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Autore: Josephine_    31/01/2009    3 recensioni
Qui raccolti tutti i sentimenti che possono nascere dentro gli animi di un' adolescente... come me, come forse qualcuno di voi. Metafore e arrangiamenti che fanno riflettere e forse anche un po' stufano, tutto vissuto da una ragazza che si fa chiamare Nebbia. Il perchè... scopritelo leggendo^^ E, se non scoccia, recensite, mi farebbe piacere!
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NEBBIA

Salve. Salve a tutti. Piacere di conoscervi, mi chiamo... com' è che mi chiamo? Okay, mi serve un nome, un nome decente. No, il mio non lo metto, si capirebbero troppe cose, sarebbe imbarazzante. Quindi diciamo che mi chiamo Nebbia. Lo so, lo penso anche io, è un nome orrendo, chi chiamerebbe la propria figlia (o animale) "Nebbia"? Bhè, ma la nebbia è una cosa nella quale mi riconosco molto, forse più di quanto si pensi. Come avrete capito, sono una donna. No, non una donna, una RAGAZZA. L' età? Non ve lo dico, lascio spazio alla fantasia, ci sta che magari indoviniate. Come la nebbia non sono nè chiara nè scura, sono semplicemente confusa, una massa informe che non ha colore, spessore, grandezza. Ma da questa breve similitudine non si capisce molto. Anzi, diciamo pure che non si capisce nulla. Io... io sono io. Pessimista, scura di carattere, solitaria, grigia quello che serve; ma anche molto aggressiva, di carattere, ironica, acida il giusto, colorata solo in parte. E' una contraddizione, lo so, ma ognuno di noi è fatto di contraddizioni, no? Tutti abbiamo parti del nostro carattere in contrasto, che escono fuori a seconda dell' occasione. E anche io sono così. Chiusa verso il mondo, aperta verso chi mi sa capire... Come la nebbia, impalpabile, la si vede, ma non la si sente, penso di essere anche io un po' così. La gente non capisce sempre come sono... i giudizi vanno da un estremo ad un altro: c' è chi mi chiama Miss Serietà, chi pensa che io sia l' immagine vivente del sarcasmo e della loquacità. Entrambi i pareri non sono sbagliati, ma nemmeno del tutto esatti. Ma le persone si sa, vedono solo ciò che è più vicino a loro, si accontentano della superficie. Anche io sono così, occasionalmente. Come tutti. Fisicamente... bhè, anche qui preferisco sia la vostra fantasia a decidere per voi, ma se volete una mano immaginate una ragazza con i capelli argentei e gli occhi del colore dell' arcobaleno. Quella sono io. Alta il giusto, nè magra nè grassa... il seno? Se volete mettetemelo, altrimenti fa lo stesso. La bocca... leggera. Socchiusa, rossa, piccola. Labbra da bacio. Un bacio che ancora non è arrivato. So cosa state pensando. Che sto sparando cavolate a non finire, che è impossibile che abbia gli occhi colorati e i capelli come polvere di stelle. E siete liberi di non credermi. Non penso piangerò per questo. La Nebbia non piange. Al massimo piove. Ecco, penso che pioverò. Quindi aprite gli ombrelli e mettetevi i cappotti, non so quanto durerà. Se sarà una cosa veloce, di pochi minuti, o se durerà ore, se saranno gocce grandi, di quelle che ti inzuppano i capelli, o leggere, che sferzano l' aria e ti svegliano quando ancora stai dormendo. Potrei piovere. Tornando a me... perchè sono qua? perchè sto scrivendo? Bhè, vedete, il fatto è che penso di essere diventata pazza. No, non pazza da legare, da spedire in un manicomio, anche se forse voi penserete sia così. No. La mia pazzia è una cosa diversa... una cosa che non si può curare e nemmeno evitare, così come non c' è nessuna legge o norma che dica che devo essere isolata. La mia è una pazzia adolescenziale. Oddio, non so nemmeno se ho scritto bene la parola "adolescenziale", ma il fatto è che qua non ho vocabolari, quindi non posso controllare. Dov' è che sono? Bella domanda. Non lo so nemmeno io, sinceramente. Su una nuvola, forse, perchè è tutto azzurro e chiaro... ma fa caldo, quindi forse sono all' inferno. Vabbè, per semplificare le cose e non perdere altro tempo, chiamerò questo posto PURGATORIO, il mio purgatorio personale. Non è male, anzi, solo è un po' triste. Ma almeno posso scrivere, e ho tutte e due le mani, meglio di così non potrei stare! Sapete, non so neanche se siate arrivati a leggere fino a qui, però ho voglia lo stesso di continuare e di spiegare meglio la mia situazione. La pazzia adolescenziale penso mi stia divorando fin da dentro le viscere. E non è una cosa schifosa. Non pensate ad un male poco buono, ad un tumore, ad un virus, pensate piuttosto ad una pozione lilla, rosa o gialla che odora di pesco o cocco e che in questo momento scorre insieme al sangue come fosse miele. E non fa male. Almeno, non un male fisico. E' più una cosa mentale, psicologica, emotiva. E' una pazzia che ti manda in tilt, ti impedisce di ragionare. Come tutte le pazzie. Ma la differenza è che tu ti rendi conto di ciò che stai facendo, del perchè e del come, ed è questa la cosa che fa stare più male: agire consapevolmente. Un pazzo agisce, magari rompe qualcosa, urla, si dimena, poi si acquieta, ma tu non lo puoi