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Autore: Crepuscolina13    18/08/2015    3 recensioni
Una storia SwanQueen ambientata nell'orribile tragedia delle torri gemelle.
Dal capitolo 1:Quando i miei occhi ritornarono sulla strada mi trovai davanti una donna, frenai subito facendo così stridere i freni sull'asfalto, ma non fu sufficiente perché anche se pur con minore velocità colpì la donna che sbalzò a pochi metri di distanza.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Kathryn Nolan/Abigail, Regina Mills, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8:Finalmente a casa.

Pov.Regina

10:40 A.M

Dopo la fantastica dichiarazione di Emma mi ero sentita come nuova.

Avevo passato un'esperienza orribile,una delle quali di solito hai incubi per mesi o ti spaventi per ogni cosa ma invece a me non successe, perché avevo affrontato questa tragedia insieme alla donne che amavo, e insieme ci davamo forza e speranza.

Dopo essere uscite da quel piccolo vicolo ci eravamo trovate per un attimo spaesate, come se quella non fosse stata la New York in cui entrambe eravamo nate e cresciute.

Avete presente quando esplode un vulcano, e ricopre tutto delle sue ceneri?

Ecco, sembrava proprio così, a parte per il piccolo dettaglio che ha New York non c'erano vulcani.

Tutto era ricoperto da polvere, le strade erano deserte, e le uniche forme di vita ancora presenti si trovavano riparati in bar, case o negozi.

Dopo un po' la vita tornò a scorrere, piano piano la gente uscì di nuovo in strada, e i soccorsi si rimisero all'opera.

Guardai la donna che amavo ripensando alle fantastiche parole che erano uscite dalla sua bocca e sorrisi ancora.

Avrei voluto anche io essere romantica, ma da quando Daniel era morto mi risultava difficile esternare con così tanta facilità i miei sentimenti, a parte per il mio Henry.

Ripensando a Henry, il panico mi invase, come stava?Dove si trovava? Pensava che fossi morta? E Katryne? Per tutto il tempo non avevo pensato a lei perché al momento dell'impatto tutti erano subito usciti dall'edificio tranne me, avevo dato per scontato che fosse salva, ma lo era davvero? Me ne sarei dovuto assicurare.

-Adesso cosa facciamo?- mi chiese Emma, che come me si trovava un po' spaesata.

-Dobbiamo curare la tua ferita- risposi dolcemente accarezzandogli un braccio.

-Ed anche la tua gamba-

-Ma non credo ci sia qualcuno che possa aiutarci, sono tutti troppo impegnati- dissi io guardandomi intorno.

-Regina, andiamocene via, magari lungo la strada troveremo qualcuno che può aiutarci-

-Sono d'accordo- risposi annuendo, non volevo restare un altro secondo di più in questo posto infernale.

Emma tirò fuori il suo cellulare dalla tasca visto che il mio era rimasto nel mio ufficio.

-Merda! E' rotto, deve aver sbattuto da qualche parte- esclamò frustata.

-Va be, andremo a piedi- rassegnata Emma annui.

Rafforzammo la nostra stretta di mano e cominciammo ad allontanarci al più presto da quel posto.

11:00 A.M

Avevamo camminato tutto il tempo in silenzio.

Nessuna delle due aveva fiatato, ma forse perché non c'era nulla da dire.

Il semplice contatto fisico delle nostre mani bastava a rassicurarci.

Attraversammo il ponte di Brooklyn, e non eravamo le sole a farlo.

Molte altre persone come noi, si erano incamminate a piedi, via dal sito ormai distrutto del Word Trade Center.

Durante la nostra lenta fuga passammo davanti a un veterinario ed il gestore appena ci vide uscì di corsa dal negozio.

-Signorine! Siete due sopravvissute all'attentato?-

Se non fossi stata così provata dall'accaduto avrei risposto a tono. Eravamo sporche e ferite, che cosa credeva che fossimo? Ma io ed Emma annuimmo soltanto.

-Ho visto tutto alla tv, posso aiutarvi? Vedo che siete ferite..curo animali, ma conosco anche il corpo umano e in più ho gli attrezzi giusti..- spiegò gentilmente la signora dai buffi capelli neri.

-Grazie mille, ci farebbe un enorme piacere- rispose Emma ed insieme entrammo nella clinica veterinaria.

-Si occupi prima di lei- disse Emma indicandomi.

