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Autore: tomlinslove    18/08/2015    1 recensioni
Gres.
Louis è un poliziotto di Los Angeles, il migliore.
Nonostante la sua carriera vada a gonfie vele, non si può dire lo stesso per la sua vita privata, si è impedito di viverla a pieno da tanti anni ormai.
Ma cosa succederà se un vecchio caso irrisolto del passato dovesse piombare inaspettatamente nella sua vita ed insieme a lui un agente dell'FBI tutto ricci?
Harry!Louis Larry!AU 6800 parole
Genere: Generale, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Non capitava dal 2009.
Sei anni senza casi cosí gravi in città e sei anni da quando Louis aveva perso il suo piccolo/grande tutto, appunto, per colpa di uno di quei casi gravi.

Los Angeles potrebbe sembrare una città tranquilla, dove si pensa all'essere famosi e per chi non lo è di visitare il luogo per incontrare qualcuno di famoso. 
Beh, non c'è solo questo purtroppo.

Sin da quando era piccolo Louis aveva osservato la sua città natale e aveva notato quanti segreti e misteri celasse dietro, quante cose la stampa nascondeva di Los Angeles preferendo soffermarsi sulla nuova star del pop del momento che sarebbe scomparsa dagli occhi di tutti solo due mesi dopo.
Proprio questo mistero e questa curiositá da parte del ragazzo dagli occhi blu lo avevano portato ad entrare nella polizia locale e a diventare il migliore agente che quel posto avesse mai avuto: leale, cattivo al punto giusto e intelligente.

Louis aveva quindi tutto nella vita: un buon lavoro con un buon stipendio, una famiglia meravigliosa, amici stupendi, una grande casa..gli mancava quello, si, quello che aveva perso ben sei anni prima, quando si era ritrovato a capo dell'indagine più importante a cui avesse mai preso parte: un omicidio in uno dei più grandi hotel di Los Angeles, il Treasure Palace. 
Stava sempre al computer o fuori con gli altri per capire la situazione e cosí aveva lasciato andare l'amore della sua vita, Steve, che a quanto pare aveva 'bisogno di più attenzioni'.

Era stato male Louis, tanto, ma poi aveva smesso di pensarci e deciso che si sarebbe concentrato solo ed unicamente sul suo amato lavoro.


Era una mattina come tante quella del cinque marzo, Louis aveva già preso le sue due tazze di caffè e stava dietro la sua scrivania a mettere in ordine delle cartacce sul suo ultimo semplicissimo caso che riguardava di incastrare due spacciatori tra S Vermont Avenue e W Jefferson Boulevard.
Ci aveva messo esattamente quattro ore a completare il tutto e fissare la data del processo con gli avvocati.

Lo squillo acuto del telefono della centrale lo spaventò un poco, dato che a quell'ora della mattina c'era un silenzio di tomba.
-Capo è per lei.

Louis sbuffò, pronto a ricevere l'ennesimo ordine di andare a tirare giù un gatto da un albero o magari dire al solito spacciatore di farsi da parte e che in quella città non c'era spazio per lui (se non in galera, ovviamente).

-Agente Tomlinson?
-Sono io.
-Deve correre al Treasure Palace, ora.
Quel nome riportava Louis a tanti anni prima, a tanti ricordi lasciati alle spalle, ad un assassino non ancora trovato, ma che avevano archiviato perchè impossibile da trovare. Si era mangiato le mani per molto, ma molto tempo.
-Qualcosa di grave?
Una risata amara e -Omicidio, Tomlinson.



Il Treasure Palace era esattamente come se lo ricordava, nonostante non ci avesse messo piede per ben sei anni: stessa hall spaziosa e ordinata, stessa scalinata imponente al centro, stessa confus-no, quella no. 
Era presente il caos più totale-gente che correva, gente che urlava, sbraitava, prendeva le valigie e tentava di scappare da quel posto che sembrava maledetto, gente che semplicemente era scioccata, altra impassibile seduta per terra. Tutti rinchiusi nello stesso posto con la polizia che evitava che anche solo uno di loro uscisse.
L'assassino doveva per forza essere all'interno dell'albergo quindi.
-Salve, sono Tomlinson, uno dei vostri mi ha chiamato.
-Payne -gli strinse la mano -Sono stato io ad effettuare la chiamata. Mi segua.

-Sappiamo che lei è il migliore qua in città e appena siamo arrivati sul luogo e visto come era ridotto il cadavere abbiamo fatto due più due e l'abbiamo chiamata, dato che il caso si presenta molto simile a quello di cui lei si occupò sei anni fa.
-37 ferite da arma da fuoco? 
-Esattamente.
-È uscito qualcuno dall'albergo?
-Abbiamo potuto affermare che l'ora del decesso è stata intorno alle due o tre di notte, quindi poi visionato i filmati e rintracciato le persone che erano uscite. Sono rientrate tutte quante e sono pronte per essere interrogate.
-Payne, non trova sia stupido il fatto che l'assassino non sia scappato?
-Questa non me l'aspettavo da uno scaltro come lei. Non crede sia stupido scappare per poi così farsi trovare subito? 
Louis rimase perplesso. Payne aveva ragione, ma qualcosa non gli quadrava comunque.
Camminarono per un altro minuto in silenzio, uno dietro l'altro, fino a quando raggiunsero la stanza 72B.

L'agente aprì la porta e ciò che si presentò loro davanti fu alquanto raccapricciante: un corpo steso a terra ricoperto di sangue e con tanti forellini in ogni parte del corpo, ma quello che risaltava agli occhi era il colpo che aveva ricevuto in piena fronte.

