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Autore: Ade_chan    18/08/2015    2 recensioni
Fairy Tail, come ben sappiamo, è presa di mira da molte organizzazioni, ma non sempre queste sono disposte ad attaccare con lealtà. Facendosi beffe degli animi gentili dei nostri amati maghi attueranno il loro piano: eliminare le fate di Fairy Tail.
Ma non tutto andrà secondo i loro piani.
In questa storia non mancheranno scontri, litigi e la nascita di qualche nuovo amore.
\“Portiamola subito alla gilda, la missione è annullata.” Asserì risoluto Natsu dopo aver preso in spalle la compagna svenuta.
Happy spalancò gli occhi, sorpreso [...] Non era mai successo che dei maghi di Fairy Tail non portassero a termine una missione, soprattutto se si trattava del team Natsu./
Buona lettura.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza/Gerard, Gajil/Levy, Gerard, Gray/Lluvia, Lluvia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Progressi... oppure no?


Il portone di Fairy Tail si spalancò la seconda volta in quel giorno e nella grande struttura fecero il loro ingresso Gajeel, affiancato dal compagno di avventure Phanter Lily, e Gray.
Quest’ultimo si guardò intorno, non scorgendo nessuno nella grande stanza, “Be’? Dove sono tutti?”
In quel momento Mirajane sbucò dal corridoio della gilda con un’espressione a dir poco preoccupata.
“Mira! Che succede qui?” chiese ancora Gray. Era abituato allo scompiglio e al fracasso in quella gilda e vederla così silenziosa e disabitata lo metteva veramente a disagio.
“Si tratta di Lucy, è tornata ferita dalla missione con gli altri.”
Gajeel aguzzò le orecchie e grazie al suo udito riuscì a sentire delle leggere voci provenire dall’infermeria, “La Bunny Girl ha ancora combinato qualche casino?” ghignò. Nel frattempo anche Levy era apparsa nell’ingresso e si era accomodata a uno degli sgabelli del balcone. Sbuffò solo, senza dire niente, infastidita dal comportamento del moro.
“Juvia!” esclamò Gray, vedendo del liquido simile all’acqua scendere dagli scalini che portavano al corridoio, pronto a darsela a gambe. Ma non fece in tempo a muovere un passo che nella frazione di pochi secondi l’interpellata si fece viva e saltò addosso al ragazzo, tra le lacrime.
“G-Gray-sama! L-Lucy-san… mi spiace così tanto per lei!” balbettò tra un singhiozzo e un altro.
Lily, intimorito dalle reazioni delle compagne, domandò ancora cosa fosse successo.
“Lucy ha perso la memoria.” Rispose con lo sguardo basso Mirajane.
Il mago del ghiaccio e il gatto rimasero spiazzati dalla sua risposta. Il primo non riuscì a esprimere il suo stupore o a fare l’ennesima domanda alle maghe che Juvia lo trascinò nell’infermeria.
 
Vedendolo entrare Erza gli rivolse un cenno con capo come saluto, ma non si alzò dalla sua postazione. Anche Natsu fece lo stesso, ma lui non alzò lo sguardo dal lettino che le teste dei compagni non gli permettevano di vedere.
Quando riuscì a sganciarsi dalla ferrea presa di Juvia si avvicinò maggiormente. Rimase paralizzato quando la ragazza dagli inconfondibili capelli biondi gli rivolse un’occhiata distante, priva di emozioni. In quegli occhi non riconobbe nulla della compagna con cui aveva passato tante, troppe, avventure. Cercò di reggere il suo sguardo indagatorio il più a lungo possibile, fino a quando Erza si alzò in piedi e prese il mago in disparte per raccontargli tutto, pedinati inevitabilmente dalla maga dell’acqua.
 
