Buona lettura, Roby.
20.
Allison
entrò nella villa giusto in tempo per vedere due uomini trasportare una
gigantesca imitazione della Tour Eiffel che posizionarono vicino alle scale.
Mentre
camminava nel grande atrio guardandosi intorno, si chiese se per caso non
avesse sbagliato posto. Erano passate tre settimane dal funerale di Lily e per
quanto avesse cercato in un lungo e in largo una qualche traccia di Matt, tutto
quello che era riuscita a trovare erano stati alcuni cacciatori spaventati
dalle voci che circolavano a tal proposito.
Matt il sanguinario è
tornato, chiudetevi in casa e pregate… chi fosse il genio che
gli aveva dato quel soprannome ancora lei non lo sapeva, ma immaginava che
terrorizzare la gente fino a quel punto fosse qualcosa che eccitava
terribilmente suo fratello.
Oltretutto,
a parte Victor che ancora la detestava, aveva anche la questione Mason Lockwood di cui occuparsi e lui era strettamente collegato
a Crowley che era a sua volta un problema ulteriore.
Dubitava che il Re dell’Inferno avesse già tirato fuori il lupo come lei gli
aveva chiesto, perché era certa che quando l’avrebbe fatto, sarebbe subito
corso a chiederle qualcosa in cambio.
Forse
anche l’Inferno di Crowley aveva delle trafile
burocratiche da seguire. Per un attimo si chiese se avrebbe potuto fare
qualcosa anche per Jo… e si ripromise di provare a
capire se era fattibile, ma senza dirlo ad Alaric che
già passava tutto il suo tempo ad ubriacarsi. O almeno questo era quello che le
aveva detto Caroline quando le aveva telefonato per dirle che dopo il sonno semi-eterno di cui Elena era caduta
vittima, Damon era tornato ad essere il Damon stronzo di tanto tempo prima.
Stronzo con tutti tranne che con Bonnie che
considerava la sua compagna di sventure.
Mentre
guardava Klaus dare indicazioni ad una giovane donna vestita da chef, Allison si ricordò che anche Finn
Mikaelson era un problema… ma prima di affrontare
tutte quelle cose, voleva prendersi qualche giorno per rimettersi in pista, per
chiarirsi le idee, fare il punto e poi ripartire. E magari nel frattempo
avrebbe capito perché c’era una torta di quattro piani blu e bianca su un
carrello che viaggiava lento verso la cucina.
“So
che sono stata in coma per un mese circa, ma non credevo che aveste trasformato
la villa in una sala ricevimenti” disse raggiungendo l’Ibrido Originale.
Klaus
rise incrociando le braccia dietro la schiena. “In un mese possono succedere
tante cose.”
“Sì,
l’ho notato.” Allison poggiò il borsone per terra e
sospirò guardandosi intorno. “Credevo che Hayley si
fosse sposata mentre io facevo il mio lungo pisolino in ospedale. Ha detto che
visto che mio fratello è entrato in gioco lei e Jackson hanno deciso di accelerare
i tempi così che Hope avesse la protezione di cui ha
bisogno il più in fretta possibile.”
“Oh
sì, è stata una cerimonia molto… toccante” le disse Klaus. “Ma di una noia
mortale. Elijah non mi ha permesso di uccidere nessuno.”
Allison
corrugò la fronte prima di scuotere il capo per poi fissare gli occhi su un
grande tavolo rotondo sopra il quale era posizionata quella che aveva tutta
l’aria di essere una fontana di cristallo.
“È
una fontana…” mormorò indicandola con un dito.
“Una
fontana di puro cristallo che ho fatto scolpire appositamente per l’occasione.
Questa sera verrà riempita di champagne. O qualunque altra cosa tu preferisca.”
“Io?”
chiese stupita lei. “Perché devo essere io a scegliere?”
“Perché
per quanto mi consideri piuttosto bravo nell’organizzazione di sfarzosi
ricevimenti, questa è la tua festa di compleanno, quindi l’ultima parola spetta
a te. Oh buon compleanno comunque.”
Allison
sgranò gli occhi incredula. Non tanto perché Klaus le stava organizzando una
festa di compleanno, quanto per il fatto che con tutte le cose di cui aveva
dovuto occuparsi, aveva finito col dimenticarsi completamente che giorno fosse.
