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Autore: ThorinOakenshield    17/08/2015    8 recensioni
Una ragazzina si sveglia in un prato. Non sa dove si trova né come ci sia finita. Sta di fatto che, ciò che inizialmente considera un incubo tremendo, si trasformerà nel sogno più bello della sua vita.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Bilbo è ancora scioccato e sta guardando il drago dirigersi verso Pontelagolungo, mentre si tiene sulle rocce.
Io non so cosa dire, forse è meglio se sto zitta in un momento come questo, non è necessario dire sempre e comunque qualcosa.
Lo hobbit si avvicina a delle scale che conducono ad uno spiazzo di pietra. Non ci penso due volte e vado con lui, presto ci raggiungono anche gli altri nani, parlando fra loro sottovoce. Thorin è dietro di loro e sta fissando il terreno, in silenzio; è ancora dispiaciuto per quello che è successo, per un attimo aveva pensato che fosse finalmente tutto finito, invece quel bestione è sopravvissuto. Ha visto il mondo crollargli addosso.
Metto un piede sul primo scalino, ma qualcuno mi afferra il polso. Tiro per liberarmi, ma non ce la faccio e ben presto mi ritrovo davanti il volto triste e pallido di Thorin. Mi fa molta tenerezza, sembra un cucciolo infreddolito.
“Vieni, fammi compagnia.” Mi conduce su per le scale, ma non andiamo dai nostri amici, bensì ci fermiamo qui, osservando la Montagna Solitaria.
Mi volto un attimo per incontrare lo sguardo preoccupato di Bilbo, è a conoscenza della malattia del drago e sa che il suo amico potrebbe già esserne vittima, visto come si è comportato con lui a Erebor.
Scudodiquercia mi distrae dai miei pensieri quando mi circonda le spalle con il braccio e mi stringe a lui. “Questo povero re è molto afflitto, sai?” mi dice tristemente, strofinando la sua mano su di me, per riscaldarmi.
“So…” rispondo senza sapere esattamente cosa dirgli. Dopo averci pensato un po’, aggiungo: “Non preoccuparti per il drago, morirà. Quando arriverà il momento della battaglia tu stai lontano da Collecorvo, rimani concentrato e tutto andrà bene, te l’assicuro.”
“Non trovi che Erebor sia bellissima?” Non mi sta neanche ascoltando, temo che farà di testa sua quando ci sarà la Battaglia dei Cinque Eserciti, ma non è solo questo a incupirmi: il nano è bianco come un cadavere, sta fissando la Montagna e quando parla sembra uno psicopatico. Come se non bastasse non mi ascolta, è come se fosse in un altro mondo. Il tutto è inquietante.
“Sì, è veramente stupenda,” rispondo incerta: Erebor, così buia, con la neve che le cade addosso, la porta distrutta e i corvi che le gracchiano intorno ha un aspetto spettrale. No, non è affatto bellissima.
Quando giro la testa dall’altra parte vedo il fuoco che distrugge la città sul lago e odo fin qui i ruggiti furiosi di Smaug. Thorin Scudodiquercia rimane impassibile a tutto questo e ho notato che sta respirando bene a fondo, come se stesse combattendo un impulso. Suppongo che si renda conto che sta diventando vittima della malattia e sta lottando con tutte le sue forze per non cedere alle lusinghe dell’oro.
Un’improvvisa folata di vento mi fa venire la pelle d’oca, ma non sto tremando solo per questo: ho sentito le grida di dolore del drago, non esiste suono più agghiacciante. Dopo un paio di secondi, nell’aria rimbomba il rumore del corpo del mostro che cade in acqua privo di vita.
“Cos’è stato? Che è successo?” La vocetta spaventata di Ori giunge alle mie orecchie.
“È caduto, l’ho visto” sento che dice Bilbo.
In men che non si dica, i nani cominciano ad esultare felici e vittoriosi, subito dopo che Balin ha detto che presto tutti i popoli della Terra di Mezzo sapranno che Smaug è morto.
Lo sguardo di Thorin non mi piace per niente, ha l’espressione di chi, ritrovatosi improvvisamente senza rivale, può finalmente godere del suo tesoro. È diventato possessivo e voglioso. Mi afferra nuovamente il polso, facendomi un gran male. “Vieni con me, devo mostrarti una cosa.” Mi trascina giù per le scale e si avvia velocemente verso l’ingresso della Montagna, come se avesse paura che qualcun altro potesse arrivare prima di lui e impossessarsi dell’immenso tesoro di Erebor.
Spero di riuscire a risanarlo un po’, ma ho un brutto presentimento.
 
