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Autore: soldierofmymind    19/08/2015    0 recensioni
Sette semidei risponderanno alla chiamata.
Tre dei figli dei Sette sotto un unico sigillo faranno adunata.
La morte dei figli del freddo vendetta troverà per mano del semidio nato nel segno di chi ruggisce.
Il caldo sarà sfidato e una delle pedine in quel luogo perisce.
Il freddo sarà l'arma della vittoria o figlio della neve e del fulmine.
Di sette che partiranno due ritorno non faranno così come mai avrà fine l'eterna lite.
È questa la nuova profezia dei sette, questa è la sua nuova vita.
Simon Grace, un ragazzo che non doveva nascere, una brutta storia alle spalle. E che dire? Un ragazzo normale, almeno lui crede sia così.
No, okay, raccontiamo le cose come stanno: Simon sa di essere diverso, sa di odiare in qualche modo la sua vita, quando si sente incompreso. Ma il fato ha una piega diversa per lui.
Il figlio illegittimo di Jason Grace è arrivato al campo e l'ira degli dei venti si riverserà sui semidei.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Chione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Novembre Giorno 1, settimana 1

Quella cosa non doveva esistere. Era grande, grosso, brutto e... aveva un solo occhio nel mezzo della fronte. Capii subito che si trattava di un ciclope. Spaventato e confuso indietreggiai. Ma allora... I miti, i mpstri e gli dei dell'olimpo erano realtà! Una crudele realtà.

- Ma guarda che bel bocconcino abbiamo qui... -
Il mostro digrignò i denti, guardandomi da capo a piedi, con la sua voce rude da perfetto cavernicolo che, tra l'altro, era
- tanta carne per Grooop! Cibo! -

Vogliamo parlare del suo alito? Sul serio, penso che dovrebbero creare i dentisti per i ciclopi o delle cicche alla menta formato extra-large. Trai denti, mentre si esibiva in un macabro sorriso, si vedevano frammenti di carne e io non voglio indagare sul tipo di carne in questione.
Tanto, tra non meno di cinque minuti sarei diventato carne per Grooop ( ma un nome un po' più normale no? ). Ma ecco, per l'ennesima volta, quello strano formicolio dei polpastrelli. Ora ero veramente arrabbiato: dopo la scuola, le rivelazioni di mio zio e ora anche il ciclope non ne potevo più.

Mi alzai in piedi, dato che io ci tenevo alla mia vita, e gli sorrisi - Vieni qui Grooop! - e presi a correre.

Di certo sarebbe stato utile se tutta la neve qui intorno si fosse compattata, formando un muro. Mi stavo facendo rincorrere. Ora o ero perfettamente impazzito, oppure... Preferirei non cosiderare l'oppure. Sentivo come dei piccoli movimenti striscianti e umidi scivolarmi addosso, sulla strada e poi un sonoro CIACK come se un bambino saltasse in una pozzanghera di fango.

Non mi voltai mai indietro. Continuai a correre, il più veloce possibile, quando andai a sbattere contro qualcuno.
"Fa che non sia un ciclope.Fa che non sia un ciclope. FACHENONSIAUNCICLOPEASSETATODISANGUE!"

- Simon! - la voce era singhiozzante, ma l'avrei riconosciuta comunque, come i grandi occhi dorati che mi fissavano preoccupata e sconvolta.

- Grace... Cosa c'è? - le accarezzai i bei capelli castani, sentendola tremare contro di me. - C'era un ciclope nella scuola e tuo zio se ne è andato a cercare tua madre... - finì la frase con un singhiozzo.

Ora ce n'erano due di ciclopi da stanare e del mio non si vedeva l'ombra, speravo tanto che avesse rinunciato ad inseguirmi, ma data la mia grandissima fortuna ( no, okay, seriamente sono perseguitato dalla sfiga) di sicuro era ancora più assetato di sangue di prima, poco ma sicuro.