-No no prima di lei, la sua ferita potrebbe essere infetta- risposi a tono, non l'avrei lasciata vinta ad Emma.

La scrutai in volto facendole capire la mia tenacia, ma anche lei avevo il mio stesso sguardo e nessuna delle due si sarebbe arresa.

La dottoressa visibilmente indecisa e imbarazzata non sapeva a chi dare ascolto, così decise da se.

-Innanzitutto piacere, mi chiamo Mary Margaret Blanchard e voi siete?-

-Emma Swan-

-Regina Mills- rispondemmo nello stesso momento.

-Bene, miss Swan, come miss Mills ha detto, le sue ferite potrebbero essere infette ed è meglio cominciare da lei-

Emma si arrese con uno sbuffo ed io la guardai vittoriosa.

La signora Blanchard ci fece accomodare su delle sedie, visto che i lettini adatti per gli animali erano troppo piccoli per noi.

Prese del disinfettante e cominciò a pulire tutte le ferite che ricoprivano il corpo della mia Emma che ogni tanto si lasciava sfuggire qualche gemito di dolore ed allora io cercavo di rassicurarla accarezzandole la mano.

Poi venne il mio turno, avevo una caviglia slogata e un enorme ematoma sopra il polpaccio.

Mi bendò con le garze, suggerendomi poi di applicare sul lividi una pomata di cui lei non era in possesso.

-Grazie mille davvero, come possiamo sdebitarci, non abbiamo soldi con noi ma..- dissi io felice di aver trovato una così gentile e generosa persona, anche se sembrava avere un aria un po' da stupida.

-Oh tranquilla non mi dovete niente, anzi, ho visto che siete a piedi, avete bisogno di un passaggio?- propose la donna sorridendo generosamente.

-No, no, non vogliamo approfittare della sua generosità- rispose Emma.

-No, davvero, voglio dare una mano, insomma se non ci si aiuta in questi momenti quando lo si fa allora?-

-Va bene, se la mette in questo modo accettiamo volentieri- rispose Emma, guardandomi negli occhi per trovare un consenso che arrivò subito.

Ci incamminammo verso la macchina, io ancora un po' zoppicante fui aiutata da Emma.

Una volta montate a borda Mary Margaret, che ci pregò di darle del tu, ci chiese dove volessimo andare.

-Emma, io devo vedere Henry, devo sapere se sta bene- spiegai preoccupata.

-Va bene, andiamo a casa tua- rispose Emma sicura.

-Ok- risposi dando l'indirizzo a Mary Margaret che mise in moto la macchina.

-Vuoi venire anche tu?- chiesi all'improvviso tutto d'un fiato, insicura della sua risposta.

-Certo mi farebbe molto piacere- rispose sorridente lei.

Durante il viaggio Emma si appoggiò alla mia spalla come se fosse stanca, ed io le accarezzai dolcemente la chioma bionda.

Sapevo bene però che la stanchezza era l'ultimo dei sentimenti che stava provando, visto che anche io mi sentivo come lei, felice ma allo stesso tempo triste, e se non fosse stato per l amore per Henry e Emma che in questo momento mi riempiva il cuore mi sarei sentita anche vuota, come senza speranza.

12:00 A.M

Finalmente arrivammo a casa, fu bellissimo poter pronunciare questa parola.

Invitai dentro Mary Margaret per poterla almeno ringraziare con un buon caffè, e lei accettò.

Arrivata sulla soglia di casa mi accorsi pero che come il mio telefono era rimasto nel mio ufficio, la stessa fine era capitata alla mia borsa e quindi alle mie chiavi.

Sconsolata di non poter neanche più entrare in casa mia suonai il campanello.

Quando la porta si aprì mi trovai davanti l'ultima persona che mi aspettavo di vedere lì, Katrhyne.

Senza neanche rendermene conto mi trovai soffocata da un suo familiare abbraccio.

-Mh..non riesco a respirare- mormorai felice.

-Oddio scusami- rispose, staccandosi subito.

-Regina io pensavo che tu fossi morta e..-

Ma la sua frase fu interrotta da un suono di passi e poco dopo mi trovai davanti il mio bellissimo bambino.

-Mamma!!!- esclamò felice mettendosi a piangere.

Mi precipitai subito ad abbracciarlo.

-Sh,sh non piangere, la mamma è qui- mormorai nel suo orecchio.

Una volta finito l'abbraccio intrappolai il suo volto nelle mie mani, accarezzandolo e con le mie dite asciugai le sue lacrime.

