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Autore: Babi_Dada    19/08/2015    0 recensioni
DAL PRIMO CAPITOLO (FEM!MERLIN!)
“Sarai la nuova serva personale del Principe!” decretò infine il Re, tra la sorpresa generale.
“Cosa?!” sbottarono Merlin e Artù contemporaneamente.
“Padre! Ma lei è... è … una femmina!” esclamò il principe, indicandola con un dito. Che maleducazione! Uther aprì bocca per rispondere, quando Merlin schiaffeggiò il dito del principe e gli esclamò contro:
“Sì, sono una femmina e vi ho salvato la vita, in caso non ve ne siate accorto, Vostra Idiozia!” tra la sorpresa generale e la risata fragorosa di Uther, Merlin quasi non notò la faccia che fece Gaius sentendola rivolgersi al principe a quel modo.
“Sono passati più di cinquecento anni e ancora non ho capito in quale modo essere la sua serva personale fosse un premio!” esclamò ridacchiando la donna. Non potevo credere a quello che mi stava raccontando, ma qualcosa mi diceva che stesse raccontando il vero, e poi era una bella storia, perchè non ascoltarla fino in fondo e poi decidere se era matta o no?
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gaius, Gwen, Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Gwen/Lancillotto, Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Prima stagione
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Capitolo secondo Valiant

“Mi volete spiegare per quale ragione mi avete fatto indossare quest'affare pesantissima?” erano passate due settimane dalla festa e dall'attentato alla vita di Artù. Il principe aveva fatto il diavolo a quattro, ordinandole mansioni che quasi sicuramente non le spettavano. Ora l'aveva condotta nel campo di allenamento e le aveva fatto indossare una cotta di maglia enorme e pesantissima, lui le diede uno scudo e una spada.

“Tra poco ci sarà il torneo mi devo allenare.”

“E quindi...? non potete farlo con uno dei vostri cavalieri?”

Mer-lin – lo odiava quando la apostrafava a quel modo, con quel tono – voglio allenarmi con te! E comunque essendo la mia serva mi accompagnerai, anche in situazioni pericolose, nessuno si aspetterebbe una ragazzina fragilina come te, in grado di proteggermi”. Non aveva tutti i torti. Così Merlin si tirò su le gonne, assicurandole alla cinta di cuoio e scoprendo parte delle cosce. La sorpresa di Artù fu solo momentanea, prima che potesse anche solo prenderlo in giro aveva già sferrato il primo colpo.

“Destra! Sinistra! Destra! In alto!”

“Ahi!”

“Hei, buon pomeriggio Merlin come va?” la domanda di Gaius la lasciò spiazzata per un attimo. Il suo prolungato silenzio insospettì il medico di corte che si voltò ad osservarla per trovarla ancora con la cotta di maglia, le gonne alzate e uno sguardo perso nel vuoto.

“Non lo sentite questo clangore?”

“Oh... Artù ti sta facendo impazzire, eh?” Ci poteva scommettere.

 

Le cose non eran migliorate con l'avvicinarsi del torneo. Anzi. Artù sbraitava ordini non appena Merlin metteva piede in camera sua. Portami la colazione! Puliscimi l'armatura! Preparami il bagno! Vestimi! Portami il pranzo! Pulisci le stalle! Bada ai miei cani!

Così il giorno del torneo (con Artù occupato di suo) quando Gaius mandò Merlin a consegnare a Morgana la sua medicina per dormire, alla sorellastra del principe bastò uno sguardo a lei e uno di intesa con Gwen per afferrarla per un polso e trascinarla dentro la sicurezza delle sue stanze, facendola accomodare sul suo letto.

“Artù ha veramente esagerato sta volta!” esclamò la figliastra di Uther incrociando le braccia al petto e fissando Gwen con un'occhiataccia che la poverina rabbrividì.

“Mia signora...” tentò infatti Gwen.

“Guardala Gwen! - esclamò indicandola, ma Merlin non riusciva proprio a farsene importare – è distrutta!” a questo Gwen non seppe cosa ribattere.

