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Autore: summerstar    17/08/2015    2 recensioni
Cosa accade quando le Nazioni decidono di concedersi una piccola vacanza?
provate ad immaginare uno di quei posti paradisiaci dove regnano la pace ed il silenzio... ecco, scordatevelo.
In questa fic vedremo come interagiranno fra loro le varie nazioni durante una breve vacanza a casa di Romano.
Vi aspettano sole, mare,caldo e (spero) tante tante risate!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Arthur entrò in acqua per due motivi, uno: aveva un caldo che neanche fosse nel deserto del Sahara, due: la giornata era appena iniziata e già non sopportava più la dannata rana vinofila.
 Questo giusto per iniziare la giornata in bellezza.

“Com’è il mare mon ami?”

“Non sono tuo amico” Disse Inghilterra al francese, con uno sguardo omicida.

“Ohh andiamo Angleterre!”

Francis iniziò a schizzare acqua contro l’inglese, continuando a ridacchiare. L’altro rimase immobile, con l’espressione che si faceva sempre più incavolata, diventando tutto rosso, tanto che dalle orecchie iniziò ad uscire un po’ di fumo.

“Ti diverti a stuzzicarmi, eh Francis?” Pensò Inghilterra “Ma si sa, che ride bene… chi ride ultimo!”

Con un balzo atletico, Arthur si avvicinò a Francis, premendogli le mani sulla testa e spingendo con tutta la forza che aveva verso il basso, con l’intenzione di annegarlo.
Sì, bé, ecco… questa era l’ intenzione  ma,non essendo Arthur esattamente un tipo robusto, a Francia risultò notevolmente facile rovesciare la situazione.
 
“Lasciami, you stupid idiot!”

“Se io ti lascio andare, cosa ricevo in cambio?” L’espressione sulla faccia del francese non prometteva nulla di buono.

All’improvviso, dalla bocca dell’inglese uscì un gemito di dolore, seguito da svariate imprecazioni dette in più di dodici lingue diverse, napoletano compreso. (Ok, stare troppo tempo nel territorio di Romano non gli faceva affatto bene)

“Ahahah, I-Inghilterra, stai, ahahah, stai bene?” Il francese sapeva bene che a quel punto avrebbe dovuto preoccuparsi ed andare a chiedere al poveretto il perché di questa reazione improvvisa, ma non ce la faceva proprio a non ridere, era troppo divertente vedere un gentiluomo tranquillo e posato come Arthur agitarsi e dire parolacce così volgari, senza che sia stato lui a scatenargli questa reazione!

Shit! Mi ha punto una fucking medusa!”

 
 
*°~°*°~°*intanto nella postazione di controllo dell’eroe*°~°*°~°*

 
 
“Che noia, non c’è nessuno che abbia bisogno di un eroe, qui!”

“…”

“Avanti Tony, vai a fare un po’ di casino, così poi  potrò intervenire!”

“…”

“Ho capito, non ne hai voglia… hey, ma, aspetta un secondo… quello è Inghilterra con un’espressione di puro dolore stampata in volto! E quello è Francia impegnato ad eseguire una risata malvagia!Cavoli, è davvero bravo, dopo devo ricordarmi di fargli i comlpimenti… comunque sia lo sapevo, alla fine qualcuno ha bisogno dell’eroe!!”

 
*°~°*°~°*°~°*°~°*°~°*°~°*

 
Una volta arrivati sulla spiaggia, Francia aiutò Inghilterra a sdraiarsi sopra il telo.
Dato che la nazione inglese era stata punta dalla medusa nella gamba destra,ciò gli rendeva difficile spostarsi, visto il gran dolore della puntura.

America, corso in difesa dei più deboli come un bravo eroe, chiese ad Inghilterra cosa era successo… a modo suo.

“No, America, non sono stato violentato/picchiato/ rapinato da Francia…” Disse l’inglese, esasperato sia per l’assurdità delle affermazioni (come si poteva rapinare qualcuno in mare?) che per il dolore che non accennava a scomparire.

“Sono solo stato punto da una medusa” Concluse Arthur.

Alfred guardò prima Inghilterra e poi Francia con un’espressione confusa, grattandosi la nuca “Eppure la risata malefica di Francis lasciava intendere tutt’altro…”

Dopo alcuni minuti di silenzio, in cui gli unici suoni che si sentivano erano i gemiti di Inghilterra e il chiacchiericcio che proveniva dalle altre nazioni presenti sulla spiaggia, America si tuffò improvvisamente in mare.