-Payne, le informazioni della vittima.
-Niall Horan, 21 anni. Irlandese di nascita ma trasferitosi in America l'anno scorso per inseguire il suo sogno di diventare cantante. A quanto pare ci stava riuscendo, ha quasi firmato un contratto con Simon Cowell, ma all'ultimo (non si sa come) ha rinunciato. Risiedeva in questa camera da un po', quando, beh, lo abbiamo trovato cosí -rispose Pa..no, aspetta. Quello non era Payne.
Cosí -Lei sarebbe? -Louis si voltò e ah.

L'uomo che gli si presentò davanti era ben più alto di lui, spalle larghe e gambe magrissime fasciate da un paio di jeans neri che non lasciavano nulla all'immaginazione, una chioma di ricci che arrivavano alle spalle a ricoprirgli la testa e un giacchetto di pelle con una scritta che l'agente ci mise un po' a capire, dato la scrittura piccola e la mancanza dei suoi occhiali da vista: FBI.
Oh no. No, no, no.

La polizia e l'FBI non erano mai andati d'accordo perchè quest'ultima interveniva nei casi a sproposito dichiarandoli federali e non locali e quindi togliendoli dall'ordine di Louis.
Non poteva lasciarsi sfuggire quel caso, però. Aveva avuto l'occasione di trovare quel bastardo sfuggitogli sei anni prima, perchè era sicuro fosse lui, troppe cose concordavano, e non se lo sarebbe lasciato scappare.

Il riccio però lo distrasse dai suoi pensieri e -Harry Styles, FBI -disse, porgendogli la mano e guardandolo con quei suoi grandi occhi verdi che come aveva fatto a non notare? 
-Louis Tom..-Tomlinson, polizia locale, si. -lo interruppe Harry.
-Sa, Tomlinson, ho avuto tempo di informarmi un po' su di lei in macchina mentre venivo qui.
-E perchè mai lo avrebbe fatto?
-Perchè -urlo Payne per farsi sentire anche da tutta la gente che stava lavorando attorno ad Horan raccogliendo prove su prove che tanto Louis conosceva a memoria: la rosa vicino al cadavere, i bicchieri mezzi pieni sul tavolo, un post it con una penna vicino a quest'ultimo con scritto esattamente niente. Era sicuro fosse lui. -per questo caso abbiamo bisogno di due forze -continuò l'agente -e voi due siete il meglio che si possa avere in città se presi singolarmente. Ci pensate insieme? Riuscirete di certo a risolvere questo caso alla perfezione, ne sono sicuro.

Louis rise, forte, perchè andiamo.
-Sta scherzando spero. FBI e polizia insieme? Non è mai successo e mai succederà.
-E invece -si intromise una quarta voce -succederà. Proprio oggi, Tomlinson.

Louis era il capo, si, ma una persona stava sopra di lui e quella era Ashton Irwin. Lo odiava.
Non gli aveva mai fatto nulla di male, ma dato che era il direttore dei capi credeva di avere il permesso di trattare tutti di merda e non aveva assolutamente senso.
-Irwin, è un piacere vederla.
-Lo sarà solo quando accetterai di lavorare con Styles. Oh, ma sei obbligato. Quindi niente storie e andate nella stanza del casinò dell'albergo, ha i vetri oscurati e pensiamo sia perfetta per gli interrogatori. Riceverete tutte le analisi delle prove per telefono, chiudetevi lí dentro e ascoltate ogni singolo interrogatorio, sono stato chiaro?
-Cristallino.
-Sei divertente Styles, ma non mi sembra il caso di fare umorismo ora. Andate a prendere un caffè e correte nella stanza.

-Oh e sia chiaro anche che -aggiunse -non voglio liti, non voglio risse e non voglio baci o..altro.

Louis arrossí e abbassò gli occhi sulle sue scarpe perchè, okay, aveva già notato che Harry fosse un bell'uomo, ma faceva comunque parte degli stronzi e non ci sarebbe mai stato niente tra di loro. 
Soprattutto in quelle circostanze.
Forse.

Rialzò lo sguardo e lo mise su Harry, il quale si era imbarazzato molto più di lui dopo le parole di Irwin e si stava mordendo il labbro nervosamente, rischiando quasi di spaccarlo e la doveva assolutamente smettere.

-Beh andiamo? -disse insicuro.
-Si, mi segua, so dov'è la macchinetta del caffè.


-Styles?
-Mh?
-Pensavo che potessimo cominciare a darci del tu, no?
-Si, penso sia una buona idea, alla fine passeremo molto insieme e tra una cosa e l'altra potremmo anche diventare amici..
-Una volta finita questa faccenda e trovato quel pezzo di merda ognuno per la sua strada.
-Oh, si, certo Tomlinson.
Louis non potè fare a meno di notare il cambiamente di Harry da quando si era presentato da sfacciato a ora che sembrava quasi..dispiaciuto?
No, si stava immaginando tutto per forza. Il fatto che fosse un bel ragazzo non c'entrava nulla, non ora almeno.

Il punto è che Louis era spaventato da morire. Dopo che Steve se n'era andato non aveva più avuto niente con nessuno.
Aveva paura di affezionarsi di nuovo e poi vedere tutto scivolargli dalle mani per colpa sua. Non poteva permetterselo una seconda volta.
Sapeva di essere stupido e che si stava privando di vivere una vita bella e sincera al di fuori del lavoro, ma tutti i contro alla situazione gli nascondevano i pro.

Per questo motivo con Harry non ci sarebbe stato un dopo successivamente alla loro indagine. Era cosí bello che Louis sentiva che avrebbe ceduto, ma non poteva davvero permetterselo.

-Zucchero? -gli chiese.
-No.
-Pannina?
-No.
Okay Harry era decisamente lunatico. Era passato ad essere acido in una frazione di secondo, ma forse era meglio cosí.

Lavoro, Louis, lavoro.


