iniziava.
Non rimasi ferma nel mio punto e in un primo momento supportai Glaremy, si muoveva con grazia e velocità inumana, scagliava le frecce col suo arco e centrava gli occhi, uno di essi stava per calare la sua ascia su di lei quando evocai la barriera per separarli e il colpo andò perso, subito eseguii una scarica di fulmini che lo investì in pieno uccidendolo sul colpo per la forte scossa elettrica ricevuta. Mi voltai appena in tempo per evitare il colpo di una frusta spinata, mossi le mani dal basso verso l'alto e sotto la creatura comparve un alto muro di fiamme che lo bruciò letteralmente vivo, gli altri furono persino feriti e due orchi caddero sotto le potenti frecce di Glaremy, in particolare scagliò una freccia con la punta bombata, quando entrò a contatto con l'armatura di un orco, quella esplose trascinandosi con sé anche la creatura ormai in pezzi.
« Complimenti! » le urlai quando ci trovammo schiena contro schiena, avevo il fiatone eppure ero piena di energie!
« Grazie, anche tu non scherzi mica con le tue magie! » vidi che eravamo circondate da cinque orchi, tutti con lo sguardo accattivante, gli occhi insanguinati e desiderosi della nostra vita.
Fui io a rompere la posizione di stallo.
Evocai delle lame di vento che si scagliarono con forza contro i nemici, ne ferii alcuni ma non li danneggiai più di tanto, a quel punto si gettarono su di noi e ne imposi la mano in avanti creando un cono di ghiaccio che cristallizzò almeno due dei nemici. Glaremy era saltata via e stava abbattendo un nemico con le sue frecce, utilizzai un fulmine diretto contro le statue di ghiaccio che avevo creato e le distrussi in pezzi. Evocai altre fiamme in modo da proteggermi e attaccare allo stesso tempo concedendomi pochi istanti per pensare alla mossa successiva; gli incantesimi di acqua erano del tutto inutili, non potevo perdere tempo ad evocare il serpentone dal mare! Usai dei rovi di pietra per bloccare l'ultimo orco che mi trovavo intorno, lo strinsi in una morsa che gli fece perdere sangue e che gli spezzò il collo con un colpo secco. Rilasciai l'incanto e mi volta ancora una volta verso la nebbia, gli arcieri avevano infine preso il via alla loro marcia e dietro di loro c'erano delle figure: uno in particolare stava avanzando in avanti, due dietro di lui e altre due ancora più indietro. Tutti e cinque i presenti erano incappucciati e indossavano vesti diverse, ne mancava uno, il drago da quanto ricordavo, non riuscivo a credere di vedere la Gilda delle Tenebre al completo.
« Ottimo lavoro piccola Profetessa. Certo è davvero triste che tu debba morire visto l'enorme potenziale che possiedi... » era stato l'uomo a capo della coda a parlare, era muscoloso e alto, indossava una tunica nera e delle placche sparse per le braccia e per il busto, erano scaglie di drago!
L'uomo si tolse il cappuccio rivelando un bel volto, occhi scuri come il carbone, pelle candida e capelli argentei con striature di viola, lunghi fino a sotto le scapole. Alle sue spalle teneva un gigantesco spadone per combattere, eppure vidi che nella sua mano si stava generando un incantesimo. Era il loro capo! Lo sentivo dentro di me, e soprattutto era un mago!
« Pensavo che non avrei mai avuto il piacere di incontrarvi! » pensai che con il muro di fuoco avrei potuto ucciderli in un colpo solo, ma il mago evocò un potente scudo magico che scagliò via il mio incantesimo, aveva cambiato incanto in un secondo! Quanto talento poteva avere allora?
« Basta così! Uccideteli! » era un ordine ai suoi orchi? Erano allora alleati? Certo... in fondo Morkor aveva ricevuto l'ordine di uccidermi o rallentarmi per conto loro no?
Non ebbi modo di concentrarmi ancora su di loro, vidi che una figura si spostò in mezzo alla battaglia per combattere contro di noi, forse per il piacere di spargere sangue. Fui però scaraventata nel mezzo della battaglia nuovamente e in modo brusco: un orco pieno di armi mi diede un colpo di mazza spinata in pieno petto! Pensavo di essere morta per il dolore, eppure vidi che non perdevo molto sangue, avevo delle ferite ma non perforanti, anche se il fiato mi si era mozzato; perdevo comunque sangue e mi alzai di nuovo a fatica.
Con un fulmine lo immobilizzai del tutto, dietro di lui comparve poi Raphael con un colpo diretto gli recise la testa e l'orco cadde. Si avvicinò a me con lo scudo levato aria e pronto per difendersi dal colpo che stava per ricevere, scagliai le fiamme contro l'orco bruciandolo vivo come se avessi usato un soffio di drago. Il ragazzo mi raggiunse finalmente e mi sentii incredibilmente sollevata, sensazione che svanì subito quando vidi che aveva una freccia conficcata in mezzo alla spalla e che aveva una larga ferita al polpaccio da cui perdeva sangue.
« Myrah che bello vedervi sana e salva! » disse appoggiandosi alle mie spalle, non riusciva a camminare bene e mi fece prendere il panico, attimo che terminò quasi subito.
« Raphael non preoccuparti! » come prima cosa presi a fuco la lama della sua spada in modo che bruciasse tra fiamme magiche, avrebbe danneggiato maggiormente i nemici. Mi chinai poi in ginocchio davanti a lui e fermandomi proprio sulla ferita, allungai le mani e le spinsi contro di essa rabbrividendo.
