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Autore: Melde Aranel    19/08/2015    4 recensioni
Una volta ingannato Thanos e ritrovata la libertà grazie al Tesseract e allo Scettro del potere, Loki ha un orizzonte infinito di possibilità per arrivare al suo obiettivo.
L'unico problema è... da dove partire?
"Sorrise, con quel ghigno non troppo sano che lo caratterizzava.
Quindi non era morto.
Anzi, il piano era riuscito alla perfezione.
Era esattamente dove doveva essere: lontano
Un nuovo mondo, una nuova vita, lo stesso scopo: il trono.
Ci sarebbe stato da divertirsi."
Ci tengo a dire che
QUESTA STORIA è IL CONTINUO DI "THE AGE OF DEMIGODS" DI CLEIA
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2



POV Calipso:

Lo straniero era divertente.

Era stato esilarante guardarlo arruffarsi nel vano tentativo di togliersi il suo amichetto di dosso, e ancora di più vedere la sua faccia basita quando aveva interrotto la zuffa.

Come se le fosse dovuto importare più della sua salute piuttosto che di quella dello "scoiattolo".

Che assurdità.

Certo, se oltre a essere simpatico fosse stato anche leggero, ora avrebbe faticato di meno per trascinarselo dietro.

Perché non bastava scatenare un terremoto, no, doveva anche svenire per far risultare la sua entrata in scena il più teatrale possibile!

Le era letteralmente caduto ai piedi subito dopo aver sentito il suo nome. Neanche fosse stata Afrodite!

Ammetteva di aver provato un qualche autocompiacimento, quando era precipitato in ginocchio.

Solo che poi non si era fermato, crollando a terra palesemente privo di sensi.

A quel punto l’autocompiacimento era diventato ilarità mal trattenuta per l’assurda situazione.

“Va bene Calipso, adesso concentrati e… tira!”

Una volta dentro la grotta, lo sistemò sul giaciglio di pellicce e gli si sedette a fianco, respirando pesantemente per la fatica.

Solo a quel punto si permise di guardarlo con più attenzione.

Sembrava avere più o meno l’età che lei stessa dimostrava.

La pelle del viso era chiara, tirata sui lineamenti resi ancora più spigolosi del normale, vista l’espressione tesa anche nell’incoscienza.

La fronte era alta, le labbra fine e il naso dritto come nelle statue dei tempi d’oro dell’amata Grecia.

I capelli li aveva così neri da gareggiare con le ali dei corvi più scuri.

In qualche modo lo trovò affascinate.

Lo sguardo scivolò sul petto del ragazzo, dove l’insolita veste era bruciata in più punti.

Le bastò scostarla un poco per inorridire dallo spavento: il braccio destro del giovane era completamente rosso per le ustioni, che continuavano feroci fino alla metà del petto, incidendo la pelle in modo molto più grave di come aveva supposto all’inizio.

Nella mano sinistra artigliava una strana pietra blu cangiante, ma da quanto era forte la stretta non se ne parlava proprio di sfilargliela.

Per un momento le parve di notare che le dita intorno al prisma avessero assunto anche loro una sfumatura celestina… ma sicuramente si sbagliava.

Senza pensarci si diede da fare per sfilare ciò che rimaneva di quella strana tunica verde.

Incominciò facendo attenzione, per ovvi motivi, ad ogni suo movimento, ma mano a mano che si imbatteva in una delle fin troppo numerose cinghie di quel vestiario, a lei così estraneo, la delicatezza lasciava sempre più posto all’irruenza.

Sicuramente era un’altra strameberia dell’epoca moderna, o come diavolo la chiamava Ermes.

Che fossero benedetti i chitoni e i pepli!

Una volta che il ragazzo rimase solo in calzoni scuri, alla ninfa sfuggì d’impeto un gesto d’esultanza.

Eppure, tutta la determinazione dimostrata fino a quel momento evaporò di colpo, quando si rese conto di non saper più dove sbattere la testa.

Doveva medicare quel disastro, certo, ma come?

Era una ninfa, per Zeus, e neanche troppo potente!

Poco male, si sarebbe arrangiata con il poco che aveva.

Andando a prendere l’unguento per le medicazioni non si accorse dell’ospite che, circospetto, zampettava fino al comodo giaciglio.

Fu così che li trovò: l’amichetto acciambellato al lato della testa del suo ospite, e quest’ultimo che nel sonno arricciava il naso in una smorfia buffa, nel vano tentativo di sfuggire agli assalti della coda pelosa.

Sorrise, mentre cominciava a spalmare la crema.

Si, lo straniero era veramente divertente.



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POV Loki:


La ragazzina era irritante.

Lo aveva pensato da appena aveva iniziato a parlargli con quel tono impertinente e lievemente saccente.

Purtroppo, non aveva potuto neanche rimetterla al suo posto perché, esausto, era svenuto come uno stupido.

A destarlo fu il ritmico gocciolare dell’acqua sul viso.

Portò una mano in alto a ripararsi e, come per magia,  quel fastidio cessò immediatamente.

< Ti sei svegliato finalmente!>

Ma cosa…?

Provò a sbirciare tra le dita e quello che vide non gli piacque affatto: una ragazzina con le lentiggini e grandi occhioni blu, la stessa ragazzina amica del coso peloso, era seduta al suo fianco, mentre reggeva sulla sua testa un recipiente con il quale lo stava palesemente innaffiando.

Per svegliarlo, supponeva.

Con un sorriso a trentadue denti, per di più.

< Era, ora sai?  Non ce la facevo più a stare qui seduta ad aspettare e poi ora che finalmente vedo qualcuno non poterci neanche parlare è fastidioso ma tu dormivi tutto il tempo e…>

SPLASH!

Con un semplice gesto annoiato del dio, il bacile si era svuotato per intero in testa alla ragazza.

< Prendi fiato ogni tanto, ragazzina. Sei fastidiosa. >

Lei si limitò a scansarsi le ciocche vermiglie ormai fradicie dagli occhi.

< E tu un grandissimo maleducato, contando il fatto che sono stata io a medicarti. Dovresti essermi grato. Ma chi ti credi di essere?>

Beh, a questo punto se l’era voluto.

Si tirò lentamente a sedere, facendo leva sul braccio sano e con un ghigno rispose:

< Io, stupida ragazzina, sono Loki, dio degli Inganni e delle Malefatte. Ora, > sospirò teatralmente < direi di ripartire con ordine. Dove accidenti siamo?>

Per tutta risposta lei gli ficcò un pezzo di focaccia insipida in bocca, tappandogliela.

< Un dio dici? Mai sentito uno con questo nome. Ora mangia, che ti devi riprendere. Poi ne riparleremo.>

Si, la ragazzina era veramente irritante.


Angoletto autrice____________________________
Ma ciao! ed eccoci qui... belle le "presentazioni ufficiali" eh?
Ammetto che tappare la bocca all'intrigante dio delle malefatte è sempre stato un mio segreto sogno nel cassetto , per cui non vedo come non poterlo far fare almeno a Calipso che ne ha la possibilità!
Dare una prima impressione dei personaggi ( sia a voi che tra loro) mi sembrava una buona idea, e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate del capitolo, se vi va.
Alla prossima ;*
Aranel
  
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