La stanzetta oltre a quella degli interrogatori con il vetro oscurato era carina, tutto sommato, il poliziotto la ispezionò bene pensando a quante ore avrebbe passato lí dentro senza dormire in compagnia di Harry.
Per lavoro.
L'agente era fin troppo silenzioso per i suoi gusti quindi -Con chi dovremmo cominciare secondo te?
-Di sicuro Cowell, anche se non ha una camera qui lui sa qualcosa. Magari Horan aveva degli amici che alloggiavano nell'albergo, dovremmo cercare anche quello. 
-Mando tutto alla mia assistente, farà delle ricerche.
-Tu che ne pensi di quello che stava attorno al corpo?
-La rosa, i bicchieri e il post it con la penna?
-Sí.
-Innanzitutto si ripresenta il caso Hood. 37 colpi, la rosa vicino al corpo, i bicchieri e il post it..è la stessa persona, ne sono sicuro.
-Mai pensato ad un delitto passionale?
-Perchè avremmo dovuto farlo?
-Beh, la rosa è il fiore dell'amore. Due bicchieri potrebbero voler dire che era in compagnia. Del post it e la penna non ne ho assolutamente idea..
-Ora che mi ci fai pensare non hai tutti i torti, ma potrebbe essere come no. Non dobbiamo escludere nulla.
-Sí, hai ragione.
-Mandiamo a chiamare Cowell?



Simon Cowell era un uomo sulla cinquantina, brizzolato e tutto stretto in una giacca importante che sembrava urlare 'rispettami'.
Payne gli si avvicinò per interrogarlo con le domande preparate da Louis ed Harry.
Le prime erano molto semplici, che relazioni aveva con la vittima, come si erano incontrati.
-Perchè Horan non ha più firmato il contratto con la sua agenzia?
-Ci sono stati dei problemi -rispose con un ghigno
-Di quale tipo?
-Horan non voleva stare nei nostri accordi.
Liam si innervosí e anche i due agenti dietro il vetro.
-Perchè cazzo prende tutto cosí alla leggera? -urlò Harry, anche se l'unico che poteva sentirlo era Louis.
Gli mise una spalla come per calmarlo, ma questo lo incenerí con lo sguardo e si spostò.
Okay.

-Senta -continuò Liam -se non si fosse accorto, quel ragazzo con cui magari ieri ha parlato è appena morto e lei per ora è l'unica persona su cui abbiamo una pista. Quindi se non vuole finire immediatamente dietro le sbarre le conviene parlare.
L'uomo sbiancò e -Okay, okay. Niall era gay e voleva che la cosa fosse nota, non voleva nascondersi, mh. La mia agenzia però ha pensato che per un'artista emergente non fosse una buona pubblicità dato il mondo in cui viviamo, quindi gli abbiamo proposto di tenerlo per lui, almeno per un po'. Inizialmente lui sembrava disposto ad accettare, ma due giorni fa è entrato nel mio ufficio tutto di corsa con le lacrime agli occhi urlando che lui voleva essere libero di vivere la sua vita con la persona che amava e non voleva chiudersi in una bolla ermetica, quindi ha rinunciato tutto. Quella è stata l'ultima volta che l'ho visto.

-Quel povero ragazzo aveva solo ventun'anni e ha dovuto affrontare tutto questo. Sono una persona forte, Louis, ma queste cose non le capisco. Non lo meritava, non lo meritava.
-Harry hai ragione, ma non lasciamoci prendere dal panico -ripetè lo stesso gesto di prima mettendogli una mano sulla spalla, ma come la prima volta il riccio si scostò e rispose bruscamente.
-No, tu non capisci! Ho passato esattamente tutto quello che ha passato Horan. Dovermi fare una carriera nell'FBI da gay non sarebbe stato facile e quindi ho tenuto sempre nascosto tutto, fino all'anno scorso. Cosa ho ottenuto in cambio? Battutine come quelle di prima di Irwin! Mi sono sentito imbarazzato, mortificato, tu davvero non ne hai idea, tu -Harry.

Louis gli prese una delle sue enormi mani che continuava a sventolare agitato e col pollice gli accarezzò il palmo cercando di tranquillizzarlo.
-Harry, respira. Ho passato la tua stessa situazione tanti anni fa e so quanto sia difficile, quanto faccia male, ma..è quello che è. -non sapeva da dove gli stessero uscendo quelle parole -E volente o nolente non puoi cambiare quello che sei, tu sei perfetto cosí.

Louis voleva morire. 
Tutto stava prendendo una piega diversa da come sarebbe dovuto andare e lui non poteva, no, continuava a ripetersi che non era la cosa giusta da fare.

Ma poi alzava la testa e guardava Harry e i suoi ricci scomposti fissarlo con gli occhi lucidi dal quasi pianto trattenuto e non capiva più nulla, blackout totale, nero, vuoto.

Il tutto non aveva senso però. Non si conoscevano, non sapevano nulla l'uno dell'altro, come facevano a provare anche solo qualcosa di veramente piccolo? 
La risposta era negli occhi di Harry che, ancora, lo stavano guardando, quasi come se volessero studiarlo dentro e capire i suoi pensieri più remoti.

In realtà era Louis che voleva capire a cosa il riccio stesse pensando.
Voleva sapere se aveva paura come lui, se era stato mai ferito, se magari il suo sguardo era di pena o di pietà, se gli interessava oppure no.
Non lo capiva.
Di tutti i casi a cui aveva preso parte, Harry si stava dimostrando il più difficile.

-A cosa stai pensando, Harry?
-Al fatto che vorrei baciarti, da impazzire.
No, Louis non poteva.
Voleva cosí tanto, ma non poteva.

-Cowell si è alzato, guarda -indicò il vetro togliendo lo sguardo dal ragazzo che gli stava accanto.
Harry si ricompose subito e si mise ad ascoltare la voce di Payne che intimava all'interrogato di non lasciare la città fino a quando le indagini non si fossero concluse.

A quel punto allora Liam entrò nella stanzetta con Harry e Louis e se notò la tensione che si era creata non lo diede a vedere, ma se ne uscí con -Che ne pensate? Come vogliamo procedere?