“Non so quando sia stata l'ultima volta che si sia fatta un bagno, guarda i suoi capelli Gwen!” Merlin non ebbe nemmeno la forza di sentirsi offesa, i suoi capelli andavano ancora benissimo, raccolti nella loro coda di cavallo... vero erano tre giorni che non li lavava, ma non era nobile, non faceva il bagno tutti i giorni!

Fu allora che qualcuno bussò. Artù.

“Merlin! - sbottò – ho bisogno di te giù!”

“Oh no, mio caro! - esclamò Morgana, frapponendosi tra Merlin (che aveva bellamente ignorato Artù) e il principe – per oggi ti tieni Morris! Oggi Merlin me la tengo io!”

“Morris?! Morgana lui è...”

Insopportabile? Anche tu lo sei!” sbottò l'altra chiudendogli la porta in faccia. Ponendo fine alla discussione.

 

Artù osservò Morris che, con espressione apatica le braccia conserte dietro la schiena, osservava l'allenamento.

Vi ho detto che eravate un cretino, non avevo solo capito che eravate un cretino reale! La voce di Merlin disse nella sua testa. E poi, insomma quale essere umano è così apatico? Dico io quando fa la pipì dopo averla tenuta tutto il giorno lo tirerà un sospiro di sollievo? Artù ghignò fra sé, scuotendo poi la testa. Merlin era diventata la sua serva personale meno di una settimana prima, ma già il giovane principe si era abituato alla sua presenza e alle sue battute acide... e al fatto che spesso gli rispondesse a tono. Sempre. Gli rispondeva sempre a tono.

La sua camera non era mai stata così pulita e ordinata... apparte gli oggetti che Artù le lanciava contro quando batibeccavano.

E che battibecchi! Però ora doveva concentrarsi sull'allenamento, sulla festa di quella sera e poi sull'incontro di domani. E non sulla sua serva dalla lingua lunga, le orecchie spropositate e i capelli più scuri che avesse mai visto.

 

Artù non aveva visto Merlin da quella mattina e cominciava sul serio a impensiersi sul suo conto. Ma quando entrò, accompagnando Morgana e Gwen, per poco il sorso di vino che stava bevendo non gli andò di traverso.

Indossava un abito verde smeraldo, forse era stato di Morgana, e i suoi capelli sembravano fatti di seta! Dove diavolo era finita la sua serva impertinente con i capelli sempre legati che lui prendeva sempre in giro per le sue orecchie enormi? Quando lo vide lo raggiunse, portandosi dietro di lui e seguendo il protoccolo domandò:

“Desiderate altro vino, Sire?” uscito dalle sue labbra quel titolo sembrava quasi una presa in giro.

“Cosa ti ho detto riguardo a quel tono?” domandò retorico, ma la sua serva si limitò a una scrollata di spalle, lanciandogli però un'occhiataccia degna di Morgana (la cosa lo fece rabbrividire, se c'erano due donne in tutta Camelot che avrebbero potuto allearsi contro di lui erano Merlin e Morgana e sembrava una coppia che avrebbe fatto scintille... e sarebbe stato lui a bruciarsi) che lui ricambiò. Qualcuno si schiarì la gola richiamando la sua attenzione. Era un cavaliere estraneo giunto a presentarsi al principe, augurandogli buona fortuna e augorandosi di poterlo incontrare sul campo di battaglia. Artù ricambiò con gentilezza verso l'uomo più anziano, ma non gradì l'occhiata lasciva che lanciò alle sue spalle verso una Merlin occupata a rimepire una coppa di vino a Leon, mentre lasciava ricadere la testa all'indietro ridendo di una battuta del suo braccio destro. Così Artù richiamò l'attenzione della sua serva e le fece cenno di riempirgli il bicchiere, lei obbedì – un po' di malavoglia, sicuro – e quando fu abbastanza vicina Artù le afferrrò il polso, trattenendola al suo posto e le sussurrò in un orecchio:

“Reggimi il gioco... - lei annuì impercettibilmente – fingi di ridere a una battuta tra noi” Merlin obbedì. Gli altri cavalieri, comprenso l'intento del principe fecero finta che fosse una cosa normale e lanciarono occhiatacce di avvertimento al cavaliere che si era presentato, e quando quello non bastò Artù fece accomodare Merlin sulle sue ginocchia e lo fissò con lo sguardo più minaccioso che avesse.