- Ascoltami Grace - la presi per le spalle, guardadola negli occhi dorati - Zio Step aveva ragione: siamo figli di semidei se esistonoi ciclopi, giusto? - lei annuì piano - allora, noi due, abbiamo qualche strano potere ereditato dai nostri genitori. Quindi riusciremo a difenderci. - le spiegai, cercando di rassicurarla, anche se stavo cercando io stesso di crederci per primo.

Ci tolsimo la giacca e la cravatta, rimanendo così in camicia e il resto della divisa: stranamente, mentre Grace tremava, io non avevo freddo... sentivo il niente più totale. Sentii la schiena di Grace contro la mia. Un passo pesante, poi un altro. Uno strisciare, seguito da un urlo. Il tremare di Grace contro la mia schiena. Un grande occhio giallo che ci fissava.

- GROOOP! TROOOP HA TROVATO I DUE SEMIDEI E IL FIGLIO DI GRACE! -

- ORA! - Urlai io e incominciammo a correre cerca di salvarci il fondoschiena, quando una freccia d'oro ci passò sopra la testa conficcandosi nell'occhio del ciclope. E con sorpresa, l'arciere era Teresa Collins... La madre di Grace. Grace mi guardò e i suoi occhi dorati ardevano di mille fiamme, simili all'oro liquido. Poi, veloce come la freccia, mia madre ( si, proprio Maria Katrina Ice ) ci raggiunse e sulle sue labbra vidi un sorriso che non avevo mai visto. Il suo corpo, snello, agile, cercava di coprirci maggiormente; nella sua mano c'era un pugnale lungo la cui lama era ghiaccio puro. Mirò al primo ciclope (Trooop) con il suo pugnale e, con uno scatto del polso lo lanciò: la mira era precisa e malvagia; il ciclope fu colpito al cuore e si disintegrò. Ruscivo a vedere i brividi lungo la schiena di mia madre, poi si voltò repentimanete e mi abbracciò forte a sè.

- Mi dispiace amore mio... - mi accarezzò i capelli, stringendomi forte a sè, come se avesse tutto il tempo del mondo - mamma ti ama... - Io sentii un groppo in gola, tutto ciò sapeva di addio. E io odio gli addii

- Mamma cosa sono quei cosi? Che è successo? Chi è mio padre? -

- Jason... - mia madre aveva sbagliato nome, eppure mi guardava, mi stava accarezzando una guancia - Simon - si corresse poco dopo - quei cosi erano ciclopi e... devi andare al campo Mezzosangue e con te deve andare Grace. - mia madre lanciò un'occhiata alla mia amica - dovete mettervi in salvo, okay? Siete i figli di due semidei e il vostro odore è più forte per questo i mostri erano qui. - forse vide la mia espressione sconvolta perchè mi mise un dito sulle labbra - ascolta Simon: al campo ci sarà tuo padre, di a tutti di essere Simon Ice e non Grace,è per il tuo bene okay? Fatti amici i giovani Jackson, soprattutto Sophia che mi sembrauna brava ragazza, stai attento ai figli di Ares e... -

Non riuscì a finire la frase. Non avrei mai saputo cosa volesse dire dopo quell' "e...". La mano grassa, grossa e unta di Grooop afferrò mia madre per la vita, sollevandola da terra.

- MAMMA! - Ora si che ero terrorizzato. La lama di ghiaccio di mia madre cadde a terra e io mi buttai a raccoglierla. Era una lama perfettamente bilanciata: il ghiaccio compensava l'impugnatura d'argento che ricordava una tigre nell'atto di saltare, con le fauci spalancate, il corpo era avvolta dal cuoio; in totale era lunga circa due piedi, abbatsanza da essere usate come spada sia come pugnale. Una daga per l'esattezza, con l'impugnatura ad una mano. In poche parole era perfetta, sembrava quasi che si adattasse alla mia mano. Mia madre, anche nella stretta del ciclope, continuava a muoversi, cercando di mordere le sue dita. ma lei era impotente. Poi tutto si ridusse alla velocità dei combattimenti: per quanto io fossi veloce avevo come la sensazione di essere lento e di avere i piedi impastati nel cemento. Con la lama stretta in pugno, mi avventai sul ciclope lasciandogli tagli superficiali. Dannazione: l'avevo fatto solo arrabbiare!