“Te la senti di dirci qualcosa?” chiese Wendy. Si sentiva tremendamente in colpa per non essere riuscita a capire subito cosa fosse successo all’amica, nonostante fosse praticamente impossibile riuscire a capirlo controllando solo le condizioni fisiche. Se avesse usato la sua magia ci sarebbe di sicuro arrivata, ma non l’aveva ritenuto necessario dato l’assenza di ferite.
Lucy annuì. Nella sua mente non c’era niente, assolutamente nulla. Solo delle numerosi vocine le affollavano la mente. Queste la invadevano di domande ed esclamazioni riguardo le persone che l’accerchiavano e altrettante a proposito del perché si trovava in quella situazione. In un momento di lucidità era riuscita a calmarsi dallo scompiglio iniziale e aveva prestato quel minimo di attenzione che le era rimasta per ascoltare le parole di quei ragazzi.
Aveva annuito alla richiesta della ragazzina che le infondeva una vaga calma, anche se molto probabilmente non sarebbe riuscita a rispondere alle loro domande.
“Come ti chiami?” spostò lo sguardo verso una ragazza dai corti capelli bianchi che la fissava con visibile preoccupazione. La rendeva un poco serena sapere che quelle persone erano così interessate e soprattutto preoccupate per lei.
“Be’” sussultò al suono della propria voce, “voi continuate a chiamarmi Lucy, quindi…” cercò di fingere un sorrisino, ma dall’espressione del ragazzo al suo fianco, capì che quella sul suo viso sembrava più una smorfia. Il ragazzo in questione era serio in volto e continuava a fissarla intensamente, cosa che la metteva leggermente in soggezione. Ma in un angolo remoto della sua mente una vocina spiccava sulle altre: continuava a ripeterle che non doveva spaventarsi, di rispondere ai loro quesiti e di non mostrarsi debole, perché non c’era cosa che più odiava. Quella vocina le continuava a suggerire cosa fare e cosa provare. E in quel momento non se la sentiva di restarsene zitta, voleva sapere cosa le era successo e decise di seguire quello che le veniva detto.
Erza tornò nell’infermeria, seguita dei due maghi che poco prima aveva condotto fuori dalla stanza. “Il tuo nome è Lucy Heartfilia, sei una maga degli Spiriti Stellati e membro della gilda di Fairy Tail.”
“Oh, grazie.” Mormorò spaesata, “C-Cosa intendi dire con maga degli Spiriti Stellari?” chiese poi. Quelle due parole non le erano del tutto sconosciute, ma comunque non sapeva cosa significassero. Potevano perfettamente essere una marca di abbigliamento o di alimentari dato che le erano familiari.
Il ragazzo al suo fianco saltò sulla sedia sul quale era seduto e dalle tasche dei pantaloni tirò fuori un mazzo di chiavi. “Ti erano cadute quando… prima, insomma.” Balbettò mentre le porgeva gli oggetti magici.
Lucy afferrò il mazzo di chiavi con timore, poi le fissò a lungo sotto lo sguardo speranzoso degli altri.
“Ero una specie di portiere?” domandò in fine, leggermente delusa della propria occupazione.
I ragazzi caddero dai loro posti e alcuni non riuscirono a trattenere un sorrisino divertito. Con quell’affermazione aveva spezzato la tensione e avevano portato un briciolo di sollievo nei loro cuori.
Happy saltò in grembo alla bionda e le mimò il classico movimento che permetteva alla maga di richiamare gli Spiriti dal loro mondo. Lucy lo guardò pensierosa e, quando fu il suo turno, pescò una delle numerose chiavi, ma una volta eseguito i suoi stessi gesti e le sue parole, questa non fece nessuna delle reazione che lo strano gatto gli aveva detto. Alzando gli occhi dalla chiave paranormale riuscì a decifrare la delusione nello sguardo di ognuno di quei ragazzi.
Erza prese parola, “Per il momento è meglio chi tu riposi.” Disse rivolta a Lucy, sorridendo, “Ho mandato Levy ha fare delle ricerche, così da sapere cosa è consigliato fare in queste situazioni.” Continuò poi rivolta agli altri presenti.
“La perdita della memoria abitualmente è causata o da un forte shock o da un grave colpo alla testa. In quest’ultimo caso col tempo la memoria tende a migliorare, ma non sappiamo da cosa sia provocato questa volta, quindi non possiamo arrivare ad una conclusione certa.” Parlò ad alta voce Wendy, mettendo a conoscenza i suoi dubbi e le sue precarie diagnosi.
 