Il poliziotto cercò di concentrarsi sul caso per un secondo e -Cowell ha detto che Horan non voleva nascondere l'amore della sua vita e pensiamo che molto probabilmente sia un delitto passionale, quindi il ragazzo aveva un fidanzato. Dobbiamo avere un tabulato con i nomi delle persone che erano sia amiche di Horan che di Hood, ce ne devono essere per forza. Faremo dei piccoli interrogatori a tutti chiedendo se conoscevano Horan di persona e poi tra loro cercheremo i collegamenti con Hood. Che ne pensate?
-Sono d'accordo Louis, tu chiama la tua squadra, io chiamo la mia. Payne, i suoi?
-Sono tutti al laboratorio per analizzare le prove, li contatto per informazioni -e detto questo uscí dalla stanza.

Louis non sapeva cosa dire ora che era rimasto di nuovo da solo con Harry.
-Io, ecco, si, credo sia meglio dividerci per poter interrogare in meno tempo?
-È una domanda? 
-No, cioè, si -si sentiva cosí stupido che avrebbe voluto sprofondare sotto terra -dimmi se per te è una buona idea.
-Uhm si, va bene. Ci vediamo tra un'ora per il resoconto della situazione.

Una volta solo nella stanza voleva seriamente essere al posto della vittima.
Dov'era finita la persona tenace e sicura di sè? Dov'era finita la sua buona volontà nel mettere una croce sulle relazioni o storielle che fossero? 
Aveva fatto la figura del pappamolla che, forse, era.


Dopo duecento piccoli interrogatori e aggiornamento ogni ora con Harry erano saltate fuori trenta persone che conoscevano Niall Horan, ma di queste solo sei erano amiche anche di Calum Hood: Luke Hemmings, Logan Henderson, Zayn Malik, Ed Sheeran, Michael Clifford e Josh Devine.

Il caso volle che i sei sospettati fossero tutti maschi e Louis si ritrovò a ringraziarlo seriamente, questo caso, perchè cosí c'era più probabilità che la loro ipotesi di un omicidio passionale fosse vera e non fosse soltanto l'ennesimo buco nell'acqua.
I due agenti decisero che fosse meglio interrogarli di nuovo uno alla volta ponendo loro le stesse domande e tentando di captare qualcosa.



Il primo ad entrare nella saletta era un ragazzino biondo e che aveva occhi azzurri quasi come i suoi, Luke Hemmings.
Payne cominciò con le solite domande di rito appena questo si sedette.
-Cosa stava facendo ieri notte intorno alle due?
-Ero in camera di Michael Clifford.
-Chi ci dice che non vi siete messi d'accordo prima?
Luke arrossì visibilmente e dall'altra parte del vetro Louis capì il motivo per cui il ragazzino biondo avesse avuto quella reazione, così -Payne, esca dalla stanza, per favore. Finisco io.

Entrò nella sala degli interrogatori e si sedette accanto ad Hemmings.
-Avete fatto un video, vero?
Luke annuì piano alzando il viso verso quello di Louis che -So che è imbarazzante, ma abbiamo bisogno di vedere quel video e assicurarci a che ora è stato girato. Se ti fa sentire più sicuro lo guarderò solo io.
Il giovane non rispose, si limitò ad annuire di nuovo e ad estrarre il suo telefono dalla tasca e consegnarlo al poliziotto.
-Puoi andare -gli toccò una spalla -ma ovviamente nè tu nè il tuo amico potete lasciare l'albergo.
Il ragazzo biondo lo guardò un'ultima volta prima di andarsene ringraziandolo mentalmente di non aver peggiorato la situazione.

Harry entrò nella stanza e gli chiese come avesse fatto a capire.
-Ma lo hai visto? Si capisce a chilometri che è gay e poi ho notato come guardava Clifford prima; non ci vuole un genio per queste cose.
-Sì, ma per quanto riguarda il video?
-Non credi non ci sarebbe stato motivo di imbarazzarsi se fosse stato solo semplice sesso?
-Touchè. Ma quindi ora Clifford non lo interroghiamo?
-Per me è inutile farlo. Gli ordineremo di non lasciare il Treasure Palace, ma dopo aver visto e verificato il video, sapremo tutti che quei due sono innocenti.
-Chi chiamiamo allora?
-Io opterei per Ed Sheeran. Dì a Payne di andare a chiamarlo e che poi può continuare lui.



Ed Sheeran era il più vecchio tra i sospettati, un po' grassottello e con barba, capelli e peli rossi. Proprio tutto quanto rosso.

-Cosa stava facendo ieri notte intorno alle due?
-Avevo appena finito il mio turno come cantante al piano bar dell'albergo.
-Qualcuno lo può provare?
-Non so chi fossero, ma c'erano ancora delle persone presenti.
-Che rapporti aveva con Niall Horan?
Ed alzò le spalle -Ci scambiavamo pareri musicali, sa, tra artisti.
-E con Calum Hood?
-Anche. Calum voleva fare il cantante proprio come Horan, con la differenza che quel suo sogno aveva preferito tenerlo nel cassetto.
-Al piano bar dove lei lavorava la scorsa notte non c'era neanche, che so, un barista?
-Giusto, giusto! -si illuminò -È un giovane canadese, alto, spalle larghe..non ci ho mai parlato effettivamente, ma so che si chiama Cory Monteith e ha i miei stessi turni, potete chiedere a lui. Ora posso andare?