- SIMON! - L'urlo di mia madre mi fece tornare improvissamente alla realtà. Alzai lo sguardo: mia madre, ancora stretta nella mano del ciclope, stava scomparendo avvolta in un vortice di neve... Di lei non rimaneva più niente. Non avevo più avuto il controllo delle mie azioni. Strinsi la lama e mi ritrovai a sei metri da terra ( e Grooop era alto appena sette metri) e pugnalai quel ciclope al cuore. Anche lui si disintegrò. Caddi a terra, sconvolto, ma non per il dolore... ma per mia madre: l'ho persa... - Simon... - Sentii la voce di Grace, il suo braccio attorno alle mie spalle, eppure non la vidi...forse è per le lacrime... forse per altro. Mia madre è morta. Qualcuno mi alzò di peso e mi tira uno schiaffo.

- Dai ragazzo, riprenditi! - questo era Hansel.

- Pa' gli farai male! - la voce di Grace era salita amabilmente di un ottavo.

- Non mi importa deve riprendersi! Non vi possiamo accompagnare al campo... Dei! Quando arriva Stephen! - Hansel aveva rafforzato la presa attorno alla mia camicia.

- SVEGLIATI! - Io aprii lentamente gli occhi.

- Mamma non c'è più. -

Grace mi guardò disperata, poi suo padre mi alsciò andare e lei mi strinse forte a sè. I suoi capelli profumavano di cannella. Mi sussurrò delle paroline dolci. Mi accarezzò le spalle. Mi baciò una guancia. Vedevo quello che mi stava succedendo ma lo registravo a scatti, senza accorgermene.

- ODDEI! - la voce di Grace era salita di almeno una decina di ottavi, tant'è che sembrava stridula. - Simon... Non voltarti. - continuò lei molto più calma di prima. - E invece dovrebbe - questa era la voce di mio zio, sembrava divertito ma lui... sapeva? Mi voltai e con mio immenso stupore e forse anche piacere, vidi due cavalli: uno aveva il manto indaco screziato da striature biancastre, il secondo era blu scuro come la notte ed era spericolato, forte e bello. Mio zio si soffermò sul cavallo blu.

- E' Tornado, il cavallo di tua madre... - disse orgoglioso di lei - A proposito... Dov'è Maria? -

- Step... - la voce di Tessa esprimeva un palpabile dolore.

- Simon dov'è tua madre? - sembrava arrabbiato, stanco e triste al tempo stesso.

- E' morta... - disse Grace per me. Io le strinsi la mano, riconescente. Grace era sempre stata presente in ogni attimo della mia vita... le volevo molto bene. Ma cos'è il confine tra voler bene e amare?

- No... - il sussurro, per quanto flebile, di mio zio mi riportò alla realtà e lo guardai tristemente - Io... Prima io, poi lei... Giusto... - scosse la testa, distrutto nel profondo del cuore - Questa... - disse, prendendo una collana con un perla blu dalla tasca della giacca da professore - era di tua madre. Permette di curare le ferite.. - mi prese una mano e mi mise la collana nel palmo. - Ora dovete andare ragazzi. Gli spiriti del vento vi porteranno a Long Island. Non sopporto gli addii quindi andate. Apprezzai il fare sbrigativo di mio zio, per lo meno... Ma per lo meno cosa? Ero sconvolto. Grace mi prese per mano e mi condusse da Tornado e io montai.

- Zio... mamma non è morta. - Dissi, sicuro di quello che stavo dicendo e poi volammo nel cielo blu. Si dice che quando qualcuno muore sentiamo un vuoto nel cuore, ma io quel vuoto non lo sentivo.
   
 
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