I maghi uscirono sconsolati dall’infermeria e presero posto al tavolo dove Levy svolgeva le sue ricerche. Pochi minuti prima si era recata alla biblioteca di Magnolia dove aveva requisito una decina di tomi polverosi, ma presto sarebbe uscita di nuovo per procurarsene altri.
La turchina e l’albina non si fecero attendere e subito domandarono di venire a conoscenza dei possibili progressi della bionda.
“Lucy-san non riesce ad usare la sua magia.” Rispose Juvia che non aveva ancora smesso di stritolare il braccio -ormai divenuto blu- di Gray da quando aveva fatto la sua entrata in scena.
In quel momento Natsu esplose, “Io vado a cercare il maledetto che ha attaccato Lucy, non mi importa niente! Non provate a fermar- “ non fece in tempo a finire i suoi schiamazzi che Erza gli mollò un forte pugno sulla testa.
Gray lo schernì per la sua testardaggine aspettando di iniziare la classica rissa. Loro erano tipo i rispettivi antistress, quando avevano bisogno di sfogarsi una scazzottata e via. E in quel momento non chiedeva altro di avere un momento di normalità in quella situazione così stressante.
“Ghiacciolo da strapazzo, ora non ho tempo di conciarti per le feste.” Lo liquidò Natsu, con le braccia conserte e lo sguardo serio.
Tutti lo guardarono sconcertati e nella loro mente si chiesero tutti se anche lui fosse stato in qualche modo stregato dal nemico. Il Dragon Slayer lasciò il tavolo, infastidito dalle occhiate dei nakama, e si diresse di nuovo nell’infermeria.
 
Arrivato all’uscio vide che Lucy era stesa sul lettino su un fianco che gli dava inevitabilmente le spalle. Sentì il suono del suo respiro, ma non era sicuro che stesse dormendo e non sia mai che la svegliasse ancora, altrimenti Titania lo avrebbe scuoiato vivo. “Sei sveglia?” chiese per precauzione, senza fare un passo verso la sua postazione.
La bionda in risposta si girò verso di lui, con gli occhi socchiusi e luminosi, segno che aveva pianto durante la loro assenza. Si sentì morire dentro: non era rimasto a consolarla e a tenerle compagnia. Ma soprattutto si sentì in colpa perché quella situazione era stata causata dalla sua sbadataggine.
Si avvicinò con prudenza, “Oi, Lu.”
Lucy accennò un sorriso, ma non disse una sola sillaba. Chissà cosa le stava passando per la mente in un momento simile, di sicuro si doveva sentire nel panico più totale e in quanto compagno di team era suo compito alleggerire il suo animo.
“Come ti senti?” chiese nel mentre lei si metteva a sedere. Alzò velocemente le spalle ed abbassò lo sguardo, senza proferire ancora parola. Natsu aggrottò le sopracciglia, “Non è da te essere così silenziosa.”
Lucy fece una smorfia, “E chi lo sa più, cos’è da me.” sbottò squadrandolo infastidita.
A quella frase le sopracciglia di Natsu formarono una vistosa V maiuscola, “Non devi dire così, è molto frustrante sentirti dire queste cose. Capisco che tu stia male, ma non pensare che per noi sia una passeggiata!”
Lucy lo guardò sconvolta, quel ragazzo dai capelli rosa la stava davvero trattando male in un momento come quello? Ma chi si credeva di essere? Be’, lei non lo sapeva… ma quel suo comportamento non le andava affatto a genio. La vocina nella sua mente si fece risentire: le consigliava di non litigare con quell’individuo dalla testa bacata, che erano amici inseparabili e che le serviva il suo aiuto per tornare come prima. Assunse un’espressione incuriosita a quelle affermazioni. Fin ora aveva dato ascolto a quella specie di grillo parlante, le aveva dato degli ottimi consigli, ma non riusciva a crederle completamente.
“Scusa se tutto questo mi impaurisce e non riesco a pensare con razionalità.” Borbottò incrociando le braccia sotto il petto, senza togliere il suo sguardo pungente dal ragazzo.
Subito lo sguardo di Natsu parve addolcirsi e si avvicinò ulteriormente, lasciandola interdetta dal suo bizzarro comportamento. Si sentì come se fosse finita in una gabbia di matti disturbati da bipolarismo, visto che in meno di quattro minuti aveva cambiato atteggiamento già tre volte.
“Sto solo cercando di non farti una marea di domande riguardo quello che ti è accaduto, o meglio, che ci è accaduto. Mi sto trattenendo da non partire alla ricerca del bastardo che ha osato attaccarti mentre ero distratto. Non volevo alzare la voce con te, voglio solo esserti d’aiuto.” Sputò d’un fiato, senza fare una pausa.
Lucy rimase positivamente colpita da quello strano dialogo e non sapeva minimamente cosa rispondere. Nel dubbio sorridi, gli suggerì la vocina. E così fece.
Il Dragon Slayer ricambiò il sorriso e subito prese a raccontarle delle loro avventure, accompagnato da gesti e espressioni che la fecero ridere di gusto. Molto probabilmente Natsu l’aveva infettata, oppure era soltanto merito del suo strambo carattere se ora si sentiva a suo agio.
Nonostante non stesse capendo niente di tutte le parole che uscivano senza sosta dalla sua bocca, quel ragazzo le piaceva.
E la vocina diceva essere d’accordo con lei.
 