“Desideravate altro, Valiant?” domandò quindi al cavaliere.

“Null'altro. Vedo che siete impegnato. Con permesso”.

 

“La vuoi smettere?!”

“Smettere cosa, Sire?” quella faccia da finta innocente non gliela dava a bere. Merlin gli stava tenendo il muso. Per cosa, poi, ancora non era chiaro.

“Si può sapere che hai? - domandò quindi – è da ieri sera che sei strana?”

“Oh beh, giusto che me lo chiedete... - fece lei – come diamine vi è saltato in mente di fare quella scenetta ieri sera!?” era quello il problema? Lui l'aveva difesa e il suo problema era quello? Ma cos'aveva la ragazza al posto del cervello, segatura? Avrebbe dovuto essere grata, non molti padroni si prendono così cura delle proprie serve.

Artù si permise di guardarla scioccato dallo scatto, lei, che tutta la mattina aveva tenuto il muso ora si stava intrecciando i capelli di lato con foga quasi a calmare i nervi.

“In caso tu non te ne sia accorta, stavo difendendo la tua persona e il tuo onore”

“Sono cresciuta in campagna, Sire! So benissimo difendermi da sola! E so altrettanto bene difendere il mio onore!”

“Oh e immagino che se un cavaliere fatto e finito decidesse di avvantaggiarsi di te, sapresti benissimo come difenderti, vero?!” sbottò lui, mimando la stessa espressione della sua serva e incrociando le braccia al petto.

“Non sono vostra da difendere! Me la sarei cavata!” questo lo zittì un attimo, anche Merlin sembrò altrettanto sorpresa da quello che aveva detto e poco dopo spostò lo sguardo dal suo guardando di lato. Nessuno dei due stava più facendo caso all'incontro. Che si era nel frattempo fermato.

“Merlin! - la voce di Gaius li risvegliò entrambi da loro torpore – ho bisogno di una mano qui!” un cavaliere era stato ferito ed era accasciato al suolo, la sua fronte scottava, Merlin non gli rivolse neanche una parola, scattando verso il vecchio medico e preparandosi ad aiutarlo.

“Come vanno le cose col Principe?” la sua assistente sembrava particolarmente di cattivo umore e silenziosa anche mentre lo aiutava a controllare Sir Ewan che era stato ferito in combattimento. Merlin si scrollò nelle spalle.

“Ti stava soltanto difendendo, ne sei cosciente, vero?” Merlin continuò a rimanere in silenzio. Sembrava che non ci fosse una vera e propria ferita sul povero cavaliere.

“Non avete idea di cosa quella scenetta abbia causato” disse, d'un tratto la giovane quando ormai Gaius si era rassegnato a lavorare in silenzio.

“Tutti i servitori oggi sembravano camminare sulle uova con me di fianco, tentando di farmi fare meno lavori possibili! Sono al suo servizio da quasi tre settimane e al massimo mi guardavano con pietà per essere la serva personale di quell'idiota! Oggi mi trattavano quasi con deferenza! Una ragazza nella lavanderia mi ha persino chiamata M'lady!” la cosa sembrava procurarle sincero fastidio, ma Gaius rimase in silenzio mentre la ragazza si sfogava.

“Allora ho chiesto che cosa le dava l'impressione che fossi una Lady, e lei è arrossita fino alla pnta dei capelli e mi ha detto ‘Non intendevo offendere, M'lady, è che come preferita del principe pensavo non vi andasse di lavare i suoi indumenti con l'acqua gelata’. Credono io sia la sua Preferita, Gaius! Lo capisci! So benissimo difendermi da sola!”