“Io
non…” farfugliò grattandosi nervosamente la fronte. “Klaus…”
“So
che non è un buon momento con tutto quello che sta succedendo ma penso che ti
farà bene divertirti un po’. E tutti quelli che ho chiamato per invitare sono
stati d’accordo con me. Devo dire che non hai molti amici… umani. Anzi non hai
molti amici a prescindere. Quindi ho chiamato i Winchester, ma l’Angelo e Dean
rimarranno ad occuparsi di Victor e Claire quindi verrà solo Sam. Poi ho
chiamato Mystic Falls e Damon e Alaric
saranno qui tra poco. Anche se penso che siano più interessati all’acool che alla festa in sé.”
La
donna si voltò a guardarlo e sul suo viso Klaus poté leggere un certo disagio.
Forse non era stata una buona idea… Stava per dirle che se preferiva avrebbe
annullato tutto, che non sarebbe stato un problema. Ma lei lo precedette.
“Klaus
è… è molto gentile da parte tua” gli disse.
“Ma…”
Lei
sembrò rifletterci un attimo. “Niente ma. È solo che io… sono stata così
impegnata, girando in lungo e in largo per cercare mio fratello e tutto il
resto che…”
“Tu
non ricordavi che oggi fosse il tuo compleanno fin quando io non l’ho detto
vero?”
Allison
annuì piano, facendo vagare lo sguardo per impedire all’Ibrido di leggerle
dentro. Anche se non aveva mai dato grande importanza ai compleanni, non poteva
fare a meno di sentirsi un po’ umiliata e annullata.
Klaus
alzò la mano e le accarezzò gentile i capelli. “I compleanni sono sopravvalutati
in fondo” le disse. “Annullerò tutto, dammi solo qualche minuto e sarà tutto
sparito.”
“No,”
gli disse Allison. “Non voglio che annulli la festa. Hai
ragione, svagarmi un po’ mi farà bene. Riempi quella fontana, ma non di
champagne. Riempila di birra, sono sicura che sarà più apprezzata.”
L’Ibrido
abbozzò un sorriso. “E birra sia.”
“Fantastico!”
Allison prese nuovamente il suo borsone. “Dov’è Hayley? Dobbiamo andare a fare shopping. Ho decisamente
bisogno di un nuovo vestito per la mia festa di compleanno.”
“Non
è qui al momento.”
La
cacciatrice si avviò su per le scale. “Le farò una telefonata.”
Accelerò
il passo per arrivare più in fretta in quella che oramai era diventata la sua
camera e fu allora che li vide; Elijah e Gia
scambiarsi un appassionato bacio… Pensò che Klaus aveva ragione; in un mese
molte cose potevano succedere. Si schiarì la voce, un po’ per attirare la loro
attenzione, un po’ perché occupavano il centro del corridoio e lei doveva
passare.
Gia si staccò da
Elijah e la fissò con un sorriso che si trasformò in imbarazzo non appena si
rese conto che era lei.
“Allison…” mormorò la giovane vampira. “Buon compleanno. Quando
sei arrivata?”
“Poco
fa, e grazie. Ma… vi prego, non interrompete le vostre effusioni solo perché
sono qui. Fatemi passare e poi continuate pure.”
La
ragazza di fronte a lei si passò una mano sul viso imbarazzata. “Io devo andare
a dire il vero. Ci vediamo più tardi, alla festa.”
Scomparve
giù per le scale ed Allison la seguì con lo sguardo
per alcuni secondi prima di voltarsi di nuovo verso Elijah. “Ti sei consolato
in fretta dopo che Hayley si è sposata.”
Elijah
ignorò le sue parole e si passò la punta del pollice sulle labbra prima di
allungare la mano verso il borsone sulla spalla di Allison.
“Lascia che ti aiuti.”
Ma
lei scosse il capo scansandosi. “Ce la faccio da sola. Ma grazie.”
L’Originale
la seguì fino alla sua stanza e una volta dentro chiuse piano la porta e mise
entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni prima di parlare. “Non è come
pensi.”
“Davvero?”
chiese Allison togliendosi la giacca. “Perché io
penso che tu e Gia vi steste baciando
appassionatamente.”