Dei pesanti passi rimbombarono nella silenziosa stanza, fermandosi davanti a una donna palesemente infastidita dalla presenza di chi li aveva fatti, “Perché non l’hai eliminata?” prese parola la prima figura.
“Ho semplicemente pensato che fosse più divertente così, non avevo voglia di farla finita.” Rispose con un ghigno seccato la seconda.
“Questa non è affatto una buona motivazione, il capo aveva ragione: sei solo una ragazzina viziata e diabolica.”
L’interpellata trovò quel rimprovero vagamente divertente e si lasciò sfuggire un sorrisino compiaciuto, “Il capo sa che senza di me questo piano non sarebbe neanche cominciato. Io sono fondamentale, mentre tu sei solo invidioso della mia importanza. Dopotutto il tuo compito è quello di proteggermi, quindi sei un mio sottoposto.” La ragazza fece bene attenzione a scandire le ultime parole, così da infondere nell’uomo ancora più rabbia di quanta ne stesse già contendo.
Il vecchio imprecò mentalmente, sconfitto da quella ragazza che tanto detestava, “Fatto sta che il tuo compito era quello di eliminare Lucy Heartfilia, non solamente ferirla.”
Lo sguardo della giovane si indurì e i suoi occhi azzurri guizzarono in direzione dell’insopportabile vecchio che aveva sempre qualcosa da ridire su ogni cosa che faceva. “Io non prendo ordini da nessuno, faccio quello che mi pare e piace.”
Uno sbuffo scocciato risuonò nella grande stanza. Quella ragazza era sicuramente la persona più insopportabile con cui avesse mai dovuto lavorare. Rimpianse i bei tempi quando non faceva parte della sua stessa organizzazione.
“La prossima volta cerca di seguire il copione.” Soffiò serio, dopo di che girò i tacchi, lasciando sola la ragazza con i suoi pensieri di vendetta.
 