Harry sbuffò, non era possibile che quell'indagine li stesse portando solamente ad un buco nero che spazzava via tutte le loro certezze. 
Sì, mancavano ancora tre sospettati da interrogare, ma la situazione era così frustrante.
Louis sembrò leggergli nel pensiero e -Ce la faremo, Harry, sta tranquillo. Siamo a qualcosa, se ci pensi, da sei a tre, il cerchio si restringe.
-Cosa succede se non ce la facciamo, Lou?
Louis si riscosse subito dallo stupore provato per essere stato chiamato con quel nomignolo e -Non possiamo non farcela, -sorrise -siamo i migliori, no?
-Grazie.
-E di cosa? Sto solo dicendo la pura e semplice verità.
-No, grazie, perchè mi hai tranquillizzato, grazie perchè sembra che ci tieni davvero a me nonostante ci conosciamo da venti ore, grazie perchè ho capito che posso ancora affezionarmi a qualcuno.
-Ti sei affezionato a me? -sussurrò Louis rosso in viso.
-Come non potrei? Guardati.
-Okay, Harry, basta, penso sia meglio continuare.
Il riccio lo guardò come se non capisse il perchè dei suoi continui cambiamenti e il poliziotto potè giurare di aver visto i suoi occhi inumidirsi per un secondo, ma poi questo girò la testa e annuì, dicendo -Io chiamerei Logan Henderson.



Logan Henderson era oggettivamente un bel ragazzo: alto, spalle larghe, capelli mori e occhi castani, la classica bellezza del sud.
In faccia aveva un sorrisetto sfrontato, come a voler dire che lui la sapeva meglio degli altri, ci vedeva lungo.
-Cosa stava facendo ieri notte intorno alle due?
-Ma chi sei tu? Io volevo l'agente dell'FBI, quello sexy da morire, coi ricci..
Harry arrossì e Louis si ritrovò inspiegabilmente e stringere i pugni.
-Senta, siamo nel bel mezzo di un interrogatorio, le conviene rispondermi.
-Okay okay, agente. Allora, alle due..penso io fossi in camera mia, sa, a dormire, cosa che le persone normali fanno a quell'ora.
-Ha testimoni?
-No, alloggio da solo.
-Uhm, bene, -sospirò Liam -che rapporti aveva con Niall Horan?
-Era un ragazzo davvero carino, ci ho parlato qualche volta al bar, ma era impegnato e non volevo intromettermi in guai.
-Impegnato? -esultò internamente il poliziotto -E con chi?
-Non ne ho idea, non me ne sono mai interessato realmente.
-Bene. E che mi dice di Calum Hood, invece?
-Lo ricordo di sfuggita, ma comunque eravamo andati a letto un paio di volte mi pare, nulla di più.
-Quindi non eravate propriamente amici.
-Beh, ci siamo conosciuti bene. -ammiccò con le sopracciglia -Posso continuare con quello riccio dell'FBI? 
Louis uscì dalla stanzetta e si diresse verso Henderson -No, continui con me ora. 
Harry sorrise. Era forse geloso? Non lo sapeva, ma tutto quello che stava dimostrando Louis lo rendeva..felice, si.
L'interrogato lo distrasse.
-Penso di potermi accontentare. -disse alzando le spalle e mettendosi comodo sulla sedia.
-Allora -iniziò con alle spalle Payne che annuiva -quand'è l'ultima volta che ha visto Horan?
-Dammi del tu, dolcezza.
-Risponda.
-Ieri pomeriggio, non so che ore fossero. Era in compagnia di quel figo di Zayn, stavano parlando, tutto qui.
-Zayn Malik?
-Lui.
Louis si girò verso il vetro oscurato e annuì in direzione di Harry, che anche se non poteva essere visto gli rispose con un cenno di assenso, aveva capito cosa stava intendendo il poliziotto.
-Posso andare?
-Non ti azzardare a lasciare questo albergo, intesi?
-Se ci sei tu nei paraggi col cazzo che me ne vado.
Una volta uscito, Louis si tolse la sua faccia disgustata e -Payne, chiami Malik.

-Lou, pensi sia stato lui? 
-Non ne ho idea Harry. Henderson non ha un'alibi perfetta quindi teniamolo sott'occhio, ma Malik è stato visto con la vittima, quindi tanto vale provare, no?



Zayn Malik era perfetto. Non un capello fuori posto, vestito bene, occhiali sul naso, tatuaggi bellissimi a marchiarlo ovunque. 
Louis pensò che ne sarebbe rimasto davvero affascinato se lo avesse incontrato in un altro contesto e soprattutto se non ci fosse stato Har..no. A lui non piaceva Harry.

Okay si, gli piaceva, ma le cose non sarebbero dovute andare così.
Sapeva che aveva bisogno di rilassarsi, ma non riusciva a non pensare ai lati negativi della faccenda. Non poteva lasciarsi andare.
Poi però guardava Harry e si scioglieva.
Quel corpo perfetto, quel cuore così grande che era sicuro meritasse di più, non uno come lui. 
Eppure Harry aveva voluto baciarlo.
Si era pentito Louis di non averlo fatto? Da morire.
Avrebbe cercato un'altra occasione per farlo? Da morire.
Non in quel momento però, l'indagine veniva prima.
L'interrogatorio a Malik lo avrebbe fatto Harry perchè era il più tenace e, se fosse davvero stato lui l'assassino l'agente avrebbe saputo meglio di tutti come tenerlo a bada. 
Iniziò ponendo le stesse domande che ormai stavano diventando insopportabili.

-Cosa stava facendo ieri notte intorno alle due?
-Ero appena rientrato in albergo.
-Dove era stato?
-Mi piace camminare e riflettere.
-Era da solo?
-Sì.
Uno sguardo verso Louis.
-Che rapporti aveva con Niall Horan?
-Niente di che, amici di infanzia.
-E con Calum Hood?
-Compagni di liceo.
-Amici?
-Non esattamente.
-Cosa intende?
-Non uscivamo come fanno gli amici.
Uno sguardo verso Louis.
-Quand'è stata l'ultima volta che ha visto Horan?
-Ieri mattina, prima che uscissi.
-Era solo?
Zayn alzò le spalle e -No, era con quel demente di Devine.
-Perchè lo definisce un demente?
-Perchè è palese che sbavava dietro ad Horan da una vita e non aveva mai fatto una mossa.
Strinse i pugni.
Uno sguardo verso Louis.
-Bene, non può lasciare l'albergo, la richiameremo per darle le ultime informazioni.
Zayn si alzò e se ne andò senza fiatare.