-Mamma io pensavo che tu fossi..- ma non riuscì a finire la frase perché fu scosso da singhiozzi derivati dal pianto.

-Tesoro non piangere, sono viva, la mamma è qua- alla fine anche io mi ero messa a piangere, ero triste perché per colpa mia Henry aveva sofferto.

Mi alzai in piedi e portai il mio bellissimo bambino di 13 anni a sedersi sul divano.

A chiudere la porta ci pensò Katrhyne dopo che ebbe fatto entrare gli ospiti che solo in quel momento mi ricordai di dover presentare.

Feci per alzarmi ma Henry mi trattenne con se.

-Non andartene- mi supplicò.

-Resto qui- affermai con sicurezza.

-Katrhyne ti dispiacerebbe andare a fare 4 caffè?- chiesi gentilmente alla mia migliore amica che conosceva bene la casa.

-Non ce problema-.

Una volta fatti le servì agli adulti presenti ed io ne approfittai per fare le presentazioni.

-Lei è la mia migliore amica Katrhyne Nolan e come avrete capito lui è mio figlio Henry- dissi sorridendo al sorriso che finalmente comparve sul viso del mio bambino.

-Katrhyne, Henry, lei è Mary Margaret Blanchard ,una signora che ci aiutato.- dissi sorridendole.

-E lei invece è Emma Swan...- mi fermai un attimo, cosa avrei dovuto dire?

Era la mia ragazza? Insomma ci eravamo dette di amarci quindi in teoria si, ma non ne avevamo ancora avuto il tempo di parlarne, potevamo considerarci fidanzate o forse Emma preferiva un altro termine? E poi c'era Henry, prima avrei dovuto parlarne con lui, insomma e se non avesse accettato il fatto che sua madre stesse con un altra donna? Cosa avrei fatto?.

-..Una mia amica- risposi soltanto.

-A proposito, Katrhyne cosa ci fai in casa mia?- chiesi cambiando discorso, per non lasciare agli altri il tempo di soffermarsi a pensare sulla piccola, ma pur sempre percepibile, pausa che avevo fatto nel presentare Emma.

-Sono uscita subito dal palazzo, ma una volta fuori non ti ho più trovato, poi la scuola di Henry mi ha chiamato, evacuavano la struttura per sicurezza, ma visto che tu non eri rintracciabile, hanno chiamato me come secondo numero di emergenza, così l'ho preso da scuola e l'ho portato qui e poi sono rimasta per non lasciarlo da solo-

-Grazie mille- dissi a Katrhyn con gioia, cosa avrei fatto se non ci fosse stata lei?

-Scusate ma mio marito mi sta cercando, è meglio che me ne vada- disse all'improvviso la signorina Blanchard guardando l'orologio che portava al polso.

-Oh ma certo- risposi alzandomi per accompagnarla alla porta e questa volta Henry non si oppose.

-Se avesse bisogno di qualsiasi cosa non si faccia scrupoli a contattarmi, io ed Emma le dobbiamo molto- le dissi sull'uscio di casa.

-Grazie ma non ho fatto nulla di che, comunque lei ed Emma siete una bellissima coppia- e a quelle parole arrossì.

Detto questo la salutai e me ne tornai in salotto.

-Allora che ne dite? Prepariamo da mangiare?- chiesi ai presenti guardando l'orologio appeso al muro.

-Si io ho fame- esclamò felice Henry che si era ripreso dalla paura che io potessi essere morta.

-Signorina Swan, si ferma anche lei a pranzo?-chiese katrhyne.

Guardai Emma e la vidi esitare, non sapeva cosa rispondere, cosi ci pensai io.

-Si Emma resta con noi- risposi sorridendole, quando però guardai Katrhyne vidi dipinti sulla sua faccia una marea di punti interrogativi, capì che presto sarebbe arrivato un lungo interrogatorio, così senza rimandare inutilmente la sofferenza dissi:

-Katrhyne, mi aiuti tu in cucina?- ed ovviamente lei rispose si.

Così sconsolata mi diressi ai fornelli, pronta ad un migliaio di fastidiose e imbarazzanti domande.

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Emma e Regina sono finalmente a casa!E Mary Margaret è una veterinaria!.

Si prospetta un pranzo difficile per Emma, ed un interrogatorio imbarazzante per Regina, chissà come andrà a finire. A presto.

  
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