riprendere nè punirlo e lui non può sentirsi in colpa, perchè è una cosa involontaria e lui non si rende conto di ciò che ha fatto. Qua è diverso. Qua ci sono, la vergogna, l' imbarazzo, gli ormoni che complicano le cose. La pazzia adolescenziale colpisce gli adolescenti, gli rende irrequieti, strani, confusi e tristi. Arriva quando meno ce lo aspettiamo, non è facilmente scacciabile nè individuabile, è complicata. Provoca sbalzi d' umore, acidità verso gli altri, risate croniche, voglie improvvise e desideri irrealizzabili, fame di novità, sete di scoprire, di avere un ragazzo, di provare e provare le cose più strane. No, so cosa state pensando: non è pazzia, è adolescenza. No, vi dico io che non è così. Perchè esistono adolescenti che se ne fregano, che non cambiano, che vivono il periodo come se nulla fosse, che non si innamorano o magari, se lo fanno, vanno avanti, si comportano naturalmente. Quelli sono gli adolescenti. Poi ci sono i pazzi. Come me, come forse qualcuno di voi. Che vede tutto come una minaccia, ogni ragazzo/a come un possibile futuro/a sposo/a, il futuro come qualcosa di strano si, ma anche bello e stramaledettamente lontano... una meta difficile da raggiungere, che va in confusione per un nonnulla, che si crea problemi dove invece c' è solo bisogno di buttarsi e di dare un bel bacio. Completo. Di quelli con la lingua, un po' schifosi ma stramaledettamente romantici e passionali. Quindi io sono pazza. Soffro di questa forma di pazzia che rende incoerenti e anche un po' dark, certe volte, dopo lo scoraggiamento provocato da un ennesimo rifiuto o un' altra brutta notizia. Pazzia che colpisce il cuore, invece del cervello, che ti fa accelerare i battiti del cuore non appena leggi un nome, un sms, oppure quando vedi qualcuno che per te risulta speciale. E la cosa peggiore è che è come una droga. Una bellissima e favolosa droga al sapore di lacrime. No, non lacrime, pioggia. Al sapore di pioggia. Perchè al sapore di pioggia? Spiego subito. Mettiamo che voi troviate un ragazzo (o una ragazza) che vi piace. Voi la (o lo) vedete per i corridoi, e tirate avanti, come se nulla fosse. Già, ma all' interno di voi stessi non sta accadendo il nulla, no. Dentro di voi c' è il caos più totale. Sentite il sangue pesante, caldo, lo sentite salire alle guance e sulla fronte, sudata, e le mani vi prudono. Ma il pezzo forte è il cuore. Il cuore che, se durante il giorno nemmeno vi ricordate che esiste, a quel punto sembra uscirvi dal petto... bum bum bum. Ritmico, veloce, alto. E' così forte che pensate lo possano sentire anche gli altri. Ma fidatevi, non è così. E gli altri hanno altro a cui pensare. Insomma... voi proseguite, magari vi prende caldo e andate in iperventilazione, e a quel punto le cose sono due: o vi ripromettete di non seguirlo, cercarlo, incontrarlo (volgete tutto al femminile se siete uomini) mai più, o sennò lo/la eleggete "vostra preda" e fate di tutto per convincerlo/a a sposarvi. Nel secondo caso, la droga è già entrata in circolo e voi non fate niente per combatterla, semplicemente vi arrendete ad essa, la accettate e rischiate, ma nel secondo caso la cosa è leggermente diversa. Infatti c' è il buon proposito di non vederlo/a più. Già, il proposito, l' intenzione. Ma il "peccato" arriva lo stesso. Vi ritroverete infatti ad incontrarlo/a lo stesso, a cercare sue notizie magari interrogando chi vi capita a tiro. E il buon proposito non c' è più. Viene dimenticato, accantonato, come la nebbia quando si esce dalla Val Padana. E il rumore assordante del vostro cuore, che così tanto odiate, diventerà il vostro compagno, coinquilino che detestate ma del quale non potete fare a meno. A quel punto arrivano le lacrime. La pioggia. Perchè oltre che ad un rumore, quello del cuore, questa droga ha pure un sapore, che è quello dell' acqua salata. Dopo averlo/a seguito/a, incontrato/a, cercato/a, chiamato/a, averci parlato o aver semplicemente incontrato il suo sguardo, arrivano le lacrime. Magari causate dal fatto che non ricambia, magari perchè l' avete visto/a con qualcun altro, lacrime di rabbia, di tristezza o di solitudine. O magari piangete così, perchè vi serve, ne sentite il bisogno. Perchè vi date delle/dei cretine/i pur sapendo che l' avete fatto coscientemente, assolutamente sobri/ie. Perchè vi promettete di scordarlo/a ma alla fine cedete alla droga. Anche perchè non è bello dipendere da qualcosa. E questa branchia della pazzia adolescenziale, una grande branchia che può essere confusa con la pazzia stessa, viene chiamata AMORE.




Bhè... eccomi qua. Se state leggendo questa piccola nota significa che avete finito di leggere e che, forse, non l' avrete trovata stupida o pesante come cosa. Non c' è molto da spiegare, penso sia tutto scritto sopra quello che dovete sapere e non so se è finita qui o se ci saranno altri capitoli. Se recensite mi fate felice, basta che non siano commenti cattivi, non penso di averne bisogno in questo momento... Vi lascio e fatemi sapere cosa ne pensate, gelb_augen
  
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