Thorin Scudodiquercia mi ha condotta nella sala del tesoro. Puzza ancora di drago.
Faccio fatica a camminare sulle monete, infatti inciampo, ma per fortuna ho un angelo custode che si chiama Thorin. “Sta’ attenta, piccolina,” ridacchia tenendomi.
Per un attimo mi sembra di rivedere il nano che ho conosciuto quella volta vicino alla casa distrutta del pastore, quel nano premuroso e dal grande cuore. Purtroppo quel momento fa presto a scomparire, visto che il sorriso sparisce dalle labbra di Thorin e ritorna quell’espressione da pazzo psicopatico. Mi afferra un’altra volta il polso e mi tira. “Vieni” mi ordina imperiosamente con una voce talmente profonda da farla rimbombare per tutta la sala.
Il guerriero nanico infila la mano nel mare d’oro e cerca qualcosa. Quando la trova, la tira fuori e mi ritrovo davanti una collana dorata decorata con rubini. Thorin non mi dà neanche il tempo per meravigliarmi di questo splendore, che mi prende il ciondolo. “Levati questa tacca.” Con violenza, tira la collana e la butta a terra.
Mi ha fatto leggermente male e ho fatto fatica a trattenere un lamento di dolore. Guardo dispiaciuta il regalo che mi ha fatto davanti alla porta. La collana che il nano ha in mano è cento volte più bella, ma non mi piacciono i gioielli sfarzosi, preferisco di gran lunga quel semplice ciondolo in legno, anche perché ha un valore affettivo per me.
Thorin si posiziona dietro di me, posso sentire il suo sensuale respiro sul mio collo.
“Thorin, questa collana è molto bella, però non ce n’è bisogno,  davvero. Mi accontento di quella che mi hai fatto davanti alla porta, la trovo bellissima, la preferisco a questa” gli dico, anche se so che molto probabilmente non mi sta neanche ascoltando.
“Sono il Re sotto la Montagna e tu ti trovi nel mio regno, non esiste che una fanciulla disubbidisca ai miei ordini.”
Proprio come pensavo… sospiro mentre egli mi mette la collana. Non si allontana da me neanche quando ha finito, rimane dietro alla mia persona e continua a toccarmi i capelli.
È una fortuna che non mi sia rotta il collo, visto che questa collana pesa più di me.
In un'altra situazione mi sarei sentita in paradiso, ma ora come ora Scudodiquercia mi fa un po’ paura: è imprevedibile e la malattia lo sta uccidendo interiormente.
“Lo sai?” sussurra accostando le labbra al mio orecchio. “Ci sono tantissimi gioielli in questa Montagna, gioielli che su di te risplenderebbero di nuova luce.”
“Ti ringrazio, ma non disturbarti, davvero, io non…”
“Tu indosserai quello che vorrò io.” Si allontana ed entra in una specie di tunnel che si trova in questa sala.
Non volendo restare sola in questo luogo enorme e maledetto, lo seguo, non del tutto sicura di potermi fidare completamente di lui. Mi ritrovo in una stanza dove ci sono degli abiti, delle mappe, degli utensili da lavoro e qualche gemma. Doveva essere la camera di Thror.
Quando guardo dinanzi a me, ammutolisco: Thorin è a petto nudo. Osservo incantata quella peluria nera che ho imparato ad amare e con gli occhi percorro i pettorali del nano, fino a giungere agli addominali ben scolpiti.
Come se questa incantevole visuale non fosse abbastanza, Scudodiquercia mi rivolge un sorrisino super sexy, mentre sistema il mantello che era appartenuto a suo nonno.
Per malasorte il nano indossa subito una cotta di maglia e si sistema il regale mantello sulle spalle. Una volta fatto ciò, prende lentamente e solennemente la corona posata su un elegante cuscino di velluto rosso.
Nel momento in cui Thorin si gira verso di me, mi ritrovo faccia a faccia con un nano nuovo, elegante e con una corona sulla sua testa. Un nano che non conosco.
 