“Hey, ma che fai?” Chiese Francia, incuriosito da quel modo tranquillo,cosa del tutto insolita, di uscire di scena dell’americano.

“Vado a cercare la medusa che ha ridotto in questo stato Inghilterra! ” Urlò America, ormai già lontano dalla spiaggia. “I cattivi vanno puniti, SEMPRE!” Detto questo, Alfred si immerse nell’acqua in modo teatrale, scomparendo dal campo visivo delle due nazioni.

Inghilterra pensò alle parole dell’Americano.

“Arthur, perché hai la faccia tutta rossa?”

“EHM… n-niente è che… ho molto caldo ecco!”

Che ce l’abbia veramente un cuore, sepolto sotto tutto quell’egocentrismo?

 
*°~°*°~°*°~°*°~°*°~°*°~°*

 
“C’è molto caldo oggi eh?” Chiese Belgio alla nazione che la stava ospitando.

“Sì,credo di sì, ma io ci sono abituato”

“Il sole picchia davvero molto!”

All’improvviso, si accese una lampadina sopra la testa dell’italiano (Strano, ormai Romano pensava che quella lampadina si fosse fulminata, dato che erano secoli che non si accendeva).
Avrebbe preso la crema solare che aveva nella borsa e l’avrebbe spalmata sulla schiena e sulle spalle della sua Bella, creando così un contatto con lei, che forse si sarebbe trasformato in qualcosa di più…
Si trovò costretto a scuotere energicamente la testa,Lovino, per far passare il rossore che gli aveva incorniciato il viso, a causa dei pensieri un po’ spinti (comunque irrealizzabili, data la presenza delle altre nazioni sulla spiaggia) che stava facendo.

 
“Ma dove diavolo è quella borsa?!”

“Ci sono problemi, Romano?”

“N-no tranquilla…”

Sì che ce ne sono, parecchi anche!! Come avrebbe attuato il suo piano senza l’elemento fondamentale: la crema solare?
Oltre alla borsa, anche un altro soggetto mancava all’appello.

“Belgio, hai mica visto dov’è andato Spagna?” Chiese Romano, sperando con tutto il cuore che la risposta fosse affermativa.

“No, mi spiace!”

Mai ‘na gioia.

“E se, dato che l’ho ignorato, si fosse offeso e se ne fosse andato? Prendendo la mia borsa invece che la sua?” I pensieri di Romano avevano un senso, considerando la sbadataggine di Spagna (e considerando anche che entrambi avevano una borsa praticamente identica).

“Belgio, io vado a cercare il basta… Spagna, torno subito!”

“Ok, cerca di trovarlo!” 

Era un’espressione preoccupata, quella di Romano?

 
*°~°*°~°*°~°*°~°*°~°*°~°*

 
“Ahhh~, ho fatto proprio un bel bagno! Il mare del fratellone è il migliore!”

“Sì, devo dire che è stato gradevole”

Germania ed Italia si stavano godendo il sole del sud sdraiati tranquilli sui loro teli, fino a quando una voce femminile non interruppe il loro dolce far niente.

“Ciao! Posso stare un po’ qui con voi? Romano e Spagna mi hanno lasciata sola…”

“Ciao Belgio!” Italia corse ad abbracciarla, cosa che diede inspiegabilmente fastidio al tedesco. “Certo che puoi rimanere, per noi va benissimo!”

“Grazie mille Feli!”

 
*°~°*°~°*°~°*°~°*°~°*°~°*

 
“Spagna, bastardo! Dove stavi andando?” Romano aveva finalmente trovato lo spagnolo, diretto verso l’uscita della spiaggia.

Quest’ultimo rimase sorpreso nel vedere che l’italiano,proprio il suo Lovinito, lo stava cercando; doveva aver corso molto, visto il fiatone che cercava in tutti i modi di nascondere.

“Romano, sei venuto di corsa a cercarmi non appena hai visto che il boss è sparito!?” Gli occhi di Antonio luccicavano, quasi non gli pareva vero.

“Il fatto, mio caro boss, è che hai preso la MIA fottuta borsa!”

Antonio guardò all’interno dell’oggetto in questione e sì, a quanto pare aveva fatto un errore.

“Comunque sia… te, te ne stai andando?” L’italiano gli fece la domanda guardando verso il basso.

Spagna lo guardò confuso e, proprio mentre stava per rispondergli, si bloccò.