Potei sentire nuovamente quella sensazione sgradevole, una grande forza dentro di me che si spingeva verso le mie mani che brillavano di luce, assorbivo la ferita e restituivo la sua originale forma, l'incantesimo finì e non c'era più neanche l'ombra del taglio o del sangue. Raphael mi diede una mano ad alzarmi ma ero senza forze, l'incantesimo mi aveva levato troppe energie.
« Vi proteggerò io! State dietro di me! Non arriveranno a voi a costo della mia stessa vita! » la situazione era davvero difficile e gli orchi erano troppi, probabilmente erano arrivati dentro il villaggio e noi contavamo tante perdite.
Altri orchi si gettarono addosso al mio protettore, a ogni suo colpo alternava la protezione con lo scudo in avanti, poi subito si scagliava in una serie di attacchi letali con la spada infiammata, due orchi caddero in pochi istanti davanti a lui, infilzò la spada nel petto di un terzo e subito recise la testa a un quarto, tornò vicino a me; a quel punto cercai di evocare incantesimi per aiutarlo: il migliore era senza dubbio il muro di fuoco, bruciavo i nemici e ne bloccavo ad altri il passaggio, poi cercai di darmi da fare con delle scariche fulminee in modo da atterrare nemici, fortunatamente anche le frecce di Glaremy ci diedero man forte contro le creature.
« È inutile che continui a combattere, Profetessa! » disse una voce dietro di me, mi voltai per vedere che Winsper era molto vicino a me e abbatteva un orco spappolandogli il cranio.
La voce però non era stata la sua, apparteneva a un nano che si avvicinava a me, indossava un'armatura in quello che doveva essere oro vulcanico e si tolse il cappuccio mostrando un volto deforme, un naso grande e occhi verdi, capelli biondi con barba ispida che cadeva sul petto. Tra le mani stringeva una frusta spinata, ne scoccò un colpo e feci appena in tempo a proteggermi con lo scudo, distrusse la mia difesa e sentii un bruciore alla spalla, doveva essere riuscito a colpirmi pensai.
« Perché continuate a chiamarmi Profetessa? Di cosa diavolo state parlando? » avevo il bastone magico portato in avanti, non sentivo più la protezione di Raphael dietro di me, stava combattendo a pochi metri e il più vicino era Winsper.
« Non ti servirà a nulla saperlo visto che stai per morire per mano del grande Groel, il combattente più forte della Gilda delle Tenebre! » disse alzando la frusta e preparandosi a schioccarla. Potevo ancora difendermi.
Ma qualcosa accadde e mi distrassi perdendo totalmente ogni difesa, un evento che determinò l'inizio degli orrori di quella notte: la luce lunare investì per la prima volta il campo di battaglia, Winsper si voltò urlando verso la luna, temevo fosse stato colpito e la mia attenzione venne reclamata totalmente da lui, potevo difenderlo lanciando lo scudo su di lui come mi era stato insegnato, ma quello che gli stava accadendo non era paragonabile a nessuna ferita: il suo corpo si stava gonfiando, le sue braccia esplodevano e si riempivano di peli, distrusse totalmente l'armatura che aveva intorno a sé, perse dalle mani il martello, questo perché quelle stavano mutando come il resto del corpo, diventavano zampe con lunghe zanne bianche. Il viso di Winsper si allungò e un mostro comparve al posto del mio amico, allora compresi il legame con ciò che stava succedendo: la luna alta e piena nel cielo, Winsper si era appena trasformato in un lupo mannaro! Era una maledizione, era Magia Nera.
« Winsper... » gridai istintivamente ma nulla del mio amico era rimasto dentro quella creatura che cominciò ad attaccare indistintamente chiunque si trovasse sotto tiro.
Sentii una morsa stretta alla mia gamba e gettai una urlo per il dolore, era come se la carne venisse strappata via, solo allora vidi la frusta che tornava tra le mani di Groel, caddi a terra mentre lui si avvicinava. Non c'era più nessuno che mi avrebbe aiutata, la situazione era totalmente a nostro a sfavore, e quando pensavo che il peggio era accaduto... mi sbagliavo!
Il bruciore alla spalla aumento, nel punto esatto in cui c'era il marchio delle tenebre. Spalancai gli occhi per l'orrore quando vidi che una luce brillava segnando il contorno del simbolo, era già accaduto una volta, non potevo permetterlo di nuovo.
« Pronta per morire, Profetessa? » disse Groel in tono minaccioso trovandosi ormai davanti a me.
Furono quelle le parole che fecero esplodere il caos, sentii una forza risalire dentro di me, una forza che avevo già provato una volta, le lacrime cominciarono a scendere e il bruciore cessò dopo il mio urlo. Non riuscivo a controllarlo, Lamia stava tornando una seconda volta nella sua forma fisica, cominciai a tremare di paura.






Angolo Autore:
Buon pomeriggio miei fan ^^ chiedo scusa per la lunga attesa e il silenzo in questi giorni, diciamo che mi sono preso una lunga pausa di ferie xD Vediamo vediamo... quanti casini! Tarnyth... il rapporto tra Raphael e Myrah sempre più complesso... e ora che sta succendo? Come finirà la battaglia? Al prossimo capitolo ^^ Un grazie come sempre a tutti i miei lettori e a Fantasy_Love_Aky per la recensione ^^

 
  
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