“Allison…”
“Elijah,
ascolta…” lo interruppe Allison. “Mio fratello sta
cercando di uccidermi e non si fermerà fin quando non ci sarà riuscito. L’uomo
che mi ha fatto da padre negli ultimi venti anni ha appena perso la sua intera
famiglia e Dean ha un dannato segno sul braccio che occasionalmente lo
trasforma in uno spietato assassino. E oltretutto devo un favore al Re
dell’Inferno e…” si fermò per riprendere fiato e sospirò avvicinandosi a lui di
qualche passo. “La mia vita sta cadendo a pezzi e io non ho la forza né la
voglia per nessun tipo di relazione. E anche se non fosse così, vorrei qualcuno
che sappia amarmi, che sappia amare solo me. Qualcuno che mi metta prima di
ogni altra cosa, prima di ogni altra donna. E chiaramente quella persona non
sei tu.”
Elijah
fece un grosso respiro. “Dimmi cosa vuoi da me, Allison.”
Lei
tirò fuori dal borsone le chiavi dell’auto. “È questo il punto Elijah… Io non voglio
niente da te. Non più.”
Ci
fu un minuto di lungo silenzio, poi Allison parlò di
nuovo. “Senti, devo andare ora. Mi serve un vestito per la festa. Ci vediamo
dopo.”
Elijah
la guardò uscire dalla stanza in silenzio. Con gli occhi fissi sul pavimento si
chiese cosa fosse quel senso di totale desolazione che sentiva dentro.
“Buon
compleanno” sussurrò. Ma lei non poteva sentirlo.
****
“Stava
baciando Gia?” chiese Hayley
sorpresa. “Quella Gia?”
Allison
si sistemò la gonna e si diede una rapida occhiata allo specchio prima di
scostare la tenda del camerino ed uscire. “Quante Gia
conosci Hayley?”
L’altra
diede un bacio alla piccola Hope e sospirò. “Zio
Elijah è fuori di testa” sussurrò.
La
bimba le regalò un sorriso divertito, quasi avesse capito, ed Allison fece un grosso respiro alzandosi sulla punta dei
piedi per guardare meglio il completo che aveva messo insieme; la gonna di
pelle nera le arrivava a malapena al ginocchio e la fasciava perfettamente.
Risultava meno aggressiva di quanto avrebbe potuto immaginare, forse perché ai
lati c’era un leggero decoro a costine che la piazzava perfettamente a metà tra
il classico e il rock. Come piaceva a lei. Mentre si sistemava la magliettina
di tulle color cipria pensò che quell’insieme era perfetto per un paio di
scarpe che aveva comprato tanto tempo prima ma che non aveva ancora avuto modo
di indossare.
Le
aveva acquistate per andare sotto copertura ad una cena di beneficenza in una
casa infestata ma alla fine aveva dovuto occuparsi di altro e così era finita a
cacciare vampiri in una campagna abbandonata del Maine. Non il luogo adatto a
quel tipo di scarpe.
“Wow!”
esclamò Hayley guardandola. “Stai… benissimo.”
“Benissimo
come? Benissimo come una moglie trofeo o benissimo come una giovane donna
pronta a divertirsi alla festa?”
Hayley
stava per rispondere, ma si bloccò quando un giovane uomo si mise a sedere
accanto a lei sul piccolo divanetto, fissando Allison
come se volesse mangiarsela con gli occhi.
“Io
direi benissimo della serie la
temperatura è appena aumentata qui dentro” disse l’uomo e l’Ibrida
trattenne una risata voltandosi a guardare la sua amica.
Allison
piegò poco il capo, poi si girò e fissò lo sguardo sul nuovo arrivato. Non
aveva idea di chi fosse, ed era certa al cento per cento di non averlo mai
incontrato prima, perché lei non dimenticava mai un viso.
“Tu
chi diavolo sei? Non hai una fidanzata che sta svaligiando il negozio usando la
tua carta di credito da cui tornare?”
Lui
abbozzò un sorriso scuotendo il capo.
“E
allora perché sei dentro un negozio di abbigliamento per donne? Ti piacciono le
scarpe col tacco per caso?”
“Anche
se fosse?”
“Non
farebbe alcuna differenza per me, perché so a cosa stai pensando e la risposta
è no.” Allison lo guardò mentre lui si alzava e si
prese un attimo per ammirarlo meglio. Era bello lo sconosciuto, con quei
capelli biondi, gli occhi chiari e le labbra piene.