-Non sono mai stato così confuso durante un'indagine, prima.
-Nemmeno io Harry. Penso comunque che dovremmo chiamare Devine. Malik come Henderson non ha un'alibi confermabile, ma magari Devine un'alibi non la ha proprio. Tanto vale provare.
-Pausa caffè?
Louis sorrise stanco e -Pausa caffè. -annuì.


-Come va la tua vita fuori dall'indagine?
-Che intendi Lou?
-In generale. Come te la cavi, come va.
-Beh, sono un uomo che si divide tra la casa e il lavoro. Passo molto tempo in ufficio e quando torno a casa c'è ad aspettarmi un bel pasto pronto da scaldare nel microonde. Leggo molto, mi piace perdermi tra le pagine e andare in un mondo dove non fa tutto così schifo. Basta, in sostanza è questa. La tua?
Louis alzò le spalle. 
-Passo la maggior parte della giornata al lavoro perchè non ho altri obiettivi nella vita. La mia occupazione è ciò che conta di più. E mi piace tutto sommato, mi fa piacere essere considerata come quella persona che fa del bene per gli altri.
-Non c'è nessuno per cui vale la pena tornare a casa?
-No, cioè, non più. Sono figlio unico e mia madre e il suo compagno si sono trasferiti in Inghilterra cinque anni fa e li vedo solo per Natale.
-Non hai bisogno di nessuno?
-Non lo so, e tu?
-La mia famiglia vive qui e la vado a trovare ogni weekend. Per il resto non so, sento che mi manca qualcosa, ma penso che per ora sia meglio stare così, boh. Devo trovare quella persona che mi farà cambiare idea, credo?
Louis non resistette più. 
Posò il suo bicchiere ancora pieno di caffè sul tavolo, prese un respiro profondo e si voltò verso Harry che ancora non aveva avuto il coraggio di guardare da quando avevano iniziato quella conversazione.
Trovò lo sguardo verde smeraldo poggiato su di lui, incastrarsi poi coi suoi occhi e capì che era quello il momento.
Carezzò con un pollice il bicipite del riccio e si alzò sulle punte per far incontrare le sue labbra fini con quelle carnose e morbide dell'altro, che anche se inizialmente apparve un po' sorpreso, poi intrecciò una mano tra i suoi capelli e lo attirò maggiormente a sè.

Era il bacio più bello che Louis avesse mai dato.
Niente di spinto, niente di afrettato, sporco.
Solo ed unicamente un incontro di labbra.
Si staccarono entrambi per respirare ed unirono le loro fronti guardandosi negli occhi per qualche istante, senza dire nulla, beandosi solo dei loro respiri caldi sulla pelle.
-Wow -sorrise Harry.
-Già. Wow.
Quello che si calò poi non fu un silenzio imbarazzante, anzi, era piacevole.
Louis pensò in quei pochi secondi.
Pensò a quanto fosse stato stupido non lasciarsi andare prima, ma a quanto ne era valsa la pena.
Provava qualcosa per Harry, ne era sicuro ora.
-Dovremmo andare? -disse il riccio.
-Sì, andiamo.
Provava qualcosa per Harry, ma ci avrebbe pensato dopo.
Avevano un assassino da incastrare.



Josh Devine era una persona particolare. Al di fuori sembrava eccentrico e quasi esagerato, ma dentro era un bambino e questo lo si poteva notare dal modo in cui si teneva le mani intrecciate per evitare che tremassero clamorosamente davanti agli occhi di tutti.
-Cosa stava facendo ieri notte intorno alle due? -iniziò Harry.
-Ecco, uhm, dormivo.
-Da solo?
-S..si!
-Mi sembra un po' incerto Devine, è sicuro di star dicendo la verità?
-Lei mi terrorizza, tutta questa faccenda mi spaventa da morire.
-Mh, andiamo avanti dai. Che rapporti aveva con Niall Horan?
-Siamo, no, eravamo amici dallo scorso anno, quando lui si è trasferito qui. Penso di essermi preso una bella sbandata per lui e ho cercato tanto di farmi notare, ma non ci sono riuscito, giusto? -una risata nervosa, una contorsione di mani maggiore.
-E con Calum Hood? 
-Oh lui mi aveva chiesto di scrivere una melodia per una sua canzone, nulla di più. Ma che c'entra Calum con Nì?
-Pensiamo che gli omicidi siano collegati.
-Oh, certo, bene.
-Quand'è stata l'ultima volta che ha visto Horan?
-Ieri pomeriggio, al piano bar. Volevo andare a chiacchierare un po' con lui, ma mentre mi dirigevo verso il bancone gli si è avvicinato Logan e..niente, me ne sono andato.
-Horan era amico di questo Logan?
-Non proprio. Mi ha detto che gli stava simpatico, ma che lo importunava troppo.
-E per caso sa il rapporto che aveva con Zayn Malik?
-No. Li ho visti insieme un paio di volte davanti alla camera di Niall, ma non ho mai chiesto nulla su di lui. Malik mi fa quasi paura.
-Grazie, Devine. Non può lasciare l'albergo, se lo ricordi.
-Certo certo, grazie, si. Vado, ciao cioè arrivederci.