Mi trovo ancora nella sala del tesoro con Thorin. Per tutto questo tempo non ha aperto bocca, si è limitato a guardare l’oro e a prenderlo in mano, qualche volta, come se stesse accarezzando un cucciolo.
“Thorin!” lo chiama una voce famigliare, una voce che mi fa urlare di gioia dentro di me. Almeno adesso non sono più sola con questo malato di mente.
Il nano sfodera la spada e si volta verso il nuovo arrivato, dopo avermi spinta dietro di lui, ma non credo che l’avesse fatto per proteggermi da eventuali aggressori, bensì per impedire che qualcuno potesse portarmi via da lui, temo che mi consideri di sua proprietà.
Bilbo fa un passo indietro e alza le braccia, fissando sbigottito la lama puntata contro di lui.
Thorin, riconoscendo lo hobbit, si rilassa e mette giù la spada. “Ah, mastro Baggins, sei tu.”
Il signor Baggins si mette una mano sul cuore e fa un profondo respiro; dopo che si è ripreso dallo spavento, sorride forzato e nervoso. “Volevo dirti che noi, lassù, stiamo festeggiando, visto che il drago è morto.”
“Me ne sono accorto.”
Bilbo mette le mani dietro alla schiena e si dondola leggermente, guardando il pavimento, alla ricerca delle parole giuste da usare con quel mentecatto. “Volevo chiedervi se vi andava di unirvi a noi.”
Mi andrebbe di festeggiare, la compagnia degli altri nani mi è mancata e non vedo l’ora di rivedere Dwalin. In più, magari, con i suoi amici Thorin si rilassa un po’ e la smette di comportarsi in modo strano. Così faccio un saltello e applaudo. “Una festa? Che bello! A me va bene.” Faccio un passo avanti con l’intento di seguire Bilbo, ma Scudodiquercia mi afferra la giacca, impedendomi di muovermi.
Lo guardo interrogativa, già sapendo che non potrò andare a darmi alla pazza gioia, cosa di cui ho un estremo bisogno in questo momento.
“Mi dispiace signor Baggins, ma noi rimarremo ancora un po’ in compagnia del mio tesoro” gli risponde Thorin con tono gentile. “Unisciti a noi, per me sarebbe una gioia.”
“Lo sarebbe anche per me, ma gli altri mi stanno aspettando” gli risponde il più educatamente possibile lo hobbit.
Il nano corruga la fronte. “Stai forse disobbedendo agli ordini di un re?”
Bilbo lo guarda amareggiato e per un attimo mi dà un’occhiata. Stiamo pensando la stessa cosa: Thorin è messo proprio male. Dopodiché sospira e si avvicina a noi.
“Molto bene, signor Baggins,” dice il nano, “sappi che devi sentirti onorato di questa gentilezza, ma non potevo fare a meno di invitarti a passeggiare con noi. Sei una delle poche persone di cui mi fido in questo branco di avvoltoi.”
Branco di avvoltoi? Ah, bene, sta già iniziando a dubitare persino dei suoi amici e dei suoi famigliari…
 