“Primo,”
le disse lui tirandola via dai suoi pensieri. “Non credo tu sappia a cosa sto
pensando. Secondo, mi chiamo Diego Raider.”
La
cacciatrice annuì e si avvicinò di qualche passo a lui. “Primo, so esattamente
a cosa stai pensando. Secondo, non ti ho chiesto come ti chiami” gli disse.
Rimasero
a fissarsi per alcuni secondi, nessuno dei due si mosse di un millimetro ed Hayley si sentì improvvisamente come una terza incomoda.
Pensò che la temperatura stava decisamente salendo.
Poi
Diego fece un sorriso sicuro e incrociò le braccia sul petto. “Stavo pensando
che, per quanto sono sicuro che questa Gia di cui
state spettegolando sia bella, dubito che possa battere te col tuo caratterino
autoritario e… tutto il resto.”
Allison
inarcò un sopracciglio. “Tutto qui? Questo è tutto quello che sai fare per
abbordare una donna? Ed io che per un attimo ho creduto che saresti stato
capace di sorprendermi.”
“Invitami
alla festa alla quale hai intenzione di divertirti e magari lo farò.”
La
donna indietreggiò di qualche passo, fino a raggiungere la soglia del camerino.
“Perché invece non trovi da solo la festa? E magari anche un modo per entrare?
Quello sì che sarebbe sorprendente.”
Diego
rise e si inumidì le labbra prima di parlare. “Va bene. Mi piacciono le sfide.”
“Buona
fortuna allora.” Allison chiuse la tenda del camerino
e sorrise al suo riflesso allo specchio. Quel flirtare era stata una totale
perdita di tempo, lo sapeva… ma era stato divertente e divertirsi era quello di
cui aveva bisogno.
****
Quando
la festa era iniziata, Allison si era resa conto che
di tutti quegli umani che avevano varcato la soglia, a parte Sam, Alaric e Camille non conosceva
praticamente nessuno. Su un grande tavolo sotto la riproduzione gigante della
Tour Eiffel erano stati posizionati diversi pacchi regalo ed Allison non poté fare a meno di sentirsi un po’ stupida.
Aveva più di trent’anni, non era più tempo di feste di compleanno per lei.
Tuttavia
si sentiva anche coccolata, come non le capitava da tempo e quello era un aspetto
di tutta quella storia che le faceva piacere. Mentre guardava gli Originali,
Marcel, Sam, Damon, Alaric… pensando anche a chi non
aveva partecipato, in qualche modo di sentì grata per quella strampalata
famiglia e sospirò pensando che avrebbe tanto voluto che un umano in
particolare fosse lì. Ma Victor stava ancora piangendo per le sue perdite ed Allison sentì le lacrime pizzicarle gli occhi.
“Klaus,”
chiese all’Ibrido che era vicino a lei. “Chi sono tutte queste persone che non
conosco?”
“Non
ne ho idea. Sono andato in un ristorante all’ora di pranzo e ho soggiogato tutti
i presenti a partecipare.”
La
donna lo guardò perplessa. “È una cosa… deprimente. Perché l’hai fatto?”
“Perché,
come ti ho già detto, tu non hai molti amici.”
Allison
sospirò, perché Klaus aveva ragione. “A proposito,” disse afferrando un
bicchiere di vino rosso. “I vampiri e i lupi non si metteranno a litigare tra
di loro vero?”
“Non
lo faranno. Ho detto loro che se si fossero azzardati anche solo a guadarsi
senza sorridere avrei strappato loro il cuore dal petto.”
“Ovvio
che l’hai fatto!” esclamò Allison bevendo un sorso
dal bicchiere. “Questa festa è magnifica. Non so davvero cosa dire per
ringraziarti.”
“Non
ce n’è alcun bisogno” Klaus fece un gesto con la mano. “Ma potresti dirmi qualcos’altro;
quel tizio che è appena entrato, è un tuo amico o un imbucato? Perché non
ricordo di averlo soggiogato.”
Allison
puntò lo sguardo in direzione dell’entrata e sorrise scuotendo poco il capo.
Eccolo lì Diego Raider… che aveva trovato il modo di sorprenderla.
“Oh
no, non l’hai soggiogato tu. È stata la mia gonna” rispose avanzando verso la
sua sorpresa.