Ecco che anche a lui venne in mente un’idea geniale.

“Sì, il boss ha visto che ci tenevi tanto a conquistare Belgio, che ha deciso di tornare a casa” Fece con un espressione tragica, esasperata al massimo, con tanto di mano poggiata sulla fronte.

In realtà l’intenzione di Antonio era quella di addolcire un po’ Romano facendogli un regalino, per l’esattezza regalandogli quel bel pomodoro di vetro che aveva visto in una bancarella prima di entrare in spiaggia. Per questo aveva preso la borsa (pensando che fosse sua), perché gli serviva un posto dove nascondere l’oggetto per poter fargli poi una bella sorpresa!

“Ah…”

In quel momento,però, la situazione giocava a favore dello spagnolo. Quella sarebbe stata la prova del nove, avrebbe capito se l’italiano ci teneva almeno un poco a lui, sfruttando un piano escogitato sul momento. Avrebbe visto se Romano, una volta saputo che se ne stava andando, l’avrebbe bloccato.

Quella era la prova del nove.

 
“Prima di andare via, ridammi la borsa”

Cosa? No no no no! Non doveva andare così!

Spagna si avvicinò a Romano per ridargli la borsa, ora era davvero triste.

Si voltò e fece per andarsene,ormai rassegnato all’idea che al suo Lovinito non importava nulla di lui, ma la voce dell’altro lo bloccò.

“Dove credi di andare senza la TUA borsa, bastardo?”

Ah già, la sua borsa…

“E… e poi…” La faccia di Romano si stava pericolosamente colorando di rosso. “Non puoi andartene lasciando a me il compito di togliere e trasportare ombrellone e borse varie, sei costretto a rimanere!”

Detto ciò, Romano si voltò velocemente, con la faccia che ormai era diventata un pomodoro.

Antonio esplose letteralmente dalla gioia, lo sapeva, che Romano gli voleva bene!

Mentre rideva come un bambino lo abbracciò da dietro, afferrandogli il collo e stringedolo fortissimo, era troppo felice.

“E lasciami, BASTARDO!!”

 
*°~°*°~°*°~°*°~°*°~°*°~°*

 
Germania si sentiva un po’ escluso, all’interno di quel trio.

Italia continuava infatti a ridere e scherzare con Belgio, quasi come fossero amici di vecchia data, che non si vedevano da anni. Continuavano a parlare e a parlare, sembravano proprio due amiconi. O anche qualcosa di più.

Ludwig sapeva che sarebbe andata avanti così fino all’arrivo dei due ragazzi scomparsi, per questo,per la prima volta in vita sua, fu sollevato nel vedere finalmente arrivare l’ ’altro italiano’, seguito da Antonio.

L’ ‘altro italiano’, invece, rimase impietrito, nel vedere la scena che gli si parò davanti: Belgio che parlava tutta felice con suo fratello, in un modo così diverso da come parlava con lui, in modo così… dolce.

Si  fece scuro, nei suoi occhi si leggeva prima rabbia, poi tristezza, poi frustrazione, poi più niente. Vuoto totale. Solo un profondo vuoto che riempiva le sue iridi.
Tutti, tutti preferivano suo fratello a lui. Persino lei, LEI, alla quale Lovino era affezionatissimo, per la quale avrebbe fatto l’impossibile, ora le sembrava uguale a tutti gli altri. Semplicemente un’altra che si univa al gruppo di persone che preferivano suo fratello a lui. Semplicemente, un’altra delusione.

Non si disturbò nemmeno di avvertire Belgio del suo arrivo, semplicemente si stese sul suo telo, ignorando tutto e tutti. Tanto a nessuno importava veramente di lui.

“Romano… che hai?”Spagna lo guardava in modo preoccupato, mentre stava seduto di fianco a lui. Raramente aveva visto l’altro così giù. A parte forse quella volta in cui aveva finito la pasta…

“Non ti interessa… a nessuno interessa” La voce di Romano era da brividi. La tipica voce di chi è sul punto di piangere, quella che se la senti, ti demolisce.
Antonio non sapeva cosa fare o dire per consolarlo, non sapendo il motivo di quell’improvvisa tristezza.

“So che non vedi l’ora di andare da mio fratello anche tu, perciò vai pure, non ti sentire obbligato a rimanere qui solo perché dopo  mi lasceresti senza nessuno”

Ecco il motivo. Doveva capirlo, Antonio, dallo sguardo con cui Romano aveva guardato Feliciano e Belgio, prima di stendersi.