Credo di non essermi mai annoiata così tanto in vita mia, persino il mio soggiorno nelle celle degli elfi silvani è stato più divertente di questo. Thorin, per tutto il tempo, non ha fatto altro che gongolare per ogni tesoro che trovava. Passa dall’essere del tutto euforico all’essere completamente nevrotico, visto che non trova l’Arkengemma.
Ora io e Bilbo siamo seduti su una collinetta di monete d’oro, il mento appoggiato sui palmi delle mani. Allo hobbit stanno cascando i cosiddetti, anche lui non ce la fa più di sentire il nano vantarsi per quanto sia immensamente ricco.
“Thorin.” Finalmente un’altra anima qui sotto! E sono felice di vedere che si tratta di Dwalin.
Scudodiquercia lo guarda seccato e allontana una gemma che stava tenendo in mano.
“Siete tutto il tempo rintanati in questa sala, venite su, c’è da mangiare.” Il vecchio amico gli fa cenno di seguirlo ai piani superiori, ma Thorin non ne vuole sapere.
“Stiamo benissimo qui, grazie” risponde freddo il nobile nano, accarezzando la gemma che ha in mano come se si trattasse di un figlio, di una persona cara.
Dwalin sospira pesantemente, conscio del fatto che sta lentamente perdendo la guida che da sempre aveva stimato. I suoi occhi stanchi si posano su di me. “Almeno lascia che venga su la piccola, ha bisogno di mangiare.” Mi passa affettuosamente una mano sul volto e sui capelli.
Thorin si volta e lo fulmina con lo sguardo, lo guarda come se avesse appena decapitato suo nonno o suo padre. Mi raggiunge con pesanti e lunghe falcate e, non appena si trova vicino a me, mi stringe possessivamente a sé. “Non toccarla! Non è tua!” ruggisce.
Dwalin sgrana gli occhi, così fa anche Bilbo e così faccio anch’io. Quel non è tua ci ha lasciati basiti tutti e tre.
“Che il signor Baggins vada pure, ma Glenys passerà la notte con me” dice categoricamente Scudodiquercia, senza mollarmi neanche per un secondo.
Che cosa buffa: un tempo, passare la notte con quel nano, mi sarebbe sembrata una cosa pazzesca, da sogno, adesso invece ho paura, ho paura che possa farmi qualcosa.
Per fortuna quel pazzoide ha lasciato andare Bilbo, se no quel poveretto sarebbe morto di fame e per quando riguarda me… be’… spero che non mi terrà rinchiusa qui dentro come se facessi parte del suo tesoro, ho bisogno di mangiare anch’io. Mi ricordo che nel film Thorin non mangiava e non dormiva, io non sarò una mangiona però necessito di cibo come qualsiasi altro essere vivente, anche perché sono già deboluccia di mio, se non metto niente dentro di me è la fine!
“Thorin, ricordati che è solo una ragazzina, deve mangiare. Trattala bene, mi raccomando” lo supplica Dwalin. Mi commuove il fatto che si preoccupi così tanto per me, speriamo che il suo migliore amico faccia tesoro delle sue parole.
Quando il guerriero pelato e Bilbo spariscono dalla sala del tesoro, mi sento morire. Questa volta, trovarmi da sola con Scudodiquercia, non è divertente e neanche eccitante.
“Thorin?” lo chiamo prima di andare a dormire. Quando ho la sua attenzione, gli chiedo: “Tu non mi faresti mai del male, vero?”
Fa il consueto mezzo sorriso, solo che non è più dolce come una volta, ha un non so che di malato. Mi accarezza la nuca, accostando il mio viso al suo. “Non potrei mai farti del male, sei il mio piccolo tesoro, il mio dovere è proteggerti. Dico bene?”
La risposta non mi ha tranquillizzata, il fatto che sia il suo piccolo tesoro mi spaventa assai.
“Ora sdraiati, io non dormirò, veglierò su di te: nessuno verrà a disturbarti.” Si siede davanti al mio corpo sdraiato sull’oro e tiene stretta in mano un’ascia, sarebbe capace di uccidere chiunque osasse mettere piede qui dentro, anche se si trattasse di un amico o un parente.
Il fatto che mi protegga dovrebbe farmi stare calma, giusto? Ma lui non mi sta proteggendo, mi sta facendo sua prigioniera.
 
Angolino autrice:
 
Salute a tutti! ^_^ Come state?
Come avrete notato, questo capitolo è piuttosto cupo. Mi dispiace se non scrivo più capitoli allegri ma, come ho già detto, per me è difficile mantenere il clima sereno in un momento così critico. Comunque non disperate! Ci sarà ancora spazio per qualche siparietto comico, se mi verrà in mente qualcosa di esilarante.
In ogni caso, il titolo del capitolo, è tratto da una frase della canzone Shattered, degli Trading Yesterday.
Ringrazio ancora una volta chi recensisce, chi legge, chi ha aggiunto la storia tra le preferite, le ricordare e le seguite.
Vi adoro! :*
Un bacio!
Lucri <3

   
 
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