“Merlin... - provò Gaius – Artù è un principe, non fa caso ai pettegolezzi delle serve. Gli hai salvato la vita e lui si è sentito in dovere di proteggerti, da quella che sembrava una minaccia immediata, dovresti essere grata, non molti padroni si prendono cura in questo modo dei propri servi. Non credo lui abbia pensato all'impressione che avrebbe dato alla servitù, ha solo pensato a toglierti dal collo il fiato di Sir Valiant... Non tutti i cavalieri sono nobili d'animo..”.

“Non potete gareggiare contro di lui, domani!” Artù si massaggiò le tempie, poco dopo cena la sua serva era piombata in camera sua, mentre si stava cambiando, e aveva cominciato a blaterale di magia e di Sir Valiant, dicendo che egli possedeva uno scudo i cui serpenti venivano chiamati alla vita e venivano usati per uccidere gli avversari e che Sir Ewan era solo stato un avvertimento. Aveva perfino mostrato la testa del serpente che aveva recuperato per Gaius, per fare l'antidoto. Rischiando di essere quasi scoperta daValiant stesso.

“Sei sta un'incoscente!”

“Dovevo avere delle prove! Non potete battervi domani! Usa la magia! Vi prego; Fate qualcosa...!”

“Domani porterò la faccenda in consiglio, va bene?” domandò lui, sospirando e sedendosi al tavolo. Merlin sembrò soddisfatta.

“Grazie”

 

Oh com'era andata male, invece...

“Non potete farlo!” non bastava il danno, anche la beffa. Non solo aveva portato la faccenda in consiglio, accusando un Sir di stregoneria, ma il testimone di Merlin era anche misteriosamente morto durante la notte e la parola di Merlin non valeva nulla di fronte a quella di un cavaliere; e ora lei lo seguiva per i corridoi cercando di farlo ragionare e di fargli fare qualcosa... ma cosa altro poteva fare! Si era messo in ridicolo per seguire i suoi consigli.

“Lo farò eccome, Merlin!”

“Usa la magia, non potete farlo! Chi vi proteggerà!”

“Merlin sono stato cresciuto per combattere, ne sei cosciente vero!”

“Non c'entra nulla! Non sapete come combattere la magia!”

“Sir Valiant non usa la magia Merlin! Ti sarai sbagliata!”

“Perchè sono pazza vero?! - era sbottata lei, e alcuni servitori si erano fermati a osservarli incuriositi dalle urla – perchè è un'allucinazione comune vedere dei serpenti che prendono vita da uno scudo!”

“Adesso basta!” aveva tuonato lui, furibondo, zittendola definitivamente. “Sparisci dalla mia vista. Ho bisogno di un servo di cui mi possa fidare!” appena aveva visto lo sguardo ferito che aveva attraversato il viso della ragazza si era pentito, ma Merlin aveva subito assunto un cipiglio deciso e, nonostante gli occhi lucidi, si era presa le gonne con una mano e fatto un inchino rabbioso se ne era andata a grandi passi lasciandolo da solo nel corridoio.

“Oh Principe, prego entrate” Valiant si spostò di lato e fece accomodare Artù nella propria stanza, mentre chiudeva la porta alle sue spalle.

“A cosa devo il piacere? Se si tratta del disguido circa la magia, vi assicuro che...” non terminò mai la frase perchè Artù lo interruppe, sbattendo con forza un pugno sul tavolo accanto al quale si era accomodato.

“Se osi anche soltanto pensare di torcerle un capello...”

“Non so di cosa stiate parlando, Sire...” provò quello, solo per vedere il pugno di Artù chiudersi ancora di più fino a far diventare la mano bianca.

“Non prendetemi per stupido, Valiant, ho notato il vostro amico, il vostro servitore che segue ogni sua mossa. Torcetele un solo capello e ve la vedrete con me. Sono stato chiaro?”.

Qualche ora prima

“Ragazza mia cosa ti è successo? Non dovresti essere col Principe?” ma Merlin continuava a sospirare pesantemente.