“Italia, io non ti lascerei mai e poi mai solo” Queste parole uscirono dalla bocca dello spagnolo con una fermezza ed una convinzione che non lasciavano spazio ad eventuali proteste, era così e basta.

Lovino, più sorpreso dal nome con cui lo aveva chiamato che per la frase che aveva pronunciato, si mise a sedere di scatto, gli occhi spalancati e le guance leggermente arrossate.

“Tu mi hai appena chiamato Italia?”

“Certo, dopotutto, sei Italia tu tanto quanto lo è lui”

Nessuno lo aveva mai chiamato così, nessuno gli aveva mai detto quelle parole, quelle stesse parole che si ripeteva continuamente.

Trasportato dall’emozione del momento, Romano abbracciò Antonio, un abbraccio che sembrava infinito.
Un abbraccio pieno d’affetto e gratitudine.

Dire che Spagna rimase sorpreso dal quel contatto del tutto imprevisto è dire poco. Quasi non si accorse di avere gli occhi lucidi, per l’emozione, per la gioia, per tutto.

Lui, che è sempre stato troppo impulsivo, decise di allontanarsi quel tanto che bastava da Romano per poterlo guardare, per poter ammirare i suoi occhi accesi, luminosi...felici, avrebbe osato dire.
Senza pensarci troppo, iniziò ad avvicinarsi sempre di più al viso di Lovino, fino ad annullare quasi del tutto la distanza fra i loro visi. Mancava così poco… ma, perché c’è sempre un ma, all’improvviso un grido li interruppe, facendo riprendere Romano da quella specie di semi-coma in cui era caduto, che lo spinse ad allontanare lo spagnolo in maniera non esattamente delicata.

 
*°~°*°~°*°~°*°~°*°~°*°~°*

 
“Allora, perché mi hai chiamato?”

“Romano, Inghilterra è stato punto da una medusa e a quanto pare il dolore non passa e, dato che queste sono zone tue, volevamo chiederti che possiamo fare” Francis ancora la trovava un po’ comica la cosa, ma comunque iniziava a dispiacergli per il sopracciglione, sembrava facesse davvero male.

“S-signor Inghilterra, si è fatto pungere? M- mi dispiace tantissimo, mi creda!”

“Tranquillo, non sto dando la colpa a te, voglio solo sapere cosa posso fare per... Ahi! Far passare il dolore”

“Ecco vede… io non lo so!”

Le due nazioni lo guardarono stravolte, come poteva non saperlo? Dopotutto non poteva essere stato l’unico ad essere punto da una medusa!

“Tranquilli, l’eroe ha la soluzione!” America spuntò dal nulla, con una bottiglietta di cola in mano.

“E tu da dove spunti?” Chiesero in coro le nazioni.

“Non è importante, piuttosto, Inghilterra, vuoi che ti passi il dolore?” Fece Alfred, mostrando la bottiglietta che teneva in mano.

“Aah, possibile che per te i problemi si risolvano solo con hamburger e cola?”

“Andiamo Inghilterra, almeno proviamoci!”

Arthur borbottò qualcosa di incomprensibile, che America interpretò come un ok.

Una volta aperta la bottiglietta, l’americano iniziò a rovesciare il liquido nerastro sopra la puntura dell’inglese, il quale subito si contorse per il dolore,poi si tranquillizzò sempre di più, fino a rilassarsi completamente, chiudendo gli occhi e facendo un bel sorriso.

“Visto che funziona? Ahahah, sono un geniooo!”

Questa è la storia di come Alfred curò Arthur con una bottiglietta di cola. Liberi di crederci o no.


 
 
 
 
 
*°~°*Angolino dell’autricE*°~°*

Saaaaalve lettori!!
Sono felice di trovarvi ancora qui, vi ringrazio davvero! ^^
Questo capitolo si sofferma molto sulla spamano, mentre ho un po’ trascurato le altre coppie, soprattutto la gerita!  *chiede umilmente perdono*
Mi scuso anche per la parte “triste” che ha preso buona parte del capitolo, è che mi sentivo così ispirata!
*chiede umilmente perdono, di nuovo*
Spero che nonostante queste cose abbiate comunque apprezzato il capitolo!
Come ultima cosa vi ringrazio ancora e vi invito a recensire, mi fareste tanto tanto felice! :3

 
Tanti affettuosi saluti,
*°~Summerstar*°~
   
 
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