-Ricapitolando -sbuffo Louis -Hemmings, Clifford e Sheeran non possono essere stati perchè hanno delle prove per i loro alibi. Henderson, Malik e Devine invece sostengono tutti e tre che si trovavano nelle loro camere all'ora del delitto, ma non hanno nessuno che possa confermarlo. La cosa strana, però, è che tutti e tre hanno visto la vittima per l'ultima volta in compagnia di uno degli altri due. Siamo ad un punto morto!
-Per me è stato Devine, quell'aria da innocentino non mi ha convinto a pieno. -esclamò Liam.
-Io sono indeciso tra Henderson e Malik. Devine era seriamente terrorizzato, andiamo. Gli altri due nascondevano sicuramente qualcosa. -gli rispose Harry.
Louis sospirò.
-Non possiamo tirare ad indovinare su chi sembra più sospetto a noi, dobbiamo rianalizzare le prove, collegare il caso Hood. Harry, ci chiuderemo io e te in questo ufficio come ha voluto Irwin e non usciremo fino a quando avremo trovato una soluzione.
E se la frase giunse come un doppio senso alle orecchie di Harry, beh, non lo diede a vedere.



-Lou, abbiamo rivisto questi video trenta volte e siamo qua da tre ore, non possiamo andare avanti così. Per quanto mi piaccia stare con te abbiamo bisogno di una pausa.
-Hai ragione -gli diede un bacio a stampo, uno dei tanti da aggiungere alla lista di quelli che si erano scambiati senza imbarazzo nelle ultime ore passate insieme.
Erano state abbastanza frustranti per il poliziotto, perche ora che non aveva problemi ad ammettere che provava qualcosa per Harry, non aveva problemi neanche ad ammettere quanto fosse attratto da lui sessualmente.
Harry si mordeva in continuazione il labbro, si stiracchiava portando le braccia in alto e con esse la maglietta per scoprire due dita di pelle, si mangiava l'unghia del pollice per lo stress e, anche se può sembrare strano, Louis lo trovava estremamente eccitante persino in quella posizione.

L'agente si accorse di essere fissato e appoggiò il mento sulla spalla di Louis, sussurrando -Tutto bene piccolo?
Sarebbe impazzito, di certo. Il poliziotto stava provando le stesse identiche emozioni provate prima del loro primo bacio, solo amplificate molto di più. E quel nomignolo, dai.
-Mi farai impazzire.
-E perchè mai?
Lo baciò, ma con trasporto questa volta, chiedendo ed ottenendo subito accesso nella bocca dell'altro, portandoselo più vicino e alzandosi dalla sedia per sedersi sulle sue gambe, l'erezione che già pulsava nei pantaloni di entrambi.

-Qui qualcuno si è svegliato, Loulou.
-Baciami.
-Oh posso fare di meglio.

Harry lo afferrò per le cosce e lo sollevò da dove era seduto per portarlo nella stanza degli interrogatori a pochi passi di distanza, adagiandolo poi sul tavolo di legno nero.
Louis aveva la vista un po' offuscata per il tutto, fino a quando Harry gli slacciò i pantaloni e si leccò le labbra e oh. Oh.

Lo guardò aspettando una sua conferma che non esitò ad arrivare con un bacio veloce e tutto denti, così Harry lo alzò leggermente e gli sfilò anche i boxer ormai diventati di troppo.
Si mise in ginocchio e con una mano afferrò la base dell'erezione di Louis, mentre con la lingua cominciava a stuzzicare la punta, fino a quando inglobò tutto e andò su e giù stringendo le labbra e scavando le guance.
Louis pensò che non ci fosse cosa più bella da guardare fino a quando gli occhi del riccio si incastrarono con i suoi.
Continuò a pompare con movimenti lenti tenendogli le gambe aperte in modo osceno, per poi farlo venire copiosamente nella sua bocca e sollevarlo di nuovo per stenderlo di fianco a lui sul pavimento e abbracciarlo come si abbraccia una persona alla quale devi dire addio.
Il loro, però, non era un addio.
Era più un 'hei, benvenuto nella mia vita, spero tu sia qui per restare'.


Louis non era mai stato così felice. 
Pensava anche che non poteva desiderare di meglio. Era proprio perso per quel ragazzo.
-Lou?
-Dimmi.
-Stavo pensando..perchè prima eri più freddo con me?
-Ti spiegherò tutto un giorno, solo non ora. Diciamo però che sono stato lasciato solo e non voglio riaccada perchè questa volta ho paura di non farcela.
-Oh piccolo, no..non so quanto la mia parola valga, ma mi piacerebbe non andarmene da te.
-Lo so, ma la paura c'è. Cosa succede se ci capita qualcosa di brutto, se niente va come ce lo aspettiamo ora?
-Non me ne frega niente, io sarò per sempre tuo, in qualunque modo questa situazione andrà.
Louis non potè far altro che baciarlo.

-Sai, piccolo, mi sarebbe piaciuto averti conosciuto prima. Che so, magari da piccoli o anche solo dal liceo..
-Si, ma magari le cose non sarebbero andate come stanno andando or..oddio Harry sei un genio!
-Grazie, ehm, ma perchè?
-Penso tu abbia appena risolto il nostro caso, so chi è l'assassino.




Louis sorrise davanti alla persona che tanto aveva inseguito tempo prima e che ora era sempre più certo fosse quella giusta.
Un sorriso astuto, uno da 'non mi scappi più, sei in trappola'.

-Bisogna ammetterlo, e lo sa bene anche lei, il suo alibi non era perfetto, come quello degli altri due sospettati, dopotutto. Eppure si è ingannato da solo, ha detto cose senza pensare, oppure pensando troppo bene che noi non ci saremmo arrivati, che lo avremmo interpretato in un altro modo. Quando ci disse che lei e Hood "non uscivate come dei semplici amici" devo ammettere che inizialmente lo avevo inteso come dire che eravate solamente compagni di classe che si vedevano solo a scuola, ma la situazione era ben diversa. Lei e Hood avevate una relazione, vero Malik? Qualcosa a me sconosciuto deve essere andato storto e lei sbam, si è sbarazzato del suo fidanzato. Ma passiamo ora al giovane Horan. Quello che l'ha fregata è stato che lei ha affermato di essere un "amico di infanzia" di quest'ultimo, il quale, però è nato e cresciuto in Irlanda e trasferitosi a Los Angeles solo l'anno scorso, mentre lei ha sempre vissuto qui. Inoltre, le volte che è stato visto con Horan erano sempre posti dove non circolava tanta gente. Lui doveva tenere nascosto il fatto che fosse gay e lei si è arrabbiato? Prego, Malik, è il suo turno di parlare.