“Mi ha licenziata – disse d'un fiato – ma quell'idiota dell'amico di Valiant continua a seguirmi ovunque vada! E io non sono ancora riuscita a fare quel maledettissimo incantesimo! Se solo riuscissi a esporlo Artù saprebbe che ho ragione e sarebbe salvo!” rispose passandosi una mano tra i capelli.

“Che intendi ti segue? So che Artù non ha fatto il tuo nome specifico appunto per evitare ripercussioni...?”

“Sì, ma di quale servitore credi un Principe si fidi abbastanza da accusare un cavaliere in pubblico? - domandò lei retorica – se poi ci aggiungiamo anche le voci che girano sul fatto che io sia la sua preferita... credo che abbiano capito bene si tratti di me. E quindi mi segue quando aiuto al castello... è diventato la mia ombra.”

“Che ci fai qu...?”

“Non dovreste farlo” tipico di Merlin, entrare non invitata nella sua tenda prima del combattimento e non lasciarlo neanche finire di parlare, fissarlo con quei suoi occhi cristallini con tanta di quella serietà che Artù stentava a riconoscere la ragazza che gli aveva risposto per le rime e gli aveva mollato un pugno per difendere un poveretto dalle sue angherie.

“Tenterà di usare lo scudo contro di voi” mormorò infatti lei lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi.

“Lo so.” non c'era bisogno di altre parole. Lei alzò lo sguardo a incontrare il suo, e capì cosa tentava di dirle. Mi dispiace.

“Fate attenzione”

“Sono sempre attento”.

 

Alla fine ce l'aveva fatta! Era riuscita a portare in vita i serpenti, ma la cosa non aveva salvato Artù. Merlin doveva ammettere che l'intervento di Morgana aveva avuto tanto impatto quanto il suo nella vittoria del giovane principe. Era stata lei che aveva avuto i riflessi pronti e aveva lanciato una spada al principe dagli spalti. Quella sera alla festa erano una coppia meravigliosa, sembravano nati per essere Re e Regina, quindi forse c'era del vero dietro al pettegolezzo secondo cui Morgana non fosse ancora sposata perché segretamente promessa al principe. Poi ovviamente avevano avuto un battibecco e le loro strade si erano divise, ma non prima che Morgana si fosse voltava verso di lei e le avesse fatto l'occhiolino. È tutto tuo. Era sicura che le voci avessero raggiunto anche la figlia adottiva di Uther e non sapeva perchè, ma era sicura che non ne sarebbe venuto fuori niente di buono.

“Puoi credere a Morgana?” non si era neanche accorta che Artù l'aveva raggiunta “È convinta di averli salvato la vita”

“Beh, Sire, il suo aiuto è di sicuro stato prezioso” rispose Merlin, convinta di ciò che diceva. Artù is scrollò nelle spalle.

“Me la sarei cavata benissimo anche senza il suo aiuto, ma non senza il tuo. - Merlin lo guardò interdetta, si era accorto della sua magia..? - non avrei saputo cosa aspettarmi se tu non mi avessi avvertito per tempo.” ah quindi era disposto a ringraziare lei, ma non sua sorella/moglie/futura sposa/quello che era insomma? Merlin alzò gli occhi al cielo, ma sorrise.

“Vorrà dire che mi offrirete da bere”

“Non credo sia appropriato per me offrirti da bere, Mer-lin”

“E perchè mai no, sono solo l'assistente di Gaius?”

“Perchè ti pago già lo stipendio”

“No. Mi avete licenziata” rispose lei, incrociando le braccia al petto.

“Allora sei riassunta” Merlin sorrise. Sapeva che voleva andare a parare lì dal momento in cui lui aveva aperto bocca, però era stato divertente vedere la sua espressione mentre le chiedeva di tornare a lavorare per lui, a modo suo, certo.

“A proposito. Alla mia stanza serve una riassettata, i miei cavalli...” Merlin alzò nuovamente gli occhi al cielo e gli sbattè la brocca di vino contro il petto.

“Buonanotte, Sire” augurò, mentre usciva, lasciandolo lì, con la brocca di vino in mano a fissare la sua figura mentre si ritirava per la notte.

  
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