A Magnolia il sole era ormai tramontato e la città era popolato dalle chiacchere dei cittadini che ancora passeggiavano per le strade.
Contrariamente, Fairy Tail era silenziosa per la prima volta da… sempre?
I nostri eroi se ne stavano per i fatti propri, immersi nei propri pensieri e nelle proprie preoccupazioni. Persino Gray e il suo cuore di ghiaccio risentivano della situazione e il suo solito sguardo gelido faceva trasparire lo sconforto che gli provocava quella situazione.
L’unico che sembrava non essere stato colpito dalla tragedia accaduta a Lucy, sembrava essere Gajeel. Se ne stava seduto in un tavolo all’angolo, intendo a osservare i comportamenti e le azioni dei nakama. Anche lui sotto sotto era preoccupato per la Bunny Girl, ma sapeva che la situazione si sarebbe sicuramente risolta. Non sapeva come, ma ne era certo. Anche nel caso la ragazza non avesse ritrovato la memoria, si sarebbero adattati e col tempo tutto sarebbe tornato normale.
Lily lo affiancò, “Gli altri stanno progettando di esaminare il villaggio, vai anche tu?”
Gajeel borbottò qualcosa che il gatto interpretò come un diniego.
“Secondo me la tua presenza sarebbe fondamentale. Natsu non mi sembra in grado di affrontare la situazione con prudenza, quindi se sentissi qualcosa tu invece che lui, potresti fermarlo prima che faccia qualche stupidata.” Disse riferendosi ai sensi sviluppati dei Dragon Slayer, dato che loro esseri comuni –più o meno- non avrebbero mai potuto intercettare un rumore o un odore dalla loro stessa distanza.
In risposta ottenne altre parole incomprensibili che, questa volta, erano d’assenso.
Sorrise soddisfatto, felice che la strategia di usare la convinzione del compagno di essere migliore degli altri maghi fosse funzionata.
 
Erza richiamò l’attenzione dei maghi, “Domattina una piccola squadra si recherà nel villaggio in cui gli altri hanno svolto la richiesta.”
Natsu, incuriosito dal silenzio che aveva sentito dall’infermeria, aveva raggiunto i compagni e subito si era infiammato a sentire quelle parole, “Vado anche io!” esclamò infatti inviperito. Perché non lo avevano avvertito? Volevano forse tagliarlo fuori? Non lo avrebbero lasciato lì a poltrire mentre loro scorrazzavano sul luogo del delitto.
“E’ meglio di no, Natsu.” Intervenne Mirajane, preoccupata per tutto l’insieme di quello che stava succedendo: in primis per Lucy che non ricordava niente; per i compagni che dovranno svolgere le ricerche e anche per il Dragon Slayer che sicuramente si sarebbe abbattuto e infuriato ritrovandosi sul luogo nel caso li avesse raggiunti, per questo avevano preferito parlarne in sua assenza.
“Perché no?! Posso aiutarvi!”
Titania lo scrutò seria, “Abbiamo già deciso chi andrà, e tu non sei tra questi.”
“Ovvero? Chi andrà?” si intromise incuriosita Cana.
Erza aveva deciso di mandare in missione Levy che, grazie alle numerose ricerche svolte quel giorno aveva appreso i casi che procuravano la perdita della memoria, quindi avrebbe cercato una delle cause come oggetti solidi che potevano essere utilizzati per colpire Lucy, oppure qualche indizio che portava  all’utilizzo di magia oscura; successivamente Gajeel per evitare attacchi in agguato da parte dei nemici e in caso proteggere la maga del Solid Script; con lui si era inevitabilmente unito anche Lily; Gray era stato arruolato per il medesimo motivo e anche per non far litigare lui e Natsu in modo da lasciar sbollire quest’ultimo in pace. Ma ora che aveva smascherato il loro piano, sarebbe stato molto più complicato lasciarlo alla gilda.
“… Detto questo ho finito, non voglio sentire altro!” lanciò un’occhiataccia a Natsu che già stava per aprire bocca, “Potete andare a casa.” Terminò, liberando nella grande stanza un lamento stanco da parte dei maghi di Fairy Tail.



Angolo autrice.
Un po' più in ritardo della scorsa volta ma eccomi!
Ringrazio FairyNalu e BleackRose che hanno recensito anche il secondo capitolo <3
Adele.
   
 
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