Zayn alzò la testa e piantò gli occhi lucidi di rabbia dentro quelli determinati di Louis per poi sbattere un pugno sul tavolo.
-Hood era una puttana. Diceva di amarmi, stavamo insieme da tre anni, il mio primo amore, la mia prima volta. Pensavo sarebbe stato per sempre, ma un giorno mi disse che mi aveva tradito con quell'altro bastardo di Henderson ed altre persone e che aveva deciso di fare a meno di me. Mi sono sentito così umiliato, sporco. Semplicemente non ci ho visto più. Ho preso la pistola di mio nonno che tenevo ben nascosta e sono andato in camera sua con la scusa di un ultimo servizio prima del nostro addio. Gli ho sparato 37 volte, il numero di volte che mi aveva tradito. La rosa è stato un tocco di classe: la passione. Un bel significato dopo tutto. I bicchieri ed il post it sono stati una mia distrazione nel togliere le prove che conducevano a me. Con Niall è stato completamente diverso. Sa, non stavo con nessunonda quando era successo quel che è successo con Calum e Niall è entrato nella mia vita così spontaneamente ed in silenzio. Ci amavamo davvero noi, è stato diverso, magico, speciale. Tutto fino a quando non gli hanno proposto il contratto all'agenzia di Cowell. Mi sono sentito umiliato per la seconda volta, non volevo essere il suo sporco segreto, così l'ho lasciato. Ero in camera mia a piangere quando ho ritrovato la pistola e senza pensare l'ho fatto: sono andato nella sua stanza, lui credeva mi fossi pentito della mia scelta e tentava di parlarmi, ma gli ho sparato semplicemente un colpo in testa, uccidendolo immediatamente. Quello però ha fatto male anche a me. Mi sono appoggiato al tavolino quando ho visto un foglio bianco con sopra la sua calligrafia che recitava 'Ho rinunciato al mio futuro per averne uno con te, Zayn. Ti amo, Niall.'. Capite? Lui aveva rinunciato a tutto per me e io ero così accecato che non sono riuscito a vederlo. Ho pensato di meritarmi la prigione, ma non volevo costituirmi, sarebbe stato troppo semplice. Ho creato una scena del crimine identica a quella di Calum, sparando altre 36 volte a Niall, prendendo due bicchieri, il post it e la rosa. Ci ho sperato davvero voi riusciste a capire che ero stato io. Devo pagare per ciò che ho fatto all'amore della mia vita. E mi dispiace e Niall mi manca così tanto.

Zayn finì la sua confessione in un pianto disperato, ma liberatorio e Louis si sentì leggero nell'aver terminato quel caso, ma allo stesso tempo male per come si era svolto il tutto.
Certo, le reazioni di Malik erano state decisamente troppo affrettate, ma ne aveva passate davvero tante e un po' gli dispiaceva.

Harry notò la difficoltà che aveva pervaso Louis e che gli impediva di parlare, così -Zayn Malik, la dichiaro in arresto per gli omicidi di Calum Hood e Niall Horan. Payne, ci pensi tu?
-Certo.




 

Harry e Louis uscirono dal Treasure Palace mano nella mano, giusto in tempo per vedere la volante della polizia partire con Malik sul sedile posteriore che ancora piangeva silenziosamente.

-Deve aver avuto un gran coraggio, però. -esordì Harry -Uccidere per amore. Tu lo faresti per me, Lou?
-Ti voglio ricordare che stai parlando con un poliziotto e che tu stesso sei un agente dell'FBI.
Intreccio le mani intorno al suo collo.
-E poi, amore, sei serio Harry?
-Non è mai troppo presto per cose come l'amore. -lo baciò.
-Non è mai troppo tardi. -rispose Louis -Il detto enuncia che non è mai troppo tardi.
-Mi stai dicendo che mi amerai quando sarà tardi, ma allo stesso tempo non sarà mai troppo tardi per uccidere qualcuno?
Louis rise di una di quelle risate cristalline che non gli uscivano da molto tempo, gettando la testa all'indietro, ma tornando poi a guardare verso il suo Harry.
-Stai zitto e baciami, brutto idiota.














 

Okay okay okay, eccomi quaaa! Come state cuoricini? Spero bene.
Questa merdina qua sopra è la mia nuova os, ispirata da un episodio di CSI non visto molto bene (il telefono mi diceva 'guardami').
Io spero tanto vi sia piaciuta, perchè ci ho messo letteralmente il cuore nello scriverla.
Penso sia la migliore fino ad ora.
So che è lunga, ma non aveva senso dividerla ed ho preferito tenerla tutta insieme.
Mi spiace tanto se ci sono errori, in caso segnalatemeli che provvederò a correggerli!
Ci tenevo a ringraziare Silvia, beta di fiducia; Anna, incoraggiante spinta a continuare; Rosa e Lucia che 'susu Gres ce la puoi fare, dai che la voglio leggere'; tutti voi che mi seguite e stellinandomi mi procurate una gioia immensa, vi voglio benee.
Se avete domande potete seguirmi sul mio twitter (@tomlinsovl) e se per voi risulta più comodo wattpad che efp, mi trovate anche lì, sono tomlinsovl!
Ultimissimo avviso: sempre sul mio profilo trovate la mia nuova long scritta in collaborazione con httpweirvd, date un'occhiata se vi va.

Che dire, aspetto con ansia la nostra prossima avventura insieme.
Buona continuazione, bacioni, Gres.

   
 
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